Sant'Andrea Apostolo, il Primo Chiamato
il primo evangelizzatore della Scizia,
il santo patrono dell’Ucraina
di Yaryna Moroz Sarno
Il mosaico della cattedrale di Santa Sofia a Kyiv
Sant’Andrea, il Protoclito (gr. Πρωτόκλητος, protòklitos, Prōtoklētos; lat. Primus Vocatus), il primo ad essere chiamato (Mt 4, 13-20; 8, 14 ss.; Mc 1, 10-18; 29-31; 3, 18 ss.; Gv 1, 35-42; 6, 8 ss.; 12, 20-22) è considerato il primo evangelizzatore della Scitia (principalmente attuale Ucraina) e di Kyiv, perciò divenne santo patrono dell'Ucraina. Usato nella liturgia bizantina epiteto protoklitos apparve probabilmente per la prima volta nell' apocrifo "Atti di Andrea" della fine del II secolo) e dopo entrò nei testi liturgici della Grande Chiesa di Costantinopoli successivamente al trasferimento delle sue reliquie a Costantinopoli alla metà del IV secolo (356/357 ca) da Patrasso (secondo gli apocrifi luogo del suo martirio).
Sant'Andrea nacque a Betsaida di Galilea, figlio di Giona e fratello di Pietro, fu pescatore a Cafarnao e pescò sul lago di Tiberiade ("il mare di Galilea") e per questo divenne il santo protettore di pescatori e marinai. I Vangeli secondo Matteo e Marco raccontano che Andrea e Pietro insieme a Giacomo e Giovanni, pescavano sulle rive del lago, quando sono stati chiamati dal Salvatore (Mt 4, 18; Mc 1, 16). Il suo nome (dal gr. Ἀνδρέας) si traduce come "coraggioso". Secondo il Vangelo di San Giovanni, fu discepolo di San Giovanni Battista (Gv 1, 35-41) e tra i quattro discepoli più vicini al Signore Gesù Cristo.
L'apostolo è stato martorizzato sulla croce, legato e non inchiodato per allungare la sofferenza dell'agonia. Rimanendo vivo così per tre giorni, non cessava di predicare la fede cristiana. Dal IX secolo la data della sua morte è stata solitamente considerata durante il regno dell'imperatore Nerone il 30 novembre 64.
Il mosaico di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna
La vita del santo è stata descritta nell’apocrifo della metà del II secolo "Gli Atti di Sant’Andrea", principalmente ricostruito sulla base del "Libro dei miracoli" di Gregorio di Tours (Liber de virtutibus beati Andreae Apostoli, 591-592 ca). Secondo la tradizione locale, predicò per la prima volta in Giudea ai Samaritani ed anche a Gaza. Dopo aver lasciato Gaza, Andrea si recò nella città palestinese di Lidia, dove San Giorgio avrebbe poi ricevuto la corona del martire, poi ad Antiochia, e da lì ad Edessa (l'attuale città di Urfa in Turchia) che fu uno dei centri della vita cristiana nei tempi apostolici. Gli Atti di Andrea menzionati da Eusebio di Cesarea, Epifanio Slamina ed altri autori insieme all'apocrifo Vangelo di Andrea sono stati iscritti da papa Gelasio I nel Decretum Gelasianum.
Gli Atti di Sant'Andrea ed altre fonti raccontano che per la sua missione apostolica Sant'Andrea ricevette la Scitia (attuale Ucraina), dove iniziò a predicare il Vangelo sulla costa del Mar Nero, spostandosi verso l'ovest, predicò il cristianesimo ai popoli dei Balcani e del Mar Nero. Eusebio di Cesarea nella Storia della Chiesa (ancor prima, verso il 130, ache Papia di Gerapoli) menziona Acta Andreae, raccontando sulla predica del Vangelo agli sciti.
Le testimonianze più antiche sulla predicazione dell'apostolo Andrea nella nostra terra risalgono ai primi secoli del cristianesimo. Il vescovo di Portuene Ippolito diceva: "Andrea, dopo aver predicato agli Sciti e ai Traci, subì la morte sulla croce a Patrasso Acaia, essendo crocifisso su un albero dell'ulivo, dove fu sepolto". Il santo vescovo Ippolito di Roma (170 ca - 235) lasciò la testimonianza sulla predicazione dell'apostolo Andrea nelle terra di Rus'-Ucraina. Origene (185 ca - 253) riferisce che Andrea predicò il Vangelo nella Scitia. Nella sua opera dedicata alla memoria degli Apostoli scrisse: "Gli apostoli e i discepoli di nostro Signore e Salvatore, sparsi per l'universo, predicarono il Vangelo, cioè: Tommaso, come da tradizione è sopravvissuto a noi, ha ricevuto la Partia in eredità, Andrea - la Scizia, Giovanni ha ottenuto l'Asia..." Sulla missione di Sant' Andrea agli sciti scrisse Doroteo di Tiro (255 ca -362).
