La festa dell'Eucarestia
Corpus Domini
di Yaryna Moroz Sarno
L'Eucarestia è culmine di tutta la vita della Chiesa, vita cristiana. L'Eucarestia rende presente il sacrificio del nostro Salvatore Gesù Cristo, è il cuore della Liturgia. La solennità dell'Eucarestia (Corpus Domini, il Corpo di Dio) è una delle più importanti nell'anno liturgico; viene celebrato il giovedì successivo alla solennità della Discesa dello Spirito Santo (l'undicesimo giorno dopo la Discesa dello Spirito Santo), rievocando il Giovedì Santo, e il 60° giorno dopo la Pasqua. L’istituzione dell’Eucaristia richiama al rito pasquale della prima Alleanza, descritto nel libro dell’Esodo (Es 12, 6): il sacrificio, che doveva liberare il popolo eletto dallo sterminio: “Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio” (Es 12, 13).
Gesù ha dato in nuovo significato alla Pasqua dell'Antico Testamento. Durante un banchetto pasquale con gli Apostoli La nuova Pasqua è stata anticipata nell'Ultima Cena e celebrata nell'Eucaristia. Le testimonianze sullo svolgimento della celebrazione eucaristica ci ha lasciato San Giustino del II secolo (San Giustino, Apologia, 1, 65: CA 1, 176-180 (PG 6, 428).
Il pane e il vino che per l'invocazione dello Spirito Santo, misteriosamente diventano il Corpo e il Sangue di Cristo sono al centro della celebrazione dell'Eucarestia.
Nel III secolo Sant'Agostino esclamava: "O sacramentum pietatis! O signum unitatis! O vinculum caritatis!" (S. Aug., In Io. Tract. 26, 13; PL 35, 1613). San Leone Magno diceva "Non . . . aliud agit participatio corporis et sanguinis Christi, quam ut in id quod sumimus transeamus": a non altro tende la nostra partecipazione al corpo e al sangue di Cristo, che a trasformarci in ciò che assumiamo" (Sermo 63, 7; PL 54, 357). Sant'Agostino dava un’interpretazione mistico-spiritualista, Giovanni Damasceno e Isidoro di Siviglia davano un’interpretazione realistica della Santa Eucaristia.
La prima esposizione sistematica della dottrina risale all’epoca carolingia: Pascasio Radberto abate della Corbie: “De corpore et sanguine Domini” (844). La sua tesi fu combattuta da Ratramno (884) con riferimento alle posizioni agostiniane. La tesi di Pascasio fu nuovamente combattuta da Berengario di Tours (1088) condannato da vari sinodi.
Nella storia della Chiesa e nello sviluppo della dottrina e devozione eucaristica il IV Concilio Lateranense del 1215, convocato da Papa Innocenzo III, fu evento cruciale, perché confermò la transustanziazione, esprimendo dogma sulla presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucarestia.
Una festività liturgica estesa a tutta la Chiesa fu introdotta nel calendario da papa Urbano IV l'11 agosto del 1264 con una bolla Transiturus e viene indicata come "memorialis sacramentum in cotidianis missarum sollemnior, festum sanctissimi Corporis Domini nostri Jesu Christi", che sottolineava la divinità di Gesù Cristo Dio e il Suo Corpo.
L’istituzione della solennità nella Chiesa universale è dovuta principalmente a una suora agostiniana, priora del monastero del monte Cornelio, presso Liegi, Santa Giuliana di Retìne o di Cornillon (1192-1258) che nel 1208 ebbe una visione della Chiesa come la luna con la macchia scura che evidenziava la mancanza di una festività in onore dell'Eucarestia Santissima. In seguito ebbe un’altra visione: Cristo in persona le apparve chiedendole di istituire la festa separata della Eucarestia Santissima il giovedì dopo la domenica della Santissima Trinità (che nella Chiesa cattolica romana si festeggia la prima domenica dopo Pentecoste), con il duplice scopo di riaccendere la fede nei fedeli ed espiare i peccati commessi contro il sacramento dell’Eucarestia. Il suo direttore spirituale Giovanni di Lausanne, canonico di Liegi, avendo pareri favorevoli dai numerosi teologi, richiese l'introduzione della festa in onore del Corpus Domini al vescovo Roberto di Liegi.
