giovedì 8 agosto 2019

UCRAINISMI IN ITALIANO (con paralleli in altre lingue europee) , di S. Del Gaudio



LINGUISTICA COMPARATA E SOCIOLINGUISTICA
ПОРІВНЯЛЬНЕ МОВОЗНАВСТВО  І СОЦІОЛІНГВІСТИКА
UDC 811.131.1'373.45=161.2
S. Del Gaudio, Professore Associato Universitá Nazionale Taras Shevchenko di Kyiv (Ucraina) 

UCRAINISMI IN ITALIANO  (con paralleli in altre lingue europee) 

di S. Del Gaudio



I recentissimi stravolgimenti socio-politici (2014) che hanno mutato lo status quo ucraino hanno creato le condizioni per una diffusione e una risonanza internazionale di culturemi (realia) ucraini. Questi fatti ci hanno indotto a riflettere sulla componente storica e attuale degli ucrainismi in italiano. Pertanto il presente contributo si pone come scopo primario una prima ricerca sommaria dell'apporto lessicale ucraino in italiano.       Parole chiave: ucrainismi, lessico, italiano, lingua ucraina. 

Introduzione I prestiti ucraini in italiano, al pari di altre lingue europee, soprattutto romanze e germaniche, sono limitati nel numero. In generale si può affermare che le parole di origine slava siano alquanto circoscritte nelle lingue europee occidentali. Ciò è spiegabile con il fatto che le culture e le lingue veicolari in Europa siano state dapprima  il greco e il latino, seguite nel medioevo e nell'età moderna dal provenzale, italiano e francese; quest'ultimo sostituito nel corso del XX secolo dall'inglese.  I recenti eventi sociopolitici ucraini (2014) hanno ridestato l'attenzione internazionale sui fatti di Kiev (cf. Euro Majdan), contribuendo in tal modo alla diffusione di alcuni realia ucraini nei quotidiani, rete e mass-media italiani e di altre nazioni europee. Questa recentissima ondata di ucrainismi, assieme a quelli tradizionalmente codificati nelle fonti lessicografiche italiane, costituirà l'oggetto di discussione del presente contributo.     


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1. Ucrainismo: definizioni Il termine ucrainismo, dal punto di vista strettamente linguistico, denota un elemento linguistico (parola o locuzione), proprio dell'ucraino, adottato stabilmente o occasionalmente dall'ucraino in un'altra lingua (prestito). Esso è formato, per estensione semantica, su modelli morfologico-derivazionali quali 'latinismo','slavismo'e simili; ossia forma deaggettivale derivata da ucraino + suffisso – ismo (< lat. -ismus, gr. -ισμός), cf. [2, 1539; 9].  Sebbene nell'Enciclopedia Italiana Treccani (online) non appaia un esplicito riferimento e/o definizione del lemma ucrainismo, l'elenco di parole riportato sembra implicare la comprensione da parte del sistema informatico per la chiave di ricerca inserita. Con ogni probabilità, questo termine non è entrato ancora a far parte delle fonti lessicografiche ed etimologiche consultate [1; 2; 3; 7; 8; 10; 12]. In sua vece si predilige spesso un approccio più descrittivo quale "parole di origine ucraina" (cf. Words of Ukrainian origin). Tuttavia esso trova tradizionalmente impiego negli scritti di slavistica italiani [4, 496].  La limitata presenza di tale termine è facilmente comprensibile se si considera la recente diffusione dell'ucraino sul piano internazionale quale lingua slava orientale. Nei decenni precedenti la nuova ondata di ucrainizzazione (1991–2011), l'esistenza di una lingua ucraina autonoma dal russo era per lo più nota, nella maggior parte dei Paesi del blocco occidentale, a una ristretta cerchia di intellettuali e, ovviamente, agli studiosi di slavistica e glottologia. Non sorprende, pertanto, che le parole e i prestiti ucraini siano spesso riportati in diverse classificazioni lessicografiche sotto l'iperonimo "slavismo" oppure siano genericamente classificati come "russismi". Va ciò nondimeno specificato che alcuni ucrainismi, come si vedrà in seguito, sono entrati nel lessico italiano attraverso la mediazione storica di altre lingue slave, particolarmente, il russo e il polacco.   

