sabato 23 marzo 2024

Il Sabato dell'Acatisto (Akathistos)

    Il Sabato dell'Acatisto (Akathistos)

 a cura di Yaryna Moroz Sarno


“Rallegrati, Madre della Stella indelebile;
Rallegrati, l'anima della mia salvezza.
Rallegrati, sposa senza macia!”

(Dall'Acatisto).
 
 Il Sabato della Quinta settimana della grande Quaresima i cristiani orientali  celebrano un giorno speciale in onore della Vergine Maria, il Sabato dell'Akathistos. L'Akathistos, una celebrazione speciale con le lodi di ringraziamento in onore della Madre di Dio, si svolge al mattutino della festa. Il sabato dell'Acatisto si canta l'intero acatisto dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria. 
  La funzione solenne di questo sabato è stata istituita come ringraziamento alla Vergine Maria per la triplice protezione di Costantinopoli dagli attacchi nemici: per la prima volta nel 626 durante il regno dell'imperatore Eraclio dall'assedio dei persiani e gli avari; la seconda difesa miracolosa di Costantinopoli fu trent'anni nel 674-77 nei tempi l'imperatore Costante II Pogonato (641-668), quando la capitale fu attaccata dai musulmani. Il patriarca (610-638) Sergio I di Costantinopoli (565 -638) insieme alla popolazione, percorse l'intera città lungo le mura, portando in mano le icone della Madre di Dio per incoraggiare i soldati. La terza volta nel 717 era sotto l'imperatore Leone III Isaurico (675-741), dall'assedio della flotta araba. I sacerdoti della città portavano l'icona della Madre di Dio Odigitria e la reliquia dell'albero della Santa Croce lungo le mura della fortezza e con le lacrime gridarono l'aiuto del Signore. 
   La celebrazione della festa della lode della Santissima Theotokos fu istituita nel IX secolo per la ripetuta liberazione di Costantinopoli con l'aiuto e l'intercessione della Santissima Theotokos dall'invasione dei nemici. La festa si inizialmente celebrava solo a Costantinopoli nella chiesa delle Blacherne, dove sono state conservate l'icona miracolosa delle Blacherne della Madre di Dio, secondo la leggenda, dipinta dall'evangelista Luca, e oggetti legati alla vita terrena della Madonna: una ryza (la sua veste) e la sua cintura. In seguito la festa fu inclusa nei Typikon del monastero di San Saba, lo statuto dei monaci  studiti, e poi nei libri liturgici della chiesa, diventando comune alla Chiesa orientale. Il canone di questa festa fu scritto nel IX secolo da Giuseppe lo Studita.
   L'Akathistos (dal gr. ὕμνος ἀκάθιστος l'inno cantato in piedi) è uno tra i più antichi e più celebri inni liturgici della Chiesa Orientale. Nella sua forma, l'akathistos appartiene a un tipo speciale di inni antichi: i cosiddetti kontakion. Il kontakion (che è un inno a più stanze, contenente solitamente da 18 a 30 strofe (ikos), identiche in numero di versi e nell'organizzazione ritmica dei versi corrispondenti)  si creò nell'innografia bizantina alla fine del V - la prima metà del VI secolo come un nuovo genere poetico. Le strofe (in gr. στροφή), stanze poetiche di Kontakion, o ikos, sono collegate da una sorta di acrostico. Quindi, nell'akathist, l'alfabeto greco serviva come l'acrostico. La lettera "alfa" c'è nella stanza poetica "L'Angelo messaggero". L’inno dell'Akathistos è composto dalle 24 stanze (strofe), quante sono le lettere dell'alfabeto greco con le quali progressivamente ogni stanza comincia, e divise in due parti di 12 concatenate stanze ciascuna: una liturgico-narrativa, l’altra - dogmatica.
     La sua prima parte (stanze 1-12) è il ciclo ispirato dai Vangeli dell'Infanzia (Lc 1-2; Mt 1-2): l'Annunciazione della maternità divina e il mistero dell'Incarnazione (stanze 1-4), la grazia per Sant'Elisabetta e Giovanni (stanza 5), la rivelazione a Giuseppe (stanza 6), l'adorazione dei pastori (stanza 7), l'adorazione dei magi (stanze 8-10), la fuga in Egitto (stanza 11), l'incontro con Simeone (stanza 12). Nella seconda parte (stanze 13-24) si presenta la dottrina mariana dei Concili (soprattutto di Nicea (325), Efeso (431) e Calcedonia (451)).
