giovedì 20 luglio 2023

Il Profeta Elia


IL PROFETA  ELIA

di Yaryna Moroz Sarno
 
 
 16 ICON THE FIERY ASCENSION OF ELIJAH THE PROPHET

     La figura del profeta Elia /Elias (in ebraico אֱלִיָּהוּ Eliyahu, che significa "il mio Dio è Yahweh", in gr. Ηλίας Elías o Ilias) è stato il primo grande d'Israele, zelante di particolare rilevanza, che combattuto per il culto di un solo Dio e con le sue opere ha mostrato la sua potenza; uno dei più grandi profeti e il primo dedicato alla verginità nell'Antico Testamento. ("E sorse Elia profeta, come un fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola" (Sir 48, 1)). La sua storia si racconta nei due libri dei Re. Le frequente menzioni (trenta volte) di questo profeta nel Nuovo Testamento sottolineano il suo significato. Egli è stato paragonato a Giovanni Battista o al Signore stesso. Troparion nel giorno della memoria liturgica di Elia lo chiama "il secondo precursore della venuta di Cristo".  
    Elia nacque nella città di Tishbà nel paese di Galaad nacque verso la fine del IX secolo avanti Cristo. Sant'Epifanio di Cipro raccontava così la storia della sua nascita: “Quando nacque Elia, suo padre Sobac vide in visione angeli di Dio intorno a lui. Lo hanno fasciato con il fuoco e lo hanno nutrito con le fiamme". 
    Il nome che i genitori hanno dato al figlio definì tutta la sua vita. Fin da piccolo si dedicò a Dio, stabilendosi nel deserto e vivendo nella preghiera, nella meditazione e nel digiuno rigoroso, divenne un esempio dell'uomo veterotestamentario di preghiera e una prefigurazione del monachesimo. La sua missione svolse sotto il regno di Acab (873-854). Su di lui si narra nei due libri dei Re, viene  menzionato nei testi evangelici. Nella tradizione biblica, Elia è uno dei due santi dell'Antico Testamento che non hanno visto la morte sulla terra, ma sono stati onorati nel Paradiso prima della venuta di Cristo. 
    Acab, che fu re di Israele a quel tempo, esortava il popolo ad adorare gli idoli (Baal), seguendo la regina Gezebele che fu la sostenitrice dell'idolatria e sterminò tutti i profeti per introdurre il culto del Baal. Tra quei temerari israeliani che si opposero a questo c'era Elia che pregava con fervore, esortando le persone a pentirsi e credere nell'unico Dio. Il santo profeta Elia, difensore premuroso della fede e protettore della gloria del vero Dio fu un formidabile e audace denunciatore del peccato nei tempi in cui l'idolatria e il decadimento morale stavano aumentando drasticamente. Elia restò l'ultimo fedele al Dio e sfidò e vinse i 450 profeti del Baal sul monte Carmelo. 
    La vita del santo profeta Elia è descritta nei libri dell'Antico Testamento (1 Re 17, 1-19; 18; 21, 17-28; 2 Re 1, 3-17; 2, 1-18; 3 Re 18; 4 Re; Sir 48, 1-15; 1 Macc 2, 58). Durante la Trasfigurazione del Signore, il profeta Elia parlò con il Salvatore sul Monte Tabor (Matt 17, 3; Mc 9, 4; Lc 9, 30). Nella Sacra Scrittura sono le narrazioni sui diversi miracoli, che fece Elia: moltiplicazione della farina e dell'olio (1 Re 17, 4- 16) e la resurrezione del figlio della vedova (1 Re 17, 17 - 24). 
    La seconda apparizione sulla terra d'Elia appare prima della venuta del Messia. Il suo ruolo messianico è sottolineato nella profezia del profeta Malachia: "Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore" (Ml 4, 5). Gesù Cristo stesso indicava Giovanni il Precursore come un profeta che apparve davanti a Lui "nello spirito e nel potere di Elia", ma rimase tragicamente non riconosciuto (Ml 4, 5 ; Matt 11, 14; 17, 10 -13). Insieme a Mosè, appare anche sul monte Tabor durante la Trasfigurazione del Signore: le due persone più autorevoli dell'Antico Testamento che personificano la Legge e i Profeti - le prime due e più importanti sezioni della Scrittura.
