domenica 11 agosto 2019

Gli albori del folklore ucraino. Antecedenti e primi passi di un’etnografia alla ricerca delle comuni e antiche radici del popolo ucraino, di Tamara Mykhaylyak


Gli albori del folklore ucraino

Antecedenti e primi passi di un’etnografia alla ricerca delle comuni e antiche radici del popolo ucraino

Tamara Mykhaylyak

Università degli Studi di Napoli Federico II

Abstract. This article discusses the main stages that have marked the origin and the development of the various Anthropological disciplines in Ukraine. From the seventeen-century onwards, several texts containing the notes of the foreign travellers on the Ukrainian territories and their inhabitants started to be discovered. Furthermore, over the next two centuries, the Ukrainian lands became the focus of study not only for Ukrainian scholars, geographers and linguists, but also for poets and painters, who often enjoyed adding ethnographic nuances to their stories. A crucial contribution was also provided by different institutions, namely universities, scientific societies and amateur associations, for which the interest in the demo-ethno-anthropological disciplines became stronger and even more evident.
Keywords. ethnography, explorations, national identity, Ukraine, Lviv, Kharkiv, Kiev

Ci soffermiamo in questa sede su nascita e sviluppo di interessi e studi di natura folklorica rinvenibili in Ucraina fin dal XI secolo ma poi soprattutto dal Seicento alla prima metà dell’Ottocento. Tali studi costituiranno lo zoccolo duro dell’etnografia ucraina (narodoznavstvo [1]) che si affermerà dalla seconda metà del XIX secolo. In testi letterari, ma anche nei diari e nelle annotazioni fatte da viaggiatori spesso stranieri di epoca seicentesca si iniziano a trovare descrizioni dei territori ucraini e dei popoli visitati. Nei successivi due secoli studiosi prevalentemente ucraini di diverse provenienze scientifiche, soprattutto geografi e linguisti, ma anche poeti e pittori, percorsero le terre ucraine aggiungendo sovente ai resoconti di tali loro peregrinazioni sfumature etnografiche.
Un ulteriore e fondamentale contributo fu dato successivamente da alcune organizzazioni amatoriali, nelle quali si concretizzò e definì l’interesse per usanze e costumanze delle popolazioni ucraine. La progressiva acquisizione di notizie, documenti, materiali e reperti su tali realtà costituì la piattaforma, il punto da cui si mossero nell’Ottocento istituzioni scientifiche prevalentemente statali, quali università e altri centri di ricerca, intenzionate innanzitutto all’analisi e alla catalogazione di quanto fino ad allora raccolto nel tempo [Pavljuk 2006, 15-22].
Sfogliando le pagine di alcuni annali ucraini del XI – XIV secolo, come Cronaca degli anni passati [2] oppure Cronaca di Galizia e Volinia [3], possiamo già trovare diverse descrizioni della vita quotidiana e di usanze popolari. Nella Cronaca degli anni passati si riscontrano i primi accenni a gruppi che vivevano nella Rus’ di Kiev messi a confronto in rapporto a differenze riscontrate nei loro riti festivi. Nella cronaca su Galizia e Volinia vengono ricordate le popolazioni confinanti con la Russia: lituani, cechi, tedeschi e tatari; qui troviamo notizie sui loro usi e costumi, in particolare, per quel che riguarda l’abbigliamento.
Di fatto anche in Ucraina come altrove l’etnografia, prima di approdare nelle aule universitarie, si “formò” lungo polverose strade di campagna, con la descrizione di case contadine e mestieri agricoli, ascoltando e registrando fiabe e canti popolari.
Più specificamente tra XVII e XVIII secolo, il territorio ucraino venne visitato da alcuni diplomatici, molti commercianti e uomini d’affari stranieri che in loro appunti e diari fornirono non solo prime informazioni di natura geografica e storica dei luoghi visitati, ma fecero anche accenni più o meno densi a costumanze dei popoli incontrati.
Tra tali precoci e preziose testimonianze vi è il diario del diplomatico austriaco Erich Lassota, scritto tra il 1573 e il 1594, nel quale viene disegnato un quadro politico della vita di Zaporiz’ka Sič [4] e sono anche descritte alcune città ucraine come Kiev, Leopoli, Luz’k [Sičync’kyj 1991, 15-18].
L’ingegnere francese Guillaume Le Vasseur de Beauplan, raccoglierà a sua volta informazioni con le quali realizzare nel 1648 una prima mappa del territorio ucraino, dalla quale l’editore olandese Willem Hondius creerà un’incisione. Questo documento è integrato da una piccola illustrazione che raffigura un gruppo di persone in abiti tradizionali [Sičync’kyj 1991, 21-24].

Fig. 1. Una delle prime mappe raffiguranti le terre ucraine, realizzata nel 1648 dall’incisore olandese Willem Hondius, sulla base di una carta manoscritta disegnata dall’ingegnere francese Guillaume Le Vasseur de Beauplan.

Tra le testimonianze sulle terre e i popoli ucraini ne esiste anche una italiana: si tratta di una storia dei cosacchi, scritta dal cappellano bellunese Michele Bianchi, nato il 1° marzo 1603, conosciuto con lo pseudonimo di Alberto Vimina [Caccamo 1986, 235]. Per una serie di vicissitudini, questo religioso svolse, per conto della Repubblica Veneta, uffici di natura essenzialmente diplomatica intervenendo in una mediazione tra Polacchi e Cosacchi, recandosi presso il generale cosacco Bohdan Chmel'nyc’kyj [Mamczarz 1968]. Nel 1671 furono pubblicate postume a Venezia le sue memorie dal titolo Historia delle guerre civili in Polonia, dove sono riportate le vicende delle guerre polacche contro i Cosacchi succedutesi tra il 1648 e 1652. Dopo oltre due secoli, nel 1890, a Reggio Emilia, il professor Giuseppe Ferraro stamperà la relazione di Bianchi, con descrizioni della vita politica e quotidiana, del lavoro contadino e con osservazioni sull’esercizio del potere presso i cosacchi [Vimina 1890, 1-23]. In riferimento a queste notizie sui costumi dei cosacchi lo storico Domenico Caccamo scrive:
Figurano […] alcune veloci ma suggestive osservazioni: quella sul "ruvido senato che assiste al generale", dando vita a una primitiva democrazia che alterna le occupazioni agricole, la pratica delle armi e l'esercizio delle magistrature; o quella (in palese contraddizione) sulla dispotica autorità del generale nelle questioni di rilievo politico; o sulla duplice sua natura, l'una "sobria nell'amministrazione degli affari", l'altra "sepolta nell'ebrietà". Ed infine il ricordo personale dei pronti e piacevoli motti di spirito del Cosacco [Caccamo 1986, 263].
Un’altra figura straniera, che scrisse sugli ucraini, fu Johann Gottlieb Georgi, medico e naturalista di origine tedesca, che, nel 1770 (secondo altre fonti nel 1768) su invito della Accademia delle Scienze di San Pietroburgo, arrivò in Russia per partecipare ad alcune spedizioni. Georgi fu inizialmente affiancato da Johan Peter Falk, un botanico e medico svedese. I due studiosi viaggiarono nel sud-est della Russia, regione del Volga, Urali meridionali, Siberia occidentale, Altaj, raccogliendo a margine dei loro compiti di naturalisti, un ricco materiale etnografico. Successivamente, nel 1772 Georgi intraprese un’altra esplorazione con un suo conterraneo, anch’egli botanico, Peter Simon Pallas. Negli anni a seguire Georgi compì ulteriori viaggi di ricerca in molte aree della Russia, approfondendo, anno dopo anno, il suo interesse per l’etnografia. Gli esiti di tutte queste ricerche saranno pubblicate nel libro Opisanie vsech obitajuščich v Rossijskom gosudarstve narodov, ich zitejskich obrjadov, obyknovenij, odezd, zilišč, upraznenij, zabav, veroispovedanij i drugich dostopamjatnostej (in italiano: La descrizione di tutti i popoli che abitano nello stato Russo, dei loro riti quotidiani, delle loro abitudini, del loro vestiario, delle loro abitazioni, dei loro esercizi, dei loro svaghi, delle loro credenze e di altre cose importanti) . L’opera, in quattro volumi, vide la luce nel 1799; vi troviamo la descrizione di ben ottanta popoli, il che fa di questo corposo lavoro un cospicuo quadro della Russia multietnica dell’epoca [Golovnev, Kisser 2015, 65]. Di fatto, si tratta della prima opera esplicitamente finalizzata alla descrizione etnografica delle genti che vivevano nell’impero russo. I volumi risultano inoltre impreziositi da numerose illustrazioni che raffigurano i rappresentanti di popoli di molte diverse regioni, ritratti con estrema precisione e cura dei particolari nei loro abiti tradizionali.
Nel quarto volume di tale opera un ampio spazio è dedicato alla Piccola Russia[5] e ai popoli che lì vivevano. L’autore, avendo attinto alle fonti storiche locali, fa una ricostruzione della vita dei cosacchi e delle più importanti battaglie che questi guerrieri combatterono nel corso degli anni contro il Regno polacco, nonché contro le invasioni dei tartari e dei turchi.
Oltre a notizie di natura storico-giuridica, Georgi estende le sue osservazioni a importanti aspetti di natura socioeconomica e culturale. Effettua una dettagliata descrizione dei ceti sociali di Malorossija e dei mestieri che esercitano i suoi abitanti; vi sono anche riferimenti all’organizzazione del commercio e dell’agricoltura. L’autore fa una panoramica sulla vita quotidiana di questa gente, sui modi di costruire le abitazioni, sulle tipologie degli abiti tradizionali, sulla specificità di cibi e bevande e sulle credenze religiose[6]. Troviamo anche notizie circa le fattezze fisiche e le caratteristiche “psicologiche” di uomini e donne. Di queste ultime Georgi ammira la bellezza, mettendone allo stesso tempo in risalto l’indole coraggiosa e decisa, ricordando come esse, al pari dei loro mariti e dei loro fratelli, travestendosi con abiti maschili, avessero combattuto contro il nemico difendendo città e fortezze [Georgi 1799, 345-346].
Come visto assieme a testimonianze scritte si diffondono parimenti “illustrazioni” sulle genti ucraine come, ad esempio, quelle di Jerzy Glogowski architetto, pittore ed etnografo polacco che, tra il 1834 e il 1836, realizza circa trecento acquarelli dedicati all’abbigliamento tradizionale ucraino [Krvavyč, Stel’maščuk 1988, 29]. Per realizzare tale lavoro, Glogowski gira, talvolta anche a piedi, in numerosi villaggi e cittadine della Galizia, realizzando centinaia di schizzi degli abiti maschili e femminili. L’autore documenta il vestiario di tutti i ceti sociali, dai borghesi agli artigiani, dai commercianti ai militari, anche se il suo soggetto preferito è quello contadino. Glogowski ritrae i contadini con grande dignità: anche se sono poveri e qualche volta scalzi i loro volti appaiono fieri. A onor del vero va detto che l’artista indulge sovente nel disegno, nel bozzetto manierato: siffatta “rosea” immagine del contesto rurale, che non era corrispondente alla dura vita della campagna, deriva anche dall’influenza della corrente romantica che si afferma nel campo delle arti visive europee tra il 1780 e il 1850.