2. Ucrainismi in italiano Gli ucrainismi storici afferiscono, in modo particolare, all'epoca del Regno polacco-lituano (1569–1795) e dell'Hetmanato cosacco (1649–1764). La versione più attualizzata del Treccani online [8] riporta le seguenti definizioni:   

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¾ Atamano s. m. [dal russo ataman]. Presso i Cosacchi, capo, comandante dell'esercito o di armate. Dal sec. 15° in poi compare anche la forma etmano.  ¾ Bandura s. f. [dal lat. tardo pandura, gr. πανδοῦρα; v. mandola]. – Strumento a plettro del tipo del liuto (chiamato anche bandola, pandora, pandura), diffuso soprattutto in Russia: ha corpo ovale col fondo piatto e manico corto; le corde erano dapprima tre, ma sono poi aumentate variamente di numero [10]. Il dizionario Hoepli online [16], invece, riporta: "strumento musicale simile alla chitarra, con manico corto e corpo ovale, originario dell'Ucraina".   ¾ Cosacco s. m. e agg. [dal russo kozak, kazak, che è dal turcotataro qazāq "vagabondo"] (pl. m. -chi). Nome con cui si designarono in origine gli abitanti nomadi, di stirpe tatara, delle steppe della Russia meridionale, lungo il corso inferiore e medio del Dnepr e del Don, ai quali dal sec. 15° si unirono i cosacchi russi, gruppi di uomini che nella steppa trovarono la libertà sottraendosi al giogo dello stato o dei latifondisti: organizzati in comunità militari o di mestiere, secondo principî di uguaglianza e di autonomia amministrativa, avevano un capo elettivo, detto ataman. Gli attuali cosacchi sono sparsi in varie zone della Federazione Russa [11]. ¾ Etmano s. m. – Adattamento italiano della forma con cui il termine atamano appare a partire dal sec. 15° in Polonia (hetman) [12].  Va osservato che i pochi prestiti in italiano designanti aspetti di vita, tipici delle terre ucraine (rutene) dell'epoca cosacca siano attribuiti al tramite russo e, più di rado, al polacco. A questo proposito rimarchiamo la poca criticità con cui sono state compilate tali voci in un dizionario di notevole importanza e di recentissima redazione, quale il Treccani online. Sembra che non ci sia posto il problema dell'esistenza di una lingua e cultura specificatamente ucraina, che, almeno nell'ultimo ventennio, ha acquisito uno spazio geo-culturale autonomo tra Federazione Russia e Unione Europea. Nel Dizionario etimologico della lingua italiana [2], invece, ad eccezione di cosacco, gli altri lemmi non sono riportati. Degno di nota, infine, che bandura sia entrata in ucraino attraverso l'italiano [6, I, 133]. Dalla fine degli anni novanta del XX secolo si assiste a una costante diffusione in italiano, prevalentemente orale, di alcuni lessemi ucraini. Questi riguardano, in particolar modo, parole ucraine perti

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nenti alla sfera culinaria oppure realia che riflettono le mutate contingenze sociopolitiche del Paese; ad esempio: il passaggio da un'unità di valuta (moneta) all'altra: rublo > karbovanec' (1991– 1996) > grivnia; nuovi mezzi di trasporto, oggetti e forme dell'organizzazione politico-amministrativa del nuovo stato. Tra questi menzioniamo:  ¾ Boršč [3, 364] ovvero zuppa di barbabietole, di solito con aggiunta di panna e spesso accompagnata con la carne. A questa specialità si potrebbero aggiungere: Vinigret, cioè insalata di barbabietole con fagioli, piselli e cipolle; Haluški: involtini di verza al riso; Syrnyky: formaggio fritto fornito di uva passa; Paska: pane di Pasqua; Korovaj: pane intrecciato utilizzato durante le celebrazioni nuziali ecc [21; 22]. Tali ucrainismi sono solitamente noti alle piccole comunità di italiani presenti in Ucraina e agli italiani che intrattengono relazioni lavorative, interpersonali con le dense comunità ucraine in Italia. Va rilevato che ad eccezione di boršč, gli altri lessemi non appaiono nei dizionari consultati.  ¾ Grivnia o hryvnja (cf. гривня). Il lessema non appare in alcuno dei dizionari consultati, tuttavia esso è riportato, provvisto di commento appropriato, in wikipedia [19].  ¾ Maršrutka. Come nel caso precedente il lessema non appare ancora nei dizionari consultati. Tuttavia esso è corredato di valida spiegazione in wikipedia [20]. Va aggiunto che la designazione di questi mini-autobus cittadini (prevalentemente di colore giallo), atti al trasporto passeggeri, è una costante lessicale tra gli italiani risiedenti in Ucraina (e in Russia), mentre i turisti italiani si riferiscono a questa sorta di taxi collettivo con il termine abituale di pullmino, bus ecc.  ¾ Rada. Il lemma è registrato nel vocabolario online della Treccani [13]: "rada s. f. [dal polacco e ucraino rada]. Termine storico equivalente a consiglio (come organo collegiale politico e amministrativo), in riferimento alla Polonia e all'Ucraina nel periodo compreso tra il Settecento e il primo Novecento". Altrove è specificato come "parlamento ucraino". Ultimamente non infrequente è il suo uso nei notiziari della RAI con riferimento al parlamento ucraino.  A parte gli scarsi ucrainismi storici, toponimi, idronimi e antroponimi, nelle più disparate varianti, sono maggiormente diffusi. Si

