L'Esaltazione della Santa e Vivificante Croce
14 settembre
a cura di Yaryna Moroz Sarno
San Macario innalza la Santa Croce, la miniatura del Menologio di Basilio II
(Roma, BAV, gr 1613, fol. 35)
Ti glorifichiamo, Cristo Vivificante,
e onoriamo la Tua Santa Croce,
con la quale ci ha salvati
dalla prigionia del nemico
Contacio, voce 4
Sei salito sulla Croce per la Tua volontà,
Cristo Signore,
concedi i Tuoi doni al Tuo popolo nuovo,
che porta il Tuo nome.
Rallegra i fedeli con la Tua forza,
dando a loro la vittoria
sui loro avversari con l'arma
della pace la tua croce:
il segno irresistibile della vittoria.
La Santa Croce come il segno dell'appartenenza al Cristo e la chiave del Paradiso, il simbolo della vittoria e della salvezza è stata sempre molto venerata nella Chiesa orientale ed è frequentemente evocata nella liturgia bizantina. La Santa Chiesa, innalzando la Croce, annuncia tutti: il tuo peccato è espiato, la tua morte è inghiottita, vieni e ricevi la vita eterna. Come scrisse Sant'Andrea di Creta: “Gesù, il Figlio di Dio, ci ha promesso la benedizione. La croce non è più l'oggetto di maledizione; il giuramento è inchiodato alla Croce; Cristo ha distrutto il giuramento e ci ha inviato una benedizione". San Giovanni Damasceno chiamava la Croce "il segno di Cristo risuscitato".
La Croce si evoca frequentemente nella liturgia orientale e viene commemorata tutti i mercoledì e venerdì dell'anno col canto di un tropario. Nell'anno liturgico bizantino la Croce ha diverse memorie liturgiche: nella terza domenica di Quaresima, nel Venerdì Grande, nella Memoria dell'apparizione nel cielo del segno della Croce venerabile (7 maggio), Processione della Croce preziosa e vivificante del 1 agosto che sempre presentavano Santa Croce come luogo di vittoria di Cristo sulla morte, della vita sulla morte, luogo di morte della morte. La solennità del 14 settembre è preceduta da una prefesta del 13 settembre, che celebra la dedicazione della basilica della Risurrezione, e si prolunga con un'ottava (fino al 21 settembre). Il 13 settembre c'era ricorrenza della la dedicazione della doppia basilica dell'Anastasis e del Martyrium del 335 e del ritrovamento della Croce da Sant'Elena (secondo L'itinerario di Egeria). Nel giorno seguente, come ricorda Lezionario di Gerusalemme la Croce era esposta alla venerazione del popolo.
I testi dell'ufficiatura mettono ripetutamente il parallelo tra l'albero del paradiso e quello della Croce: "La Croce venerabilissima che le schiere angeliche circondano gioiose, oggi, nella tua esaltazione, per divino volere risollevi tutti coloro che, per l'inganno di quel frutto, erano stati scacciati ed erano precipitati nella morte"; "nel paradiso un tempo un albero mi ha spogliato, perché facendone gustare il frutto, il nemico ha introdotto la morte; ma l'albero della Croce, che porta agli uomini l'abito della vita, è stato piantato sulla terra, e tutto il mondo si è riempito di ogni gioia"; "la Croce che ha portato l'Altissimo, quale grappolo pieno di vita, si mostra oggi elevata da terra: per essa siamo stati tutti attratti a Dio, e la morte è stata del tutto inghiottita. O albero immacolato, per il quale gustiamo il cibo immortale dell'Eden, dando gloria a Cristo!"