Fig. 2.


Fig. 3.

Fig. 2 e 3. Acquerelli dell’architetto polacco Jerzy Glogowski, raffiguranti gli abitanti della Galizia. La prima immagine ritrae una contadina del villaggio Smil’nycja, i vistosi ricami dell’abito e del copricapo, indicano l’agiatezza e il benessere della donna, mentre la seconda mette in evidenza una grande sega appoggiata sulla spalla e un’ascia attaccata alla cintura, strumenti da lavoro di un tagliaboschi.

Alle genti di Galizia è dedicato un nutrito corpus di immagini, per le quali sono scelti appositi passepartout e sono aggiunte didascalie che indicano i luoghi e la data di esecuzione. Le persone quasi sempre sono raffigurate in piedi con in mano strumenti di lavoro come zappe, falci, asce, pale, rastrelli, cesti ed altri utensili domestici. Gli sfondi sono ora neutri, ora raffiguranti case, muretti, recinzioni, alberi e boschetti. Gli uomini quasi sempre indossano soprabiti di diversi colori e fogge, abbelliti da bottoni, cinture e fusciacche ornamentali. Le donne e le ragazze sono dipinte con le originali acconciature, oppure con vistosi fazzoletti in testa, bianchi e colorati, dai bordi ricamati e frangiati, legati nei modi più ingegnosi[7].
Le illustrazioni di Glogowski costituiscono, pur con i limiti evidenziati, un multiforme ventaglio etnografico dipinto a mano che si basa su una ricerca di campo e su una prolungata presenza sul terreno in molteplici contrade dell’Ucraina occidentale. L’autore, attraverso questi acquerelli, ci offre una dettagliata testimonianza dei modi in cui vestivano i differenti ceti popolari all’inizio del XIX secolo, quali tipologie di tessuti utilizzavano e quali decori impreziosivano gli abiti, il tutto sullo sfondo di ambientazioni che si richiamavano alla vita quotidiana. Conosciamo così i mestieri dell’epoca, gli strumenti del lavoro, le mercanzie vendute nei mercati, gli alimenti della cucina popolare. Attualmente una ricca collezione di codesti acquarelli è custodita presso la Biblioteca Scientifica Nazionale di Stefanyk nella città di Leopoli.
A partire dalla fine del Settecento fino alla metà dell’Ottocento, in Europa, il romanticismo influenzò non solo la letteratura, la musica, le arti figurative, ma più in generale iniziò a dettare le tendenze che avrebbero condizionato anche il viver comune e la scena politica. Furono gli anni che videro l’ascesa e la caduta di Napoleone, il determinarsi di imponenti rivolte sociali e il profondo mutare degli assetti politici di alcuni governi europei. Molti romantici erano convinti nazionalisti, fortemente impegnati nelle lotte per l’indipendenza del proprio paese. Come ricorda Francesco Fedele:
i popoli europei vennero a una convinta ribellione contro l’autocrazia e l’assolutismo. Il termine «riforma sociale» divenne una parola-chiave da un capo al altro dell’Europa. Stati di concezione unitaria a regime costituzionale sorsero – o tentarono di sorgere – nei Paesi Bassi, in Francia, in Polonia, in Ungheria, in Grecia, in Italia.
Rivolgimenti del genere punteggiarono come è noto la prima metà del secolo, l’età romantica, trasformando nell’arco di appena una generazione il paesaggio istituzionale e nazionale dell’Europa. L’idea stessa di «nazione» divenne un pilastro dell’epoca, come azione o come reazione [Fedele 1988, 39-40].
Anche l’Ucraina fu influenzata dal romanticismo europeo; il recupero dei valori etici e nazionali divenne il fulcro dell'impegno di molti intellettuali, tra questi il filologo Mychaylo Oleksandrovyč Maksymovyč, lo storico Mykola Ivanovyč Kostomarov e il poeta Taras Hryhorovyč Ševčenko[8]. In campo letterario ma pure teatrale si determinò una vena “etnografica” tipica non solo del romanticismo ucraino. Molti scrittori e poeti riscoprirono la cultura popolare nel corso di viaggi e soste in paesi e città dei più diversi luoghi della nazione ove raccolsero e trascrissero fiabe, proverbi, canti tradizionali, prendendo nota inoltre di riti e usanze locali.
Il progressivo accrescersi di tali descrizioni creerà le basi per il successivo sviluppo delle discipline demologiche. Per inciso ricordiamo che parallelamente pure in Russia vi furono molti esponenti delle arti e delle lettere che attinsero alla materia folklorica per le loro opere. Aleksandr Sergeevič Puškin, ad esempio, si dedicò alla trascrizione di canti popolari provenienti direttamente dalle proprietà terriere materne di Michajlovsk [Baldi, Mykhaylyak 2016, 45]. Va però detto che in Ucraina coloro che rivolsero il loro interesse alle tradizioni popolari non poterono farlo con la dovuta libertà, ma subendo, all’opposto un controllo della Russia zarista che osteggiava lingua ed editoria ucraina[9].
Nonostante tali difficoltà le ricerche mai si arrestarono. Alle raccolte di materiale folklorico ancora caratterizzate da una sorta di inevitabile “fai da te” e da mancanza di criteri che normassero e approfondissero le metodiche di osservazione e raccolta dei dati, si andò progressivamente sostituendo un approccio per così dire più strutturato, e la focalizzazione delle ricerche su tematiche precise, anticamera delle monografie etnografiche.
In questa prospettiva, tra i precursori dell’etnografia ucraina ricordiamo Hryhorij Kalynovs’kyj, sottufficiale dell’esercito russo che nel 1777 pubblicò a San Pietroburgo Opisanie svadebnych ukrainskich prostonarodnych obrjadov, v Maloj Rossii i v Slobodskoj Ukrainskoj gubernii, takoz v Velikorossijskich slobodach, naselennych malorossianami upotrebljaemych (in italiano: La descrizione dei riti matrimoniali popolari ucraini nella Piccola Russia e Governatorato di Sloboda ucraina, anche nelle altre sloboda russe, popolati dai Malorossi). L’opera venne stampata in un periodo storico, come detto, molto travagliato: nel 1775 Zaporizs’ka Sič, il territorio, posto sulla riva destra del fiume Dnipro, fu annesso alla Russia mentre l’Austria si appropriò delle terre occidentali dell’Ucraina. Nonostante questa difficile e complessa situazione, durante il regno di Caterina II, per un breve periodo, la censura diventò più tollerante e permise la pubblicazione di alcuni testi concernenti la cultura popolare. Il lavoro di Kalynovs’kyj, ristampato negli anni successivi più volte, è considerato una monografia basilare e caratteristica della ricerca etnografica in cui vengono descritte con dovizia di particolari le pratiche matrimoniali ucraine nelle loro multiformi varianti. L’autore, in veste di etnografo ante litteram dimostra infatti ottime doti di attento osservatore collegando il rito matrimoniale alle sue simbologie, al costume festivo, alle libagioni. Alla fine del testo è presente un riepilogo dei costi necessari per un matrimonio contadino: le voci sono divise tra le spese spettanti alla sposa, pari a diciassette rubli e quarantuno kopejki, e allo sposo, leggermente più basse, sedici rubli e settantanove [Kalynovs’kyj 1777, 1-25].
Un’altra figura di spicco nella storia dell’etnografia ucraina è quella di Adam Čarnozkij, conosciuto con lo pseudonimo di Zorian Dolenga-Chodakovs’kyj, considerato uno dei fondatori della demologia ucraina. A conferirgli tale merito furono poeti e scrittori del calibro di A. S. Puškin, M. V. Gogol’, M. M. Karamzin, che videro in lui non uno dei tanti autodidatti più o meno eccentrici, appassionati di tradizioni popolari, ma uno studioso erudito, profondo conoscitore delle antichità slave e delle tradizioni popolari.
Adam Čarnozkij nacque nel 1784 in una famiglia nobile polacca. Il padre, a causa di ristrettezze economiche, condusse il figlio presso parenti agiati per garantirgli una adeguata istruzione. Sin da ragazzo si appassionò alla storia e alla cultura popolare. Dopo aver finito il ginnasio nel 1801, proseguì gli studi in ambito giuridico, iniziò a lavorare come aiutante presso il conte Neselovskij, governatore di Navahrudak, città bielorussa che all’epoca dei fatti apparteneva all’impero russo. Nonostante il suo principale impiego, non abbandonò la sua passione per le tradizioni popolari analizzate in una prospettiva diacronica e sincronica. Compulsò testi antichi e manoscritti custoditi in archivi locali annotando sistematicamente, in appositi taccuini, argomenti e notizie di interesse folklorico. Nel 1808 fu arrestato con l’accusa di voler disertare l’esercito russo, spogliato in seguito del suo titolo nobiliare, degradato e spedito al confino a Omsk come semplice soldato. Dai suoi diari veniamo a sapere che nonostante il lungo e difficoltoso viaggio attraverso le immense terre siberiane a cui dovette forzosamente sottoporsi per raggiungere Omsk, fece di tale “restrittiva” esperienza l’occasione per conoscere i popoli che potette incontrare lungo il suo cammino. Prese appunti sulla loro vita quotidiana e sui riti a cui riuscì ad assistere, descrivendo pure l’ambiente naturale, annotando i nomi locali di piante e alberi. Al termine della permanenza a Omsk, quando il suo reggimento levò le tende, si trasferì clandestinamente in Polonia e fu dato per disperso dalle autorità militari. Da quel momento in poi visse sotto falsa identità facendosi chiamare Dolenga-Chodakovs’kyj Temendo di essere scoperto e consegnato alle autorità russe, fece molti mestieri e cambiò spesso indirizzo di casa. Nonostante queste vicende travagliate, ma grazie anche a questa “obbligata” mobilità il periodo di clandestinità risultò come il più florido per Dolenga-Chodakovs’kyj. Allo studio delle tradizioni popolari affiancò un interesse per le loro remote origini da cui trasse pure informazioni utili a una ricostruzione della storia dei paesi slavi. L’approccio etnografico si avvalse dunque di una prospettiva storica ma parimenti linguistica: ne è un esempio la sua attenzione alla toponomastica e alla riscoperta degli antichi nomi di fiumi, città e villaggi [Prijma 1951, 72-73]. In tal senso egli rivendica all’Ucraina l’origine medesima del termine “Russia” assai diffuso quale radice o etimo dei nomi di luoghi e corsi d’acqua: «he cited the fact that the Slavs called many rivers and mountain as rusy (blond)» [Malykhina et al. 2017, 25].