Dal 1222, anno in cui fu nominata priora del convento di Mont-Cornillon, chiese consiglio ai maggiori teologi ed ecclesiastici del tempo con lo scopo di chiedere l’istituzione della festa. Scrisse una petizione anche al cardinale francese Hughes de Saint Cher, all’arcidiacono di Liegi, Jacques Pantaleon e a Roberto de Thourotte vescovo di Liegi. La collaborazione dei teologi, tra cui era Giacomo Pantaleone nel 1242-43 arcidiacono di La Campine (Liegi), il futuro Urbano IV, rese possibile convincere Roberto di Torote, vescovo di Liegi, che nel sinodo decise di istituire nella sua diocesi una festa in onore del Santissimo Sacramento nel giovedì dopo l'ottava della Trinità nella sua diocesi. Nel 1246 ebbe luogo la prima processione ai quattro altari. In quel periodo i vescovi potevano istituire festività all’interno delle singole diocesi.
Il Corpus Domini come solennità nacque per celebrare la reale presenza di Cristo nell'Eucaristia nella diocesi di Liegi, (Belgio) nel 1247. Questa festa è stata confermata per la diocesi di Liegi nel 1251. Presto la festa dell'Eucaristia si diffuse dalla Gallia ad altri paesi europei.
Nell'estate del 1263 un prete boemo, Pietro di Praga, pellegrino verso Roma, si fermò per celebrare la messa sulla tomba di Santa Cristina nella basilica di Santa Cristina a Bolsena (Viterbo) ed al momento del consacrazione dell'Eucarestia fu pervaso dal dubbio della presenza reale del Cristo nell'Eucarestia. L'Ostia consacrata si trasformò in carne e sangue.
Dopo la notizia sul prodigio, il papa, residente ad Orvieto, inviò il vescovo di Orvieto a prendere il sacro lino. La reliquia fu portata ad Orvieto, dove fu accolta da una solenne processione guidata dal pontefice. Per custodire degnamente le reliquie si iniziò la costruzione del duomo ad Orvieto dove si conserva il Sacro Lino nella cappella del Corporale.
In seguito Papa Urbano IV nel 1264, dopo aver riconosciuto il miracolo eucaristico di Bolsena, rese la solennità festum corporis Christi, festum corpus domini universale obbligatoria per tutta la Chiesa con la sua bolla Transiturus de hoc mundo ad Patrem dell'11 agosto del 1264 dato ad Orvieto, "affinché questo eccelso e venerabile Sacramento fosse per tutti memoriale dello straordinario amore di Dio per noi", ordinando "Che ogni anno, dunque, si celebri una festa speciale e solenne di un così grande sacramento, oltre alla commemorazione quotidiana che la Chiesa ne fa, e stabiliamo un giorno fisso per essa, il primo giovedì dopo l'ottava di Pentecoste. Ordiniamo inoltre che nello stesso giorno folle devote di fedeli si riuniscano a questo scopo nelle chiese con generoso affetto, e che tutto il clero e il popolo intonino gioiosamente canti di lode, affinché le labbra e i cuori si riempiano di santa gioia; Che la fede canti, la speranza tremi, la carità esulti; che la devozione palpiti, che la purezza esulti; che i cuori siano sinceri; che tutti siano uniti con spirito diligente e volontà pronta, impegnati a preparare e celebrare questa festa".
L'officiatura della festa è stata scritta da San Tommaso d'Aquino risiedente allora nel monastero di San Domenico ad Orvieto. Fu il papa Urbano IV stesso ad affidare la preparazione dei testi della Liturgia delle ore e Messa della nuova festa al Doctor Angelicus che compose cinque inni eucaristici, tra cui famoso l’inno latino Sacris solemniis, che comincia con le parole Panis angelicus ("Pane degli angeli"), il Pangue lingue, l'inno principale della solennità, nella processione e nei Vespri. Nel cantico eucaristico che risona San Tomasso si cantava: "Visus, tactus, gustus in te fallitur. Sed auditu solo tuto creditur: credo quidquid dixit Dei Filius: nil hoc verbo veritatis verius". Tomasso affermava: "il cui bene comune spirituale è sostanzialmente contenuto nel sacramento dell’Eucaristia" (S. Thom., Summ. Theol. III, 65, 3 ad 1).
