venerdì 9 agosto 2019

CUCUTENI - TRYPILLYA una grande civiltà dell’antica Europa (5000 – 3000 a.C.), una mostra importante a Roma



CUCUTENI - TRYPILLYA

una grande civiltà dell’antica europa

(5000 – 3000 a.C.)

ROMA, PALAZZO DELLA CANCELLERIA
16 SETTEMBRE - 31 OTTOBRE 2008




Roma 20 agosto 2008. 
   Si presenta in anteprima mondiale a Roma, a Palazzo della Cancelleria, la mostra dedicata ad una magnifica e antica civiltà d’Europa: i Cucuteni -Trypillya, una delle prime e importanti manifestazioni della civiltà del Vecchio Continente. L’eccezionale rassegna vede per la prima volta la collaborazione in campo storico e culturale fra Romania ed Ucraina, con uno speciale contributo della Repubblica di Moldavia.
La stretta collaborazione tra gli esperti dei musei dei tre paesi confinanti si risolve in un progetto espositivo unitario che illustrerà al pubblico lo splendore ed il mistero dell’antica civiltà neolitica.
Composta da oltre 450 reperti, fra i più significativi finora emersi dagli scavi e provenienti dai musei e dalle collezioni private più importanti dei tre paesi, la mostra Cucuteni-Trypillya: una grande civiltà dell’antica europa verrà presentata con uno speciale allestimento che proporrà diverse visioni delle proto-città ricostruite dagli archeologi. Gli studi finora condotti confermano che fra gli aspetti più importanti raggiunti da questa civiltà si può verosimilmente parlare di uno stadio proto-urbano: una condizione certamente significativa per una civiltà le cui prime testimonianze risalgono al V millennio a. C.
L’importante rassegna è promossa dall’Ambasciata d’Ucraina presso la Santa Sede; dal Ministero della Cultura e degli Affari Religiosi di Romania; dal Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Moldavia; dal Ministero della Cultura e del Turismo d’Ucraina.
La parte scientifica vede la collaborazione dei massimi esperti e accademici dei tre Paesi: la Dott.ssa Lacramioara Stratulat, Direttrice del Complesso Museale Nazionale “Moldova” di Iasi, il Prof. Nicolae Ursulescu, Direttore del Centro Interdisciplinare di Studi Archeostorici dell’Università “Alexandru Ioan Cuza” di Iasi, il Dr. Romeo Dumitrescu, Presidente della Fondazione “Cucuteni pentru Mileniul III” di Bucarest, il Dr. Sergiy Krolevets, Direttore del Museo Nazionale Storico-culturale “Kyevo-Pecherska Lavra”, il Dr. Sergiy Chaykovskyi, Direttore del Museo Nazionale Storico dell’Ucraina, i Sig.ri Sergiy Taruta e Mykola Platonov, comproprietari della famosa collezione “Platar” di arte antica (Ucraina) e con la partecipazione dell’Istituto di Archeologia dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina ed il Museo Storico Nazionale di Dnipropetrovsk.
Per la Repubblica di Moldavia i contributi scientifici sono a cura del Dr. Eugen Sava, Direttore del Museo Nazionale di Archeologia e Storia della Repubblica di Moldavia, del Dr. Valentin Dergacev, Direttore dell’Istituto della Memoria Culturale di Chisinau.
La rassegna si avvale del patrocinio dell’Ambasciatore d’Ucraina presso la Santa Sede S.E. Sig.ra Tetiana Izhevska, del Ministro della Cultura e del Turismo d’Ucraina On. Vasyl’ Vovkun, del Ministro della Cultura e degli Affari Religiosi di Romania, On. Adrian Iorgulescu e del Segretario Generale del Ministero della Cultura e degli Affari Religiosi di Romania, On. Virgil Nitulescu.

La mostra è organizzata da Artifex, Comunicare con l’Arte, e si avvale del sostegno dell’Unione Industriale di Donbass (Ucraina), Sig. Sergiy Taruta, Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’UID, il Progetto “Artinvest”, nonchè dal Sig. Mykola Platonov, comproprietario del Museo del patrimonio nazionale culturale “PLATAR” (Ucraina) e Presidente del Fondo di beneficenza in memoria di Sergiy Platonov.