Nel corso di suoi viaggi compiuti tra il 1817 e il 1819 nei territori dell’Ucraina occidentale Dolenga-Chodakovs’kyj attuò a pieno tale sua prospettiva “integrata” e “multidisciplinare” dove a sostenere il suo sguardo rivolto a presente e passato concorrevano un’etnografia attenta alla descrizione di quanto rilevato sul terreno hic et nunc e un’archeologia che gli tornò utile per lo studio, ad esempio, dei kurgan[10] di Galizia, Volyn’ e Podillja. Le sue esplorazioni si alternarono a una conseguente saggistica: nel 1818 uscì il suo primo lavoro, in polacco, dal titolo Sugli slavi prima del cristianesimo, l’anno seguente nella rivista russa Vestnik Evropy (Notiziario dell’Europa) fu pubblicato l’articolo Le ricerche sulla storia russa. In questi scritti l’autore sottolineò e nei fatti dimostrò quanto le fonti orali e i dati raccolti sul campo, dalla viva voce delle persone interpellate e ascoltate, fossero altrettanto importanti per la ricerca storica quanto libri, annali e manoscritti.
Dolenga-Chodakovs’kyj divenne uno dei primi “promoter” e sostenitori della ricerca sul terreno, affermando che le tracce delle antichità slave si trovavano disseminate sul territorio, nei canti popolari, nelle case rurali, nei villaggi contadini[11].
Oltre a singoli entusiasti e appassionati studiosi di tradizioni popolari, a partire dall’inizio dell’Ottocento, città come Charkiv, Leopoli e Kiev divennero luoghi dove l’etnografia locale trovò terreno fertile per la sua crescita “istituzionale”.
Charkiv ove già nel 1805 era stata fondata un’università, divenne presto la capitale della cultura ucraina. L’ateneo iniziò a promuovere e organizzare attività di raccolta di materiale etnografico nelle varie regioni ucraine. Lo storico e geografo russo Gavriil Petrovič Uspenskij, a cui nel 1807 fu assegnata la cattedra di storia, durante una delle riunioni del consiglio accademico, ribadì ai suoi colleghi la necessità di avviare campagne di raccolta di oggetti antichi e di manufatti inerenti le culture tradizionali, redigendo a tal fine un questionario con le indicazioni per acquisire codesti reperti. Lo stesso professore, dopo anni di ricerche, nel 1811 pubblicherà Opyt povestvovanija o drevnostjach russkich (Esperienza di una narrazione sulle cose antiche russe), opera ristampata anche nel 1818, dove indaga sulla vita quotidiana della gente vissuta ai tempi della Russia antica. Nell’introduzione ribadisce lo scopo primario di questo suo lavoro, quello di raccontare il passato delle genti russe, mettendo in risalto la loro ricca e varia cultura.
Da sempre si intraprendono viaggi anche nei paesi più lontani, verso popoli di cui si conosce soltanto il nome, oppure non si sa proprio nulla, con lo scopo di acquisire e diffondere notizie circa i loro caratteri e le loro usanze. [...] Le opere di questo tipo si leggono con piacere. [...] Qui [...] vengono proposte descrizioni di altro genere, non si tratta di popoli ignoti e sconosciuti [...] ma vengono rappresentati caratteri, usanze e istituzioni dei nostri antenati comuni, [...] grazie ai quali oggi siamo rispettati e stimati da altri popoli stranieri [Uspenskij 1818, XI-XII].
Con il passare del tempo, l’università, seguendo l’usanza dell’epoca, istituì, presso la propria struttura, vari gabinetti, dove venivano custodite rarità archeologiche, collezioni etnografiche, costumi tradizionali. Tale patrimonio, in seguito, andò a far parte del Museo Universitario delle belle arti e cose antiche, istituito nel 1835.
Altri docenti universitari furono iniziatori di attività editoriali: dal 1816 al 1819 si stampò la rivista Ukrainskij vestnik (Il Notiziario ucraino) e, dal 1824 al 1825, Ukrainskij zurnal (La Rivista ucraina). In entrambi i periodici, oltre a una saggistica strictu sensu letteraria, si pubblicavano contributi di ambito folklorico e storico-etnografico.
Lo slavista Izmail Ivanovyč Sreznevskij è un’altra figura di spicco nell’università di Charkiv; egli diresse il Circolo dei amatori delle cose nazional-popolari ucraine. Tra i membri di questo sodalizio possiamo citare anche i poeti L.I. Borovykovskyj e A. L. Metlyns’kyj, gli storici M.I. Kostomarov, V. V. Passek e M. M. Sementovs’kyj. Il movimento nacque dalla spinta del romanticismo europeo, dal crescente sentimento nazionale ucraino e dalla voglia di conoscere e onorare i valori nazionali. I partecipanti vedevano il folklore come una fonte di ispirazione letteraria e a tal fine organizzavano spedizioni nelle varie regioni ucraine. I risultati della loro attività esplorativa furono pubblicati nel periodico Zaporozskaja Starina (Antichità di Zaporoz’e), in stampa dal 1833 al 1838, sotto forma di saggi, raccolte di fiabe, di poemi e canti di precipua marca contadina, i dati che serviranno per comprendere l’anima nazionale delle genti ucraine [Makarčuk 2004, 15-16]. Grazie all’operato del circolo, l’intellighenzia universitaria, ma soprattutto gli studenti, si appassionarono agli studi demologici. Questi primi lavori hanno posto le basi per un successivo incremento delle ricerche nell’ambito della cultura popolare, fornendo un prezioso materiale per la formazione scientifica delle future generazioni di studiosi qualificati.
A Kiev, dopo l’apertura dell’università nel 1834, crebbe l’interesse per lo studio delle tradizioni popolari. Lo storico ed etnografo Mychaylo Oleksandrovyč Maksymovyč, primo rettore di questo ateneo, negli anni della sua attività promosse molte iniziative che giovarono alla nascente disciplina etnografica. Dotato di personalità carismatica seppe influenzare la gioventù accademica tanto che diversi suoi alunni divennero folkloristi-etnografi e militanti politici attivi negli anni Quaranta e Cinquanta del XIX secolo [Tokarev 2015, 281].
Nell’ottobre del 1835, sempre a Kiev, nacque il Comitato temporaneo per la ricerca delle antichità passate, presieduto dal provveditore dell’università Georg Friedrich von Bradke. Facevano parte di questa istituzione Maksymovyč, appena citato, insieme ad altri professori e archeologi. Ruolo fondamentale fu assunto dal metropolita di Kiev Evgenij, al secolo Evfimij Oleksijovyč Bolchovitinov, che finanziò campagne di scavi archeologici in diversi punti della città. Nello stesso anno, il comitato approvò la decisione di aprire, presso l’università, un primo Museo delle Antichità di Kiev. Tutti reperti, rinvenuti durante gli scavi nel centro storico, confluirono in questa struttura e l’archeologo K. Lochvyc’kyj ne divenne il direttore. Dopo circa dieci anni, nel 1845, il comitato fu inglobato nella Commissione temporanea per la valutazione dei manoscritti antichi. Successivamente, l’interesse verso l’etnografia fu sostenuto da studiosi e scrittori come M. I. Kostomarov, P. O. Kuliš, O. V. Markovyč, ma soprattutto T. H. Ševčenko, poeta, conoscitore delle tradizioni popolari e fervente patriota ucraino. Molti di loro esplorarono le terre ucraine, ascoltando i canti tradizionali, osservando la quotidianità della gente semplice. Tutto ciò troverà riverbero in opere letterarie che elogiavano la cultura e il passato eroico del popolo ucraino.
Anche nell’Ucraina occidentale nacquero organizzazioni che sostenevano e promovevano la cultura popolare. A differenza di Charkiv e Kiev, che erano sotto il dominio russo, Leopoli nel 1772, dopo la spartizione della Polonia, passò nelle mani dell’Impero asburgico, diventando la capitale del Regno di Galizia e Lodomiria. Il governo di Vienna introdusse significative riforme nella burocrazia locale, riorganizzò gli spazi urbani, costruì nuovi quartieri, ma soprattutto elevò la vita culturale della città: furono edificati due teatri, fu riformata l’università e fu aperto un politecnico.
L’onda lunga di questi cambiamenti fece di Leopoli un importante salotto intellettuale, dove nacquero organizzazioni letterarie, sodalizi musicali, case editrici, stamperie e biblioteche. Dai primi decenni dell’Ottocento, i rappresentanti dell’élite culturale locale o comunque di una nobiltà o di un ceto imprenditoriale benestante, ma anche di esponenti del clero, si mostrarono attratti dal mondo contadino e popolare. Nel dettaglio, significativa traccia nella vita culturale ucraina di quell’epoca fu lasciata dal circolo letterario Russ’ka trijcja (Trinità Russa), fondato dal poeta Markijan Semenovyč Šaškevyč, dal linguista ed etnografo Jakiv Fedorovyč Golovac’kij e dal folklorista Ivan Mykolayovyč Vagylevyč [Steblij 2012, 395]. A partire dagli anni Venti del XIX secolo, i rappresentanti di questo circolo divennero i promotori di ricerche demologiche condotte nelle terre dell’Ucraina occidentale. Facevano parte di Russ’ka trijcja, oltre ai suoi fondatori, una ventina di persone tra cui anche giovani studenti e seminaristi. I leader di Russ’ka trijcja trattenevano una regolare corrispondenza con gli esponenti del movimento nazionale polacco, con lo scrittore e principale ideologo del panslavismo[12] Jan Kollar, cofondatore della slavistica scientifica Pavel Josef Šafařik, ma anche con molti altri attivisti politici, ucraini e slavi. Assolutamente doveroso per gli associati era diffondere la lingua ucraina, visitare villaggi e regioni rurali, facendo propaganda tra i contadini per la lotta ai loro diritti. In occasione di questi numerosi spostamenti, parlando con la gente, non si mancava di effettuare annotazioni sul folklore locale. I fondatori del sodalizio ritenevano che la nascita di una nuova letteratura ucraina fosse possibile attraverso la conoscenza del proprio popolo e delle sue tradizioni.
Nel 1834, il circolo tentò di varare una nuova rivista letteraria Zorja (Stella), dove poter pubblicare assieme canti popolari raccolti dalla viva voce dei loro esecutori di estrazione contadina e opere ideate e firmate dai suoi associati. La censura bloccò l’uscita della rivista e Russ’ka trijcja finì sotto il controllo della polizia. Nonostante tale divieto, l’associazione, dopo qualche anno, preparò per la stampa un altro almanacco letterario Rusalka Dnistrovaja (L’Ondina del Dnestr), che come quello precedente ospitava produzioni popolari e colte, canti, poesie e saggi storici in lingua ucraina. Considerati i persistenti impedimenti riscontrati a Leopoli, Šaškevyč, nel 1837, insieme ai suoi compagni, riuscì a stampare questo almanacco a Buda, l’attuale Budapest [Steblij, 2012, 370]. Da qui un migliaio di copie fu introdotto in Ucraina ma la sua diffusione venne di nuovo impedita dalle autorità. Solo un paio di centinaia di copie sfuggì alla confisca, raggiungendo i lettori.