Anche lo storico Eusebio di Cesarea (ca 263 - ca 340) nella sua Storia della Chiesa (Eusebius, Historia Ecclesiasticae, PG, vol. 20, coll. 214-215) citando Origene, narrò sul viaggio di Sant’Andrea lungo le coste del Mar Nero, che, salendo sulle rive del fiume Dnipro, predicava il Vangelo agli Sciti. Negli scritti di Eusebio di Cesarea si riflette un'antica tradizione risalente almeno alla prima metà del III secolo.
Doroteo (circa 307–322), vescovo di Tiro, scrisse: "Andrea, fratello di Pietro, percorse tutta la Bitinia, tutta la Tracia e gli Sciti…". Anche san Sofronio (+390) e sant'Epifanio di Cipro (+403) testimoniano nei loro scritti della predicazione dell'apostolo Andrea nella Scitia. Secondo Epifanio di Salamina (315 ca - 403), Sant'Andrea fece tre viaggi da Gerusalemme lungo le rive del Mar Nero.
San Giovanni Crisostomo (344-407), patriarca di Costantinopoli e dottore della Chiesa, raccontava sugli sciti che lodavano il Cristo (S. Joannes Chrysostomus, Adeversus Judacos et gentiles quod Christus sit Due, Opera Omnia, Parissis 1718, vol. 1, col. 566). San Girolamo (345-419) scrisse che la fredda Scizia è stata riscaldata dal fuoco della fede vera (Hieronymus, Epistulae ad Laetam, vol. XXII, 870). Eucherio di Lione (+449) e Isidoro di Spagna (570-636) scrivono nei loro scritti sulla predicazione e l'insegnamento del sant'apostolo Andrea: "Egli ricevette in eredità la Scizia e insieme l'Acaia".
Successivamente, nelle narrazioni di Pseudo Epifanio (VI - VII secolo) si conferma la predicazione di Sant'Andrea nella Scizia. Lo Pseudo Doroteo (l'VIII - IX secolo) aggiunse agli Atti di Andrea il racconto sulla predica dell'Apostolo a Ponti (Bitinia, adesso in Turchia).
Gli scrittori ecclesiastici Dositeo di Tiro, Niсeta il Paflagone (IX - X) ed altri completano queste notizie. Così, l'ultimo degli storici della chiesa che descrive la missione apostolica di Sant'Andrea nella terra degli Sciti Niceta il Paflagone (Νικήτας Δαβὶδ Παφλαγών, (+873)), notò che l'apostolo "avendo abbracciato tutti i paesi del settentrione e tutta la parte costiera del Ponto con il vangelo nella forza delle parole, della sapienza e della ragione, nella forza dei segni e dei prodigi, ponendo ovunque altari (chiese), sacerdoti e gerarchi (vescovi) per i credenti". La missione del Santo Apostolo compita nella Scizia con la nomina dei primi vescovi, in particolare nel Chersoneso e nel Bosforo, ebbe luogo molto prima che fondasse la Chiesa a Costantinopoli e ne nominasse il primo vescovo. Nella sua opera retorica, l'autore descrive l'apostolo Andrea come primo maestro dei popoli dell'Europa orientale, che face il giro dell'intera "regione settentrionale", illuminando i pagani, "insegnando nel Vangelo tutte le regioni del nord e l'intera costa del Ponto". L'autore scrisse anche: "Il primo chiamato e l'originale degli apostoli, secondo dignità segue direttamente il fratello, secondo la sua vocazione anche maggiore di lui, nella fede nel Salvatore e nell'insegnamento, l'iniziale non solo per Pietro , ma anche per tutti i discepoli".