La prima processione pubblica tipo ebbe luogo nella città di Colonia (Germania) nel 1279.
La bolla non fu attuata a causa della morte del papa. A confermare la festa nel 1312 fu Clemente V (1264-1314) primo papa ad Avignone. Clemente V con il Concilio di Vienne del 1311, riapprovando festa, regolò le modalità della processione eucaristica all'interno delle chiese.
Dal XIV secolo la parte principale della festa del Corpus Domini è costituita dalle processioni pubbliche con i Santi Misteri lungo strade e luoghi pubblici. Nel 1317 per la solennità del Corpus Domini dalla sua residenza in Avignone Papa Giovanni XXII (Jacques Duèse, pontificato 1316-1334), istituì la "processione teoforica", in cui il Corpo Eucaristico di Gesù si portava dal sacerdote in mezzo al popolo per adorazione sulle vie delle città. A seguito delle indulgenze speciali elargite dai papi Martino V (1417-1431) ed Eugenio IV (1431-1447), dal XV secolo si diffuse in tutta la Chiesa l'uso della processione del Corpus Domini.
L'8 giugno del 1447, nel primo anno del suo pontificato fu Nicola V (1447-14559 ad introdurre la processione eucaristica di tutto il clero romano con la partecipazione del papa in piedi con l'Ostensorio nelle mani, da San Pietro alla porta del Castello. L'anno dopo, nel 1448 la celebrazione del Corpus Domini con corteo devoto per le strade di Roma che partiva della cattedrale di San Giovanni al Laterano alla basilica Santa Maria Maggiore, dove terminava con una benedizione solenne con il Santissimo.
Il Concilio di Trento (1545-1563) giocò un ruolo fondamentale nel definire e difendere la dottrina cattolica, con particolare attenzione all'Eucaristia come il sacramento più importante, perché fu ribadita la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, la transustanziazione.
Nel Decreto sul Santissimo Sacramento dell’Eucarestia della Sessione XIII del Concilio di Trento, Sessione XIII l'11 ottobre 1551 (Capitolo I: Della presenza reale del signore nostro Gesù Cristo nel santissimo sacramento dell'eucaristia) dichiarava: "... nel divino sacramento della Santa Eucaristia, dopo la consacrazione del pane e del vino, è contenuto veramente, realmente e sostanzialmente, sotto l'apparenza di quelle cose sensibili, il nostro signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.Non sono, infatti, in contrasto fra loro questo due cose: che lo stesso nostro Salvatore sieda sempre nei cieli alla destra del Padre, secondo il modo naturale di esistere, e che, tuttavia, presente in molti altri luoghi, sia presso di noi con la sua sostanza, sacramentalmente, con quel modo di esistenza, che, anche se difficilmente possiamo esprimere a parole, possiamo, tuttavia, comprendere con la nostra mente, illuminata dalla fede, essere possibile a Dio, (Mt 19,26; Lc 18,27) e che anzi dobbiamo credere fermissimamente. Questo, infatti, tutti i nostri padri, che vissero nella vera chiesa di Cristo, e che hanno trattato di questo santissimo sacramento, hanno professato chiarissimamente: che il nostro Redentore ha istituito questo meraviglioso sacramento nell'ultima cena, quando, dopo la benedizione del pane e del vino, affermò con parole esplicite e chiare di dare ad essi il proprio corpo e il proprio sangue. Queste parole, riportate dai santi evangelisti, (Mt 26,26-28; Mc 14,22-24; Lc 22,19-20) e ripetute poi da S. Paolo, (1 Cor 11,24-25) hanno per sé quel significato proprio e chiarissimo, secondo cui sono state comprese dai padri, è pertanto sommamente indegno che esse vengano distorte da alcuni uomini rissosi e corrotti a immagini fittizie e immaginarie, con le quali è negata la verità della carne e del sangue di Cristo, contro il senso generale della chiesa, la quale come colonna e sostegno della verità, (1 Tm 3,15) ha detestato come sataniche queste costruzioni fantastiche, escogitate da uomini empi, riconoscendo con animo sempre grato e memore questo preziosissimo dono di Cristo".