Fig. 4. La copertina dell’almanacco Rusalka Dnistrovaja (L’Ondina del Dnestr), l’opera ebbe una grande influenza sul rinascimento della letteratura ucraina e del movimento culturale nella Galizia.
L’almanacco si apriva con un elogio alla lingua ucraina ripartendosi poi in quattro sezioni. La prima era dedicata al folklore con una ricca raccolta di canzoni popolari divise per tematiche, preceduta dall’introduzione di Vagylevyč, che rifletteva sulle diverse tipologie di duma [13]: delle maschili sottolineava il tono energico, forte e vitale mentre di quelle femminili metteva in evidenza la natura melodica, di volta in volta sentimentale, passionale, malinconica.
La seconda sezione ospitava le opere letterarie degli associati; la terza proponeva invece alcuni canti tradizionali serbi e un frammento di una cronaca ceca tradotto in lingua ucraina. L’ultima eradestinata a contributi di natura storica e folklorica, nello specifico ricerche sui manoscritti del monastero di S. Onofrio a Leopoli e una recensione sull’opera etnografica di J. Lozyns’kyj, Ruskoe vesile (Il Matrimonio russo), uno dei primi lavori dedicati alla descrizione del matrimonio nell’Ucraina occidentale [Lozyns’kyj 1835, 1-153]. L’almanacco fu un evento in qualche modo rivoluzionario per la letteratura ucraina, soprattutto perché dava ampio spazio alla lingua popolare divenendo un manifesto del rinascimento culturale della Galizia.
Nello stesso periodo in cui Rusalka Dnistrovaja fu data alle stampe, Šaškevyč lasciò Leopoli e dopo qualche anno, nel 1843, morì, provato anche dalle reiterate persecuzioni della polizia e dal progredire della tubercolosi. Anche le strade degli altri associati si separarono. Il circolo purtroppo ebbe vita breve, ma la meteora di Russ’ka trijcja, negli anni Trenta e Quaranta del XIX secolo, dette linfa non indifferente al movimento nazionaldemocratico e culturale dell’Ucraina occidentale [Kyrčiv 2011, 14], linfa a sua volta tratta dalla materia folklorica, da una comune impronta antica e popolare.
Come già detto agirono proficuamente in questo quadro le attività svolte da università e circoli culturali, da associazioni e riviste letterarie che debiti spazi riservarono agli studi sulle tradizioni popolari quale espressione di un comune e antico cemento culturale. La demologia prese a incuriosire la gioventù progressista. Si scoprì “il potenziale pedagogico” del folklore, che incominciava ad essere visto come valido strumento per formare e consolidare un'identità nazionale e accendere uno spirito patriottico. La risposta a tutto ciò da parte dell’impero russo non si fece attendere. Al fine di stroncare una nuova e crescente ondata di sentimento nazionale, fu vietato a più riprese l'utilizzo della lingua ucraina negli ambiti istituzionali, nella stampa e persino nel teatro. Di contro il governo austriaco, a cui apparteneva la Galizia, si mostrò più tollerante verso il movimento nazionale ucraino: Leopoli potette così diventare la capitale dell’etnografia ucraina ai suoi albori.



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[1] Il termine narodoznavstvo (in ucraino народознавство) proviene dall’unione di due parole ucraine narod “popolo” e znaty “sapere”, e ha come oggetto di studio una determinata popolazione, le sue tradizioni, i costumi, i mestieri, la religione, gli aspetti storico-culturali e le peculiarità della vita quotidiana. In Ucraina, la parola narodoznavstvo veniva, spesso, scambiata con i termini “etnografia” e “etnologia” in quanto non esisteva una netta separazione tra questi due concetti. Anche nell’Europa slava, come sinonimi di “etnografia” e “etnologia”, vengono usati i seguenti termini: narodovedenie (in Russia), narodopis (in Slovacchia e Repubblica Ceca), ludoznawstwo (in Polonia).
[2] Viene anche chiamato Manoscritto Nestoriano o Cronaca di Nestore incentrato sulla storia della Rus' di Kiev, redatto a più mani intorno al 1116. L'opera rappresenta una fonte primaria di informazioni sul passato della Russia, della Bielorussia e dell'Ucraina, nel periodo medievale [Jaremenko 1990].
[3] Risale al XIII secolo, è ritenuta una delle più importanti testimonianze sulla storia del Principato di Galizia e Volinia. Gli autori della cronaca sono rimasti sconosciuti [Kotljar 2004, 37].
[4] Trattasi di un’organizzazione territoriale, politica, militare e sociale dei Cosacchi di Dnipro esistente dal Cinquecento. L’esercito cosacco, con la sua roccaforte Zaporiz’ka Sič, situata al di là delle rapide del fiume Dnipro, svolse inizialmente un rilevante ruolo militare nelle campagne della Polonia, contro Mosca e l’Impero ottomano. Quando la Polonia provò a porre sotto il suo controllo i cosacchi, essi reagirono con una serie di rivolte armate. La più grande insurrezione conto la nobiltà polacca e il clero cattolico fu guidata da Bohdan Chmel'nyc’kyj nel 1648-1649. Dopo alcune vittorie, i cosacchi riuscirono a creare una formazione politica indipendente ed imporre a gran parte dell’Ucraina una struttura militare della Sič [Ščerbak 2005, 270-275].
[5] All’epoca i territori dell’attuale Ucraina, che facevano parte della Russia, si chiamavano Piccola Russia (Malorossija). A tal proposito Kappeler scrive: «Già nell’accordo del 1654 lo zar si autodefiniva «Autocrate di tutta la Russia, Grande e Piccola» e definiva la «Piccola Russia» sua eredità paterna (votčina) e sudditi i suoi abitanti; il concetto di «Piccola Russia» (Malorossija), che proveniva dalla terminologia ecclesiastica bizantina, divenne poi la denominazione ufficiale russa dell’Ucraina» [Kappeler 2006, 61].
[6] Nel libro di Georgi, si possono trovare molte descrizioni minuziose e inaspettate sulla vita in Malorossija. Tra le attività e i mestieri esercitati, si viene a sapere che vicino a Kiev c’era un allevamento di bachi da seta e lavoratori specializzati per raccogliere gli insetti al fine di produrre le tinture per le stoffe. L’autore si sofferma anche su come gli ucraini trascorrevano il tempo libero, mettendone in risalto l’amore per la musica. A sua detta la bellezza dei loro canti è paragonabile a quella delle melodie italiane [Georgi 1799, 344- 345].
[7] Per le donne, specialmente quelle sposate, farsi vedere in giro con il capo scoperto era considerato gesto inappropriato; si credeva inoltre che tale disobbedienza avrebbe potuto essere motivo di scarsi raccolti o finanche causa di malattie e morte del bestiame. Nelle regioni ucraine esisteva una grande varietà di copricapi femminili, i più usati erano le chustki, foulard colorati di lana o seta, la namitka, un fazzoletto bianco adornato con ricami rossi, ma anche pivka, korablyk, očipok, obrus e tanti altri ancora [Voropaj 1991, 316-326].
[8] Ad esempio Kostomarov nei suoi lavori indagò sulle origini e sulla formazione dello stato russo, sostenendo anche l'indipendenza dell’Ucraina dall’impero zarista; a tal proposito scrisse un racconto satirico La rivolta dei animali (titolo originale Sko tskoj bunt, pubblicato postumo solo nel 1917), dove la rivolta degli animali di una fattoria contro il padrone rappresenta una metafora sull'oppressione russa in Ucraina. Kostomarov nell’opera Zakon Bozij - Knyga buttja ucrajins’koho narodu (La legge divina - Il libro della genesi del popolo ucraino, scritto tra 1845-1846) elogiò la vita spirituale del suo popolo: «ogni straniero, arrivando in Ucraina, rimane stupito dal fatto che in nessun altro paese del mondo si prega Dio così intensamente, che l’uomo ama assai profondamente sua moglie e che altrettanto profondamente figli amano i propri genitori» [Kostomarov 1991, 25].
A proposito della preghiera e dell’amore per la patria, nel 1847 il poeta Ševčenko in una delle sue poesie esclamò: «Amatevi, fratelli miei, amate l’Ucraina, e pregate Dio per il suo destino sventurato» [Ševčenko 2003, 549]. Per l’epoca le sue poesie erano rivoluzionarie, estremamente intense e profonde, arrivando dritto al cuore dei suoi compatrioti e accendendo l’anima per l’avvenire dell’Ucraina.
[9] Il Settecento fu epoca difficile per la letteratura ucraina. A seguito del divieto, da parte dell’impero russo, di pubblicare libri in ucraino, la letteratura si esprimeva, prevalentemente, nelle forme popolari della poesia orale e della satira: per paradosso questa condizione favorì però, almeno parzialmente, la ricerca demologica. Nel secolo successivo si assistette ad altalenanti tentativi, da parte soprattutto di poeti e scrittori, di “sdoganare” e far rinascere l'ucraino conferendo a esso lo statuto di lingua ufficiale.
[10] Tumulo sepolcrale delle steppe ucraine e russe. Con la denominazione “cultura dei kurgan” è stato proposto di indicare l'insieme di culture preistoriche e protostoriche dell'Eurasia, che usavano seppellire i morti di alto rango in tumuli funerari, edificati a partire dal 4000 a.C. circa, e particolarmente nell'Età del Bronzo.
[11] Grande fu la sua passione per le fonti orali; fino al 1819 si stima che egli avesse trascritto la ragguardevole cifra di circa duemila canzoni popolari.
[12] Il Panslavismo è un movimento culturale diffusosi in Europa in seguito al romanticismo e alle guerre napoleoniche, che affermava l’esistenza di una comune identità nazionale dei popoli slavi. Nacque nella prima metà dell’Ottocento, nell’Impero asburgico, tra le élite intellettuali slave. Inducendo e sollecitando i popoli slavi a prendere coscienza delle proprie comuni radici, mirava a creare nell'Oriente europeo, un unico Stato nazionale.
[13] La duma è un canto popolare epico ucraino, che nacque durante le guerre dei cosacchi contro le invasioni turche e le oppressioni polacche; viene accompagnato da strumenti a corda come kobza e bandura [Hryza 2006, 669].