   Nella seconda parte la Vergine Maria è presentata come la Nuova Eva, verginale nel corpo e nello spirito. Il Frutto del suo grembo riconduce al paradiso perduto (stanza 13); la Madre di Dio, sede e trono dell'Infinito, che apre le porte del cielo (stanza 15); è la Vergine e Madre che invoca ad inchinarsi davanti al mistero della nascita divina (stanza 17); è la Vergine, l'inizio della verginità della Chiesa consacrata a Cristo e la sua protettrice (stanza 19); la Madre dei Sacramenti pasquali, che nutrono del Cibo celeste (stanza 21); l'Arca Santa e il Tempio vivente di Dio (stanza 23); l'Avvocata nell'ultimo giorno (stanza 24). Una parte significativa dell'akatisto molto assomiglia agli inni in onore della Madre di Dio di Efrem il Siro (VI secolo). 
   La storia non ha lasciato il nome esatto dell'autore che è tuttora discusso: l'inno Akathistos lo attribuiscono a Romano il Melode (485 ca - 555 ca) o a Basilio di Seleucia (+468) uno dei padri del Concilio di Calcedonia nel 451. Il saluto conclusivo all'ikos: "Rallegrati, sposa pura" è stato preso dal kontakion dell'Annunciazione di Roman il Melode. L'Acatisto attribuiscono anche al vescovo dell'Antiochia di Pisidia Giorgio il Confessore (VII secolo) o diacono della Chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli che descrisse la guerra di Bisanzio con gli Avari, in cui la Vergine Maria difese miracolosamente la capitale. Gli altri considerano come autore il patriarca Sergio o Germano, il patriarca di Costantinopoli dell'VIII secolo. La traduzione latina è stata eseguita dal vescovo di Venezia Cristoforo l'800 ca,  portava il nome del patriarca di Costantinopoli Germano. 
   Nei Triodi greci del IX secolo l'Acatisto alla Madre di Dio era già collocato il sabato della Quinta settimana della Grande Quaresima. Probabilmente nel IX secolo sorsero la leggenda sull'Akathisto inclusa in raccolte Triod e Synaxar. I titoli della leggenda spesso dipendevano dalla volontà dello scriba, perciò poteva essere diverso da uno breve, ad esempio, "Λόγο άναγινω^κόμενο ει τή Άκάθιατον" ("La Parola, letta all'Acatista") (l'IX secolo), da a lungo, come nei secoli X - XII. 
   Nella tradizione letteraria ucraina, l'Akathis della Madre di Dio è noto dall'XI. Il suo testo si trova in Kondakar dell'XI e nel Triodo quaresimale del XII secolo, anche nell'Octioch del XIII secolo. L'Akathistos influenzò la letteratura ucraina antica, ciò si vede, per esempio, nella preghiera conclusiva del racconto dell'omicidio di Borys e Glib" incluso nella cronaca dei Tempi Passati.
   Nei manoscritti greci degli Acatisti del XIV secolo oltre allo stesso l'inno acatista (fol. 1 – 34 v), ci sono la raccolta comprende i testi liturgici letti al ​​sabato dell'Akatista e l'Annunciazione (fol. 35 – 55), il canone di Teodoro II Doukas Laskaris (fol. 55 v – 61 r), oltre a due opere non liturgiche: il canto dell'imperatore Leone VI il Saggio (fol. 67 - 71) e tropario del patriarca di Costantinopoli Filoteo Kokkinos.
   Le prime analogie di trama nell'iconografia della "La lode della Madre di Dio" sono state conservate nelle icone del Sinai della fine dell'XI e l'inizio del XII secolo. La tradizione iconografica dell'Akatisto alla Madre di Dio si iniziò nell'arte bizantino del XII secolo. 