 

CUCUTENI - TRYPILLYA

Considerata la prima grande civiltà d’Europa, quella di Cucuteni-Trypillya è emersa e si è sviluppata nelle regioni che oggi fanno parte di tre differenti stati: Romania, Ucraina e Repubblica di Moldavia. Gli scavi, iniziati alla fine dell’800 e da allora mai interrotti, hanno restituito al patrimonio culturale universale una civiltà caratterizzata da una forte originalità e da un livello di progresso sorprendente per quell’epoca.
Il nome di questa civiltà è stato stabilito in modo convenzionale dagli archeologi in base ai nomi dei villaggi Cucuteni in Romania, vicino a Iasi, e Trypillya in Ucraina, vicino a Kiev, dove, alla fine del XIX secolo sono state rinvenute per la prima volta ceramiche dipinte e statuette di terracotta, categorie di oggetti divenuti simbolo di quest’antica popolazione. A più di cento anni dalla loro scoperta questi siti archeologici sono entrati nella letteratura scientifica di tutto il mondo. Siamo di fronte ad una civiltà estesa su circa 350.000 km quadrati con insediamenti di varie dimensioni, proto-città che si sviluppavano su centinaia di ettari, elaborate fortificazioni, abitazioni che variavano da capanne interrate a costruzioni fino a due piani, oggetti in ceramica la cui utilità si abbina in modo armonioso all’aspetto estetico, una religione affascinante le cui tracce sono marcate fra idoli e oggetti cultuali dall’incredibile simbolismo, oggetti rituali la cui funzionalità è ancora in fase di interpretazione.
Maggiori sono le informazioni raccolte sulla civiltà Cucuteni-Trypillya, più questa cultura diventa misteriosa, soprattutto per ciò che riguarda i luoghi e il suo ruolo ricoperto nella storia universale; vi è anche l’ipotesi che questi luoghi potrebbero essere il punto di partenza della civiltà dei Sumeri se non, addirittura, che a questi luoghi sia riferibile il mito di Atlantide.
Alla fine del XIX secolo un nucleo fondamentale di scoperte archeologiche hanno modificato la visione della storia dell’umanità: Schliemann scoprì la città di Troia, Evans rivelò al mondo il Palazzo di Knossos a Creta, in Medio Oriente si diede inizio alle scoperte delle civiltà mesopotamiche, conosciute, fino ad allora, solo in antichi scritti.
Per quello che riguarda l’Europa dell’Est vi era un’opinione secondo cui, in quest’area, nell’epoca preistorica i contributi allo sviluppo della civiltà furono pochi. Contrariamente, grazie agli scavi dal 1884 in Romania e dal 1893 in Ucraina, furono portati alla luce i primi segni delle civiltà che progressivamente hanno modificato l’idea che gli storici avevano, fino a quel momento, del progresso della civiltà in Europa. Un gruppo di intellettuali di Iasi (Theodor Burada, Nicolae Beldiceanu, Grigore Butsureanu e George Diamandi), effettuando gli scavi su Dealul Cetatuia, nel villaggio Cucuteni, scoprirono belle ceramiche dipinte e numerose statuette di terracotta, raffiguranti uomini e animali. La comunicazione dei risultati ad un congresso internazionale, svoltosi a Parigi nel 1889, introdusse nel circuito scientifico europeo i dati necessari per l’avvio allo studio di queste antica civiltà. A quell’eccezionale congresso erano presenti, nel ruolo di componenti del comitato scientifico e archeologico, figure quali Schliemann, Evans, de Mortillet e Montelius, che convalidarono il legame fra le scoperte di Cucuteni, le scoperte del bacino Egeo e quelle dell’Asia Minore. Poco tempo dopo, l’archeologo ucraino V. Khvoyka, divenuto successivamente uno dei fondatori del Museo Nazionale di Storia dell’Ucraina, trovò in un sito archeologico nelle vicinanze del villaggio Trypillia, vicino Kiev, resti di vasi in argilla, statuette raffiguranti donne e armi in pietra e rame, risalenti sicuramente a periodi antecedenti a quelli finora ipotizzati. I ritrovamenti rivelarono come gli abitanti che vivevano in quei territori coltivavano la terra, erano abili artigiani ed avevano credenze religiose.