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Fonte:  http://rivisteclueb.it/riviste/index.php/etnoantropologia/article/view/278/442#d5e35







sabato 10 agosto 2019

UCRAINISTICA , una definizione a cura di L.K. Tokar


UCRAINISTICA
una definizione a cura di L.K. Tokar





UCRAINISTICA. Il termine "ucraino", così come termini simili: "Polonistica", "Rusistica", "Tedesco", "Slavo", "Balcani" e simili, viene utilizzato principalmente quando si fa riferimento alle informazioni e alle conoscenze scientifiche di un paese o di un settore. mezzi di sussistenza delle persone in paesi stranieri (per esempio, studi ucraini in Canada, Australia, Giappone, Cina, ecc.). Allo stesso modo, vengono usati i termini "colonialismo", "russistica", "studi sui Balcani", ecc. in Ucraina, quando si tratta di traduzioni letterarie, le attività specifiche dell'intellighenzia scientifica e artistica in un particolare campo di conoscenza, sia nei singoli paesi che nelle intere regioni.

Nel processo di sviluppo della scienza dell'autoconoscenza nelle condizioni di indipendenza dell'Ucraina, il termine "ucraino" iniziò ad essere usato anche quando si parla di alcuni dei suoi rami nella stessa Ucraina. Queste sono le scienze che esplorano diverse sfere di vita materiale e spirituale del popolo ucraino. In questo caso, il termine "studi ucraini" è definito come un insieme di discipline scientifiche delle discipline umanistiche e dei cicli naturali che studiano le diverse parti (componenti) di un oggetto comune (Ucraina e popolo ucraino). Queste sono le scienze della natura, ecologia, etnogenesi, lingua, storia, economia, cultura, relazioni sociali, ordine sociale, legge, psicologia, arte, educazione e altro ancora. La condizione del loro emergere e del loro sviluppo era la specializzazione della ricerca in alcune sfere (rami) della vita umana in Ucraina. Ognuna di queste discipline scientifiche ha una propria materia di studio separata. Nel suo studio, il dominante è il metodo di differenziazione, cioè la conoscenza del tutto nelle sue componenti.

 Una corretta definizione del termine "studi ucraini" può e deve essere fatta in unità organica con la consapevolezza del termine "studi ucraini" (vedere l'articolo "Studi ucraini"). Questi concetti non sono identici ma non si contraddicono a vicenda. È solo nell'unità che diventano consapevoli dell'essenza degli "Studi ucraini", dei principi e dei meccanismi del loro sviluppo.

La scienza ucraina può svilupparsi proficuamente nella direzione dell'ottimizzazione solo sulla base dell'integrazione e della sintesi della conoscenza che viene creata in vari campi degli studi ucraini.

Gli studi ucraini diventano utili solo sulla base delle basi teoriche e metodologiche di un oggetto olistico che studia studi ucraini.

Lit.: 1. Kononenko PP Studi ucraini. Libro di testo. - K., 1996; 2. Turner L.K. Studi ucraini nel sistema di discipline scientifiche ed educative. Coll. delle scienze. funziona. - Vol.1 - 2003; 3. Turner L.K. Contenuto degli studi ucraini: un approccio sistemico-funzionale alla strutturazione della conoscenza // Studi ucraini - 2004. - № 4.
L.K. Tokar





УКРАЇНІСТИКА. Термін «україністика», як і подібні терміни: «полоністика», «русистика», «германістика», «славістика», «балканістика» тощо, вживається переважно тоді, коли мають на увазі відомості та наукові знання про ту чи іншу країну, галузь життєдіяльності народу в зарубіжних країнах (cкажімо, україністика в Канаді, Австралії, Японії, Китаї тощо). Аналогічно вживаються терміни: «полоністика», «русистика», «балканістика» і т.п. в Україні, коли йдеться про літературні переклади, специфічну діяльність наукової і художньої інтелігенції в тій чи іншій галузі знань як про окремі країни, так і про цілі регіони.

У процесі розвитку науки самопізнання в умовах незалежності України термін «україністика» став вживатися й тоді, коли мова заходить про певні її галузі в самій Україні. Маються на увазі науки, які досліджують різні сфери матеріального і духовного життя українського народу. І в цьому разі термін «україністика» визначається як сукупність наукових дисциплін гуманітарного і природничого циклів, які вивчають різні сторони (складові) спільного об’єкта (України й українського народу). Це науки про природу, екологію, етногенез, мову, історію, економіку, культуру, соціальні відносини, суспільний устрій, право, психологію, мистецтво, виховання тощо. Умовою їх виникнення й розвитку стала спеціалізація досліджень за певними сферами (галузями) життєдіяльності людини і народу України. Кожна з цих наукових дисциплін має свій окремий предмет вивчення. В його дослідженні домінантним виступає метод диференціації, тобто пізнання цілого за його складовими.

Відповідне визначення терміна «україністика» може і повинно здійснюватися в органічній єдності з усвідомленням терміна «українознавство» (див. ст. «Українознавство»). Ці поняття не тотожні, але й не заперечують одне одного. І тільки в єдності дають можливість усвідомити сутність «українознавства» і «україністики», принципи та механізми їх розвитку.

Українознавство може плідно розвиватися в напрямку оптимізації лише на основі інтеграції і синтезу знань, які творяться у різних галузях україністики.

Україністика набуває доцільності розвитку тільки на основі теоретико-методологічних засад цілісного об’єкта, які досліджує українознавство.

Літ.: 1. Кононенко П.П. Українознавство. Підручник. – К., 1996; 2. Токар Л.К. Українознавство в системі наукових і навчальних дисциплін. Зб. наук. праць. – Т.1 – 2003; 3. Токар Л.К. Зміст українознавства: системно-функціональний підхід до структурування знань // Українознавство – 2004. – № 4.
Л.К.Токар





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Fonte:   Міністерство освіти і науки України: Науково-дослідний інститут українознавства
Ministero dell'istruzione e della scienza di Ucraina: Istituto scientifico di ricerca degli studi ucrainistici
http://ndiu.org.ua/index.php/component/content/article/102-2009-08-31-13-55-49/1689-2012-03-27-13-12-40








venerdì 9 agosto 2019

TRYPILLYA CULTURE PROTO-CITIES: HISTORY OF DISCOVERY AND INVESTIGATIONS, di M. Yu Videiko




TRYPILLYA CULTURE PROTO-CITIES:
HISTORY OF DISCOVERY AND INVESTIGATIONS

di M. Yu Videiko 



Civilisation of Old Europe with its fortified settlements, temples  and developed religion  flourished in Neolithic and Copper Age  . From the end of VI till the beginning of III Mill. B.C. Tripillya – Cucuteni culture was the Eastern border of Old Europe. When in the second part of V Mil. B.C. civilisations of  Vinca and Karanovo  dissapeared,  Tripillya for 1000 years the Old Europe Civilisation traditions conti-nied. We think, that Tripillya – culture proto – cities were the largest settlements in Europe 6000 – 5000 years ago. This book is about the history of their discovery an investigations.
On beginning of 70-th years of ХХth century two events happened, which played an important role in further researches of Trypillya culture.   First from them - this is opening of Trypillya proto - cities, giants settlements- of Copper Age at Cherkassy domain.  This event meant, that at the end of ХХth century, in the center of Europe, in Ukraine, opened unknown to science proto - urban civilization, contemporary with analogous phenomenons at Ancient East. Open-ing History and study Trypillya proto - cities in sort reminds of history of all Trypillya culture discovering: remains of ancient settlements were discovered a long while ago, but it were some time necessary and efforts in ordered to comprhectaresend, what was found.
A Second event is associated with first and imprescriptible from it.   In order to find this settlements the new (for archaeology of Trypillya culture) research methods were used: aerial  and magnetic survey. Own these  methods were not in archaeology new.   At all- then  aerial survey used already on beginning of twentieth age,  and magnetic survey  in archaeology from end 50- years, and in Trypillya archaeology -  from beginning of 60-th years of XXth century.     The new was their   complex combination with some  traditional  methods  of archaeology.
 

Plans of the selttlement near Maydanets : A – aerial survey map (after K.V.Shyshkin); B – remains of settlement after field prospecting (after M.Shmaglij, K.Zinkovsky and V.Dudkin). Investigations of 1971 – 1972.  1,2,3 – remains of dwellings; 4- burial mounds from Bronze Age.

Trypillya proto - cities were discovered by К. Shyshkin,  military topographer,  a specialist in aerial identification. Learning  the photos of different Ukraine regions, especially from  Cherkassy domain  territory, he found the traces of the large settlements, which were  unknown to archaeologists.
In  1964 K.Shyshkin together with V. Stefanovich inspected fields near the village Vilkhovets, under Zvenyhorodka,   where had view of one of such locations,  which appeared by settlement of Trypillya  culture,  greater for  all of known by then is  110 hectares.
 Then K.Shyshkin analyzed 11  places,   already described  by T.Passek,  a place of which  was well definited.   The results were shocking:  Maydanetske had area 270 hectares, Kosenivka 70  hectares, Sushkivka 27 hectares, Chychyrkozivka 50 hectares,  P'yanioshkove  - 60 hectares. After aerialphoto's analysis was picked out over 100 settlements,  in V.Stefanovych list were only 30 from them,  among new -  giants: Tallyanky with square near  450 hectares,   Dobrovody -   250 hectares,   Nebelivka -   300  hectares. On photos were read the large circle structures, that broke down under separate dwellings, streets and quarters, ditches traces.  The Settlements Trypillya culture had size and appearance of cities  (Шишкiн, 1973).
Usually, majority of mentioned above settlements were known to archaeologists before. Some of them in ХІХ end is on ХХ ctnturies beginning were explored !  These excavations can be con-sidered, as prehistory of proto - cities studying, cumulative material today one can be entangled for development of new problems. But scientific research to phenomenon conducts only last thirty years.
We shall describe here  a history of field archaeological in-vestigations and arheometry works, than -  problem of historiography.
 


THE FIELD INVESTIGATIONS
                   PREHISTORY: 1891 - 1970.
In 1891 year a famous Ukrainian historian V. Antonovich to-gether with Ch.Zborovsky saw out the excavations of settlement  by  Krinichki  village  on  Podillya. Area of this settlement composed near 50 hectares. Materials from these explorations  today are kept into St.Petersburg, in Hermitage.  If to begin history of the  large set-tlements of Trypillya culture archaeological excavations, then it has now, so-and-so,   over hundred years.
In 1902- 1903 yy. E.Shtern dug out the oddments of eight dwellings into Petreny by Belcy in Moldova. In second ХХ half a. stood it's known, that this one of most of Trypillya culture settle-ments in Moldova - by 30 hectares. Neolithic sites from this region were included by this author to  Danube cultures  circle  and borne to  pre - Mycenae  period , dated by third millennium BC.  It is inter-esting,  that a dating this is held out factually  to beginning 60- years of XX century,  while appeared the first absolute isotope dates for Trypillya - Cucuteni culture.