   Il tema principale dell'icona della lode della Madre di Dio è la glorificazione della Vergine Maria. L'iconografia si basa sulle parole del canto del canone ai profeti, compilato nell'VIII secolo dal patriarca Germano I di Costantinopoli: e la scala, e il trono dei re. Sulla base di questo canto, le icone raffigurano i profeti dell'Antico Testamento che tengono in mano simboli della Vergine Maria: Giacobbe si rappresenta con una scala, Mosè con il roveto ardente, Balaam con una stella, Gedeone con una runa, Ezechiele con un cancello, Geremia con una tavoletta, Isaia con tenaglie e carbone, Iesse e Aronne con verghe fiorite, Davide e Salomone con i modellini del Tempio di Gerusalemme, Daniele e Abacuc con le montagne.
    Ci sono i famosi cicli iconografici dell'Akatista, uno dei più lunghi cicli nell'arte, realizzati dai maestri greci, serbi, bulgari. Lo schema iconografico dell'Acatisto è stato formato verso la fine del XIII secolo nell'epoca della dinastia bizantina Paleologhi. Sono conservati numerosi esempi del ciclo dell'Acatisto nell'arte monumentale bizantina del XIV secolo e nelle illustrazioni dei manoscritti. 
  Le più antiche affreschi sono nella chiesa del monastero Panagia Olympiotissa a Elasson (Μονή Παναγίας Ολυμπιώτισσας, 1300 ca), della Panaghía ton Chalkeon (Παναγία τῶν Χαλκέων, dell'inizio del XV secolo) e di San Nicola Orphanos (Ἅγιος Νικόλαος ὁ Ὀρφανός, 1320 ca) a Salonicco. Nella pittura monumentale nella sua forma sviluppata la trama troviamo negli affreschi della cattedrale della Nostra Signora di Ljeviš (Serbia, 1306-1307), dove la Madre di Dio con il Bambino è raffigurata nella lunetta sopra il portale che conduce al naos, e sugli archi che separano la parte mediana del vestibolo di lato, i profeti sono raffigurati con i simboli della Madre di Dio. 
   Il ciclo dell'Acatisto si trova negli affreschi della chiesa di San Nicola a Salonicco, databile all'inizio del secondo quarto del XIV secolo; del monastero di Dečani in Serbia (tra il 1335-1350), San Pietro di Prespa, nella chiesa della Vergine Maria (Peribleptos) di Ocrida, Mariko, del monastero di Matejic (Macedonia, 1356-1360), la chiesa della Vergine a Ocrida (Macedonia, 1364-1365), la chiesa di San Demetrio nel monastero di Markiv (Macedonia, 1376-1381), nella chiesa del villagio Roustika sull'isola Creta (1335 ca) e nel monastero di Kozia (Valacchia, fine del XIV secolo). Più tardi, nei vestiboli di Zhichi (1334) e Lesnovo (1349), si ripetono simili illustrazioni di questo canto liturgico, insolitamente amato dalla fine del XIII secolo come nelle terre dei greci e nelle terre dei paesi balcanici. L'Acathisto è sui manoscritti: nel salterio bulgaro della metà del XIV secolo e manoscritto greco degli anni 1335-1363, manoscritto nella Biblioteca Escorial di Madrid (Cod 19, R. I, 19) a cavallo dei secoli XIV - XV. 
   L'iconografia delle prime dodici stanze raffigura gli episodi dell'infanzia di Gesù, aggiungendo i numerosi elementi canonici e apocrifi.  Nelle raffigurazioni si sono gli accenti  su un gruppo di tre immagini dell'Annunciazione e la Concezione (nel salterio bulgaro Tomič); tre scene dei Re Magi con il loro ritorno a Babilonia; la caduta degli idoli nella narrazione della Fuga in Egitto. Alcuni di questi temi influenzarono anche i mosaici nella chiesa di San Salvatore in Chora (in gr. ἡ Ἐκκλησία τοῦ Ἅγιου Σωτῆρος ἐν τῇ Χώρᾳ, in turc. Kariye Camil) a Costantinopoli (1315-1320). 
   Le rappresentazioni  del testo più importanti e più variati sono nei manoscritti che nella pittura monumentale, generalmente più tradizionale. Il ciclo dell'Acatisto occupava il posto importante nell'arte postbizantina, soprattutto nella pittura delle chiese dei secoli XVI e XVII, ma anche in manoscritti, icone ed epitrachélia (stole ricamate).
   Nell'arte ucraina medievale sono preservati i frammenti degli affreschi nella chiesa monastica di Sant'Onofrio a Lavriv (regione di Leopoli) della fine del XV secolo. 
 
