sabato 17 maggio 2025

Quinta Domenica dopo Pasqua: Domenica della Samaritana

Domenica della Samaritana
Quinta Domenica dopo Pasqua

a cura di Yaryna Moroz Sarno


Scuola pittorica di Rybotychi, II metà del XVII secolo, dal villaggio di Butsiv.
Museo Nazionale Andrey Sheptytsky di Leopoli.



"Per la fede, la Samaritana che venne al pozzo, 
Ti vide, l'Acqua della Saggezza, 
avendola bevuta abbondantemente, 
il Regno dei Cieli ereditò per sempre, come gloriosa".
                                                                          Kondakion della festa

 
     Il dialogo tra Gesù e la donna samaritana, che aveva un senso rivoluzionario per quell'epoca, si può comprendere nel suo contesto storico e religioso dai contrasti tra giudei e samaritani. Gesù, per recarsi in Galilea, deve attraversare la città di Sicar nel cuore della Samaria, dove si trova il pozzo del patriarca Giacobbe. La città di Sykar presso Sichem, menzionata nel brano, è un luogo dell'adorazione dove Dio promise la terra alla sua discendenza (Gn 12, 7). Giacobbe aveva acquistato un terreno presso Sichem (Gen 33, 19) e aveva dato a suo figlio Giuseppe (Gen 48, 22), dove dopo erano seppellite le ossa di Giuseppe (Gs 24, 32).
    Il Pozzo di Giacobbe, che ha profondo significato simbolico e storico, si trova nella valle tra due montagne: da un lato si ergeva il Monte Garizim, chiamato il monte della Benedizione, e dall'altro lato, il monte Ghebal, che era chiamato il monte della Dannazione (Deuteronomio 27:12,13). Questo luogo, collegato al patriarca Giacobbe, figlio di Isacco, divenne per gli ebrei un simbolo dell'eredità spirituale. Secondo la tradizione biblica, Giacobbe stesso scavò questo pozzo vicino alla città di Sichem (o Sichar). L'incontro con la Samaritana al pozzo sottolinea il legame tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, le sue radici ebraiche e la continuità tra la promessa del Vecchio Testamento e il suo compimento nel Nuovo Testamento. Nella Bibbia il pozzo è il luogo della vita e degli incontri: proprio al pozzo Abramo trovò Rebecca (Gen 20, 10-51), come anche succede con Giacobbe e Rachele, Mosè e  Sefora (Gn 24; 29; Es 2, 15-22). Così il pozzo diventa un simbolo delle relazioni fondamentali. 
      L’incontro con Gesù è la benedizione. Come dice la Sacra Scrittura, "dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva» (Gv 7, 37-38). L’incontro con Dio è incontro con il volto concreto di Gesù, che può dissetare il nostro desiderio di pienezza.
    Stanco per il viaggio, Gesù si rivolge a chiedere l'acqua a una donna samaritana che viene ad attingere all'antico pozzo nell'ora più calda della giornata, provocando in lei uno stupore. La conversazione divenne la storia di una conversione. "Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva»" (Gv 4, 10). 
    Le donne di solito andavano al pozzo presto, prima che cominciasse il caldo, o la sera (Gen 24, 11) e in grandi gruppi (1 Samuele 9:11). La Samaritana è arrivata al pozzo a mezzogiorno da sola. Giacobbe incontrò Rachele, la sua futura moglie, presso un pozzo, quando ella nell'ora calda del giorno andò al pozzo per abbeverare le sue pecore, ma l'apertura del pozzo era coperta da una grossa pietra; e offrì l'acqua (Genesi 29,1-14). Una storia simile accade a Mosè,  che si trovò vicino a un pozzo nel deserto quando Sefora e le sue sorelle vennero ad abbeverare il bestiame di suo padre (Es 2, 15-22).
   Alla donna samaritana si rivela la potenza e la generosità dell'amore di Dio. Gesù fa crollare le barriere storiche, religiose e culturali e spalanca le porte della salvezza disponibile a tutti, annunciando il dono dell'acqua viva: "Chi beve dell'acqua che Io gli darò non avrà più sete" (Gv 4, 14). All'immagine della Legge si contrappone la sorgente della vera dottrina di Cristo come la fonte di vita. Gesù offre l’acqua viva, fonte di vita eterna, simbolo di salvezza. Sul fiume dell'acqua viva è scritto nell'Apocalisse (22, 1). 
  L’acqua è un simbolo molto frequente nella Scrittura ed è un grande segno spirituale, segno di Dio e della Sua parola o azione. L'allontanamento di Israele dal Signore nel profeta Geremia (2, 13) si descrive, usando il simbolo dell'acqua: "sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate che non tengono l'acqua". Il Profeta Ezechiele diceva: "Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli" (36, 25). 
    Alla tradizione Gesù contrappone il vero culto e l'universalità della salvezza. L'incontro simbolizza la rivelazione del mistero di Cristo nello Spirito della Verità come la sorgente della salvezza. 
      Per Origene (III secolo) il pozzo dell'acqua viva è il "pozzo delle Scritture". Così Origene nelle sue Omelie sulla Genesi spiega: “Osserva quali grandi cose avvengono presso le acque, per essere invitato anche tu tutti i giorni a venire alle acque del Verbo di Dio e a stare presso i suoi pozzi’ (10, 3). Cristo "è venuto e ci ha aperto i pozzi" (13, 3). Come dice Origene, "aprì i pozzi e ci insegnò a cercare Dio non in qualche luogo, ma a riconoscere che in tutta la terra è offerto un sacrificio al suo nome" (13, 3). Egli stesso è il pozzo nuovo: "Vediamo dove il Signore stesso, affaticato dal viaggio, cerca riposo. Dice: "Venne al pozzo e sedeva sopra di esso" (Gv 4, 6)" (10, 5). "Giustamente in un passo, il santo Apostolo, considerando la grandezza dei misteri, dice: E chi è capace di queste cose? In maniera simile, o anzi molto dissimile, tanto noi siamo piccini al suo confronto, anche noi, vedendo una profondità così grande nei misteri dei pozzi, diciamo: E chi è capace di queste cose? Chi infatti potrebbe degnamente spiegare o i misteri dei pozzi così grandi, o dei fatti che, ci viene riferito, furono compiuti riguardo ai pozzi, se non invochiamo il Padre della Parola Vivente, ed egli stesso si degni di mettere la parola nella nostra bocca, affinché possiamo attingere per voi che avete sete un poco di acqua viva da questi pozzi così abbondanti e molteplici" (13, 1). Origene sviluppò un'idea, affermando: "Forse, anche nell’anima di ciascuno di noi c’è un pozzo di acqua viva, c’è come nascosto un certo senso celeste e l’immagine di Dio" (13, 3).
    Il Signore rivela sul vero culto di Dio, non legato al luogo geografico, ma "in spirito e verità": "Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità" (Gv, 4, 23-24).
  Ispirata dalla Verità rivelata, la samaritana invitò gli altri abitanti della città. L'incontro con Gesù cambiò radicalmente la loro comprensione di Dio, aiutò ad aprirsi alla fede vera, rendendoli suoi discepoli e loro stessi hanno espresso la loro fede in Gesù Cristo: "Ora noi crediamo non per la tua parola, ma perché abbiamo ascoltato e sappiamo che Egli è veramente il Salvatore del mondo" (Gv 4, 42).
   Questa donna samaritana può essere un buon esempio per noi, affinché rifiutando tutte le limitazioni e inimicizie, possiamo sempre amare Dio e il nostro prossimo e rafforzare la pace sulla terra. Perché il Nostro Signore unisce tutte le persone senza distinzione nella Sua eterna verità e grazia, e con l'acqua viva nello Spirito Santo guarisce tutti coloro che vengono da Lui. 

