Il Santo Apostolo Simone detto lo Zelota (il Cananeo)
di Yaryna Moroz Sarno
Il mosaico della cattedrale di Santa Sofia a Kyiv
Troparioт, voce 3:
Santo apostolo Simone,
prega il Dio misericordioso
di concedere il perdono dei peccati alle nostre anime.
Kontakion, Voce 2:
Сon la lode tutti plaudiamo a Simone che parla da Dio,
che ha deposto chiaramente la saggezza della dottrina nelle anime dei devoti,
perché la gloria del trono ora sta e si rallegra con i disincarnati,
pregando incessantemente per tutti noi.
Il Sant'Apostolo Simeone (ebr. שִׁמְעוֹן Shiemone, che significa "Dio ha esaudito"), chiamato il fratello del Signore nella carne (ma nel senso ampio del termine, non nel senso letterale della parola), era in realtà un parente di Gesù Cristo, fosse cugino di Gesù Cristo (Mt 13, 56; Mc 6, 3).
San Simone è un apostolo meno conosciuto, se anche è stato menzionato tra i Dodici apostoli nel Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 4), Marco (Mc 3, 18), Luca (Lc 6, 15) e negli Atti degli Apostoli (At 1, 13). I vari autori identificavano l'apostolo Simone cugino di Gesù, figlio di Clopa e vescovo di Gerusalemme tra il 61-62 e il 107.
Per distinguerlo da Simone (Pietro) nei Vangeli di Marco e Matteo è stato chiamato Cananeo ((αναναῖος, Kananaîos, in aram. Qan'ana, o in alcuni manoscritti Κανανίτης, Kananítes, Cananìta, dalla città d’origine Cana di Galilea), nel Vangelo di Luca e negli Atti degli apostoli - lo Zelota. Anche nel testo che è stato attribuito ad Ippolita di Roma si menzione Simone di Cleopa, soprannominato come lo Zelota. Il soprannome lo Zelota (gr. ζηλωτής, Σίμων ο Ζηλωτής) significa "zelante, geloso", cioè una persona pia che con zelo ardente segue la legge, o che poteva indicare alla sua appartenenza agli Zeloti, che conservavano con rigore le tradizioni ebraiche e proteggevano la libertà contro il dominio romano anche con le armi.
Secondo la tradizione orientale e la testimonianza unanime degli storici della chiesa Eusebio, il vescovo di Cesarea Palestina, e Giorgio Cedrin e Niceforo, figlio di Callisto, San Simeone (m. 107 ca) era il figlio di Cleopa, il fratello di San Giuseppe, lo Sposo della Santissima Vergine e Maria, una delle donne mirofore; ed il fratello di San Giacomo il Minore, il primo vescovo di Gerusalemme, e Giuda Taddeo. I bizantini lo identificavano con l'evento delle nozze di Cana di Galilea. Infatti, il primo miracolo del Signore: la trasformazione dell'acqua in vino durante le nozze è stato compiuto nella casa di Simone (Gv 2, 1-11). Per questo l'Apostolo Simone Zelota è stato considerato il patrono degli sposi cristiani. Anche durante la celebrazione del Sacramento del matrimonio si legge il brano sulle nozze a Cana di Galilea. Colpito dal miracolo, Simone credette con tutto il cuore e con tutta l'anima nel Signore Gesù Cristo lo seguì, lasciando tutto.
