sabato 9 settembre 2023

San Gioacchino e Sant'Anna 9 settembre


Sant'Anna e San Gioacchino
9 settembre
a cura di Yaryna Moroz Sarno

La miniatura del Menologio di Basilio II del X secolo ( BAV, Vat. graec. 1613, fol. 23).

Il frammento dell'icona ucraina del XV secolo

   I nomi dei genitori della Vergine Maria non menzionano nei Vangeli canonici. Secondo la pia tradizione, loro erano Santi Anna e Gioacchino. 
   La fonte più antica, che contiene informazioni sulla vita di San Gioacchino e Sant'Anna, sono i capitoli 1-7 del Protovangelo di Giacomo, risalente al periodo ca. 150 - III secolo. Il capostipite Gioacchino (dal ebrю יהוֹיָקִים‎ - "colui che Geova l'ha stabilito", gr. Ἰωακείμ) proveniva dalla famiglia di Giuda ed era un discendente del re Davide, al quale Dio promise che il Salvatore del mondo sarebbe nato nella sua famiglia. Nell'apocrifo di Pseudo-Matteo "Il Vangelo della Natività e dell'Infanzia del Salvatore" (non prima del VI secolo), compilato sulla base del Protovangelo di Giacomo e Il Vangelo dell'infanzia di Tommaso (non più tardi dell'inizio del V secolo), si parla dell'origine di Gioacchino "dalla tribù di Giuda" (1, 1), Anna "dalla stirpe di Davide" e che il nome di suo padre era Isaia  (1, 2). 
  Sant'Anna (ebr. חַנָּה‎, Ḥannāh, gr. Αννα, lat. Anna) era della tribù di Levi da parte di suo padre e sua madre proveniva invece dalla tribù di Giuda. Nacque Sant'Anna in Betlemme, chiamata nella Sacra Scrittura, la città di Davide, perché in essa ebbe radici il gran re, profeta. Suo padre si chiamava Matan, era sacerdote della tribù di Levi e della famiglia di Aronne, sua madre fu Maria della tribù di Giuda, ambedue ragguardevoli non solo per la loro nascita, ma ancor più per la loro probità e per lo splendore di una vita esemplare. Secondo Protovangelo, Gioacchino e Anna erano una coppia pia e prospera ma senza figli. Un altro apocrifo: "Il Libro della Natività di Santa Maria" (Libellus de nativitate sanctae Mariae del IX secolo) informa che la famiglia della Madre di Dio viveva nella città di Nazareth in Galilea (1, 1) e racconta la miracolosa concezione della Vergine Maria (3, 1). L'influenza sulla tradizione aveva anche "Omelia sulla Natività della Beata Vergine Maria" di Sant'Andrea di Creta (secoli VII - l'VIII).
   Il culto dei Santi Gioacchino e di Anna si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente (anche a seguito delle numerose reliquie portate dalle Crociate). La festa liturgica cominciò a manifestarsi più diffusamente nell'alto medioevo (nel X secolo a Napoli; dal XII secolo in varie altre località). 
  Il centro della venerazione di San Gioacchino e Sant'Anna era la Palestina. A Gerusalemme, vicino alla piscina di Betzaeta, a ovest della Porta dei Leoni, c'era la casa di Gioacchino e Anna, dove, secondo la tradizione locale, sono vissuti e vi morirono. Secondo il racconto dell'abate Daniel, pellegrino in Terra Santa dalla Rus'-Ucraina dell'inizio del XII secolo, in questo luogo fu costruita una chiesa, sotto il suo altare c'era una grotta dove era conservata la loro bara.
     Nell'epoca delle crociate, le chiese dedicati ad Anna apparvero a Gerusalemme e sono sopravvissute fino ad oggi: accanto alla casa di Gioacchino e Anna, fu costruita la basilica della giusta Anna (risalente al XII secolo) e la cappella di Gioacchino fu costruita nella chiesa del Santo Sepolcro (l'Assunzione della Vergine) e nel Getsemani, e Anna presso il luogo di sepoltura della regina Melisenda. In questa cappella, situata sul luogo della tomba ancestrale della famiglia della Santissima Madre di Dio, si trovano le tombe di Gioacchino e Anna. La venerazione di Gioacchino e Anna in Terra Santa era anche associata al monastero di Choziva (V secolo): secondo la leggenda locale, Gioacchino pregò per la concessione della prole a lui nella grotta del profeta Elia sul territorio del monastero. Ad Est del monastero si trova la grotta di San Giorgio, dove, secondo la leggenda, Anna visse per qualche tempo. Entrambe le grotte sono chiamate i luoghi della virtuosa Anna. Le reliquie di Anna furono trasferite sotto l'imperatore Giustiniano II nel 710, da Gerusalemme a Costantinopoli. Le parti delle reliquie sono state in vari luoghi monasteri di Athos, Cipro e Grecia. 
   A Costantinopoli furono note diverse chiese, consacrati al nome di Sant'Anna, la più antica di queste era la chiesa di Devero, costruita, secondo le testimonianze di Procopio di Cesarea, dall'imperatore Giustiniano I intorno al 550 (Procop. De aedificiis, I, 3). La chiesa fu danneggiata durante un terremoto e fu ricostruita dall'imperatore Basilio I il Macedone (867-886). Questa chiesa esisteva ancora all'inizio del XII secolo sotto la vedova dell'imperatore Alessio I Comneno, Irene. L'altra chiesa dedicata a Sant'Anna, di Digistei fu costruita da Santa Teodora (842-856), moglie dell'imperatore Teofilo, nel punto in cui il suo cavallo inciampò due volte sulla via delle Blacherne e ritorno. L'epigramma del patriarca di Antiochia Teodoro IV Balsamone (Θεόδωρος Βαλσαμῶν, XII secolo) contiene una menzione della chiesa in nome di Sant'Anna nel monastero della Santissima Madre di Dio Odigitria. Vicino al palazzo dell'imperatrice, a Palatia fu costruita la chiesa dall'imperatore Leone VI il Saggio (886-912). Secondo le notizie di  Pseudo-Codino dalla metà del XIV secolo, la moglie dell'imperatore d'Oriente Leone III Isaurico (717-741) Anna costruì un monastero a nome di Sant'Anna, noto anche come monastero di Spud.    
   Le rappresentazioni Sant'Anna troviamo tra i mosaici sull’arco trionfale di Santa Maria  Maggiore del V secolo e negli affreschi di Santa Maria Antiqua (VII secolo) a Roma.  
  L'immagine dell'Annunciazione di Sant'Anna presente anche nell'altare laterale (cappella) dei Santi Gioacchino e Anna nella cattedrale di Santa Sofia di Kyiv