    Secondo una pia leggenda, la Samaritana, dopo la conversazione con Gesù, ebbe una conversione completa e dedicò il resto della sua vita alla predicazione del Vangelo. Secondo una tradizione orientale si convertì al cristianesimo, giunse con i figli a Roma, dove subì insieme ai figli Giuseppe e Vittore martirio. Lì  aiutarono a convertirsi al cristianesimo la figlia dell’imperatore Nerone, che si infuriò, fece arrestare l’intera famiglia, giustiziando tutti. 
    La Chiesa orientale celebra la sua memoria il 20 marzo, così era iscritto nel martirologio RomanoIl suo nome è santa martire Fotina (Φωτεινὴ ἡ Μεγαλομάρτυς ἡ Σαμαρείτιδα), Photeiné, latinizzato in Photinus, dal gr. "phos" - luce, "luminosa" nella versione ucraina Svitlana), una samaritana. Santa Fotina per aver predicato la fede di Cristo, è stata martirizzata sotto l'imperatore Nerone nell'anno 66: fu gettata in un pozzo dagli aguzzini. 
    Nella revisione del 1585 del Martirologio Romano si affermava che la reliquia della sua testa si trovava nella basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma e fissava  fissando la sua festa il marzo 20: "Nello stesso giorno i santi Fotina Samaritana, Giuseppe e Vittore suoi figli, e così puro Sebastiano capitano, Anatolio, Fozio, Fotide, Parasceve e Ciriaca sorelle; i quali tutti, avendo confessato Cristo, conseguirono il martirio." Nel Nuovo Martirologio Romano non vengono più menzionati come la ​​santa né lei né i suoi figli.
  