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confronti, ad esempio, Leopoli (forma italiana ereditata dalla tradizione greco-latina) vs. L'vov/Lvov oppure L'viv/Lviv (Львів); Donbass, Donec'k ecc.  Kiev, per adesso, conserva la forma grafica russo-sovietica, anche se in alcuni documenti ufficiali e articoli di ucrainistica/slavistica si adotta la traslitterazione dall'ucraino o quella dall'inglese: Kyjiv – Kyiv. Nomi quali Julija Tymošenko, Viktor Juščenko, Viktor Janukovyč ecc., sono diffusi, oltre che in italiano, in tutte le lingue europee. A questo proposito rileviamo che esistono criteri non univoci di traslitterazione e trascrizione degli antroponimi e toponimi ucraini in italiano. Questa incertezza ortografica spesso induce confusione nel lettore italiano.  I criteri più comuni sono schematizzabili come segue:  a) Forme tradizionalmente traslitterate dal russo e risalenti alla nomenclatura russo-sovietica, divenute parte integrante del sistema scolastico italiano dell'ottocento e del novecento, ad esempio: Dnepr, Dnestr ecc.;  b) Forme trascritte per soddisfare le esigenze dell'inglese e da quest'ultimo adattate all'italiano: Kyiv, laddove la traslitterazione cosiddetta scientifica o degli slavisti propone Kyjiv oppure Kyїv  (cf. Київ); Vitali Klitschko invece di Kličko; Oleksander Turchinov invece di Turcinov e/o Turčinov;  Arseniy Yatsenyuk invece di Arsenij Jacenjuk e/o italianizzato in Iazeniuk, Natalyia invece di Natalija o Natalia ecc.  c) Toponimi formalmente assimilabili al sistema ortografico italiano: Dnipro, Crimea, Podolia ecc.  La mancanza di un sistema univoco di traslitterazione dei nomi ucraini in italiano, se si prescinde da quello cosiddetto 'scientifico' (linguistico o degli slavisti), crea una serie di difficoltà che insorgono, soprattutto, quando si vuole rendere in italiano la toponomastica e l'antroponimia ucraina, latinizzata secondo le regole dell'inglese. Tale tendenza è particolarmente visibile nelle traduzioni della documentazione ufficiale in italiano (certificazioni, passaporti ecc.) in cui il toponimo o l'antroponimo traslitterato presenta una combinazione consonantica estranea al sistema fono-morfologico dell'italiano, cf. Andrii Deshchytsia ecc. Non si approfondirà in questa sede un argomento correlato alla diffusione degli ucrainismi

