lunedì 16 settembre 2024

Pavlo Tycyna (Павло Тичина) (10 (23) gennaio 1891 - 16 settembre 1967, Kyiv), famoso poeta ucraino

 

Pavlo Tycyna (Павло Тичина)
(10 (23) gennaio 1891 - 16 settembre 1967)

a cura di Yaryna Moroz Sarno


 


   Pavlo Tycyna (in ucr. Павло Тичина) fu famoso poeta e traduttore ucraino, il direttore dell'Istituto di letteratura dell'Accademia delle scienze della Repubblica Sovietica Socialista Ucraina nel 1936–1939 e 1941–43; ministro dell'istruzione della Repubblica  Sovietica Ucraina nel 1943–48. 
   Nacque il 10 (23) gennaio del 1891 nel villaggio pittoresco di Pisky, provincia di Kozelets, regione di Chernighiv (ora distretto di Bobrovytsia, regione di Chernighiv). Proviene da un'antica famiglia cosacca (secondo la leggenda familiare, il suo antenato fu colonnello di Bohdan Khmelnytsky). Il padre del futuro poeta era un diacono del villaggio ed insegnante di "scuola di alfabetizzazione". Fin dalla tenera età mostrò un talento per la musica, il disegno e la poesia. 
   Nel 1900 Tycyna divenne cantante del coro arciepiscopale del monastero di Yeleck a Cernighiv, nel 1902-07 cantava nel coro arcivescovile del monastero della Santissima Trinità. Continuò a studiare presso la Scuola Teologica (1900-1907) e Seminario Teologico di Cernighiv (1907-1913), dove il suo professore era famoso pittore e poeta Mychailo Zhuk (1883-1964) che introdusse l'alunno preferito nella cerchia letteraria, portandolo con sè alle serate di Mykhailo Kotsiubynsky (dall'autunno del 1910). Le sue prime poesie furono influenzate da Oleksander Oles',  Mykola Voronyj e Mykhailo Kotsiubynsky.
   La sua prima poesia conservata è stata datata con il 1906 ("Synie nebo zakrylosia" ("Il cielo azzuro si chiude").  Poi scrive le poesie "Il blu ha spazzato la mia anima" (1907), "Guai della mamma" (1908), "Io stesso non so perché amo così tanto..." (1909), "La mia Ucraina, la mia cara Ucraina ..." (1909). La sua prima pubblicazione fu la poesia "Vy znaiete, jak lypa shelestyt'"? ("Sapete come fruscia il tiglio?") che apparve nel 1912 sul "Messaggero letterario-scientifico". 
   Le sue prime poesie sono pieni di musica ("Dove cresce il pioppo ..." ed altr.). All'inizio del risveglio nazionale dedicò la sua poesia "Oh, che le campane suonavano a Sofia, tremavano ..." (10 novembre 1917). Agli studenti-eroi di Kruty che morirono alla stazione ferroviaria di Kruty all'inizio del 1918, difendendo la Repubblica popolare ucraina, Pavlo Tycyna dedicò la poesia "Memoria dei trenta".



