sabato 9 marzo 2024

Taras Shevchenko (Ševčenko, 9 marzo 1814 - 10 marzo 1861): il grande poeta ed artista ucraino



Taras Shevchenko (Ševčenko) 
(1814-1861)
Il grande Poeta ed artista ucraino: 
note biografiche 
a cura di Yaryna Moroz Sarno


L'autoritratto, 1860 

  Taras Shevchenko (Ševčenko, Тарас Григорович Шевченко) è il più grande poeta ucraino del XIX secolo considerato come il profeta nazionale, che sintetizzò l'autodeterminazione culturale del popolo ucraino. La sua eredità letteraria è uno dei pilastri della letteratura moderna ucraina.
    Nacque il 9 marzo del 1814 nel villaggio Morynci, rimase presto orfano di madre (a solo nove anni) e quando nel 1823 morì la madre ed il padre si risposò con una vedova che ebbe tre suoi figli. Gli fu insegnato a leggere da un precettore del villaggio, mentre fin da piccolo era solito disegnare non appena gli si presentasse occasione di farlo. In seguito, lasciando il paese paterno, seguì il signore Engelhardt dapprima a Vilnius (1828–1831) e quindi a San Pietroburgo. Notando il talento artistico di Shevchenko, Engelhardt gli permise di studiare le tecniche pittoriche per quattro anni da Vasiliy Širiaev.
   A San Pietroburgo il giovane Taras incontrò l'artista ucraino Ivan Sošenko, che lo introduce nella cerchia Јevhen Grebinka, Vasyl Gryhorovyč e il pittore Aleksej Venecianov. Grazie a queste persone Shevchenko ebbe la possibilità di incontrare Karl Briullov, che spinto dall'amicizia verso quest'ultimo, lo aiutava alla sua liberazione nel 5 maggio 1838.
  Nello steso anno Shevchenko fu inscritto nell'Accademia delle Arti nell'atelier di Karlo Briullov. All'esame annuale vinse la medaglia d'argento per il suo dipinto. Nel 1840 nuovamente il suo quadro a olio con titolo "Giovane mendicante porgente il suo pane al cane" vinse la medaglia. Nel settembre dell'anno 1841 Shevchenko fu nuovamente insignito della Medaglia d'Argento per il quadro "L'indovina zigana". Nel 22 marzo del 1845 il Concilio dell'Accademia delle Arti gli conferì il titolo d'artista. 
  Studiando all'Accademia delle Arti ed avendo l'intenzione di ottenere una formazione professionale artistica, Shevchenko era sempre di più consapevole della sua vocazione poetica. Secondo la sua propria testimonianza, Shevchenko iniziò a scrivere poesie nel 1837. Il risveglio del talento poetico di Shevchenko è stato facilitato, ovviamente, dalla sua conoscenza delle opere dei poeti ucraini (Kotliarevsky e romantici ucraini). Qualche delle sue poesie nel 1838 Shevchenko ha dato a Grebinka per pubblicare nell'almanacco ucraino "Il rondine". 
    Il 18 aprile 1840 apparve la prima raccolta delle poesie di Shevchenko "Kobzar" come l'avvenimento epocale, che è stato un evento di grande significato non solo nella storia della letteratura ucraina, ma anche nella storia dell'autocoscienza del popolo ucraino. Sebbene "Kobzar" contenesse soltanto otto opere, ma esse hanno testimoniato che egli è il poeta di grande talento.
  Nel 1841 Taras Shevchenkpìo scrisse il poema epico "Gajdamaky". Iniziò inoltre a scrivere libretti per teatro: nel 1842 realizzò parte della tragedia Mykyta Haidai e nel 1843 completò il dramma Nazar Stodolja. Nel 1844 è stata pubblicat la seconda edizione di "Kobzar". 