Fin dall’inizio del XX secolo si determina un collegamento fra le scoperte portate alla luce in Romania ed in Ucraina; la forma è quella di un’unica grande civiltà, Cucuteni-Trypillya, pur se, nei due paesi, furono mantenuti nomi differenziati. La moltitudine delle scoperte riferibili a Cucuteni-Trypillya, dall’est della Transilvania fino al fiume Dnipro e dal nord-est di Muntenia fino al sud della Polonia, hanno dimostrato l’unità di questa grande civiltà con luoghi estesi e ricchi, con edificazioni e oggetti di un senso estetico del tutto peculiare.
Gli scavi archeologici provarono l’eccellente grado raggiunto dalla popolazione nell’agricoltura, confermarono come non solo vi erano solo villaggi comuni, ma anche centri abitati di dimensioni davvero impressionanti con superfici che variavano dai 150 fino ai 450 ettari. Non si trattava, chiaramente, di singole abitazioni anche se molto grandi, ma di vere e proprie “città preistoriche”. In particolare l’insediamento del bacino del Bugo Meridionale mostrava strutture urbane con abitazioni poste in cerchi concentrici oppure disposte in linee parallele o gruppi, tese a formare piazze e luoghi destinati ad attività pubbliche o comunitarie. Alcune abitazioni erano molto grandi, da 300 a 600 metri di lunghezza, composte da molte stanze. I muri ed il soffitto erano decorati con disegni neri e rossi. I letti e altri arredamenti d’interni erano decorati con disegni complicati realizzati con colori brillanti.
Alcune delle statuette ritrovate negli scavi archeologici rappresentavano i personaggi importanti che vivevano nelle costruzioni appartenenti a queste città preistoriche. I volti maschili sono allungati, con nasi pronunciati. Mentre tutte le statuette rappresentanti le donne sono state trovate senza alcuna maschera sul volto e questo è uno dei misteri della civiltà Cucuteni-Trypillya. Il numero delle statuette maschili ritrovate è decisamente inferiore rispetto a quelle femminili e, in tutte, si può notare la forma ovale del volto o la presenza di una maschera. La maggior parte delle statuette femminili sono aggraziate, con lunghe gambe, alcune nude e altre avvolte in quello che sembra un abito da festa. La ragione per cui le figure femminili sono “senza volto” non è chiara, ma si presume possa essere riferibile a esigenze rituali. Uno studio approfondito rivela che le maschere sono caratterizzate da raffigurazioni di animali: pecore, maiali, lucertole, tartarughe, serpenti e pennuti quali galli, galline, cicogne, falchi, anatre e altri uccelli sacri.
Perché il volto era coperto ed il corpo no? Gli esami sulle statuette rivelarono che i corpi delle donne erano tatuati in diversi punti, soprattutto sullo stomaco e sulla schiena. I disegni ornamentali più diffusi erano spirali, rombi e serpentine (l’Albero della Vita). Alcune delle statuette portano ancora segni di colori rosso e nero che riprendono i dettagli dei vestiti. L’ornamento più popolare sembra essere stato la gonna con frange di varie lunghezze, ma anche grembiali.
L’ultimo stadio nello sviluppo della civiltà Cucuteni-Trypillya rivela un cambiamento nel modo di vestire. Le donne iniziano ad indossare vestiti aderenti e probabilmente anche qualcosa di simile ai pantaloncini corti. Questi indumenti erano tutti decorati con spirali e serpentine. Le statuette e le figure sui vasi indicano che le donne indossavano anche alti stivali rossi. I capelli erano pettinati in vari modi. Le raffigurazioni sui vasi mostrano che i capelli delle donne erano raccolti oppure sistemati in alto con due trecce. Comunque erano pettinati indietro per le occasioni speciali. 
 Le occupazioni di base della popolazione di Cucuteni-Trypillya erano l’agricoltura e l’allevamento di suini, ovini e bovini; verosimilmente addomesticavano i cavalli. Gli specialisti di paleo-botanica hanno dimostrato l’esistenza di certi tipi di grano, orzo, cereali, legumi, viti, ciliegi e prugni. La loro agricoltura era avanzata per quei tempi, usavano, infatti, aratri a trazione animale.