Remains of  burnt dwellings. Maydanets’ke, Cherkassy domain. Excavated by M.Shmaglij and M.Videiko, 1988.

Excavations of V.Khvoika and E.Shtern cause bending to study of Trypillya culture in Russia. A Emperor archaeological com-mission committed to famous archaeologist O.Spicyn to see out the excavations at Kolodyste (now Cherkassy domain),   where before that Vasyl Domanyts'ky  opened " threshing-floors" - places, covered by the burnt clay(Доманицкий,1899, Спицын, 1904). So was been accorded first data about building and cultural belonging of Trypillya culture settlements - giants in country between South Bug and Dni-pro.
Considerable works by Popudya and  villages and P'yanioshkove near Uman saw out in 1911 р.   Marian Himner ( Himner,  1933). It dug out the big areas on this settlements,  that represented the different development phases of Trypillya culture (ВІ-ІІ and СІ beginning )  in this region.
In 1916 р.   V.Kozlovs'ka excavated some dwellings at Sushkivka , also at this region (Козловська,  1926).   Already in this time the investigated remains  was accounted special type of Trypil-lya culture,    by basic distinction of which a presence was of painted pottery pottery in considerable amount.   Materials from these exca-vations  great while remained whether by not one source for study of Trypillya culture in country between South Bug and Dnipro.    In 1924 - 1927 yy.   Petro Kurinny digs out settlement    by Tomashivka (real square near 250 hectares) at Uman district, (Курінний,    1925.  1926а;  1926б). In 1927 B.Bezvenglins'ky  for the first time dug out settlement near Maydanets.  To regret,    materials from these excavations lost.
 

Pottery from Tripillya settlement near Stina, after excavations by Sergej Gamchenko at 1929.

S.S.Gamchenko at 1929 opened and M.L.Makarevich in 1958- 60 yy.   Continied investigations of  an settlement of late stage of Trypillya  culture near Stina village on Dniste. Here an interesting complex of painted pottery, ceramics with impresses to textile fabrics were found. This СІ stage settlement had area into 1 square km., near a row of small settlements was found( Макаревич, 1958). Vale-ria Kozlovs'ka continued excavations near Sushkivka at 1926 (Козловська, 1928, 1926б),  and in 1936 opened researches of set-tlement    by Volodymyrivka on Synyukha river(Пассек, 1941). At that time a painted dwelling Model was   found here. Excavations at Volodymyrivka continued T.Passek in 1945 and 1946. Was not only inquired into separate dwellings, but composed an instruction  plan, on which was drifted to 200 dwellings (Пассек, 1947, 1949).   It was  first, and to beginning 70  years - the singular  plan of big Trypillya settlement,       formed exceptionally for data of visual researches without use of technical methods.   Interestingly, that later it was in whole endorsed by K.Shyshkin by identification of aerial-photo(Шишкін,  1985). 


Plan of the large Trypillya settlement near Volodymyrivka (after T.S.Passek, 1949)

In 60-and 70 years a considerable scope of investigative works was executed by expedition under guidance O.Tsvek,    which learned the instructions   middle of Trypillya culture from stages ВІ,  ВІ/ІІ, and BII near Vesely Kut (150 hectares), Myropillya (200 hec-tares), Harbuzyn (70 hectares) and other places (Цвек,     1972,1974,1975,1976, 1978,1980а,1980б,1980в).   By Result of these researches stood generalizing description of developed phase of Trypillya culture between South Bug and Dnipro(Цвек, 1987).
 Considerable payment into archaeological inspections of Trypillya culture at Uman district into 60  - 70th years brought in the local naturalists V.Stefanovich and H.Hraban, who found and charted about 130 settlements (Храбан, 1961; 1963;  Стефанович, 1968).
 


THE NEW PERIOD OF INVESTIGATIONS:
1971 - 1993.
Over 250 instructions were interpreted by K.Shyshkin,    which, associated, on his thought with Trypillya culture (Шишкін,  1973,  fig.   1).   About 15 years he worked also over plans of sepa-rate settlements.   Published today 27 such plans and their variants (Шишкін,1973,1985).
Following researches bore out any amount of elements from these identifications ( Дудкин,1978, Шмаглий,1980, Круц, 1989), however together from that under time of field researches appeared,    that to map of Trypillya culture settlements at Uman region  K.Shyshkin settlements trace to treat critically.  Works of  K.Shyshkin came into notice of archaeologists, and already in 1970 - 1971 р.  S.Bibikov,  M.Shmaglij , M.Shtiglic saw out  settlements, of settlements definite by it (Штиглиц, 1971).
         In 1971 y.   on Maydanets  settlement worked Trypillya party from Institute of Archaeology from Kyiv under the guidance of M.Shmaglij and from 1972 - Trypillya Complex Expedition (TCE). Exclusive of visual inspection here will be pressed into the service of geophysical magnetic survey, the results of which audited by exca-vations.   So was developed a new methods and broken the ice to complex study of Tripillya settlements (Шмаглій, Дудкін, 3iньковський, 1973).   Excavations in Maydanets  continued to 1991  (Шмаглій,  Відейко, 1991).   In 1972 - 1974 yy. By V.Dudkin skimmed a magnetic settlement  plan (Дудкин, 1978).
In 1981 set to its work a Trypillya expedition under guidance of I.Artemenko.   By Her aim was research of big Tripillya settle-ments and barrows on their territory.   For hours together investi-gated a few instructions.   In 1981 - 1999 O.Kruts explored settle-ment    by area 450 hectares by Tallyanki (Круц,  Рыжов, 1984: Круц, 1986; 1989; 1990.  1991 but oth.).   Т.  Г.  Мовша conducted the excavations on settlements by Dobrovody and Kosenivka  vil-lages (Мовша,  1982, 1983,  1984а.  1984б).  O.Tsvek continued excavations at Vesely Kut and Onopriyivka (Цвек,  1982;  1983; 1987;  1990).   In 1984 y.   was gone on inspection  in 30 - km terri-tory around around Maydanets  (Шмаглій,  Відейко, 1987;  1991).
I.Artemenko inquired into barrows on settlements territory in Tallyanki and Dobrovody, exclusive of that two barrows was dug out in Maydanets (Шмаглий,    Видейко, 1987, 1994).  All for nine ex-istence years of Trypillya expedition her collaborators  dug out about 70  different objects type on enumerated settlements.   Exclusive of that was gone on with stowage of plans for data of magnetic survey  -  fully skimmed Tallyanki, Pischana,    partially  -  Kosenivka.
 

“Treasure” – pot with bone pedants , under the remains of burnt dwelling found . Maydanets’ke, Cherkassy domain. Excavated at 1979.

Exclusive of excavations were seen out  inspections,    stow-age of map of Tripillya sites on periphery of big settlements.   Con-sequently,    17 settlements were inspected by Maydanets detach-ment in 1981-1985 (Шмаглий,  Видейко,  1981, 1982,1985, 1992).Tallyanki detachment inspected the settlements    in a little regions of Cherkassy and Kirovograd domains, saw out some exca-vations in Moshuriv and Pischana(Круц,  Рыжов 1982, 1984, 1985).   In Uman region saw out inspections T.Movsha(Мовша, 1983,  1984а).   O.Tsvek found out and saw out research on settlements in pool of Velyka Vys river: Andriyivka, Lekarevo and other(Цвек,1988).   In 1990 where found flint mine and workshops of Trypillya culture near Korobchyne at Kirovograd domain (Цвек,   1991а).
In 1990 O.Kruts and author explored remains of the  seven  dwellings an Tal'ne-2 settlement, in 5 km from Maydanets (Круц,    Видейко,  1991).   Beside Tal'ne is opened still one, synchronous to it, a small settlement is Tal'ne - 3(Відейко, 1991а). These excava-tions gave informations as for planning, building and disposition   of small settlements composing,probably,    periphery of big Tripillya centres like Tallyanky and Maydanets.

 
Remains of clay threshold  at burnt dwelling . Maydanets’ke, Cherkassy domain. Excavated by M.Shmaglij and M.Videiko, 1986.

Realization of scientific sense of these researches in process of time brought over archaeologists to taking idea (by the way, whether for the first time for  research history of Trypillya culture) of special scientific forum for discussion of problem. In 1990 - 1991 yy. two field seminars to study of settlements - the giants of Trypillya culture was devoted. Participants of field seminars had a possibility to acquaint with excavations in Maydanets  and Tallyanky, Onopriy-ivka and Tal'ne - 2 and  to discuss a wide circle of questions,     as-sociated with house-building,    planning,    economy etc. Was lined the study sums of this phenomenon of old history.
 
THE LAST INVESTIGATIONS :
1993 - 2001.
Into last seven years investigations essentially grew short. Into this period with interruptions continued the excavations into Tallyanky, where amount of explored buildings reached on 2000 year 27 and different parts of settlement were explored (Круц, Рижов, 1997; Круц, Колесніков, Чабанюк, Шумова 1998; Круц, Корвин -Пиотровский,  Чабанюк, 2001). Materials from this site now prepared to edition.
Into 1993 M.Videiko explored remains of two dwellings odd-ments on Vilkhovets settlement of Kosenivka type, phase Trypillya CII(Відейко, 1997). According to isotope dates, it was one of the last Trypillya proto - cities,  burnt near 2900/2750 BC.
From 1997 E.Ovchinnicov inspected some large settlements in regions, closer to Dnipro. Excavations give evidences, that they are from BII and CI stages of Trypillya and belonged to Kaniv group of Trypillya culture. Among them - Vilshana - 1 (30 hectares), Voro-novka 1 (15 hectares), Vilshana - 2, Voronovka - 2, Petryky, Kvitky - II and Sukhiny (20 hectares), Kvitky - III (25 hectares) (Овчинников, 1999, с.132 - 136). Then E.Ovchinnicov and D.Chornovil excavated remains of dwellings at Nezamozhnyk settlement (settled are near 30 hectares)(Овчинников,Черновол, 1999). They were similar to dwellings, explored at Tallyanky and Maydanets. E.Ovchinnikov in-spected also some another large settlements at this region - Ksaverovo (30 hectares), stage CI or BII; Gorodysche - 2 (near 15 hectares) stage CI; Mliev - 1 (near 50 hectares), CI; and some small settlements (4 - 7 hectares), situated at their periphery (Овчинников,Назаров,2001, с.170 - 182).
At Zelena Dibrova settlement E.Ovchinnikov explored re-mains of dwellings and pottery workshop (Oвчинников,2001).So in this period at country between South Bug and Dnipro were two local groups of Trypillya culture, who built large settlements - protocities. But at eastern regions the largest settlements were only 30 - 50 hectares.
 