 Фрески ХV ст. у церві св. Онуфрія с. Лаврів, фото Ю. Чабан, 2011 р.
 Gli affreschi con le scene dell'Acatisto nella chiesa di Sant'Onofrio a Lavriv 
 
  
  
 
    
    
 
 




INNO AKATHISTOS
ALLA ALTISSIMA MADRE DI DIO


«Parte Narrativa»

1. L’annunciazione
alfa (Stanza I)

Il più eccelso degli Angeli
fu mandato dal cielo
per portare alla madre di Dio
il saluto di grazia: "Rallègrati, Maria!"
Al suo incorporeo saluto, o Signore,
vedendoti in Lei fatto uomo,
la tua santa Madre si fermò in estasi,
mentre l'angelo così acclamava:

Rallegrati, per Te la gioia risplende;
Rallegrati, per Te il dolore s'estingue.

Rallegrati, salvezza di Adamo caduto;
Rallegrati, riscatto del pianto di Eva.

Rallegrati, Tu vetta sublime a umano intelletto;
Rallegrati, Tu abisso profondo agli occhi degli Angeli.

Rallegrati, in Te fu elevato il trono del Re;
Rallegrati, Tu porti Colui che il tutto sostiene.

Rallegrati, o stella che il Sole precorri;
Rallegrati, o grembo del Dio che s'incarna.

Rallegrati, per Te si rinnova il creato;
Rallegrati, per Te il Creatore è bambino.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!

beta (Stanza II)

Ben sapeva Maria
d'esser Vergine sacra e così a Gabriele diceva:
«Il tuo singolare messaggio all'anima mia incomprensibile appare:
da grembo di vergine
un parto predici, esclamando:
Alleluia!»

gamma (Stanza III)

Desiderava la Vergine
di capire il mistero e al nunzio divino chiedeva:
«Potrà il verginale mio seno
mai dare alla luce un bambino?
Dimmelo!»
E Quegli riverente
acclamandola disse così:

Rallegrati, Tu guida al superno consiglio;
Rallegrati, Tu prova d'arcano mistero.

Rallegrati, Tu il primo prodigio di Cristo;
Rallegrati, compendio di sue verità.

Rallegrati, o scala celeste
che scese l'Eterno;
Rallegrati, o ponte che porti gli uomini al cielo.

Rallegrati, dai cori degli Angeli cantato portento;
Rallegrati, dall'orde dei dèmoni esecrato flagello.

Rallegrati, la Luce ineffabile hai dato;
Rallegrati, Tu il «modo» a nessuno hai svelato.

Rallegrati, la scienza dei dotti trascendi;
Rallegrati, al cuor dei credenti risplendi.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!

delta (Stanza IV)

La Virtù dell'Altissimo
adombrò e rese Madre
la Vergine ignara di nozze:
quel seno, fecondo dall'alto,
divenne qual campo ubertoso per tutti,
che vogliono coglier salvezza cantando così:
Alleluia!

2. La visitazione
epsilon (Stanza V)

Con in grembo il Signore
premurosa Maria
ascese e parlò a Elisabetta.

Il piccolo in seno alla madre
sentì il verginale saluto,
esultò,
e balzando di gioia
cantava alla Madre di Dio:


Rallegrati, o tralcio di santo Germoglio;
Rallegrati, o ramo di Frutto illibato.

Rallegrati, coltivi il divino Cultore;
Rallegrati, dài vita all'Autor della vita.

Rallegrati, Tu campo che frutti ricchissime grazie;
Rallegrati, Tu mensa che porti pienezza di doni.

Rallegrati, un pascolo ameno Tu fai germogliare;
Rallegrati, un pronto rifugio prepari ai fedeli.

Rallegrati, di suppliche incenso gradito;
Rallegrati, perdono soave del mondo.

Rallegrati, clemenza di Dio verso l'uomo;
Rallegrati, fiducia dell'uomo con Dio.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!