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in italiano, nonostante la sua ingente attualità, perché esula dagli scopi del presente contributo.  Per quanto riguarda il toponimo Ucraina, va precisato che questo, ancora agli inizi degli anni novanta dello scorso secolo, era poco noto al parlante italiano medio. Lo spazio territoriale ucraino era genericamente indicato come Russia (meridionale). Va da sé che quanto appena detto non riguardava le classi colte italiane le quali, seppur in modo vago, conoscevano le peculiarità etnoculturali e letterarie di questa terra, indubbiamente anche grazie ai leit-motiv ucraini presenti in alcune opere letterarie tradotte dal russo, come, ad esempio, Gogol'.  È tuttavia interessante notare che la pronunzia usata dagli slavisti e dal ceto colto italiano, fino all'avvento dell'ondata migratoria ucraina di fine anni novanta, coincidesse con quella ucraina; in altre parole, l'accento del toponimo cadeva sulla ì, cf. Україна, Украина e Ucraìna. Quest'ultima è ancora la pronuncia usata dalla maggioranza dei giornalisti di RAI uno ed è la prima variante consigliata nei dizionari della lingua italiana, quali Devoto/Oli [3] e Hoepli online [15], cf. [u-cra-ì-no] o [u-crà-i-no]. Nella lingua parlata, invece, soprattutto tra coloro i quali fino agli anni 2000 non avevano mai udito il toponimo prima d'allora, si è diffusa la pronuncia enfatica con l'accento sulla <à>: Ucràina. Questa sorta di innovazione è stata probabilmente causata dagli immigrati ucraini stessi i quali, per designare il loro Paese di provenienza con gli italiani, spesso usavano la forma enfatica, altamente stilizzata: Ucràina. In questo modo la massa dei parlanti italiani (la quale fino a quel momento non sapeva neppure dell'esistenza di tale Paese) è venuta attivamente in contatto con il toponimo in questione. Osserviamo, altresì, che tra gli italianisti ucraini, sembri prevalere, contrariamente a quanto propugnino gli ucrainisti italiani, la forma più popolarizzata Ucràina. Ricorre  finanche un'interpretazione pseudo – linguistica, secondo cui la parola usata in senso aggettivale, ad esempio: uno scrittore ucraino, questa conservi l'accento sulla ì; mentre, se si designa il Paese, l'accento si sposti sulla à. A nostro avviso, si tratta piuttosto di un costrutto ideologico, motivato sulle regole del russo, più che di un uso fondato sulla pronuncia della classe colta italiana e di specialisti in materia (slavisti italiani).   

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Va, infine, aggiunto che tra i fraseologismi di origine ucraina introdotti in un passato recente, bisogna annoverare anche il calco semantico – strutturale "rivoluzione arancione" (novembre, 2004), penetrato in numerose lingue d'Europa. Cf. ucr. помаранчева революція; ing. orange devolution; spagn. Revolución naranja ecc.   
 2.1. Adattamento degli ucrainismi al sistema fono-morfologico italiano I non numerosi prestiti ucraini si adattato al sistema fonomorfologico e ortoepico italiano secondo le regole della grammatica italiana:  a) I sostantivi ucraini terminanti in consonante conservano in italiano di prassi il genere maschile dell'ucraino. L'articolo determinativo/indeterminativo si prepone secondo le regole ortografiche dell'italiano. Quindi, se un prestito comincia con una consonate, tranne i casi in cui si richiede lo/gli17, questi avrà l'articolo il, un; ad esempio: il boršč, il cosacco, la grivnia, la rada, il Majdan ma l'Euro Majdan, l'etmano (= lo etmano) ecc.  b) Le combinazioni consonantiche atipiche per il sistema fonologico italiano tendono alla semplificazione e adattate a quest'ultimo, ad esempio: Kresciatik [krešatik], grivna [grivna], borsc [borš]. I fonemi /х/ e /г/, atipici per l'italiano, sono tendenzialmente sostituiti.     

3. Ucrainismi attuali (2014) I recenti fatti di cronaca del cosiddetto "Euro Majdan" e i capovolgimenti socio-politici del Paese hanno creato le condizioni per il diffondersi, soprattutto nel linguaggio giornalistico, di una nuova ondata di ucrainismi: ¾ Maidan (Piazza Majdan). Interessante notare l'anteposizione del sostantivo 'piazza' alla parola "majdan" che, in realtà, già significa piazza in ucraino. Questo prestito era già penetrato nel linguaggio giornalistico nel 2004 al tempo della "rivoluzione arancione".  ¾ Berkut – in italiano reso come 'reparto antisommossa';  ¾ Omon – ex reparto antisommossa;  ¾ Sniper – dal contesto si evince che si tratta di cecchini;                                                       17 Il singolare lo e il plurale gli si usano: – davanti a parole che cominciano con i o j + vocale; gn (gnomo), con s + consonante, con sc (sci), con x, y, z e con i gruppi pn e ps. 