STUDYING OF TRYPILLYA  SETTLEMENTS  PLANNING.
Study of Trypillya Cucuteni settlements planning  from their opening and first steps  of scientific study was one of major investi-gative  problems.  On beginning in order of archaeologists were only the traditional methods are excavations, collection of lifting material, digging a prospect-hole, buildings remains search by the medium of metallic probes.  However  scales of open instructions, their number compelled to search and to employ aerial photography and magnetic survey.  From beginning of their application all for 30 years amount of settlements plans,   accessible  today to archaeologists enlarged.  Trypillya - Cucuteni was allegedly reopened to world - now already not only as one of most bright cultures of Copper Age,  but and as one of first Europe civilizations.
Aerial photography. By superiority of given method there  is a possibility  to overcome  from  height archaeological  objects considerable for  area, to orientate in their disposition, dimensions, planning peculiarities,  etc. Following and possibility- of particular  importance to see on photos the objects, which lie in earth on depths to 1 metre. Last identified on photographies due  to different  soil hues  and vegetation.  Attached to ploughing on fields soil relocates from below top, and on  surface came clods  of burnt clay from  re-mains of Tripillya dwellings.  Signs  of old  settlements  loud   also by reason of soils reaction  and vegetation on building oddments and cultural  layer  of settlement.    Over  remainders  of Tripillya build-ings congested soil with lesser humus contents weighed with ambi-ent  area.  So  happened  a tonal  difference  by grey locality back-ground general, and rows of dwellings, which give white tone on pied photo.  Exclusive of that to exposure of buildings assist microrelief, erosions water  and  windy, the chemical changes and humidity level reverberate on vegetation  state in  archaeological instruction place.  Are Reinforced by object-glass optics of the photographic camera they allow at first to pick out as general fig. so and separate where- thawed- up to separate buildings (Шишкін, 1985, с.72).
After ploughing the rows of dwellings on settlement visibly it been not that from aircraft, and from tree, from barrow embankment, or contrary beam shore whether nearest height. Namely so-and-so К.Shyshkin in 1964 y. checked out its impressions from identification of Trypillya culture  settlement by Vilkhovets village:  looked  out on neighbouring hump and on ploughed tillage caught sight of part of settlement.  Only so,  according to his stories, resorted to imagine,

 
Aerial survey map of Tripillya settlements at Cherkassy domain (after K.V.Shyshkin): I – well seen, confirmed by field survey; II –very well seen; III – well seen; IV – bad; V –very bad seen.VI – contemporary cities.  5a-Dobrovody; 7- Kosenivka; 55- Sushkivka;125 – Maydanets’ke; 106 – Vilk-hovets’; 131 – Tal’yanky; 232 – Chychyrkozivka; 175 – Glybochok.

as  is  to look  identical  settlement  on aerialphoto, namely:  alter-nation of concentric figures (rows of dwellings)of tones dark and light attached to lustily weak contrast.
On aerial photography  of the ancient settlement near May-danets K.Shyshkin   emplaced of his  disposition-  western  village neighbourhood,    on to cape, limited by flood-lands of Tallyanky  and  nameless  brook, dimensions - for about 1500х2000 m.  Was set also planning is in ellipses appearance, written into one into other.  Was loudly kurhan mounds  on settlement territory and also separate dwellings. It's known three Maydanets aerialphotos  identi-fication variants, carried out by K.Shyshkin.
However main  problem was  in  that into K.Shyshkin open-ing  do not believe archaeologists,  which  had its prettily existing looks on that, which is able and to which a Trypillya culture   settle-ment go on  with you. Correspondence on the subject of settle-ments-giants opening between K.Shyshkin and Archaeology Institute guidance in Kiev, and later -  with M.Shmaglij protractedly a little years, while into 1971 y. successfully-   ся to move  business  from place.  Maydanets кий reconnaissance detachment   drove out into field at autumn of 1971,  being in dark, that on  instruction  already   had been the colleagues from Moscow.  A Moscow Archaeology In-stitute detached   for data  verification  about   gigantic   housing ar-chaeologist  M.Shtiglic (Штігліц,1971). It had view of field, but nor to lead, nor to disavow  K.Shyshkin identifications M.Shtiglic inspection does not be able, showing helplessness of traditional   archaeology   in   front of carriage  of this problem.(Штиглиц, 1972)
The Kiev archaeologists from the first went towards other by dint of, which   brought over them to invention, namely  to  invention  of "complex  research methods   of Tripillya  settlements".  Usually, was  pressed   into the service of possibilities of archaeological in-spection- on plan  by  the medium of  theodolite was drifted  over 400 spot of burnt clay from Tripillya dwellings, damaged by plough-ing - but this was only one of five  fields,  which   occupied a settle-ment area.
Magnetic survey. In summer 1971 V.Dudkin conducted geophysical survey at Maydanets. For magnetic survey were used М-17, М-23 and М-27 magnetometers. For the first time was allotted task to do a full plan of such settlement, which was finished in Autumn of  1974. A survey area composed by 180 hectares,  and amount of ex-pressed anomalies from dwellings and other objects -1575 (Дудкин, 1978).
In 1983-1986 years  it brushed works up on settlements-giants,  subtracting 232 hectares, accessible for researches on set-tlement by с.Tallyanky in Cherkassy domain. General  settlement area for given aerialphoto composes 450 hectares.
Into 70-80th  years  went  magnetic survey on some settle-ments was provided by G.Zagnij, which took a search of separate dwellings on different settlements - Vesely Kut, Myropillya, plans of Pischana and Talne - 2.
In 1993 - 1994 by magnetic survey (program carried under guidance of V.Dudkin) were created plans of proto - cities  at Yam-pil, Yatranivka, Glybochok, Vilkhovets (Cherkassy domain), Fedorivka and large Trypillya A settlement Mogyl'na - III (Kirovohrad domain).

DISCUSSION ABOUT TRIPILLYA - CULTURE  LARGE SETTLEMENTS.
It started long before investigations of K.Shyshkin and exca-vations at Maydanets by M.Shmaglij. Mentioned above settlement near Volodymyrivka, excavated at 1936 - 1946 was interpreted by T.Passel, as a "big tribal settlement" (Passek, 1949).  However,   still in 1947 V.Petrov,   reference to considerable dimensions of this set-tlement,   agreed that  "If on thens,  then one can quite probably be reiterated,   that on given stage a village already  began outgrow  into  town.  Than Volodymyrivka was interpreted at 1965 by S.Bibikov as "an intertribal center, based on fratrial structures" (Бибиковб 1965).
After  beginning of excavations in  Maydanets   at the begin-ning of 70-th years by his investigators was  said  thesis about exis-tence of proto - cities in Eneolithic of East Europe   (Шмаглій,  Дудкін,  Зіньковський,  1973).    Such determination does not win to oneself adherents into then.   In further appearance of big settle-ments considered on plant-louse of global historic processes of cop-per  age.   V.Danilenko  and M.Shmaglij establish into 1975 the "ecological "  approach to  this phenomenon,   considering Eneolithic,  as time "of violation of equilibrium between society and ambient envi-ronment. "
In 70 -  on beginning 80-th M.Shmaglij gave  a row  of de-scriptions   for   big   settlements.    Consequently,    they  valued  as " predecessors of ancient European towns",   agrarian in base,  but with  some morphological  and  social  signs of urbanization of public life,   or populated locality of proto - city type.   Myself urbanization process attached to this M.Shmaglij does not think  completed.  By expression of urbanization process,  on his thought,  were the plan-ning peculiarities,    which bears witness to forming the towns  of an-cient type with defensive walls,   Acropolis and Agorae in.  In first paleo - demographical reconstructions became deductions about possible amount of Maydanets population: at first 10000-15000. (Шмаглий,  Дудкин,  Зиньковский,  1975), than  20000 - 24000 peoples.    (Шмаглий Н. М.,   1980, 1982, ).    Appearance of greater amount of data about building, dwellings  types allowed to look through  these reconstructions into ciphers lowering side to 6000 - 9000    (Шмаглiй М. М., Вiдейко М. Ю., 1987),    that nearer to V.Kruts estimation near 8200 persons(Круц,1989 ).    Authors under-stood,  usually, relativity of its computations,  looking over them in tie with expansion of archaeological data base.
M.Shmaglij characterized Maydanets not  only as proto - city,  but as centre of pedigree neighbourhood,  by economic base of which agriculture is and cattle-breeding. Similarly at 1984 valued the big settlements V.Kruts and S.Ryzhov,    leaning t own materials from excavations in Tallyanki and inspections.  On their thought the big  settlements were independent social and economic units, which quite provided oneself  by agriculture  products and cattle-breeding (Круц, Рыжов, 1984).
 Yu.Zakharuk considered asking after appearance of big set-tlements,  as supervention of demography processes.  Augmentation of dimensions of separate settlements, on his thought,  does not be able resque from relative overpopulation,   and their segmentation continued  together  from by process settling of new territo-ries(Захарук, 1987).
 Some of archaeologists turned mind to prevalence of big settlements both in space and in time.  Consequently,  V.Markevich picked out big (by area more ten hectares  )   settlement on territory of Moldova, ( starting to from Trypillya A), and considered in them the administrative centres,  associated with interchange concentra-tion and of religious dispatches of one or tribes groups. The small settlements near appeared by reason of segmentation of big.   On his look appearance of big settlements bore witness to existence of clear tribal organization,  necessary both for joint labour and for op-position to external threat.  Was done together with V.Masson and suitable paleodemographical reconstructions,  is said supposition about forming of settlements hierarchy in Moldova,  starting to from Trypillya A.
Research of East  settling apart zone  of Tripillya tribes in allowed to O.Tsvek pick out here big settlements by area from ten to hundreds hectare,  begining from ВI stage,   and to disprove deduc-tions about some it lag in comparison from by Arrangement (Tsvek, 1980,1985,1989).
K.Chernysh considered a forming process of big settle-ments,  as union supervention masses tracing-papers with view de-fense of from external threat (on the part of  "steppe" tribes(,  criti-cally under this valuing M.Shmaglij developments into industries pa-leodemography and them descriptions as  "protocities", (Черниш 1977,1982). Not disclaiming against high level development of Trypillya society,  that evinced in beginnings of this instructions type,   it tied their death first of all from by economic weakness of it:  quasi by big specific cattle-breeding weight,   in point of weak developed handicraft,  archaic labour implements. Here all reasons why this society does not overcome,  on her thought,  a scope,  that sepa-rated it from real urban civilization.
    Repeatedly applied to problem of big Tripillya settlements a famous explorer of old urban Namazga and Altyn-Depe  civilizations in  Turkmenistan V.Masson.  He from the deginning marked,  that main in this question are not quantitative,  and qualitative signs reflecting internal settlement structure alteration in qualitatively new.  From this point of view appearance in East Europe large settlements of Maydanets  type was first of all by bearing witness to concentra-tion of population,  and ourselves "super - centers" is  by centres of agricultural neighbourhood.   These instructions were by important forming precondition base of urban civilization.
On the ground  of paleodemographical reconstructions V.Masson  deduced as for causes of crisis situations in Trypillya society, which gave rise to appearing  of big settlements.  On his thought,  they were low development of productive Trypillya forces.   From the  historic point of view Trypillya development showed by oneself process of "colonization",  that was attended with handicrafts development,   beginnings of social differentiation,  creation of hier-archical system at the head with big centres,  disintegration of which was by contradictions supervention between demography processes from one side,  and development of productive forces and ecological situation  from other.  So Trypillya society reckoned in number "complex",  went on "un-urban" development way,   creating only settle-ments hierarchy.   The largest settlements were intertribal capitals,  centres of village neighbourhood.  By This settlement do not belong,  as thought V.Masson,   functions of ideological or military leadership. So-and-so, V.Masson successively deprecated conception of  Tripil-lya proto - cities,  thinking,  that in East Europe of this time from especially economic causes such phenomenon was impossible.
Near position occupied V.Zbenovich.  It did attempt to study problem of big settlements,  learning publications and results of Try-pillya expedition (Збенович В. Г.,   1990,  с.  10- 12). He thought this conception insolvent,  for archaeological study of big settlements withholds materials for deductions about presence of such impre-scriptible fig. elementary urbanization ream,   as administrative,  in a civilized manner- ideological and,  specially,  trade- handicraft func-tions.   Big type settlements like Vesely Kut (Trypillya BI/II) V.Zbenovich defined as tribal centres,  and Maydanets - Tallyanki type (stage CI) as joint "under one house-top" a little related tribes. Without respect to lack of argumentation,  last thought interesting,  for bears witness to attempt to approach big settlements in process of their historic development.
 