  Nell'esegesi patristica la vita del profeta è stata spesso interpretata come un prototipo degli eventi della vita terrena di Gesù Cristo e con la figura di Giovanni Battista (Ireneo, Adv. Haer. III 11, 4; Giustino Martire, Dial. 49; 51). Sant'Ireneo di Lione confronta la vita ascetica di Elia con la vita di Gesù Cristo (Ireneo, Adv. Haer. III 22. 2; V 21. 2) scrisse che, come Mosè e Elia, Gesù rimase nel deserto in digiuno e preghiera per 40 giorni. 
   Elia è stato menzionato da Padri della Chiesa più degli altri profeti dell'Antico Testamento. La vita del profeta (Clemente d'Alexandria, Strom. I, 115) e il suo soggiorno nel deserto durante un periodo di siccità (Ibid., II, 52. 1) sono stati raccontati brevemente da Clemente di Alessandria, da San Gregorio il Teologo (Gregorio di Nissa, Or. 21.7). Tertulliano narra sul miracolo della risurrezione del figlio della vedova (Tertulliano, Adv. Marcion, IV 21. 4). Sant'Ireneo di Lione scrisse sulla sua lotta con i sacerdoti di Baal sul monte Carmelo (Ireneo, Adv. Haer., III 6. 3). San Cirillo di Gerusalemme nel suo discorso menzionava un episodio con la vigna di Nabot, quando Elia si espresse contro l'illegalità commessa da la moglie del re Acab, Jezebel. Secondo San Cirillo, il pentimento sincero del re Acab  è stato ricompensato dalla misericordia di Dio (Cyrillo, Hieros. Catech., 2. 13, PG 33, col. 418-419).
  Questo profeta è stato molto venerato nella terra ucraina dai tempi della Rus'-Ucraina. In suo nome, durante il regno del principe Askold, all'inizio del IX secolo, fu costruita una cattedrale a Kyiv e Sant'Olga costruì una chiesa nel nome del profeta  Elia nel villaggio di Vydubychi nei attorni di Kyiv (adesso Kyiv). Nella cronaca del "Racconto degli tempi passati" di Nestore sotto il 944, ad esempio, si dice che quando fu concluso un patto di pace tra Kyiv e Costantinopoli, al cui partecipò il principe Igor da Kyiv, i cristiani giuravano la fedeltà alla loro parola, nominando la chiesa di Sant'Elia a Kyiv. In Ucraina medievale erano popolare le omelie in onore di Sant'Elia scritte da Clemente di Ocrida (+916) e dal metropolita di Kyiv Gregorio Tsamblak (+1416). 
    Nel passato, nel giorno della commemorazione di Elia e per una settimana dopo si svolgevano le processioni nelle chiese dedicate ad Elia con la suppliche per la pioggia o per il tempo sereno. E oggi i piloti considerano Sant'Elia il loro patrono che li protegge nel cielo.
    Nell'arte cristiana furono diffuse alcune scene della sua Vita, che divennero fonte di trame prototipiche e si interpretavano come simboliche, non solo le singole immagini del profeta. Sono stati confrontati con gli eventi del Nuovo Testamento la resurrezione del figlio della vedova Sarepta (1 Re 17, 8-24) - con la resurrezione dei giusti, di Lazzaro (Gv 11, 1-45); il sacrificio sul Monte Carmelo (1 Re 18, 19-40) - con la Discesa dello Spirito Santo (At 2, 1-13); il nutrimento Elia da un angelo nel deserto (1 Re 17, 2-7) - con l'alimentazione della giovane Vergine Maria nel tempio di Gerusalemme (Proto-Vangelo di Giacobbe, cap. 7, 2-3); il mantello di Elia, raccolto dal profeta Eliseo (4 Re 2, 12-13), - con la consegna delle chiavi del paradiso all'apostolo Pietro (Matt 16, 19) ed altri. Alcuni soggetti cominciarono ad essere percepiti come prototipi dell'Eucaristia (per esempio, il soggiorno di Elia al torrente di Corato (1 Re 17, 2-8)), che a sua volta determinò la loro collocazione nell'altare del tempio. La riflessione iconografica si trova anche nelle Sacre Scritture di I. con S. Giovanni Battista. Troparion nel giorno della memoria I. lo chiama "il secondo precursore della venuta di Cristo"; così come S. Giovanni Battista, I. è raffigurato con i capelli arruffati e la barba, si nota la somiglianza degli abiti di entrambi i profeti, vestiti con una tunica e un mantello.
     Le prime conosciute immagini di Elia sono state preservate nella sinagoga di Dura-Europos nella Siria orientale (249-250). L'antica iconografia dell'Ascensione del Profeta Elia si trova nella cappella di Sant'Aquilino della Basilica di San Lorenzo Maggiore a Milano (ca 370).