  Nel 1913 Tycyna si iscrisse alla Facoltà di economia dell'Istituto commerciale a Kyiv (1913-1917) e lavorò da studente nei comitati editoriali dei giornali e delle riviste. Lavorò nella redazione del giornale "Rada" e come segretario tecnico nella redazione della rivista "La luce" ("Svitlo") (1913-1914), come assistente del direttore del coro nel teatro di Mykola Sadovsky (1916-1917). Poi lavorava come istruttore presso l'Ufficio statistico provinciale di Cernighiv (1914-1916), come capo del dipartimento delle cronache del giornale "Nova Rada" (1917) e il dipartimento della poesia della rivista "Il Messaggero Letterario-Scientifico" (1918-1919), presidente della sezione della casa editrice (1919).  
  Tornando nell'autumno del 1916 Tycyna si è immerso nella vita letteraria e artistica, scrivendo poesie e musica, interpretando i ruoli e dipingendo. Così interpretò il ruolo di un cosacco nella commedia di Spiridon Cherkasenko "Di cosa frusciava la segatura". A Kyiv Pavlo incontrò il compositore Kyryllo Stetsenko, il talentuoso regista-riformatore Les' Kurbas, sotto la cui influenza ha scritto il poema drammatico "Dzvinkoblakytne". 
   Nel 1917-1922, Pavlo Tycyna, Les' Kurbas, Dmytro Zagul, Yuriy Mezhenko, Yakiv Savchenko, Oleksa Slisarenko e Volodymyr Kobylansky crearono il Movimento Artistico Simbolista. In questa atmosfera nacque la prima raccolta di poesie di Tycyna "Clarinetti solari" (1918), un fenomeno epocale nella letteratura ucraina moderna, dove sintetizzò artisticamente stile del simbolismo, dell'impressionismo, dell'arte popolare ucraina, della tradizione poetica, in particolare del barocco.
  Tycyna con "Clarinetti solari" fece un debutto trionfale. Questo libro era un'opera in cui il poeta creò la sua forma del simbolismo e stabilì il proprio stile poetico "clarinettismo". Vasyl Barka disse: "Tycyna il clarinettista era forse il poeta lirico più importante al mondo nei suoi anni classici [1914-1924]". 
   Già prime raccolte delle poesie hanno portato il riconoscimento mondiale a Tycyna. Lo scrittore polacco Yaroslav Iwaszkiewicz ha nominato l'autore "Corsa all'oro" un genio che vede il futuro, la cui tavolozza di stili è tessuta dalle fonti linguistiche ed emotive dell'elemento popolare ucraino e dalla cultura letteraria dei simbolisti francesi e russi. I ricercatori cechi hanno riconosciuto Tychyna come "il più grande paroliere degli slavi moderni". Il critico inglese John Foot ha definito Tycyna come il poeta più musicale del mondo.
   Tycyna cercava di armonizzare il mondo, che nelle catastrofi della guerra mondiale perse tutti i valori una volta venerati. Durante i primi anni dell'occupazione sovietica dell'Ucraina, segnati dal terrore, dalla rovina, dalla carestia e dalla soppressione della rivolta nazionale, Tycyna mantenne la sua posizione di poeta indipendente e si affermò rapidamente come il principale poeta ucraino.  
  Trovandosi al centro dei turbolenti eventi durante la lotta per l'indipendenza dell'Ucraina e nel tempi della rinascita dell'Ucraina il giovane Tycyna creò le opere pervase dall'armonia, dal ritmo e dalla luce. Pavlo Tychyna elogiava la vittoria della lotta di liberazione nazionale, definendo la rivoluzione in Ucraina "un clamore d'oro" nell'omonimo poema. Il poeta rappresentò l'immagine della rivoluzione nazionale nelle poesie "Sulla piazza (maidan)" e "Come è caduto da cavallo", dove ha interpretato un rivoluzionario, un combattente per l'Ucraina indipendente. Pavlo Tycyna che è stato chiamato il "bardo" della rivoluzione nazionale e l'Orfeo ucraino.
   Il 1920 è un anno fruttuoso per Tycyna: vengono pubblicate le raccolte "L'aratro", "Invece di sonetti e ottave", che riflettevano riflessioni sugli eventi catastrofici della storia recente, preocupazione  per il destino dell'Ucraina. La sua preminenza è evidente nelle raccolte "Invece di sonetti e ottave" (1920), "L'aratro" (1920) e "Nell'orchestra cosmica" (1921), il poema "Skovoroda" (la prima parte è stata pubblicata nella rivista "Le strade dell'arte" (1923, n. 5)). 