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¾ Pravi Sektor – Settore di destra (forza politica-paramilitare di destra ('radicale'); ¾ Svoboda – forza politica di destra. Pochi italiano associano il nome del partito al sostantivo libertà.     Qui di seguito riportiamo gli ucrainismi più frequenti e il loro contesto d'uso:  ¾ Ucraina: agenti della Berkut in ginocchio chiedono perdono [23]. Il Maidan I militanti della piazza di Kiev, in primo luogo l'avanguardia armata del Settore di Destra, si sono rifiutati di andare a combattere per la Crimea.  ¾ Ucraina: sciolti reparti speciali Berkut: 07:33 (ANSA) – KIEV – Il ministro dell'Interno ad interim ucraino, Arsen Avakov, ha sciolto i reparti anti sommossa dei Berkut, usati nella violenta repressione della protesta di piazza a Kiev. I Berkut furono creati nel 1992 sulla base dei preesistenti Omon, che continuano ad operare in Russia. In Ucraina erano circa 5.000 e nelle regioni sud-orientali erano considerati degli 'eroi', ma non nel resto del Paese: a Leopoli sono stati costretti ad inginocchiarsi per chiedere scusa del loro operato a Kiev [24].  ¾ Solo ucraini sniper Kiev finora indagati 21:14 (ANSA). KIEV – Sono tutti ucraini gli individui per ora indagati per l'eccidio di Kiev del 20 febbraio e accusati di essere i cecchini che uccisero alcune decine di persone – insorti, ma anche poliziotti – nei pressi di piazza Indipendenza (Maidan). Lo sostiene il procuratore generale di Kiev, Oleg Makhnitski. Appena due giorni fa, il suo vice, Mikola Golomsha, aveva affermato invece che tra i cecchini ci sarebbero stati presunti "cittadini stranieri"[25].  ¾ Kiev, sequestrate armi a Pravi Sektor del gruppo paramilitare di estrema destra 'Pravi Sektor' [26].   ¾ Pravij Sektor (Settore di Destra), gente dura che … [27].   ¾ A Kiev, potremmo sostenere di aver assistito ad una rivolta che ha visto la manovalanza di piazza dei neonazisti di Settore Destro? E Svoboda?, una classe politica locale filo americana e Fmi…
 3.1. Paralleli in altre lingue europee Un parallelo con altre lingue europee occidentali, in particolar modo romanze e germaniche, mostra che tali ucrainismi, seppur in varia misura, siano penetrati in quasi tutte le lingue europee: 

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Francese:  Les manifestants occupent toujours le Maïdan, place centrale de Kiev entourée de barricades et où leur camp de toile est maintenu [28]. Dimanche 20 avril, une fusillade a éclaté à Sloviansk, une ville de l'est de l'Ukraine où se concentrent une partie des tensions entre prorusses et forces de Kiev. La Russie a attribué cette attaque à Pravyi Sektor, un groupe d'extrême droite très actif lors de la révolte de Maïdan contre le pouvoir du président déchu Viktor Ianoukovitch. Du côté de Kiev, ce sont au contraire les prorusses qui ont été montrés du doigt [29]. Spagnolo: Ucrania: de Maidán al caos …Pero la calle, lo que se ha venido a denominar "el maidán", tenía otra lógica [30]. El ministro del Interior en funciones de Ucrania, Arsén Avákov, ha anunciado este miércoles la disolución del cuerpo de policía antidisturbios Berkut empleado para enfrentarse a protestas que provocaron la caída del régimen de Víktor Yanukókich [31]. Tedesco (Austria):  Situation am Kiewer Maidan bleibt angespannt; Ukraine: Polizeieinheit "Berkut" wird aufgelöst [32].