Il mosaico nel monastero Ossios Loukas, Grecia, 1030-1040
Il mosaico della chiesa di San Marco, Venezia, XII secolo
Presumibilmente, che dopo l'Ascensione del Salvatore e Discesa dello Spirito Santo, predicò il Vangelo in Giudea, secondo alte versioni anche in Egitto, Libia, Cirene, Numidia e Mauritania. Secondo altra leggenda, predicò sulle isole britanniche, anche in Babilonia e Persia, dove insieme al fratello Giuda Taddeo subì martirio nella città persiana di Suanir, o Sumir (pertanto, nell'arte è spesso raffigurato con una sega, lo strumento della sua passione). Esistono altre opzioni per i luoghi della sua predicazione e morte (Egitto, Libano, Iberia caucasica, Edessa). Probabile, che negli anni '50 l'apostolo visitò l'Abchazia, dove si stabilì nel luogo appartato di Psyrtskhe, vivendo in un'angusta grotta, dove, secondo la leggenda, entrò attraverso uno stretto foro nella volta. Le leggende dell'Abchazia dicono che Simone il Cananeo divenne noto tra i abitanti del luogo come un operatore di miracoli che guariva le varie malattie con il tocco delle sue mani, calmare il dolore e aiutare coloro che soffrivano pregando. Simone il Cananeo fu il primo a battezzare gli antenati degli abkhazi. Ma il cristianesimo si stava appena affermando in questa parte del Ponto Euxine, e durante il regno del re georgiano Aderkiy, sulle rive del fiume, i pagani romani afferrarono Simone il Cananeo e, secondo alcune fonti, lo segarono con una sega (in questo luogo, sulle pietre appaiono ancora macchie del suo sangue) e secondo altri furono crocifissi su una croce. Secondo una tradizione orientale, nel IX secolo affermata dal monaco Epifane, tomba di Simone è situata a Nicopsia, nel Caucaso occidentale [Nikopsis; greco Νίκοψις; carico. ნიკოფსია], antica città di origine bizantina sulla riva del nord-est del Mar Nero, attualmente centro dell'arcidiocesi di Zichia della Chiesa del patriarcato di Costantinopoli, tradizionalmente era considerata il luogo di sepoltura dell'apostolo Simone il Cananeo, alla cui tomba si recavano i pellegrini nel Medioevo. Secondo la pia leggenda, corpo dell'apostolo fu ritrovato dai cristiani e sepolto non lontano dalla sua grotta, nella città di Nikopsia. Là esisteva anche una chiesa a lui dedicata, fondata nel VII secolo dai Greci. Nel IX secolo, i governanti cristiani dell'Abchazia decisero di costruire un tempio a lui dedicato sulle reliquie del santo apostolo. La cattedrale fu eretta in un tempo relativamente breve, ma ben presto fu completamente distrutta dai conquistatori musulmani. Meno di un secolo dopo, nel X secolo, il tempio fu completamente restaurato sulle antiche fondamenta e decorato all'interno con affreschi. Nel XIX secolo, sul luogo del martirio del santo apostolo, fu costruito il Monastero Nuovo Athos di Simone il Cananeo. Si dice che anche è stata conservata anche la grotta in cui il santo apostolo abitava. Altre tradizioni nominano per il martirio le vicine regioni dell’Armenia e dell’Iberia caucasica.
Secondo altre leggende, Simone fu vescovo della prima comunità cristiana di Gerusalemme e fu giustiziato (mediante crocifissione) durante la persecuzione dei cristiani sotto l'imperatore Traiano nel 107. Secondo l'antica tradizione ecclesiastica, governò la chiesa di Gerusalemme per più di 40 anni pacificamente il suo gregge fino al martirio durante il regno dell'imperatore Traiano (98-117). Il governatore romano Attico fu informato che Simeone era della stirpe del re Davide professava la fede cristiana. Da storico Egesippo (II secolo) viene descritto il suo martirio, poi citato da Eusebio di Cesarea (Storia ecclesiastica, III, 32, 3. 6): "Alcuni di questi eretici accusarono Simeone, figlio di Cleofa, di essere discendente di Davide e cristiano; egli subì così il martirio, all’età di centoventi anni, sotto Traiano Cesare e il consolare Attico. […] il figlio dello zio del Signore, il suddetto Simeone figlio di Cleofa, fu denunciato dagli eretici e giudicato anch’egli per lo stesso motivo, sotto il consolare Attico. Torturato per molti giorni, testimoniò la sua fede in modo tale, che tutti, compreso il consolare, si stupirono di come un uomo di centoventi anni potesse resistere tanto; e fu condannato alla crocifissione". "Accusarono Simeone, figlio di Cleofa, di essere discendente di Davide e cristiano: egli subì così il martirio, all’età di 120 anni, sotto Traiano Cesare e il console Attico", scrisse Eusebio.
I pagani presero San Simeone, che aveva già 120 anni, volendo costringerlo a rinunciare alla sua fede cristiana, usavano prima le minacce, e poi le torture. Dopo lunghi tormenti lo crocifissero. Simeone nonostante la sua vecchiaia, sopportò le sofferenze e rimase fedele. Il suo coraggio, la pazienza e fermezza stupirono anche gli stessi aguzzini.