La festa dell'Esaltazione della Santa e Vivificante Croce (Η παγκόσμιος ὕψωσις τοῦ τιμίου καὶ ζωοποιοῦ Σταυροῦ), una delle dodici grandi feste, viene celebrata in ricordo del ritrovamento del Legno della Santa Croce nel 326 da Sant'Elena che è avvenuto durante il regno dell'imperatore Costantino I il Grande. Secondo gli storici della chiesa del IV secolo (Gelasio di Cesarea, Rufino d'Aquileia, Socrate), Sant'Elena, la madre di Costantino, su richiesta del suo figlio, si recò a Gerusalemme per trovare luoghi associati agli eventi della vita terrena di Cristo, in modo particolare la Santa Croce, che nella sua apparizione miracolosa divenne per Costantino un segno della vittoria sul nemico. In seguito la madre dell'imperatore Costantino (306-337) anche fece trasformare parte del suo palazzo a Roma nella basilica (oggi chiamata Santa Croce in Gerusalemme) per conservare le preziose reliquie della Santa Croce. Il vescovo di Gerusalemme San Macario (m. 335 ca) innalzò la Croce e consacrò la chiesa della Resurrezione il 14 settembre del 335. In questa festa sembrerebbe è stata commemorata anche la visione della Croce di Costantino e forse anche un'altra apparizione avvenuta a Gerusalemme nel 346.
Già San Cirillo di Gerusalemme (m. 386) testimoniava che ai suoi tempi la reliquia della Santa Croce del Signore si custodiva e si metteva all'adorazione del popolo a Gerusalemme e le particelle del Legno della Vera Croce si diffusero in tutto mondo cristiano (Cyr. Hieros. Catech. 4. 10). Nella sua Catechesi egli scriveva anche: "Riconosco la croce perché conosco la resurrezione. Se il Crocifisso fosse rimasto in quello stato, non riconoscerei la croce... Siccome alla croce seguì la resurrezione, non mi viene di parlarne a lungo" (PG 33, 775 B).
Nel VII secolo il 14 settembre si iniziò la commemorazione del ritorno solenne della Croce Vivificante dalla prigionia persiana con l'imperatore bizantino Eraclio nel 629. Quando fu portata, il patriarca innalzò la Santa Croce, restituendola su tutti i quattro lati, dicendo: "Salva il Tuo popolo, o Signore, e benedici la tua eredità" e ogni volta il popolo adorò devotamente, gridando: "Signore, abbi pietà!" Partendo dal VII secolo, la festa si diffuse anche nella liturgia latina.
Nel 638 la croce fu portata a Costantinopoli a causa della conquista di Gerusalemme dagli arabi. Dall'inizio del VII secolo la festa dell'Esaltazione si celebrava a Costantinopoli nella forma attuale.
La festa dell'Esaltazione della Croce è una delle più antiche festività cristiane. La vita del monaco Saba il Consacrato, scritta dal monaco Cirillo di Scitopoli nel VI secolo, racconta ancora della celebrazione del ritrovamento e non dell'Esaltazione. Le prove della celebrazione dell'Esaltazione in Oriente si trovano nelle vite di San Giovanni Crisostomo, Sant'Eutichio e San Simeone Stolto in Cristo (m. 590 ca). Dalla vita di Giovanni Crisostomo, scritta da Giorgio, vescovo d'Alessandria, si conosce che la festa si celebrava solennemente a Costantinopoli il 14 settembre. Secondo la testimonianza nella vita di Maria d'Egitto attribuita a San Sofronio (VII secolo), la festa dell'Esaltazione era ordinaria e pubblica, attirando nella Gerusalemme un enorme numero di fedeli. Esattamente le stesse indicazioni si trovano nelle vite di Simeone lo Stolto in Cristo (m. 590 ca) e Sant'Eutichio, patriarca di Costantinopoli (m. 582).
biblioteca del monastero di Dionisio, ms 587, fol. 119 v
Il rito dell'erezione della Santa Croce nella Santa Sofia di Costantinopoli con la partecipazione dell'imperatore è descritto in modo dettagliato nel trattato della metà del X secolo "Sulle cerimonie della corte bizantina". In Ucraina il rito dell'Esaltazione della Santa Croce è stato menzionato nei libri liturgici dal XIII secolo. Nell'antichità, l'esaltazione della Santa Croce avveniva solo nelle sedi episcopali e nelle grandi cattedrali, dove erano presenti un vescovo con molti sacerdoti. Il Concilio locale del 1276 consentì l'erezione di tutte le chiese. Nei suoi "Gli insegnamenti al clero" il metropolita di Kyiv Cipriano Tsamblak (1381-1382; 1390-1406) scrisse: "Quando riguarda l'esaltazione della Santa Croce, in ogni chiesa, in tutto il paese dove vivono i cristiani, la croce va eretta, anche se c'è un sacerdote, alla gloria della Croce Santa e Vivificante".
La descrizione del rito dell'esaltazione si trovano nei libri liturgici ucraini dal XV secolo. La rimozione della Santa Croce avveniva al momento del grande inno del mattino, la petizione della triplice litania - al momento dell'esaltazione con le cinque esaltazioni su tutti i lati del tetrapode e l'ultima ascesa era di nuovo verso l'est. Durante ogni esaltazione il popolo cantava cento volte "Signore, abbi pietà". Il rito si concludeva con l'adorazione e il bacio della Santa Croce, mentre si cantava il kondakion "Ascendi alla croce" e tre volte: "Adoriamo la Tua croce".
Le raffigurazioni dell'evento dell'Esaltazione della Croce sono conosciute dal IX secolo (la miniatura nelle "Omelie di Gregorio Nazianzeno"). Nella sua fase iniziale l'iconografia dell'Esaltazione non si basava sulla scena storica con il Patriarca Macario, ma sulla rappresentazione del rito dell'erezione della Croce nella Santa Sofia a Costantinopoli (così, per esempio, è stata rappresentata nella miniatura del Menologio di Basilio II (976-1025)). Vescovo Macario spesso vestito nel felonion a croci ricamate (che era prerogativa dei vescovi) innalza al cospetto della città la Santa Croce. Lo schema semplice è rimasto quasi invariato anche nella miniatura del Salterio di Kyiv del 1397 che accompagna il Salmo 98. La scena dell'Esaltazione nel salterio presenta il rito celebrato da San Giovanni Crisostomo, fondatore della tradizione liturgica a Costantinopoli, il cui ricordo accade il 14 settembre, che innalza la Croce sull'ambone.
Nelle icone ucraine del XV e XVI secolo con la trama dell'Esaltazione si presenta già l'iconografia ulteriormente sviluppata.
La miniatura del Salterio di Kyiv, 1397
L'icona del XV secolo, villaggio Zdvyzhen', Museo Nazionale a Leopoli
L'icona della prima metà del XVI secolo, Drogobych, Museo Nazionale a Leopoli
L'icona del XVI secolo, villaggio Vanivka, Museo Nazionale di Leopoli
L'affresco nella chiesa dello Spirito Santo a Potelych
L'icona ucraina della prima metà del XVII secolo,
Museo ad Olsztyn, Polonia
Il Maestro da Volyn', l'icona della prima metà del XVII secolo(1630 ca),
villaggio Verhniv, Museo delle icone, Luck
L'icona ucraina del XVII secolo, Museo Storico a Sianok (Polonia)
L'icona della prima metà del XVIII secolo, Torky, Museo Nazionale di Leopoli
L'icona della meta del XVII secolo, Drogobych
L'icona della prima metà del XVII secolo, villaggio Cyshevyc, Museo Nazionale di Leopoli
L'icona della scuola di Robotychi, la fine del XVII secolo, Museo Storico a Sianok (Polonia)
L'icona del XVII secolo, Volyn'
L'icona del XVIII secolo, Lutsk,
Museo delle icone di Volyn'
Yov Kodzelevych, l'icona dall'iconostasi di Skyt Maniavsky, del 1698-1705
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