 




 I miei pensieri 
 
I miei spinosi pensieri,
miei spinosi pensieri,
mi arrecate soltanto dolore!
Perché ve ne state sulla carta 
così tristemente uno sopra l’altro?..
Perché i venti
non vi disperdono
come la polvere nelle steppe?
Perché mai la cattiva sorte
non vi culla nel suo petto?…..
Miei pensieri,
miei malinconici pensieri,
miei bambini, teneri germogli!
Vi ho nutrito, vi ho cresciuto..
e ora cosa devo fare con voi?….
Andate in Ucraina,
miei trovatelli senza tetto!
Fate la vostra strada di ritorno
verso l’Ucraina,
come vagabondi,
ma io son destinato
a rimanere qui.
Lì troverete un cuore
che è vero e parole
di gentile benvenuto,
lì troverete onestà,
pura verità
e forse anche fama…
Allora, mia Madre patria,
Ucraina,
 accoglili in casa tua!
Accetta la mia schietta,
semplice prole
e prendila per te stessa!

La seconda metà del 1847, Orsk

 
  
   Shevchenko compì tre viaggi in Ucraina negli anni 1843, 1845 e 1846. Il suo primo viaggio in Ucraina durò circa l'otto mesi. Lasciando San Pietroburgo nel maggio 1843, il poeta visitò le città e i villaggi dell'Ucraina (nativo Kyryllivka, Kyiv, Poltava, Khortycia, Chyhyryn, ecc). Durante le sue visite incontrò oltre i propri parenti, i più grandi scrittori ed intellettuali ucraini: Yevgen Grebinka, Panteleimon Kuliš e Mykhaјlo Maksymovych, stringendo inoltre una forte amicizia con la famiglia dei Repnin e in particolare con Varvara Repnina. Le difficili condizioni in cui vivevano i contadini ebbero un profondo impatto sul poeta. 

 
L'autoritratto, 1845
     
  Nel 1844, afflitto dall'oppressione zarista e dalla progressiva distruzione dell'Ucraina, Shevchenko decise di inserire alcune tra le rovine e i monumenti più belli della sua terra nell'album "L'Ucraina pittoresca ",  serie delle incisioni. Nella lettere al suo amico Taras Shevchenko scrisse: "... Voglio disegnare la nostra Ucraina in tre libri, e nel primo ci saranno paesaggi, sia nella loro bellezza che nella storia, e nel secondo battito le tradizioni, e nella terza storia". Questi piani non erano destinati ad essere realizzati, poiché nel 1847 Taras Shevchenko, come un membro della società segreta, fu arrestato. Riuscì a mostrare al pubblico solo una piccola parte delle sue opere. Nel 1844 fu pubblicata una raccolta che comprendeva sei incisioni tra cui "Fiaba", "A Kyiv", "Monastero di Vydubyci" e "Regali a Chyhyryn 1649", che hanno suscitato l'ammirazione.
  Nell'anno successivo compì di nuovo un viaggio in Ucraina, dove incontrò lo storico Mykola Kostomarov e i membri della Confraternità dei Santi Cirillo e Metodio. Shevschenko, come Kostomarov, considerava come il suo dovere descrivere le pagine più tragiche della storia ucraina: la liquidazione della Sich di Zaporizhzhya, la divisione dello stato ucraino nel XVIII secolo. 
  Dopo la soppressione della Confraternità da parte delle autorità, avvenuta nel marzo del 1847, Shevchenko fu arrestato insieme ad altri membri il 5 aprile dello stesso anno. Anche se probabilmente l'artista non faceva parte di tale società, durante una perquisizione la Terza sezione rinvenne il suo poema "Il Sogno". 

  Ognuno ha il proprio destino
  E la sua larga strada,
  Chi costruisce, chi distrugge,
  C'è chi avido 
  Guarda al confine del mondo,
  Se c'è un paese
  Da prendere e
  Portare con se alla tomba.