Il sacrificio del profeta Elia, l'affresco nella sinagoga di Dura Europos (249-250)

Gli affreschi della catacamba a Roma, IV secolo 


Il sarcofago romano, III secolo, Louvre 

Il mosaico nella cappella di Sant'Aquilino della Basilica 
di San Lorenzo Maggiore a Milano (ca 370)

Rilievo delle porte della basilica di Santa Sabina a Roma, V secolo.

   Nell'arte ucraina sono state diffuse le composizioni che rappresentavano il miracolo del "Nutrimento del profeta Elia da un corvo" (1 Re 17, 2-6) - un prototipo veterotestamentario dell'Eucaristia, e "L'ardente ascesa al cielo di Elia" (2 Re 2, 8-14) che è l'indicazione dell'Ascensione di Gesù Cristo. Il profeta Elia spesso è raffigurato in una camicia di pelle, cinto da una cintura di cuoio, come un eremita e un profeta. Nelle opere dei Padri della Chiesa Evagrio, Gregorio di Nissa, Massimo il Confessore si spiega perché sono tali vestiti: la pelle e la cintura di cuoio. Questo è l'abbigliamento monastico più antico: qui tutto è "morto", da un animale ucciso; una cintura intorno ai lombi è un simbolo di ascetismo, mortificazione della carne.
    Il tema dell'ascesa ardente del profeta era molto diffuso nell'iconografia ucraina dal XVII secolo. Le icone raffiguravano spesso il profeta Elia seduto su un carro con ruote di fuoco, circondato su tutti i lati da nuvole infuocate e tirato da quattro cavalli alati. La trama è basava sul racconto biblico: "Mentre camminavano e parlavano per la strada, improvvisamente apparve un carro di fuoco e cavalli di fuoco, che li separarono entrambi, ed Elia si precipitò in un turbine verso il cielo. Ed Eliseo guardò e gridò: Padre mio, padre mio, il carro d'Israele e i suoi cavalieri. E non l'ho più visto ”(2 Re 2, 11, 12). Secondo  le antiche credenze, lui è un profeta severo, che cavalca il suo carro e punisce gli ingiusti.

L'affresco dell'XI secolo nella cattedrale di Santa Sofia a Kyiv 

L'icona in pietra del XII-XIII secolo

 

L'icona ucraina del XV secolo

 
 
L'affresco della capella della SS. Trinità a Liublino, 1418

L'icona ucraina del profeta Elia, XVI secolo, Museo Nazionale a Cracovia 

L'icona ucraina dell'inizio del XVII secolo, villaggio Strashevychi, scuola pittorica di Sudova Vyshnia

Il frammento dell'icona della Trasfigurazione di Yov Kondzelevych 


 
Jov Kondzelevych, il frammento dell'iconostasi di Skyt Maniavsky, fine del XVII secolo

L'icona ucaina della metà del XVIII secolo, villaggio Wara, 
Museo Storico a Sianok (Polonia) 

L'icona ucaina della prima metà del XVIII secolo, villaggio Wara, 
Museo Storico a Sianok (Polonia) 

L'incisione del libro di Lazar Baranovych, Kyiv 1674

L'icona ucraina del XVII secolo 

Icona ucraina della prima metà del XVII secolo dalla chiesa dell'Intercessione della Beata Vergine, villaggio di Dorogochynychi presso di Lokachyn, Museo delle icone di Volyn'.
 
 
 
 L'icona ucraina della metà del XVII secolo, Sudova Vyshnia, Museo Storico di Sianok
 
Elijah 17th c Weremien Sanok.jpg
L'icona ucraina, XVII secolo, villaggio Weremien', Museo Storico di Sianok (Polonia) 


L'icona del XVII secolo, Museo Arcidiocesano a Catowicie 

 
 
L'icona della devozione popolare dalla chiesa dell'Intercessione della Vergine, 
villaggio Volia Velyka a pressi di Liubachiv, Museo-castello di Lantsut (Polonia)


Il profeta Elia con Enoch, icona ucraina del XVII secolo
Museo Storico di Sianok (Polonia)


L'icona del XVII secolo dalla chiesa San Niceta, villaggio Tur,
 provincia Ratne, Museo dell'icona di Volyn' 

 Автор невідомий Пророк Ілля фрагмент ікони  кінець ХІХ - І третина ХХ ст. розпис на склі скло олія приватна колекція Івана Снігура
L'icona della devozione popolare, dipinta sul vetro, fine del XIX secolo 
 

Цієї п'ятниці храмуватимуть в Луцьку, Ратному, Копачівці та Грем ...
Mychailo Boichuk, Il Profeta Elia


Per consultare le icone ucraine vedi anche: Il profeta Elia - ICON.ORG.UA


Data della prima pubblicazione
020/08/20

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