Nella
vita di Sant'Andrea scritta tra l'815 e l'843 da Epifanio il Monaco, è stato riferito che durante
il suo terzo viaggio lungo
la costa meridionale e orientale del Mar Nero, l'apostolo raggiunse la Crimea e
trascorse un periodo considerevole a Chersoneso (PG, 120, coll. 215-260). Elaborando le testimonianze delle fonti antiche letterarie ("Lista degli Apostoli" di Pseudo-Epifanio, Pseudo Clementine, "Vita" di Pancrazio di Toro ed altri) e unendo con leggende locali raccolte durante i suoi viaggi sull'itinerario di Sant'Andrea, Epifanio il Monaco presenta Sant'Andrea come l'Apostolo dell'Asia Minore e della costa del Mar Nero. Simeone Metafraste usò la prima edizione della "Vita" di Epifanio ed estese la predicazione di Andrea il Primo Chiamato al Danubio, aggiungendo la storia del trasferimento delle reliquie dell'apostolo a Costantinopoli. Niketa Davide Paflagone scrisse sulla base della seconda edizione della "Vita" di Epifanio il suo elogio (encomio) ad Andrea apostolo e una vita di tipo encomiastico: "Laudatio", aggiungendo al racconto di Epifanio la menzione del sermone Sant'Andrea nel villaggio di Charax in Paflagonia, una narrazione sulla storia di Lesbio a Patrasso e sulla nomina del vescovo di Palma ad Amastris.
Tutti gli autori successivi ad Epifanio si basavano sulla sua "Vita" di Sant'Andrea, che aveva grande popolarità nelle chiese orientale ed influsso sull'agiografia bizantina, alla fine dell'XI secolo apparve nella traduzione slava. Sull'apostolato di Sant'Andrea in Scitia racconta anche la Leggenda aurea.
Secondo una leggenda delle cronache medievali ucraine (tra cui la Cronaca di Kyiv "Il Racconto dei Tempi Passati"), Sant’Andrea piantò una croce sul fiume Dnipro dove adesso si trova Kyiv, dicendo che lì sorgerà la città santa benedetta da Dio con le numerose chiese. Al mattino, Andrea predisse ai suoi discepoli che la grazia avrebbe brillato sui monti, sarebbe stata edificata una grande città con molte chiese: "E, salito su questo monte, l'ho benedetto e ho eretto una croce".
La profezia di Sant'Andrea su Kyiv. Sant'Andrea che erige la croce sulle colline del fiume Dnipro,
raffigurato nella cronaca di Radzivill
E proprio su questo posto, secondo la pia tradizione, è stata eretta la chiesa in suo onore e per questo l’apostolo Andrea divenne santo patrono dell’Ucraina come il primo evangelizzatore. Sant'Andrea il Primo Chiamato è stato considerato come il santo patrono dello stato dai tempi della Rus'-Ucraina.
La devozione verso l'Apostolo cresceva rapidamente dall'XI secolo. Nel 1086 il principe Vsevolod (che ricevette il nome di battesimo Andrea nel 1030), figlio di Yaroslav il Saggio, fondò il monastero al nome del suo santo patrono. Il ricordo della predicazione del santo apostolo Andrea era sacro nella Rus'-Ucraina. Su questo luogo nel 1215 fu eretta la chiesa dedicata all'Esaltazione della Croce dell’apostolo Andrea (poi, nel 1744-67 dall'architetto italiano Bartolomeo Rastrelli fu edificata la chiesa di Sant'Andrea Apostolo).
Nel 1089 il metropolita di Pereyaslav Efremo costruì e consacrò la cattedrale al nome di Sant'Andrea a Pereyaslav. Nella letteratura antica di Rus'-Ucraina erano diffusi gli apocrifi sull'apostolo Andrea: "Gli Atti di Andrea e Matteo" e "Gli Atti degli apostoli Andrea e Pietro". Per queste chiese non conservate dovevano essere create grandi icone con la rappresentazioni dell'apostolo e gli affreschi che adornavano le pareti.
La solennità di Sant'Andrea Apostolo si menzionava nel calendario dei Vangeli di Reim della prima metà dell'XI secolo) (fol. 1) ed Ostromyrove 1056–1057 (fol. 243). I racconti sull'apostolo Andrea nel Prologo si sono sviluppati dal XII secolo. I Prologhi della prima edizione includono una breve vita di Sant'Andrea "La Passione del Santo e Lodevole, e il Primo Chiamato Andrea, fratello del grande Pietro", nei Prologhi della seconda edizione - anche "Il sermone sulla manifestazione del Battesimo nella terra di Rus' ". Nella prima metà del XIV secolo la vita di Andrea è stata nuovamente tradotta in slavo (probabilmente dai serbi nel monastero sul monte l'Athos) come parte del prologo in versi. Si sono conservati numerosi versioni slavi meridionali ed ucraini della Vita di Sant'Andrea scritti nei secoli XIV-XVII.