  "Il sogno"

   Nel poema veniva aspramente criticata la politica imperiale e, poiché tali giudizi erano considerati estremamente pericolosi qualora provenissero da un uomo sospettato di fare parte di un'organizzazione sovversiva, fu punito molto severamente. Shevchenko fu rinchiuso nella prigione di San Pietroburgo e dopo esiliato come un semplice soldato nella guarnigione d'Oreburgo. Lo zar, confermando la sua sentenza, vi aggiunse: "Sotto stretta sorveglianza e con il divieto di scrivere e dipingere."   
   Il divieto di dipingere  fu il più grande tormento per Taras Shevchenko durante l'esilio del 1847-1857. "Mi è stato anche proibito di dipingere, mi ha portato via la parte più nobile della mia vita", ha scritto nel suo diario. "Guardare e non dipingere è una tale angoscia che solo un artista capirà."
   La sua liberazione avviene soltanto nel 1857. Non gli fu tuttavia concesso di tornare nella capitale ma dovette stabilirsi a Nyznuj Novgorod. Nel maggio del 1859, Shevchenko ebbe il permesso di recarsi in Ucraina, ma in luglio fu arrestato con l'accusa di blasfemia, fu presto rilasciato con l'ordine di recarsi a San Pietroburgo.
  Taras Shevchenko trascorse gli ultimi anni della sua vita da un lato lavorando a nuovi componimenti poetici, dipinti e incisioni e dall'altro impegnato a pubblicare i suoi primi lavori. Provato dai difficili anni in esilio si spense a San Pietroburgo il 10 marzo 1861. Taras Shevchenko trascorse gli ultimi anni della sua vita a lavorare su nuove poesie, dipinti e incisioni, ed anche sulla modifica di alcune sue opere più grandi. Purtroppo dopo gli anni difficili di esilio il suo stato di salute si era molto aggravato. Shevchenko è morto nel suo studio a San Pietroburgo il 10 marzo del 1861 all'età di 47 anni, il giorno dopo il suo compleanno.  
     Prima fu sepolto nel cimitero di Pietroburgo, ma successivamente il suo feretro fu trasferito dagli amici in Ucraina, su di un treno fino a Mosca e dopo sulla carrozza. Secondo la sua volontà espressa nella poesia Zapovit (il Testamento),  Taras Shevchenko fu sepolto l'8 maggio a Kaniv sulla collina sulle rive del Dnipro vicino a Kaniv (Chernecha Gora ora Tarasova Gora o Collina di Taras).

L'autoritratto, 1843 

   Taras Shevchenko è diventato un simbolo della nazione ucraina che ama la libertà, l'ardente difensore della dignità umana, zelante difensore della lingua ucraina, combattente senza paura contro la schiavitù. La sua poesia è attuale oggi più che mai, perché l'Ucraina sta combattendo in questa guerra crudele per conservare la sua indipendenza e sovranità, e di nuovo sta lottando per la sua libertà.

 A me è indifferente 
se vivrò in Ucraina o no.
Che qualcuno mi ricorderà o mi dimenticherà
nella neve in una terra straniera,
A me è indifferente.
Nella servitù sono cresciuto tra gli estranei,
E, non rimpianto dai suoi,
Nella servitù, piangendo, morirò,
E porterò tutto con me,
Non lascerò una piccola traccia
Nella nostra gloriosa Ucraina,
Sulla nostra - non è nostra terra.
E il padre con il figlio non si ricorderanno,
Non dirà al figlio: "Prega,
Prega, mio figlio: per l'Ucraina
È stato torturato".
A me è indifferente se pregherà
Quel figlio o no... 
Ma non mi è indifferente
Quando la gente malvagia addormenterà l'Ucraina,
E i disonesti la sveglieranno derubata e in fiamme,
Oh, non mi è indifferente!

Tra il 17 aprile e il 19 maggio 1847, San Pietroburgo

"Caterina", 1842




















 La mia stella serale,
Scendi sulla montagna,
Parleremo serenamente
Nella servitù con te.


Raccontami come dietro il monte
Il sole tramonta,
Come nel Dnipro l'arcobaleno
Sta prestando l'acqua.




Autoritratto in esilio

Il monumento di Taras Schevchenko a Kaniv, 
"Tarasova gora"

 
Osyp Kurylas, Ritratto di Taras Shevchenko, 1918



Monumento di Taras Shevcenko a Roma, 1973

Il monumento di T. Shevchenko a Borodianka, regione di Kyiv, 
la foto del 1 marzo 2022 dopo il bombardamento russo 

Taras Schevchenko fucilato dall'aggressore russo. Il busto a Borodianka.
La foto del 4 aprile 2022 

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