3. Il sogno di Giuseppe
zeta (Stanza VI)

Con il cuore in tumulto fra pensieri contrari
il savio Giuseppe ondeggiava:
tutt'ora mirandoti intatta sospetta segreti sponsali,
o illibata!
Quando Madre ti seppe
da Spirito Santo, esclamò:
Alleluia!

4. Il Natale
eta (Stanza VII)



I pastori sentirono
i concerti degli Angeli
al Cristo disceso tra noi.

Correndo a vedere il Pastore,
lo mirano come agnellino innocente
nutrirsi alla Vergine in seno,
cui innalzano il canto:


Rallegrati, o Madre all'Agnello Pastore,
Rallegrati, o recinto di gregge fedele.

Rallegrati, difendi da fiere maligne,
Rallegrati, Tu apri le porte del cielo.

Rallegrati, per Te con la terra esultano i cieli,
Rallegrati, per Te con i cieli tripudia la terra.

Rallegrati, Tu sei degli Apostoli la voce perenne,
Rallegrati, dei Martiri sei l'indomito ardire.

Rallegrati, sostegno possente di fede,
Rallegrati, vessillo splendente di grazia.

Rallegrati, per Te fu spogliato l'inferno,
Rallegrati, per Te ci vestimmo di gloria.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!


teta (Stanza VIII)

Osservando la stella
che guidava all'Eterno,
ne seguirono i Magi il fulgore.

Fu loro sicura lucerna
andando a cercare il Possente,
il Signore.

Al Dio irraggiungibile giunti,
l'acclaman beati:
Alleluia!

iota (Stanza IX)

Contemplarono i Magi
che guidava all'Eterno,
sulle braccia materne
l'Artefice sommo dell'uomo.

Sapendo ch'Egli era il Signore
pur sotto l'aspetto di servo,
premurosi gli porsero i doni,
dicendo alla Madre beata:

Rallegrati, o Madre dell'Astro perenne,
Rallegrati, o aurora di mistico giorno.

Rallegrati, fucine d'errori Tu spegni,
Rallegrati, splendendo conduci al Dio vero.

Rallegrati, l'odioso tiranno sbalzasti dal trono,
Rallegrati, Tu il Cristo ci doni clemente Signore.

Rallegrati, sei Tu che riscatti dai riti crudeli,
Rallegrati, sei Tu che ci salvi dall'opre di fuoco.

Rallegrati, Tu il culto distruggi del fuoco,
Rallegrati, Tu estingui la fiamma dei vizi.

Rallegrati, Tu guida di scienza ai credenti,
Rallegrati, Tu gioia di tutte le genti.


Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!

5. I Magi
kappa (Stanza X)

Banditori di Dio
diventarono i Magi
sulla via del ritorno.

Compirono il tuo vaticinio
e Te predicavano, o Cristo,
a tutti, noncuranti d'Erode,
lo stolto, incapace a cantare:
Alleluia!

6. L'esilio
lambda (Stanza XI)

Irradiando all'Egitto
lo splendore del vero,
dell'errore scacciasti la tenebra:
ché gli idoli allora, o Signore,
fiaccati da forza divina caddero;
e gli uomini, salvi,
acclamavan la Madre di Dio:



Rallegrati, riscossa del genere umano,
Rallegrati, disfatta del regno d'inferno.

Rallegrati, Tu inganno ed errore calpesti,
Rallegrati, degl'idoli sveli la frode.
Rallegrati, Tu mare che inghiotti il gran Faraone,
Rallegrati, Tu roccia che effondi le Acque di Vita.

Rallegrati, colonna di fuoco che guidi nel buio,
Rallegrati, riparo del mondo più ampio che nube.

Rallegrati, datrice di manna celeste,
Rallegrati, ministra di sante delizie.

Rallegrati, Tu mistica terra promessa,
Rallegrati, sorgente di latte e di miele.


Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!

7. La presentazione al Tempio
mi (Stanza XII)

Stava già per lasciare
lo splendore del vero,
questo mondo fallace
Simeone, ispirato vegliardo.

Qual pargolo a lui fosti dato,
ma in Te riconobbe il Signore perfetto,
e ammirando stupito
l'eterna sapienza esclamò:
Alleluia!