La chiesa di Sant'Andrea a Kyiv
edificata sul luogo dove Sant'Andrea infisse la croce
(l'edificio attuale eretto tra il 1747 e il 1753, architetto italiano Bartolomeo Rastrelli)
edificata sul luogo dove Sant'Andrea infisse la croce
(l'edificio attuale eretto tra il 1747 e il 1753, architetto italiano Bartolomeo Rastrelli)
Oltre la Scitia, Sant’Andrea svolse il suo apostolato nelle varie regioni fino nelle terre dell’Asia Minore, la Tracia, la Cappadocia, (anche Ponto Eusino, Macedonia, Armenia, Georgia, Bitinia) per stabilirsi poi in Grecia. A lui è stato attribuito d’essere fondatore del vescovato bizantino a Costantinopoli, dove divenuto il patriarca, è tuttora il suo santo patrono. Secondo altra tradizione fu eletto vescovo di Patrasso (Grecia).
Sempre secondo il racconto di Eusebio, era martirizzato a Patrasso (Grecia) sulla croce verso l’anno 60. Secondo le testimonianze dello Pseudo Ippolita nel IV secolo, non fu inchiodato ma legato perché soffrisse di più. Andrea morì dopo due giorni di agonia. Dal suo sepolcro a Patrasso, come narrava Gregorio di Tour, scaturiva la manna con un profumo.
Martirio di Sant'Andrea, Menologio di Basilio II, Costantinopoli, 985,
Biblioteca Vaticana Vat. gr.1613, fol. 215
Sulla crocifissione di Sant’Andrea per la prima volta parlano gli apocrifi (vedi: Acta et Martyrium Sancti Andreae Apostoli, PG, vol. II, col. 1217 ss.). La Croce (insieme al pesce o la rete) è un attributo di Andrea. La croce del suo martirio decussata con braci uguali a forma di X, la lettera iniziale del nome di Cristo in greco (detta la croce di Sant’Andrea) è stata affermata dalla tradizione più tarda, diventando poi una parte integrale dell’iconografia del Santo (apparsa nell’arte per la prima volta nel X secolo). Il martirio di Sant'Andrea, crocifisso sulla croce è presentato nella miniatura del Menologio di Basilio II (Roma, BAV, Vat. gr. 1613. fol. 215, ca 976-1025).
Le prime immagini di Andrea nell'iconografia paleocristiana negli affreschi delle catacombe e sui sarcofagi dei secoli IV - V, ma sempre insieme all'apostolo Pietro, nonché nelle illustrazioni di testi evangelici (ad esempio il Codice di Rossano), nel mosaico dell'abside non esistente della basilica di Sant' Andrea in Catabarbara a Roma (dedicata al santo da papà Simplicio, 468-483), nei clipei della cappella arcivescovile e basilica di San Vitale, nella scena della Vocazione degli Apostoli (mosaico di Sant' Apollinaire Nuovo) a Ravenna della prima metà del VI secolo.
L'iconografia orientale dell'apostolo Andrea era legata alla diffusione del suo culto e si formò dai tempi antichi, come testimoniano gli affreschi delle catacombe di Karmuz (Egitto), risalenti al IV - VI secolo o il dittico avorio del 450-460 (Londra, Victoria and Albert Museum). L'impulso allo sviluppo iconografico delle nuove rappresentazioni del santo fu dovuto alla traslazione delle sue reliquie dal luogo del suo martirio a Patrasso (Grecia) a Costantinopoli nel 356.
Nell'arte le raffigurazioni singolari di Sant'Andrea sono conosciute dal V secolo. Ma già nell’iconografia più antica sono riconoscibili i suoi tratti individuali con le caratteristiche ben definite (unico fra gli apostoli insieme a Santi Pietro e Paolo). Era rappresentato con la barba cespugliosa e i capelli arruffati incolti, grigi/ bianchi (per esempio, nel mosaico della cappella arcivescovile, delle chiese di San Vitale e Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna della prima metà del VI secolo). Come apostolo era spesso raffigurato con il mantello, come pescatore con la tunica.
Sant'Andrea è rappresentato nel mosaico a cupola del Battistero degli Ortodossi a Ravenna (metà del V secolo) con una corona tra le mani. Nell'oratorio della cappella Arcivescovile a Ravenna (494-519), si rappresenta il busto del santo, in un medaglione nella chiesa di San Vitale a Ravenna, 547 ca. Nell'abside del catholicon del monastero di Santa Caterina al Sinai, 550-565; nell'affresco dell'abside della VI cappella a Bauit (Egitto) del VI secolo il santo è stato raffigurato con il Vangelo, come nell'abside della chiesa di Santa Maria Antiqua a Roma, 705-707, nell'abside di San Giovanni in Laterano, ed altri. L'immagine separata di Andrea come "apostolo d'Oriente" appare solo alla fine del VII secolo nelle regioni periferiche dell’Impero d’Oriente.