Il mosaico del monastero di Dafni, la fine dell'XI secolo 





L'affresco, Pech, Serbia, XIV secolo 

I mosaici nella chiesa del Salvatore nel monastero di Chora a Costantinopoli, 1316-1321 

Frammento del mosaico nella chiesa del Salvatore nel monastero di Chor

    La commemorazione principale di Santi Gioacchino e Anna è il giorno dopo la festa della Natività della Vergine, il 9 (22) settembre. Questa festa è indicata nei calendari palestinesi e georgiani dal VII al X secolo, riflettendo l'antica tradizione menologica del Patriarcato di Gerusalemme. La memoria di Gioacchino e Anna del 9 settembre è menzionata nel Typicon della Grande Chiesa dei secoli IX - XI (Mateos. Typicon, vol. 1, 22). Secondo Sinassario della Chiesa di Costantinopoli della fine X secolo) e il Typicon della Grande Chiesa (IX - l'XI secoli), in questo giorno a Costantinopoli fu celebrata una solenne funzione in loro onore nella chiesa della Santissima Madre di Dio a Calcoprato (Syn CP. Col. 29; Mateos., Typicon, vol. 1, 22).

La preghiera di Sant'Anna, 
l'affresco della cattedrale di Santa Sofia, Kyiv dell'XI secolo 

 Il frammento dell'icona ucraina del XVI secolo, Museo Nazionale a Leopoli 

Il frammento dell'icona ucraina del XVI secolo, villaggio Yasinka Masola, Museo Nazionale a Leopoli 

Il frammento dell'icona ucraina del XVI secolo dalla chiesa di Santa Parasceve, Busk, 
Museo Nazionale a Leopoli 

Il frammento dell'icona del XVI secolo, villaggio Smilnyk, Museo Nazionale a Leopoli  

Il frammento dell'icona ucraina del XVI secolo, dalla chiesa della Natività della Vergine Maria, 
villaggio Chuklia, Museo Nazionale a Leopoli 

Il frammento dell'icona ucraina della seconda metà del XVI secolo, Museo Nazionale a Leopoli 

Il frammento dell'icona ucraina del XVI secolo, villaggio Tysovytsia, Museo Nazionale a Leopoli 

Il frammento dell'icona ucraina delle fine del XVI secolo, Museo Nazionale a Leopoli 

Il frammento dell'icona ucraina dell'inizio del XVII secolo, 
dalla chiesa della Natività della Vergine Maria, Dunajiv, Museo Nazionale a Leopoli 


L'icona ucraina del XVI secolo del Maestro Fedusko da Sambir, 
Museo Nazionale a Leopoli  



 
L'icona del XVII secolo

Il ricamo d'oro ucraino, Museo di Tarnavskyj a Kharkiv  
 

L'icona dell'altare di Sant'Anna della chiesa nel villaggio Skelivka, la prima meta del XVII secolo  
 
  
L'icona della devozione popolare, XVII secolo
  
 

L'icona delle devozione popolare, villaggio Babychi, 
XVIII secolo, Museo Nazionale a Peremyshl'

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