Conclusioni Nel corso della trattazione è emerso che gli ucrainismi in italiano e, generalmente, nelle lingue europee occidentali, sono piuttosto limitati. Si tratta di pochi realia penetrati in epoche storiche passate (XVI-XIX sec.), prevalentemente attraverso la mediazione di altre lingue veicolari slave quali il polacco e il russo che spesso fungevano da lingua tetto nelle amministrazioni governative dei territori ucraini o attraverso le traduzioni di opere letterarie e storiche tratte da queste lingue. Per tale motivo, in alcune fonti lessicografiche italiane di stampo tradizionale, parole come cosacco, bandura ecc., sono classificate come polonismi e/o russismi.  I recentissimi avvenimenti socio-politici (2014) che hanno turbato lo status quo dell'Ucraina hanno favorito, in un lasso temporale brevissimo, il diffondersi nel linguaggio settoriale dei mass-media, dei cosiddetti "social-networks" e in quello politico di una serie di nuovi ucrainismi (realia) designanti i tratti salienti di tali stravolgimenti. In

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misura variabile, questi ucrainismi sono penetrati in tutte le lingue europee. A tal proposito si è tracciato un parallelo con i contesti d'uso tra italiano, francese, spagnolo e tedesco. Se tali realia entreranno definitivamente nel patrimonio lessicale e lessicografico italiano, al pari di cosacco o etmano, per ora è ancora prematuro stabilirlo. 

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Стаття надійшла до редколегії 20.11.14

Del Gaudio S., Associate Professor Taras Shevchenko National University, Kyiv (Ukraine)

Ukrainianisms in Italian (with Parallels in Other Languages of Europe)
 The recent socio-political upheavals (2014) which have changed the status quo of Ukraine created the conditions for an international diffusion of new Ukrainian words (realia) in different European languages, and particularly in Italian. In this article I first examine the usage of the term "Ukrainianism", then I analyze those Ukrainian loan-words already existing in Italian with the recent Ukrainian realia which penetrated through the mass-media in many European languages after the facts of Majdan.  Key words: Ukrainian loan-words; lexis; Ukrainian; Italian.  

Дель Гаудио Сальваторе, доц. Киевский национальный университет имени Тараса Шевченко

Украинизмы в итальянском языке  (с параллелями в других европейских языках)

Последние социополитические события, которые привели к большим изменениям в украинском обществе, повлияли на появление украинских слов во всех европейских языках, в том числе и в итальянском. В статье рассматривается функционирование термина "украинизм" в итальянских лексикографических источниках, анализируются традиционные, засвоенные украинизмы в итальянском языке, а также лексемы, которые называют современные украинские реалии, появившиеся в международных масс-медиа после Евромайдана. Также проводятся параллели контекстуального использования новых украинских слов в итальянском и в других западноевропейских языках. Ключевые слова: украинизмы, лексика, итальянский язык, украинский язык, Майдан.


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Дель Ґаудіо Сальваторе, доц. Київський національний університет імені Тараса Шевченка    Українізми в італійській мові  (з паралелями в інших європейських мовах)

Останні соціополітичні події, що спричинили зміни в українському суспільстві, сприяли безпрецедентному поширенню українських слів у всіх європейських мовах, зокрема в італійській. У статті аналізується функціонування терміна "ucrainismo" в італійських лексикографічних джерелах, розглядаються традиційні, вже засвоєні українізми в італійській мові та лексеми на позначення сучасних українських реалій, що проникли в міжнародні мас-медіа внаслідок фактів Євромайдану. Також проводяться паралелі контекстуального вживання нових українських слів в італійській та інших західноєвропейських мовах.   Ключові слова: українізми, лексика, італійська та українська мови, Майдан. 


UDC: 811.161.2

V. I. Ilchenko, Cand. Phil. Sci. Taras Shevchenko National University of Kyiv (Ukraine)

ANCIENT STYLISTICALLY-MARKED BORROWINGS IN UKRAINIAN LANGUAGE (EXAMPLIFIED BY WORDS MEANING SPEECH ACT)

The paper examines ancient substrate elements in the Ukrainian language that were learned in the pre-Slavic period as expressively colored words, in particular with a negative evaluative connotation. Foreign-language verbs and verbal formations that describe the act of speech, like the modern "schprekhaty" (speak German), "pshekaty" (speak Polish) and so on, were an important source of replenishment for the Slavic vocabulary. In this group the author includes such Slavic words as "hovoryty" (speak), "balakaty" (chat), "provadyty" (speak insistently), "bazikaty" (chatter), "lyapaty" (babble) etc. The etymological connection tokens of the words "chytaty" (read) and "pysaty" (write) are also examined. Most of these words entered the Ukrainian vocabulary as a result of communication between ancient Slavs with the speakers of various other Indo-European languages. Key words: Goths, exoticisms, expressive vocabulary, etymology, Iranian languages, lexical borrowing, Scythians, substrate.














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