     Il poeta non accettava le atrocità dei rappresentanti del nuovo potere sovietico ("Maledizione a tutti coloro che sono diventati una bestia!"). Le poesie di Tycyna rispiecchiavano suo desiderio di bellezza e verità, la disperazione per la perdita dell'umanità.
   Poi, nel 1923 si trasferì a Kharkiv, allora capitale della Repubblica Ucraina, dove partecipò attivamente alla vita letteraria della città. Tra l’altro diresse la sezione letteraria del teatro di Kyiv  di Taras Szevczenko. 
   Nel 1923 Pavlo Tycyna creò il poema "Prometeo", rivelando i problemi della società totalitaria. La capacità di vedere oltre gli altri ha permesso al poeta di creare la prima opera anti-utopica e mostrare l'essenza del totalitarismo. La raccolta delle poesie "Il vento dall'Ucraina" (1924) era dedicata a Mykola Khvylovyj.
   Dopo la sua capitolazione al regime sovietico, iniziò a scrivere le raccolte di poesie nello stile socialista-realistico che simboleggiavano la sottomissione dello scrittore allo stalinismo, nonostante alcune sue opere poetiche, letterarie, giornalistiche di epoche successive: "Gregoriy Skovoroda" (1939),"Il funerale dell'amico" (1942), "Potere creativo delle persone", "Sbarazzati delle mani sporche dall'Ucraina" (1943) ed alcuni altri. 
   Tycyna divenne in seguito il destinatario dei più alti premi e ordini sovietici; membro dell'Accademia delle scienze della Repubblica Sovetica Socialista Ucraina  dal 1929; il deputato del Consiglio Supremo della Repubblica Sovietica Socialista Ucraina dal 1938 e suo presidente nel 1953-1959; il deputato del Parlamento Sovietico dal 1946 a vita.  Nel campo della poesia e della prosa, del giornalismo, nonché nelle opere scientifiche e critiche Pavlo Tycyna si rivelò come uno dei più istruiti scrittori sovietici, la cui erudizione riguardava le arti correlate: musica e pittura. 
   Grande poeta ucraino Vasyl Stus scrisse di lui: nel suo articolo "Il fenomeno dell'epoca": "Il fenomeno di Tycyna è un fenomeno del nostro tempo... il poeta visse in un tempo che relegava un genio al ruolo di giullare. E il poeta accettò questo ruolo... Il poeta morì, ma Tycyna rimase in vita e dovette svolgere funzioni poetiche come funzionario... Tycyna è stato presso con riconoscimento. La punizione con la fama è una delle forme più recenti ed efficaci di lotta contro l'arte".
    Oltre la poesia originale, l'eredità di Tycyna include le numerose traduzioni dalle diverse lingue (O. Pushkin, E. Baratynsky, O. Blok, M. Tikhonov, M. Ushakov, Jan Kupala, Jakub Kolas, "David Sasunsky", O. Hovhannisyan, O. Tumanyan, A. Hakobyan, I. Chavchavadze, A. Tsereteli, K. Donelaitis, S. Neris, A. Ventslova, I. Vazov, X. Botev, L. Stoyanov, ecc.). Pavlo Tycyna conosceva quasi venti lingue straniere che imparò da solo (tra cui armeno, georgiano, arabo, turco e iddish) e traduceva da quaranta lingue. 
  L'eredità creativa di Tycyna include anche le traduzioni di libretti operistici, comprese le opere di Lohengrin di Richard Wagner, "Il principe Igor" di Alexander Borodin, frammenti di "La notte prima di Natale" di Nikolai Rimsky-Korsakov ed altri. Un posto di rilievo nella sua attività letteraria occupavano anche il giornalismo e saggi letterari, pubblicati postumi.  
   Tycyna entrò nella storia della letteratura ucraina come un poeta innovativo che ha arricchito il vocabolario, la ritmica, la musicalità e le forme figurative, creò il suo stile poetico ("clarinettismo"). La sua poesia è musicale, piena di immagini visive, uditive. Era l'eccezionale poeta ucraino, critico letterario, personaggio pubblico, l'autore di molte raccolte di poesie, traduzioni letterarie, opere letterarie, linguistiche e giornalistiche, accademico dell'Accademia delle Scienze dell'Ucraina. 
    Morì il 16 settembre 1967 a Kyiv.