«Parte Tematica»

8. Il figlio dell’uomo
ni (Stanza XIII)

Di natura le leggi
innovò il Creatore,
apparendo tra noi, suoi figlioli:
fiorito da grembo di Vergine,
lo serba qual era da sempre, inviolato:
e noi che ammiriamo il prodigio
cantiamo alla Santa:

Rallegrati, o fiore di vita illibata,
Rallegrati, corona di casto contegno.

Rallegrati, Tu mostri la sorte futura,
Rallegrati, Tu sveli la vita degli Angeli.

Rallegrati, magnifica pianta che nutri i fedeli,
Rallegrati, bell'albero ombroso che tutti ripari.

Rallegrati, Tu in grembo portasti la Guida agli erranti,
Rallegrati, Tu desti alla luce Chi affranca gli schiavi.

Rallegrati, Tu supplica al Giudice giusto,
Rallegrati, perdono per tutti i traviati.

Rallegrati, Tu veste ai nudati di grazia,
Rallegrati, Amore che vinci ogni brama.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!

xi (Stanza XIV)

Tale parto ammirando,
ci stacchiamo dal mondo
e al cielo volgiamo la mente.

Apparve per questo fra noi,
in umili umane sembianze l'Altissimo,
per condurre alla vetta
coloro che lieti lo acclamano:
Alleluia!

9. Il mistero dell’incarnazione
omicron (Stanza XV)

Era tutto qui in terra,
e di sé tutti i cieli
riempiva il Dio Verbo infinito:
non già uno scambio di luoghi,
ma un dolce abbassarsi di Dio verso l'uomo
fu nascer da Vergine,
Madre che tutti acclamiamo:

Rallegrati, Tu sede di Dio, l'Infinito,
Rallegrati, Tu porta di sacro mistero.

Rallegrati, dottrina insicura per gli empi,
Rallegrati, dei pii certissimo vanto.

Rallegrati, o trono più santo del trono cherubico,
Rallegrati, o seggio più bello del seggio serafico.

Rallegrati, o tu che congiungi opposte grandezze,
Rallegrati, Tu che sei in una e Vergine e Madre.

Rallegrati, per Te fu rimessa la colpa,
Rallegrati, per Te il paradiso fu aperto.

Rallegrati, o chiave del regno di Cristo,
Rallegrati, speranza di eterni tesori.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!


pi (Stanza XVI)

Si stupirono gli Angeli
per l'evento sublime
della tua Incarnazione divina:
ché il Dio inaccessibile a tutti
vedevano fatto accessibile, uomo,
dimorare fra noi
e da ognuno sentirsi acclamare:
Alleluia!

ro (Stanza XVII)

Gli oratori brillanti
come pesci son muti
per Te, Genitrice di Dio:
del tutto incapaci di dire
il modo in cui Vergine e Madre Tu sei.

Ma noi che ammiriamo il mistero
cantiamo con fede:

Rallegrati, sacrario d'eterna Sapienza,
Rallegrati, tesoro di sua Provvidenza.

Rallegrati, Tu i dotti riveli ignoranti,
Rallegrati, Tu ai retori imponi il silenzio.

Rallegrati, per Te sono stolti sottili dottori,
Rallegrati, per Te vengon meno autori di miti.

Rallegrati, di tutti i sofisti disgreghi le trame,
Rallegrati, Tu dei Pescatori riempi le reti.

Rallegrati, ci innalzi da fonda ignoranza,
Rallegrati, per tutti sei faro di scienza.

Rallegrati, Tu barca di chi ama salvarsi,
Rallegrati, Tu porto a chi salpa alla Vita.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!

10. L’agnello
sigma (Stanza XVIII)

Per salvare il creato,
il Signore del mondo,
volentieri discese quaggiù.

Qual Dio era nostro Pastore,
ma volle apparire tra noi come Agnello:
con l'umano attraeva gli umani,
qual Dio l'acclamiamo:
Alleluia!

11. L’Immacolata  (Stanza XIX)

Tu difesa di vergini,
Madre Vergine sei,
e di quanti ricorrono a Te:
che tale ti fece il Signore
di tutta la terra e del cielo, o illibata,
abitando il tuo grembo
e invitando noi tutti a cantare:

Rallegrati, colonna di sacra purezza,
Rallegrati, Tu porta d'eterna salvezza.

Rallegrati, inizio di nuova progenie,
Rallegrati, datrice di beni divini.