La crocefissione di San Simeone, la miniatura del menologio di Basilio II, X secolo,
(Vat. Graec. 1613, fol. 36)
Sull'apostolo Simeone racconta uno dei primi scrittori cristiani Egesippo (II secolo) e lo storico Eusebio di Cesarea, chiamandolo secondo vescovo di Gerusalemme dopo Giacomo di Alfeo. Quando tra il 62 e il 63, il suo fratello Giacomo, il vescovo di Gerusalemme, fu lapidato a morte, al suo posto, Simeone, scelto dai cristiani di Gerusalemme, divenne vescovo. Come scrisse Eusebio, "Dopo il martirio di Giacomo e la caduta di Gerusalemme che subito seguì, narra la tradizione che gli apostoli e i discepoli del Signore che erano ancora in vita [...] si unirono ai parenti del Signore (la maggior parte dei quali era ancora in vita a quel tempo) e tennero consiglio tutti insieme per decidere chi giudicare degno di succedere a Giacomo. All’unanimità tutti designarono vescovo Simeone, figlio di Cleofa che è menzionato nel Vangelo" (Storia ecclesiastica, III, 11).
Sul martirio di Simeone, basandosi sul racconto di Egesippo, Eusebio scrisse: “In mezzo alla profonda pace di cui godeva la Chiesa, essi (i parenti di Gesù Cristo) vivono fino al tempo di Traiano (97-117), quando il già citato Simeone, figlio di Cleopa, zio del Signore, fu calunniato dagli eretici. Alcuni di questi eretici accusarono Simeone di essere discendente di Davide e cristiano; egli fu processato davanti ad Attico; torturato per molti giorni professò la fede in Cristo in modo così risoluto che sia il console che tutti i presenti furono si stupirono estremamente dalla coraggiosa pazienza dell'anziano di 120 anni e alla fine ordinarono che fosse inchiodato alla croce" (Storia ecclesiaste, III, 32, 3. 6). Secondo un'altra leggenda, il sant'apostolo Simone subì il suo martirio sulla costa del Mar Nero del Caucaso (presumibilmente in Abkhazia) nella seconda metà del I secolo. Secondo un'altra versione, è stato ucciso in Persia dove Simone sia stato decapitato con una spada o segato vivo con una sega. San Basilio il Magno (IV secolo) scriveva che San Simone morì pacificamente a Edessa. Secondo un'altra ipotesi, predicò fosse in Egitto e poi si unì all'apostolo San Giuda (Taddeo) in Persia, dove, secondo gli atti apocrifi di Simone e Giuda, fu martirizzato essendo tagliato a metà con una sega, che divenne uno dei suoi principali simboli iconografici (insieme a un libro). San Basilio il Magno (IV sec.) scriveva che San Simone morì pacificamente a Edessa.
Nel martirologio romano sono menzionati il 28 ottobre : “In Persia il natale dei beati Apostoli Simone Cananeo e Taddeo detto anche Giuda. Di essi Simone predicò il Vangelo nell’Egitto, Taddeo nella Mesopotamia, poi, entrati insieme nella Persia, avendovi convertito a Cristo una innumerevole moltitudine di quel popolo, compirono il martirio”.
Le reliquie dei Santi apostoli Simone e Giuda Taddeo sono venerate nella basilica di San Pietro a Vaticano, precedentemente erano collocate nell'altare a loro dedicato dell'antica basilica di San Pietro, trasformata da Paolo III nella cappella. Il capo dell'apostolo Simeone adesso si conserva a Pienza nel Museo del Duomo.
L'icona ucraina (parte dell'iconostasi) del XVI secolo, Volyn'
Rallegrandoti nel mondo, Simeone di Gerusalemme,
amato dal Signore Cristo, avendo conservato la tua anima pulita,
sopportando la passione corporea forte pazientemente,
per essere crocefisso alla fine sulla croce
Tu, assomigliando al vero Pastore,
lasciando il mondo, sopportavi le ulcere feroci,
prega per le nostre anime.
Nessun commento:
Posta un commento