THE IMAGE OF PROTO-CITIES
OF TRIPILLYA CULTURE ABROAD.
On today exists some problem of Trypillya proto - cities his-toriography in Europe. Our examination is not exhaustive, because exists elementary problem to gather  such publications.
From the settlements opening first - giants about them found out westering.  To this on beginning assisted M.Shmaglij reports on international conferences, but in greater measure - Maria Gimbutas articles.
Already on beginning 70 - th. years M.Gimbutas  published the aerial survey Maydanets plans  Existence of such settlements, on her thought, was called by aggressive carriers actions of patriar-chal steppe kurhan cultures, which aimed to bring peaceable matri-archal tribes to submission of european farmers. This thesis is cut back in several publications, including a monumental books, devoted "To goddesses Civilizations " of Old Europe (Gimbutas, 1989, 1991).

 
The Old  European Civilisation near 5000 BC (after M.Gimbutas, 1973) and Trypillya culture proto – cities.

Into 1984 y. went out a L.Ellis labour,  devoted to Cucuteni culture technologies study problem is Trypillya and origin of complex societies (Ellis, 1984), to regret almost unknown in Ukraine, if to look on lack of references on it in articles and editions monographic dis-position. Interestingly, that into its L.Ellis turn demonstrates kind knowledge of soviet literature handed into seventies years from problem. In this labour, for six years before V.Masson (Массон, 1990), she gave voice to assertion about complex disposition of Try-pillya society. One of bases for identical assertions on thought of L.Ellis was existence of enormous settlements is as proto - cities, capitals old chiefdoms. Judging on references in other editions stated labor by with M.Gimbutas researches is the basic source about Trypillya proto - cities for most of European authors.
 L.Ellis considered technological and economic subsoil of social Neolithic processes (Ellis, 1987, p.175 is 191), showing growth of population quantity, food productions and forming of handicraft centers in Cucuteni culture are Trypillya. Researches of ceramic production allowed she to arrive at conclusion about prod-ucts keeping technologies development (Ellis,  1987, y. 180). It con-siders Trypillya society, as distinctly hierarchical.
Its look on large Trypillya settlements said not long ago А. Whittle( Whittle, 1996). It applied to this theme in prettily synoptic appearance in tie with question about "steppe threat" (Sredny Stog culture cavalry). Author thinks, that the enormous settlements had foremost defensive disposition, attached to this something writes about ditches, which they're not. At the same timed offered an opin-ion not quite intelligible to us,  that by better rescue from "maraud-ers"(?) was population dispersion,  and not his concentration. But А. Whittle thinks a threat on the part of steppe tribes unlikely. On his thought somewhat quicker had a place a mutually beneficial ex-change, and not military opposition. At that it skeptical treats to set-tlements existence simultaneity - giants on all area, for they could be diversificated( Whittle,  1996, p.134 - 135).  From references and bibliography visibly, that А. Whittle are unknown the basic publica-tions on Trypillya proto - cities, because it took information only from accessible to it from publications of V.Dergachov, E.Chernykh,D.Telegin and L.Ellis, published in 80- and years. From them only last (Ellis, 1984)relates in sort to theme, however written with use of materials accessible by then,  when problems, associated from proto - cities,  in that number the questions  micro - chronology of sites not yet were explored.
The large settlements of Trypillya culture are mentioned in monograph of J.Kruk and S. Miliscauscas,  which is devoted to rise and fall of Neolithic agricultural societies (Kruk,  Miliscauscas 1999). Into research base laid down the Poland Neolithic study results - cultures of Lengyel - Polgar circle, FBC, globular amphorae. Authors compare settlement of mentioned cultures (especially Bronochice) with Trypillya in  aspects of arhitecture and social significance. Un-der this they apply to more contemporary articles by V.Kruts and M.Videiko. J.Kruk and S. Miliscauscas in its monograph write about multi - level hierarchy of Neolithic settlements on Poland territories. They  picked out there "big settlements" (under this most from them do not arrive at area into 20 hectares), considering them, as possible centers of chiefdoms (Kruk,  Miliscauscas 1999, s.145, fig.45, s.137 is 146  and oth.).
  


 
 
CONCLUSIONS

Trypillya archaeological  culture was discovered by archae-ologists over age to that. For this time they expressed the thou-sands, and dug out hundreds of old settlements. Arheometry re-searches gave into hands of new facts learned to thousand,  won under time of researches laboratory and experimental field,,  which eked out a mosaic, laid out by archaeologists from excavations.
After 30 years of investigations by the medium of magnetic  survey  was composed the full  or partial plans of a little settlements ten (all in all by 50),  which  belongs  to   different periods   of Trypil-lya culture existence. Was given different apparatus types try, devel-oped an interpretation methods of got results. Materials, got under time of these works, widely used by archaeologists as attached to taking of field researches, so and attached to spelling of scientific labor. Applications of magnetic survey allowed to heave up study of settlements of Trypillya culture ( and myself culture, as phenomenon) on qualitatively new level.
In result of archaeological excavations on extent by 100  years only in was seen out the explorations considerable for scope more as on 60 settlements of different periods,    where explored about three hundred of different dwellings type,     household com-plexes,    etc.   For inspections data are formed the settlements maps.
  Analysis of all information cumulative for researches gives us possible today to tell about Trypillya, as one of most old agricul-tural European civilizations.
 There are two points of view on Trypillya large settlements. Some archaeologists think, that they appeared on the borders before the threat of "Steppe invasion". Other thinks, that they appeared as a result of internal social development, under the threat of wars be-tween Trypillya culture tribes. The last investigations showed that some inside - cultural  processes (and may be economical and so-cial) in Trypillya were connected not only with Steppe, but also with Central European cultures.
About arriving at home archaeologists in study to phenome-non Trypillya proto - cities to little it's known European archaeolo-gists. Such deduction can be done, looking through bibliography generalizing and even special labor from problems of European Neolithic. We must note, that similarly do not read so far in Ukraine articles of western authors, which touched a problem, which us in-terests. However diffusion process of scientific information by dint of publications in English (first of all at Baltic - Pontic Studies ) this problem now gradually decide.
"From Neolithic villages to organized  state, from gardening to irrigation farming, from iconography to writing, from disorganized raids to institutionalized warfare, from custom to law, from matriarchal religious authority to patriarchal political power, from mystery to history; the transformation was so complete that the past itself was reinvented to create a new foundation for a radically altered present. Now that we ourselves are moving into a radically altered present, it is small wonder that the patriarchal image of prehistory is disintegrating. The movement into the future always involves the revisioning of the past." (Thompson, 1981,p. 208).
 Changes in European Prehistory not so radical were and not at one moment happened.
Evidently, the civilization bases,  in that number of urbaniza-tion, were established in Neolithic. The Researchers studied a cities beginnings process there, where he was successfully completed - above all things in Mesopotamia. Here this tradition erect to Chatal-Huyuk. Was spied a row of urbanization phases in Mesopotamia, where in the second half of fourth millenium BC the first cities aro-sed.  One of urbanization aspects was a population concentration from small settlements in cities.
It is logically to suppose, that in Early agricultural societies can take place the like processes. They were related to decision of problems general for them - by population growth  and  overpopula-tion, lack fit for agriculture fields by conflicts between communities. Not nothing astonishing, that these problems everywhere by like by dint of decided. Population migrated on new lands, built fortified set-tlements. After trod a population concentration period in items, breaking the ice of early urbanization.
In Europe, as and in Mesopotamia had a place such an events development exemplarily at one and the same time  is in fifth - fourth millennium BC. In this case Pre -Indoeuropean settlements with names 'ora?/ura?' endings and Sumerian "uru-sag" or "mas-ga-na-sag" the similar settlements structures significated  .
In this situation is clear, that terms, corresponding with idea of such types of settlements, as  "town" or "city" in Europe are very old and, perhaps, reflected real types of settling in V - IV milleniums BC. Than, the most probably candidates for an -ora? ending are the large settlements of Trypillya and FBC cultures.
With such point of viewing, the  appearance of large settle-ments in Trypillya-Cucuteni culture one can be considered, as the first urbanization phase, as one of her possible models.
This process in territory of Ukraine at the beginning of Early Bronze Age was interrupted. Disappearance of proto-cities was an reflection of the  crisis of  extensive agricultural economy.
 


Decoration of painted vessels. Trypillya culture, 3700 – 3500 BC. Maydanets’ke, Cherkassy domain. Excavations of M.Shmaglij and B.Videiko, 1986.

Ancient East and Europe two ways of civilization develop-ment in IV Millenia BC showed - growth of first cities and states at Mesopotamia and temporary closing-down of social progress in some regions of Old Europe. With like point of viewing on example of Trypillya proto-cities growth and decline we can study first steps of urbanization, which in other places by the following development was covered. Therefore we think continuation of the large Trypillya settlements - proto-cities investigations  in Ukraine may be  perspective  and interesting.





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Fonte : http://www.iananu.kiev.ua/privatl/pages/Widejko/txt/cities.html

©M.Yu.Videiko
Published:  Відейко М.Ю. Трипільські протоміста. Історія досліджень. Київ, 2002; с.103-125: (Videiko M.Yu. Trypillya culture proto-cities. History of investigations. Kiev,2002, p.103-125).


 



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