 "Il blu avvolgeva la mia anima..."

 Il blu avvolgeva la mia anima, 
L'anima mia sognava il sole, 
L'anima partecipava alla mitezza delle erbe - 
Ho detto buongiorno al mondo! 

Ruscello score nel mezzo del boschetto, come un nastrino. 
 farfalla sul fiore, come candelina. 
Campi emozionanti, rallegranti, fioriscono 
Buongiorno a te, mia Ucraina! 

1907


"Sapete come il tiglio fruscia..." 

Sapete come il tiglio fruscia
Nelle notti primaverili illuminate dalla luna?
L'amata dorme, l'amata dorme
Vai a svegliarla, baciandole gli occhi. 
L'amata dorme... 
Perché avete sentito: così è un tiglio che fruscia.

Sapete come dormono i vecchi boschetti? 
Vedono tutto attraverso le nebbie. 
Ecco la luna, le stelle, gli usignoli... 
"Sono tuo" - i nonni sentono da qualche parte, 
E usignoli!.. 
Ma sapete già come dormono i boschetti!

1912

Il ritratto del giovane Tycyna sulla tela "Bianco e nero" di Mychailo Zhuk , 1912

"I boschetti  frusciano ..."
 
I boschetti frusciano  - 
sto ascoltando. 
Le nuvole che corrono - 
sto ammirando. 
Ammiro e mi meraviglio  
perché l'anima mia 
così tanto è rallegrata.
 
Ehi, la campana suona - 
da lontano, 
filando pensieri - 
sui campi 
Sui campi di marea, 
bagnandomi 
come una rondine 

Io vado, vado -
commoso. 
Sto ancor aspettando qualcuno 
cantando. 
Cantando ed amando  
con il sussurro quieto delle erbe accarezzando.
 
Il boschetto sta sognando qualcosa - 
sopra il fiume 
Lì l'orizzonte del cielo  - come l'oro 
Come l'oro battuto, 
 fiume sta luccicando e tremando, 
come una musica. 
1913


"Con le arpe, con le arpe... "

Con le arpe, con le arpe -
dorate e forti i boschetti rispondono, 
suonando: 
la primavera arriva
fragrante,
con fiori e perle in treccia 
addobbata
Con i pensieri, con i pensieri - 
come il mare con le navi, l'azzurro ha traboccato 
con le sfumature tenere: 
sarà una battaglia 
focosa! 

Sarà risata, sarà il pianto 
di madreperla… 
Mi alzerò, guarderò - 
rivoli ovunque scorrono, come campanule, 
un'allodola come l'oro 
con le iridescenze:
la primavera arriva
fragrante, 
con fiori e perle 
addobbata 

Cara mia, amata mia,- 
o cammini triste o piena della felicità 
fino all'estremo. 
Là dietro i campi: 
oh, apri 
spiga delle ciglia! 
Sarà la risata, sarà il pianto 
di madreperla… 

1914

***
La primavera arrivava da qualche parte. - Le ho detto: sei primavera! 

Le colombe dalle ali blu 
Negli angoli delle labbra 
Qualcosa la fece sorridere - 
Ed è affondato nella mia anima... 

La segale è stata versata. - Le ho detto: oro! 

I sopraccigli arrabbiati si rompono
Si è voltata. 
È andata. 
Mi sono guardato intorno per molto tempo - 
Fosse gridava: vai! 

La nebbia ha iniziato a diradarsi. - Ho detto: tu non ami! 

Lei è alzata. Ha guardato. Ha parlato 
L'autunno è già arrivato. 
Quindi ami? - dimmi. Sei più veloce! — 
La sua risata balenò come un pugnale... 