La popolazione di Cucuteni-Trypillya usava dei forni per cuocere la ceramica. Nel villaggio di Vesely Kut (letteralmente tradotto: angolo allegro) furono trovati resti di sofisticati forni. Ad Ariusd nel sud-est della Transilvania sono stati ritrovati forni evoluti, composti da due camere separate che permettevano di ottenere alte temperature per la cottura in profondità degli oggetti di ceramica. I vasi erano di diversi tipi e stili, decorati in almeno 20 diversi modi. Nell’insediamento di Nebelivka, vicino a Maydanetsky in Ucraina, gli archeologi portarono alla luce quello che potrebbe essere considerato il più antico set di ceramiche dell’Est Europa, con piatti, ciotole e coppe riportanti lo stesso decoro. La ceramica di qualità era opera di alcuni maestri specializzati e costituiva uno dei beni di prestigio utilizzato negli scambi commerciali intercomunitari.
I metallurgici della civiltà Cucuteni-Trypillya conoscevano diversi metodi di lavorazione del rame, e perfino i metodi per ottenere le leghe metalliche, compresi rame e argento. In proporzione inferiore lavoravano anche l’oro con cui realizzavano gioielli di prestigio. Gli oggetti di metallo erano accumulati quali tesori (come quelli scoperti a Ariusd, Habasesti, Brad, Carbuna, Horodnica). Il tesoro di Ariusd (Romania) conteneva ben 1.992 oggetti di rame, il tesoro di Carbuna (Repubblica di Moldavia) 444 oggetti di metallo, mentre i tesori di Ariusd e Brad (Romania) contenevano anche oggetti in oro.
Gli insediamenti di Cucuteni-Trypillya (oggi denominati “piccole fortezze” per via della posizione dominante) mostrano sistemi di fortificazione che consistono in fossati, terrapieni e palizzate.
Nell’ultima fase di sviluppo della civiltà Trypilliana, le città di tipo proto-urbano dell’area est (Trypillia) estendevano le fortificazioni fino a tutto il perimetro dell’abitato, innalzando, talvolta, anche muri di pietra. Queste fortificazioni avevano lo scopo di difendere gli insediamenti e le ricchezze dagli attacchi delle comunità vicine e dalle tribù nomadi infiltrate nell’area attraverso le regioni delle steppe.
Gli archeologi, i fisici e i paleo-botanici, impegnati nello studio della civiltà Cucuteni-Trypillya, presumono che uno dei fattori che determinarono il declino di questa civiltà agli apici del suo sviluppo fu il progressivo peggioramento della situazione ecologica, sentita in tutta l’area dell’Eurasia. Ma le vere ragioni della scomparsa della civiltà Cucuteni-Trypillya non sono ancora del tutto chiare. Altresì, ad oggi, non si conosce l’idioma parlato pur se, secondo varie opinioni, è fra la popolazione di Cucuteni-Trypillya che andrebbe cercata l’origine della lingua Indo-Europea.
La civiltà Cucuteni-Trypillya ha attraversato distinte fasi di evoluzione, designate in modo diverso nella letteratura specifica della Romania e dell’ex Unione Sovietica. Nella loro fase più antica, le dimore di Cucuteni-Trypillya erano relativamente piccole, alcune di esse scavate nel terreno. Nella fase media, le dimensioni degli insediamenti e delle abitazioni crebbero. Durante l’ultima fase la decorazione della ceramica è più raffinata, vi si rappresentano scene mitologiche. Allo stesso tempo si realizzano armi sempre più sofisticate, sia in metallo (pugnali e asce) sia in pietra (asce, punte di freccia e lance), che mettono in evidenza come il combattimento occupasse un posto sempre più importante nella vita della comunità.
La loro religione e i loro culti trattavano in tutta evidenza argomenti quali la cosmogonia e l’aldilà. Tra i culti più sviluppati vi è il culto per la Madre Terra (che assicurava fecondità e fertilità), per il Toro Celeste e per il Fuoco (come attributo celeste). Gli artefatti trovati negli scavi archeologici suggeriscono l’esistenza di scambi commerciali con le altre tribù del centro e sud-est Europa, ma anche con quelle delle aree di steppa, del Caucaso e dell’Asia centrale.
Al momento vi sono molte più domande che risposte su questa importante civiltà dell’est europeo, ciò può solo aumentare l’aura di mistero che ancora ne avvolge usi e costumi, ma la ricerca continua e nuove scoperte potranno certamente chiarire, almeno in parte, il ruolo storico e l’apporto all’evoluzione dell’uomo dell’antica civiltà Cucuteni-Trypillya.


Fonte :
Ufficio Stampa: Ku.Ra, Rosi Fontana
Tel. +390509711343 – fax +390509711317





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