Nell'epoca post-iconoclasta, Sant'Andrea era di solito raffigurato con un rotolo nella mano: nei mosaici del nartece di Osios Loukas (Grecia) degli anni '30 del XII secolo, o con croce sull'asta lunga (per esempio, mosaico dell'abside della chiesa di Santa Maria Assunta a Torcello, 1130 circa; cappella della cattedrale del Sacramento a Trieste della prima metà del XII secolo; cattedrale di Cefalù in Sicilia, 1148 ca.
Dall' XI secolo come gli attributi caratteristici dell'apostolo compaiono nei codici greci a poi anche latini il libro e la croce. Nell’arte rinascimentale e barocca le scene più ricorrenti sono quelle del suo martirio e della predicazione.
Il mosaico del VI secolo del monastero di Santa Caterina, Sinai, 550–565 ca
Il mosaico della cappella Arcivescovile a Ravenna, 494-519
Il mosaico della chiesa di San Vitale, Ravenna, 547
L'affresco della chiesa Santa Maria Antiqua al Foro Romano, 705-708
Inizialmente le reliquie di Sant'Andrea si trovavano nel luogo del suo martirio a Patrasso a Grecia. Secondo il racconto di Sofronio Eusebio Girolamo, le reliquie vennero traslate nel 357 ca nella basilica dei Santi Apostoli a Costantinopoli per volontà dell’imperatore Costanzo II. Nel VI secolo le reliquie degli apostoli Andrea, Luca e Timoteo, ritrovate durante la ristrutturazione dell'edificio fatiscente della chiesa, furono solennemente trasferite nella nuova chiesa dei Santi Apostoli e sepolte sotto la cattedra. "La trasposizione delle reliquie degli apostoli" è stata inserita in synaxarium greco sotto il 20 giugno. I pellegrini medievali notavano nel XII secolo l'esistenza della mano di Sant'Andrea conservata nella chiesa della Vergine di Pharos (in gr. Θεοτόκος τοῦ Φάρου) presso il Gran Palazzo a Costantinopoli, della testa di Andrea Apostolo nel monastero di San Giorgio in Mangani prima della caduta di Costantinopoli nel 1453. Alcune parte delle reliquie furono trasferite in Scozia nell'VIII secolo e da allora, la croce di Sant'Andrea è diventata un simbolo della Scozia.
Le sue reliquie in seguito alla IV Crociata sono state trasportate ad Amalfi e l’8 maggio del 1208 sono state raccolte nella cripta del Duomo d’Amalfi che porta il suo nome, mentre il cranio dell'apostolo fu portato nella basilica di San Pietro a Roma. Nel 1964 papa Paolo VI restituì parte del cranio (secondo come è stato narrato dal papa Pio II nei suoi Commentari, donato da Tommaso Paleologo nel 1461, ) alla chiesa di Sant’Andrea a Patrasso.
La cattedrale di Sant'Andrea Apostolo ad Amalfi
Il mosaico dalla cattedrale di San Michele dalle Cupole d'Oro a Kyiv, XII secolo
Gli Apostolo Andrea e Marco, il frammento dell'iconostasi, villaggio Stara Skvariava,
la metà del XVI secolo, Museo Nazionale a Leopoli
Maestro Fedusko, il frammento dell'iconostasi con gli apostoli Bartolomeo ed Andrea,
dalla chiesa della Dormizione della Vergine Maria, villaggio Nakonecne,
la seconda metà del XVI secolo, Museo Nazionale a Leopoli
Frammento dell'iconostasi, Krekhiv, la fine del XVI secolo
Gli apostoli Andrea e Tommaso, il frammento dell'iconostasi di Yastrebnyk, l'inizio del XVII secolo
Particolare dell'iconostasi della prima metà del XVII secolo,
nella chiesa del villaggio Velyki Grybovyci, vicino a Leopoli
Il frammento dell'iconostasi nella chiesa Santa Parasceva a Leopoli, XVII secolo
Ivan Rutkovyc, gli apostoli Andrea e Marco,
il frammento dell'iconostasi, 1688-89, Volia Vysocka
Ivan Rutkovyc, frammento dell'iconostasi di Zhovkva, 1687-99, Museo Nazionale a Leopoli
Ivan Medyckyj, La chiamata di Sant'Andrea, gli affreschi della chiesa di San Giorgio,
Drogobych, 1711
nella chiesa della Santissima Trinità a Zhovkva, XVIII secolo
Modest Sosenko, L'Apostolo Andrea nell'iconostasi della chiesa a Zolochiv, 1913
(Museo Nazionale a Leopoli)
Data di prima pubblicazione:
12/12/20
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