L'affresco della catacomba di Callisto, II secolo 

Il frammento della scena con la samaritana , Dura Europos, III secolo  

Cristo e samaritana. Gli affreschi nelle catacombe di Pretestato, Roma, III secolo

L'acqua viva che disseta i desideri dell'anima / Commento al ...
L'affresco delle Catacombe di via Latina a Roma, IV secolo 

Il mosaico del battistero di San Giovanni al Fonte, Napoli, IV - V secolo

Sarcofago di San Giovanni in Valle, Verona, IV secolo  

Mosaici di S. Apollinare Nuovo - Incontro fra Gesù e la Samaritana ...
Il mosaico di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna, VI secolo


Il rilievo del trono arcivescovile di Massimiliano, 546-554 ca, 
l'avorio, Museo arcivescovile a Ravenna  

   La scena con la donna samaritana apparve già nell'arte paleocristiana. Tra le prime raffigurazioni sono stati indicati gli affreschi nel battistero di Dura Europos (240 ca), nelle catacombe di Pretestato su via Latina (III secolo), di Callisto, cubiculo Nicerius dei Santi Marcellino e Pietro sulla via Casilina (l'inizio del IV secolo) e sulla via Latina (IV secolo), via Appia, sui sarcofagi, sugli avori (il trono arcivescovile di Massimiano, 546-554), sui mosaici della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. 
   
Il Vangelo di Rabula, Firenze,
Biblioteca Medicea Laurenziana, cod. Plut. I, 56, fol. 6 r.

L'avorio dell'XI, Salerno, Museo diocesano di Salerno 

cristo-e-la-samaritana/
La miniatura nel Vangelo dell'XI secolo,
monastero di Dionisio sul monte Athos

Mosaico della cattedrale di Monreale

Il mosaico della cattedrale di San Marco a Venezia, XII secolo  




5-я Неделя Пасхи, о Самарянке — Русский Православный Монастырь — Ново  Дивеево
 La miniatura bizantina del XIII secolo, monastero Iveron sul monte Athos 
                                      
La scena al pozzo sulla porta bronzea nella cattedrale di Benevento, XII-XIII secolo 


terza di Quaresima 2014 | Hopeandloveislife. Il segreto della vita
Il pozzo di Giacobbe

Ricordiamo i misteri intelligibili che c'erano in Samaria, 
quando Giovanni ci insegna: 
come il Signore parlava con la Samaritana, 
chiedendo acqua, che raccoglieva acqua nelle loro raccolte, 
Chi è uguale in potenza al Padre e allo Spirito; 
perché Colui che cerca la propria immagine, 
l'Eternamente Glorificato, è venuto.

(Ikos della festa) 

L'affresco nella chiesa di San Giacomo, Sandomyr, 1420

Frammento dell'iconostasi, 1560', chiesa dell'Ascensione, villaggio di Zarudtsi.

Ivan Rutkovych, frammento dell'iconostasi della chiesa di Santa Parasceva, Krekhiv

Cristo e la Samaritana, II metà del XVII secolo, l'iconostasi di Lubacziv,
cattedrale di San Giovanni Battista, Peremyśl, Polonia.

L'icona ucraina della devozione popolare del XVII secolo, Prekopane, Museo di Peremyshl


Cristo e la Samaritana. Il Vangelo dell'educazione, 1637

Mykola Petrakhnovych, la parte dell'iconostasi del villaggio Zarudci, gli anni 1670-i

Риботицька школа — іконописний осередок українського Надсяння
Cristo e la samaritana, icona dal villaggio Buchiv, 
la seconda metà del XVII secolo, la scuola di Rybotychi, Museo Nazionale a Leopoli    


 Ivan Rutkovych,  l'iconostasi di Zhovkva, 1697-1699, Museo Nazionale di Leopoli  

Dall'iconostasi della chiesa della Santissima Trinità a Zhovkva, 
Scuola della pittura di icone di Zhovkva, 1728. 


Jov Kondzelevych, particolare dell'iconostasi, 1698-1705 

Il frammento dell'iconostasi

L'incisione, Cristo e la Samaritana. Chernihiv, 1716

L'incisione, Cristo e la Samaritana, Triod' festiva. 1724

L'affresco della chiesa della Santissima Trinità nel monastero delle Grotte a Kyiv,
 XVIII secolo (1734-35)


Tela della fine del XIX - inizio del XX. Museo d'arte regionale di Chernighiv. G. Galagana
Museo Regionale d'Arte di Chernighiv

Quadro dal Museo dell'Arte intitolato a O. Shovkunenko, Kherson, 
(rubato dagli aggressori russi nel 2022) 




Il disegno per la vetrata della chiesa del villaggio Pidbirci di Modest Sosenko 

__________________________

Per consultare le icone ucraine vedi anche: 
http://icon.org.ua/ikonografiya/isus-i-samaryanka/
http://icon.org.ua/gallery/isus-i-samaryanka/

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari