Mykhailo Kotsyubynsky,
il famoso scrittore impressionista ucraino
(5 (17) settembre 1864 - 12 (25) aprile 1913)
a cura di Yaryna Moroz Sarno
Il famoso scrittore ucraino Mykhailo Kotsyubynsky (in ucr. Михайло Коцюбинський) nacque il 5 (17) settembre 1864 a Vinnytsia nella famiglia di un dipendente statale. Mychailo ha ricevuto la sua istruzione primaria a casa. Della sua educazione principalmente si occupava la madre Glykeria Maksymivna, che proveniva da una famiglia aristocratica. Da lei prese una sottile organizzazione mentale e l'amore per la natura. Grazie a lei il futuro scrittore aveva l'opportunità di studiare esempi di alta arte fin dalla giovane età.
Dal 1875 studiò alla scuola e per i successivi cinque anni al Seminario Teologico, non limitandosi allo studio del solo programma obbligatorio: legge con ammirazione anche le opere di Taras Shevchenko, Marko Vovchko, Heinrich Heine, Mykola Gogol ed altri per prepararsi ad entrare all'università. Come scrisse dopo: "Ho sviluppato il mio gusto letterario sotto l'influenza della letteratura europea. Mi piace meno la letteratura slava. In tempi recenti, sono molto affezionato agli scrittori del nord (Ibsen, Arne Harbog, Knut Hamsun, Jonas Lee, Weed e altri), così come Maeterlinck, Rodenbach".
Tra il 1882 e il 1892, Mykhailo Kotsyubynsky insegnava, dando lezioni private ai bambini delle famiglie benestanti a Vinnytsia e nei villaggi circostanti. Nel 1890, la sua poesia "La nostra casa" fu pubblicata sulla rivista "Dzvinok" di Leopoli. E ben presto sono stati pubblicati i suoi racconti "Kharytia", "Yalynka" (1891), che testimoniavano lo straordinario talento del giovane autore. Nelle prime opere di Kotsyubynsky, si sente l'influenza di Ivan S. Levitsky, ma anche lì si rivelano il colorito e l'armonia del talento del giovane scrittore. Già i suoi primi racconti sono caratterizzati da un sottile psicologismo, l'espressività e un laconicismo artistico.
Dal 1898 lo scrittore si stabilì a Chernighiv, trovando un lavoro nell'amministrazione, dal 1900 al 1911 lavorò nell'ufficio statistico provinciale. Qui lo scrittore incontrò la sua futura moglie: Vira Deisha (1863-1921), che proveniva da un'antica famiglia nobile ucraina di Gortysky, il suo padre era dalla famiglia cosacca. Le insegnava francese, matematica e calligrafia.
Questo periodo della vita e del lavoro di Mykhailo Kotsyubynsky è speciale, poiché l'intellighenzia di Chernighiv si raccoglie intorno a lui. Mykhailo Kotsyubynsky intrattenne relazioni amichevoli con molti importanti scrittori, personaggi pubblici e politici ucraini: Borys Grinchenko, Yevhen Chykalenko, Volodymyr Antonovych, Ivan Steshenko, Volodymyr Strashkevych ed altri. Aveva una stretta amicizia con Mychailo Zhuk. L'artista dipinse i ritratti di M. Kotsyubynsky e delle sue figlie Oksana e Iryna, illustrò anche i suoi libri. Laboriosi ed energici M. Kotsyubynsky e M. Zhuk (che portava da Kotsyubynsky anche i suoi studenti preferiti Pavlo Tychyna, Arkady Kazka, Vasyl Ellansky ed Oleksandr Sokolovsky) cercavano d'aiutare anche i giovani di talento.
Mykhailo Kotsyubynsky è stato uno degli iniziatori e il primo presidente della società "Prosvita" a Chernighiv, che giudò nel 1906-08. Nel 1907 organizzò la serata dedicata a T. Shevchenko.
Aiutava a crescere creativamente ai giovani, raccogliendo li per i tradizionali "lunedì" (1906–07) e "i sabati letterari" (1911–12), dove partecipavano famosi scrittori Mykola Moronyj, Borys Grincenko, Volodymyr Samiylenko, Lysenko giovane Pavlo Tychyna ed altr., si discutevano le nuove opere letterarie. I sabati letterari da Mychailo Kotsyubynsky divennero il nucleo della vita culturale della città.
La foto con la moglie Vira, 1902
Il ritratto di Mychailo Kotsiubynsky eseguito da Mychailo Zhuk
Il ritratto di Mykhailo Kotsyubynsky, eseguito da M. Zhuk, 1907
Nel 1900 viaggiò a Leopoli dove conobbe Ivan Franko.
Immerso in attività pubbliche ed educative, trovava anche il tempo e l'ispirazione per le nuove opere. Nella sua casa di Chernighiv, lo scrittore scrisse le sue opere migliori ("Strega"(1898), "In un modo umano" (1900), "Ad alto prezzo", "Bambola" (entrambi - 1901), "Sulla pietra", "Fiore di melo" (entrambi 1902), "Dal profondo" (1903-04), ", "Risate", "Lui sta arrivando" (entrambi 1906), "Intermezzo" (1908). A Chernighiv Kotsiubynsky creò una delle sue opere più importanti "Fata Morgana" (pubblicata in "L'antichità kyevana", 1904) sui tragici eventi nel villaggio di Vykhvostiv, a cui ha assistito. La seconda parte del romanzo "Fata Morgana" è stata pubblicata nell'aprile del 1910 nel "Messaggero letterario-scientifico". Dai sentimenti rurali ha catturato i principali cambiamenti nella coscienza dei contadini e le nuove tendenze della psicologia sociale del villaggio, che si è manifestata in pieno vigore durante la rivoluzione.
Lo scrittore viaggiando nei paesi europei, visitò Austria, Germania, Svizzera nel 1905, Grecia e Turchia. Dresda,
Berlino, Vienna, Ginevra, Zurigo, Lucerna, Firenze, Venezia, Genova,
Roma, Napoli e pochi anni dopo Costantinopoli, Salonicco, Atene, Creta,
Sicilia - queste e molte altre città c'erano nel suo itinerario.
Kotsjubinsky aveva già guadagnato una certa popolarità in Europa, i suoi libri furono pubblicati in Francia e Germania durante la sua vita, Svezia, Repubblica Ceca, e ,quindi, aveva molti incontri sociali sulla strada per l'Italia. A Vienna è stato ammirato da tutti coloro che potevano raggiungerlo: dai parlamentari locali ai giornalisti tedeschi (proprio di recente è uscita con grande successo una traduzione tedesca di alcuni suoi racconti). Arrivando a Venezia in treno da Vienna, girava per le città italiane per un altro paio di settimane: va a Roma, poi a Napoli.
Per la prima volta venne in Italia nel 1905. Quando arrivò da Vienna in Italia per la prima volta, scrisse l'8 maggio del 1905 a sua moglie: "L'intera strada da Vienna all'Italia è un paradiso". Lo affascinò con la sua bellezza Venezia: "La stessa Venezia, dove mi trovo per il secondo giorno, è così bella che è difficile descriverla", - scrisse nella stessa lettera. A Milano fu colpito dalle enormi dimensioni del Duomo, che considerava uno degli edifici più belli del mondo. Kotsyubynsky ha scritto alla sua moglie il 25 maggio del 1905: "Una cattedrale così bella che probabilmente non c'è edificio migliore al mondo. Ho sempre ammirato la cattedrale, sia sopra che dentro, e non riuscivo a staccare gli occhi da essa". L'impressione dello scrittore del Duomo di Milano fu così grande che più tardi nelle sue opere "Capri" e "Figlio" paragonò le rocce illuminate dalla luna dell'isola al Duomo: "La luna si alzò, pallida, le rocce crebbero e impallidirono. Guglie affilate si allungavano, singole pietre separate, trasformate in marmo bianco, vestite di intagli, e un'isola si innalzava dal mare - tutto come il Duomo di Milano". L'incommensurabile numero delle opere d'arte presenti a Firenze, sparse ovunque, dà la sensazione che gli abitanti di questa città vivano d'arte, non di pane: "Ci sono diversi musei qui, meravigliosi marmi, bronzi, immagini ovunque. Sembra che qui la gente viva solo di denaro e non di pane, perché quando a Vienna c'è un caffè o un ristorante di fronte alla casa, qui ogni casa ha negozi di antiquariato e di quadri".
Per la necessità della cure fu varie volte l'Italia: nel 1905, 1909, 1910 e 1911: soggiornò a Milano, Roma, Firenze, Venezia, Messina e Napoli, per lungo periodo visse sull'isola Capri (nell'estate del 1909, del 1910 e nell'inverno del 1911-12).
Mychailo
Kotsyubynsky a Roma ogni volta visitava i suoi posti preferiti, conosceva bene anche i musei vaticani. In una lettera
lo scrittore afferma di conoscere Roma meglio della sua città nativa Chernighiv. Ebbe una grande impressione dell'arte a Firenze:
“Ci sono diversi musei, bellissimi marmi, bronzi, immagini ovunque.
Sembra che qui si viva solo dell'arte, non di pane, perché quando a
Vienna vedi un bar o un ristorante, ma qui ogni casa è come i negozi di
antiquariato e di immagini”.
Il racconto "Elogio alla vita" registra le impressioni di una visita alle rovine di Messina, città che fu distrutta da un potente terremoto e tsunami la sera del 28 dicembre 1908. Lo scrittore, con la sua attenzione impressionistica ai dettagli specifici, alla varietà di colori, suoni, odori e movimenti, cerca segni di superamento del trauma, affermando la vita anche in questa landa desolata del camino nero.
Più lungo periodo lo scrittore trascorse sull'isola di Capri, descrivendola come "isola delle meraviglie". L'intera isola ricordava a lui una "macchia cornuta viola" che "galleggia sulle onde verdastre come l'ombra gigante di una nave".
M. Kotsyubynskyi, colpito dai viaggi a Capri, soggiornò a intermittenza nell'hotel "Palmira" e storico hotel "Royal" per un paio di mesi alla metà del 1909, poi nel 1910 e dal novembre del 1911 al marzo del 1912. L'agave vista a Capri divenne per Mykhailo Kotsyubynskyi un simbolo di stabilità che afferma la vita: "Perché questo è il segreto dell'agave: fiorisce per morire e muore per fiorire".
L'impressione
della bellezza di Capri la descrisse nella sua lettera: "Qui
in qualche modo tutto l'organismo è attraversato dagli aromi del mare,
dei fiori, così pieni di bellezza che ti dimentichi di essere un uomo,
una creatura piuttosto impura, e ti sembri una pianta profumata. E tutto
il tempo l'anima canta, si adegua all'armonia generale" (lettera dal 15 luglio 1910). In un'altra lettera scrisse: "Questa è la caratteristica di Capri, che
affascina, attrae una persona. Anche se non sono qui per la prima volta e
non per il primo giorno, e mi sembra che non sia la realtà ma una
favola che è davanti ai miei occhi, qui tutto è così strano e magico"
(del 30 luglio del 1910, lettera a Elia Shpaga). In un'altra
sua lettera è scritto: "Mi
dispiace lasciare Capri. Non ho ancora finito di leggere questo
racconto, questo racconto magico, che è così affascinante e che è ancora
così bello che probabilmente non ha fine. Tutto qui è infinitamente
bello e affascinante, e più bevi la bellezza della natura, più hai sete.
Non so come salutare Capri, da dove cominciare ". E
fu proprio l'Italia con i suoi registri diversi della realtà a
spingerlo all'analisi interna nella profonda dimensione psicologica, aiutandolo ad identificare e realizzare le sue nuove opere, e alla fine sublimando la forma letteraria delle cosiddette "storie italiane".
Nel 1911, il suo soggiorno sull'isola soleggiata giunse giusto in tempo per le vacanze di Natale. Nelle sue lettere lo scrittore racconta alla sua famiglia le tradizioni di festeggiare il Natale a Capri.
Nella sua lettera del 23 dicembre 1911, M. Kotsyubynsky scrive: "Dopodomani è Natale qui. Ognuno si scambia regali. N. ha già dei doni che gli vengono portati: una bambola con un vestito meravigliosamente ricamato e un velo, come una giovane donna, ma sotto il vestito, invece di un corpo, un'intera montagna di fichi; vino - in bottiglie grandi e piccole, biancheria per la casa e così via. ... Lunedì i N. ceneranno da noi e andremo tutti in chiesa a celebrare le feste, che, si dice, qui vengono celebrate in modo grandioso". E il giorno dopo, in lettere datate 25 -27 dicembre 1911, Mykhailo Kotsyubynsky racconta come è passato il Natale, descrivendo argutamente il divertimento festivo di Capri. "Quindi abbiamo già festeggiato il Natale. Per un'intera settimana, i conoscenti si sono scambiati regali, che vengono visualizzati sui tavoli per l'intera vacanza. I miei ospiti hanno decine di bouquet, vino in secchielli e bottiglie grandi, bambole dolci ripiene di fichi, tovaglioli, frutta, scarpe ricamate, lanterne, ecc. Qualcuno mi ha persino mandato un mazzo di rose e viole con un foglio di carta su cui è scritto "Tanti auguri di buon Natale".
A Capri è rimasto affascinato non solo dalla natura e dalla tanto desiderata solitudine creativa, ma anche dalla tensione delle incessanti discussioni intellettuali. Furono gli industriali e grandi mecenati ucraini Vasyl Symyrenko (1835-1915),
Volodymyr Leontovych (1866-1933) e Yevhen Chykalenko (1866-1933) ad offrire la loro beneficenza per lo scrittore. Fu con questi contributi che Mykhailo Kotsyubynsky andò nell'isola italiana di Capri nel 1909 per via Leopoli, Vienna, Roma e Napoli. Durante i viaggi nell'isola di Capri lo scrittore incontrava spesso
Maxym Gorky, e nell'inverno 1911-1912 viveva con lui mentre scriveva le sue famose opere "Non è colpa dei cavalli" e "Regalo di
compleanno".
Al ritorno dall'Italia nell'estate del 1910, Mychailo Kotsyubynsky visitò il villaggio dei Carpazi Kryvorivnya, dopo di che creò una delle sue migliori opere: il romanzo "Le ombre degli antenati dimenticati" (1911).
Copertina della prima pubblicazione del libro "Le ombre degli antenati dimenticati", 1913, grafica di Mykhajlo Zhuk
Copertina del libro "Le ombre degli antenati dimenticati", grafica di Olena Kulchycka
Riposando nella "Atene ucraina" (chiamata così Kryvorivna) insieme a Ivan Franko, Lesya Ukrainka, Gnat Khotkevych, Mykhailo Kotsyubynsky ammirando questa regione scrisse: "Mi sono tuffato a capofitto nella regione di Hutsul ... che terra originale! Che insolito popolo da favola! Mi piace molto. Voglio scrivere storie sulla vita di Hutsul e ho paura di scrivere una bugia lì ". Disegnando immagini della vita e dello stile di vita degli Hutsuls, raccontando la storia di un amore tragico sullo sfondo dell'inimicizia tra due clan Hutsul, Kotsyubynsky comprendeva i sentimenti più importanti per la coscienza universale e le categorie di esistenza di amore e odio, vita e morte. Secondo la trama del romanzo, nel 1964 uscì un film omonimo di Sergiy Paradzianov, che è diventato uno dei capolavori cinematografici a livello mondiale.
Nel 1906-1912 Kotsyubynsky scrisse anche i racconti "Risate", "Se ne va" (1906), "Sconosciuto", "In viaggio" (1907), "Persona grata", "Come siamo andati al pozzo" (1908), "Debutto" (1909, "Lettera" (1911).
Nel 1911, la Società dei sostenitori della letteratura, scienza e dell'arte ucraina assegnò a Mykhailo Kotsyubynsky una borsa per tutta la vita di 2.000 rubli all'anno in modo che potesse dimettersi dal lavoro e dedicarsi alla creatività. Ben presto lo scrittore iniziò a sentirsi peggio (asma e tubercolosi).
Il grande scrittore morì nella primavera, il 25 aprile del 1913 a Kyiv. Fu sepolto sulla collina Boldina a Chernihiv, sulla riva destra del Desna. Dopo la morte del marito, Vira Ustimovna ha lavorato come correttrice di bozze, prestando il servizio nell'ufficio statistico provinciale. Nel dicembre 1921, morì a Chernihiv a causa di un forte tifo la vedova dello scrittore ed è stata sepolta accanto a suo marito.
Nella letteratura ucraina Kotsyubynsky è rimasto come maestro della prosa psicologica. Le sue opere insieme alle opere dei suoi contemporanei più anziani e più giovani (Ivan Franko, Olga Kobylianska, Lesia Ukrainka, V. Leontovych, N. Chernyavsky, Volodymyr Vynnychenko) hanno consolidato la tendenza della moderna letteratura ucraina a rompere con un'idealizzazione sentimentale della vita ucraina e con l'auto limitazione del quadro del realismo etnografico, e diventare una letteratura moderna indipendente e originale, sintetizzando l'anima delle persone nelle immagini della creazione artistica.
Il ritratto di Mychailo Kotsiubynsky di Mychailo Zhuk
17/09/21
Copertina delle opere, grafica di Les' Lozovskyj
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