Il boschetto si intristisce sotto la neve. - Le ho detto: beh... arrivederci! 

Tutto in una volta con un bagliore che scalda il cuore 
Qualcosa le schizzò via dagli occhi... 
Come colomba dalle ali blu 
Lei è sulle mie labbra! 

1917

    ***

 (frammento della poema) 

Siamo campanule 
Campanule della foresta, 
Giorno noi lodiamo 
Noi cantiamo 
Diamo il benvenuto con un campanello: 
Giorno! 
Giorno. 
Noi amiamo il sole 
Il cielo e il sole 
ombra leggera 
I sogni lussuosi 
Tutti i boschetti accoglienti: 
Ombra! 
Ombra. 
Versare, nuvole, 
Oh vieni, nuvole, - 
Giornata limpida. cospargere, 
Per favore trovaci: 
Giorno! 
Giorno. 
Che sul campo 
campo d'oro 
si stende l'ombra.
Che trema - 
La segale sorriderà: 
Ombra! 
Ombra. 

1917


"Io piangevo di amore, piangevo..."

Io piangevo di amore e singhiozzavo.
(Sopra la pineta nuvole come un muro!)
Quel pianto sta tra lei e me -
(Muro marmoreo ...)

Le preghiere fluttuano su.
(Torna con il sorriso!)
Il foglio cade sull'altare -
(Campana rotolante ...)

Ha già nevicato da qualche parte.
(Sopra la pineta nuvole come un muro!)
Nemici teneri vinti -
(Muro marmoreo ...)

Sei sola, io sono solo.
(Primavera! - alba! - amarena!)
La tua anima si è espansa  
(Amarena mattutina ...)


1917


"Non guardarmi così amichevole..." 

Non guardarmi amichevolmente 
Come un bocciolo di mela. 
Le stelle maturano come il grano: 
Sarò triste. 

Non accarezzarmi setosamente, 
Come falco alto. 
Le rose sbocciano all'alba: 
Ci saranno ancor giornate buone. 

I temporali suonano all'alba - 
Ci saranno ancora lacrime! 
La mamma si é alzata, anche il padre si é alzato: 
Dov'è la mia rondinella? 

Ed io sto qua in giardino, sulla panchina, 
Dove sono i fiori dolci... 
Cosa dirò a loro? - tutto è chiaro: 
Come un bocciolo di mela. 

1918



In memoria dei Trenta 

Sulla tomba di Askold
Li hanno sepolti -
Trenta martiri ucraini,
Gloriosi e giovani...

Sulla tomba di Askold
Fioritura ucraina! —
Per la strada insanguinata
Dobbiamo andare nel mondo.

Contro di chi ha osato alzarsi
La mano infida? —
Il sole splende, il vento gioca
E il fiume Dnipro...

Contro di chi si è sollevato Caino?
Oh Dio, punisci! —
Amavano 
soprattutto
La loro terra cara.

Morivano nel Nuovo Testamento
Con la gloria dei santi. —
Sulla tomba di Askold
Li hanno sepolti.


1918



L'Autoritratto del giovane Tychyna 


La copertina del primo libro "Clarinetti solari" (1918)  

La copertina del libro "
Clarinetti solari", grafica di Les' Lozovskyj, 1920  


La copertina del libro
"Invece di sonetti e ottave", 
grafica di Les' Lozovskyj, 1920  
La copertina del libro "I clarinetti solari", Berlino-Kyiv 1922
Grafica di Robert Lisovsky




La copertina del libro "L'aratro", grafica di Les' Lozovskyj, 1920  


La copertina del libro di poesia di Pavlo Tychyna "Zolotyj Gomin", grafica di Pavlo Kovzhun




http://www.encyclopediaofukraine.com/display.asp?linkpath=pages%5CT%5CY%5CTychynaPavlo.htm
http://www.yuryzavadsky.com/tychyna/malunky.html


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