Rallegrati, Tu vita hai ridato ai nati nell'onta,
Rallegrati, hai reso saggezza ai privi di senno.

Rallegrati, o Tu che annientasti il gran seduttore,
Rallegrati, o Tu che dei casti ci doni l'autore.

Rallegrati, Tu grembo di nozze divine,
Rallegrati, che unisci i fedeli al Signore.

Rallegrati, di vergini alma nutrice,
Rallegrati, che l'anime porti allo Sposo.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!


upsilon (Stanza XX)

Cede invero ogni canto,
che presuma eguagliare
le tue innumerevoli grazie.

Se pure ti offrissimo inni
per quanti granelli di sabbia, Signore,
mai pari saremmo ai tuoi doni
che desti a chi canta:
Alleluia!

12. La luce
phi (Stanza XXI)

Come fiaccola ardente,
per che giace nell'ombre
contempliamo la Vergine santa,
che accese la luce divina
e guida alla scienza di Dio tutti,
splendendo alle menti
e da ognuno è lodata col canto:

Rallegrati, o raggio di Sole divino
Rallegrati, o fascio di Luce perenne.

Rallegrati, rischiari qual lampo le menti,
Rallegrati, qual tuono i nemici spaventi.

Rallegrati, per noi sei la fonte dei sacri Misteri,
Rallegrati, Tu sei la sorgente dell'Acque abbondanti.

Rallegrati, in Te raffiguri l'antica piscina,
Rallegrati, le macchie detergi dei nostri peccati.

Rallegrati, o fonte che l'anime mondi,
Rallegrati, o coppa che versi letizia.

Rallegrati, o fragranza del crisma di Cristo,
Rallegrati, Tu vita del sacro banchetto.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!

13. La salvezza dei peccatori
chi (Stanza XXII)

Condonare volendo
ogni debito antico,
fra noi, il Redentore dell'uomo
discese e abitò di persona:
fra noi che avevamo perduto la grazia.

Distrusse lo scritto del debito,
e tutti l'acclamano:
Alleluia!

14. Orazione
psi (Stanza XXIII)

Inneggiando al tuo parto
l'universo ti canta
qual tempio vivente, o Regina!

Ponendo in tuo grembo dimora
Chi tutto in sua mano contiene, il Signore,
tutta santa ti fece e gloriosa
e ci insegna a lodarti:


Rallegrati, o «tenda» del Verbo di Dio,
Rallegrati, più grande del «Santo dei Santi».

Rallegrati, Tu «Arca» da Spirito aurata,
Rallegrati, «tesoro» inesausto di vita.
Rallegrati, diadema prezioso dei santi sovrani,
Rallegrati, dei pii sacerdoti Tu nobile vanto.

Rallegrati, Tu sei per la Chiesa qual torre possente,
Rallegrati, Tu sei per l'Impero qual forte muraglia.

Rallegrati, per Te innalziamo trofei,
Rallegrati, per Te cadon vinti i nemici.

Rallegrati, Tu farmaco delle mie membra,
Rallegrati, salvezza dell'anima mia.

Rallegrati, Vergine e Sposa! Rallegrati, Vergine e Sposa!


omega (Stanza XXIV)

Grande ed inclita Madre,
Genitrice del sommo fra i Santi,
Santissimo Verbo,
or degnati accogliere il canto!

Preservaci da ogni sventura, tutti!

Dal castigo che incombe
Tu libera noi che gridiamo:
Alleluia!

Kondàkion

O Madre ci Dio,
o intatta protettrice,
noi, tua città, salvati da terribili sciagure
eleviamo a Te inni di vittoria e di ringraziamento
Tu, che possiedi potenza invincibile,
liberaci da tutti i mali
e noi grideremo a Te:
"Rallegrati Vergine Sposa!"

Amen



Le foto da: https://photo-lviv.in.ua/mistse-moie-tam-v-lavrovi-abo-spohady-karla-zviryns-koho/
https://neo7777vitaha.livejournal.com/22845.html
https://vidviday.ua/blog/lavrivskyi-monastyr/
http://www.kray.org.ua/3063/mandrivky/lavrivskiy-monastir-svyatist-spokiy-i-tayemnitsi/

La prima pubblicazione 16/04/21



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