Il Concilio di Trento manifestava sulla solennità dell'adorazione dell'Eucarestia: "È stata introdotta nella Chiesa di Dio la piissima e religiosa consuetudine che ogni anno, in un determinato giorno di festa, questo eccellentissimo e venerabile sacramento sia celebrato con singolare venerazione e solennità; e portato con riverenza e onore in processione per le strade e i luoghi pubblici".
Dalle risoluzioni del Sinodo di Zamoysk nel 1720 la festa della Santa Eucaristia è stata introdotta nella Chiesa greco-cattolica ucraina e da allora si celebra ogni anno.
Alla fine del XIX secolo papa Leone XIII, sulla spinta di Emilia Tamisier (1834-1910), ispirata dall'Apostolo dell'Eucaristia San Pier Giuliano Eymard (1811-1868), instituì i Congressi eucaristici, prima locali, e poi nazionali e mondiali. Nel 1879 Leone XIII istituì il Pontificio comitato per i congressi eucaristici internazionali per promuovere la preparazione e la celebrazione periodica (di regola, ogni quattro anni) di congressi eucaristici internazionali e di collaborare alla celebrazione dei congressi eucaristici nazionali. Il primo Congresso eucaristico internazionale sul tema "L'Eucarestia salva il mondo" si svolse il 21 giugno del 1881 a Lilla in Francia.
Alla vigilia della solennità del Corpo di Cristo, il 28 maggio del 1902, Leone XIII scrisse enciclica Mirae Caritatis De Sanctissima Eucharistia.
Suo contemporaneo il Servo di Dio metropolita Andrea Sheptytskyj diceva: "Così Gesù Cristo viene nella Santa Comunione a ogni cristiano individualmente, per santificare la sua vita e condurlo a Dio" (Dalla Lettera pastorale del giusto Metropolita Andrej ai fedeli della Bucovyna "Sulla Chiesa", Krekhiv, 27 gennaio 1901). "La Santa Eucaristia: che dono infinito, che bene incommensurabile, che felicità sapere che chiunque mangi di questo Pane e beva da questo Calice risorgerà con Cristo a una vita nuova ed eterna!" (Dall'opera del giusto Metropolita Andrej Sheptytsky "Esercizi Spirituali per il Clero", Leopoli, 19-29 gennaio 1939)
Nei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II l’Eucaristia è stata chiamata "convito di comunione fraterna" (Gaudium et spes, 38); "cibandosi del corpo di Cristo nella santa Comunione, mostrano concretamente l’unità del Popolo di Dio, che da questo augustissimo sacramento è adeguatamente espressa e mirabilmente effettuata" (Lumen Gentium, 11). Dopo il Vaticano II è stata denominata Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.
Il 5 giugno del 1969 Paolo VI disse: "Dal momento che vi è un solo Pane, noi, che siamo molti, formiamo un solo corpo; poiché noi tutti partecipiamo di questo unico pane".
Le preghiere di San Giovanni XXIII, homo eucaristicus a Gesù nell'Eucarestia
O Sacramento di amore resta Tu sempre in alto al vertice della dottrina e della devozione dei cattolici, senza ingombri. E sciogli le nostre menti ai voli del pensiero, i nostri cuori alla dilatazione della carità, i nostri passi al compimento dei supremi ideali di giustizia e di pace sociale. Così sia. Così sia.
(Torino, Congresso Eucaristico Nazionale, 11 settembre 1953) Oh! Il Sacramentum Ecclesiasticae unitatis... (Sacramento dell'unità della Chiesa) Signore Gesù, continua a darci questo pane quotidiano che è lo stesso Corpo tuo, questo vino che è il tuo Sangue prezioso a suggello della nostra unità nella Chiesa tua. Noi ti supplichiamo. E questa Chiesa tua, o Signore, degnati di sorreggerla e di conservarla quale l'hai voluta, una, santa, cattolica. Noi ti supplichiamo. Per il nostro Pontefice...e per quanti appartengono all'ordine ecclesiastico... mantienili in perfetta fedeltà di mente e di cuore.
Noi ti supplichiamo...Per il ritorno delle pecorelle sbandate alla unità dell'ovile, per quanti sono fuorviati e vaganti nelle tenebre dell'errore, perché siano condotti al lume del Vangelo, noi ti supplichiamo, o Signore, e così per la unità dei figli di Dio, per la pace delle singole nazioni, per l'universo intero, di cui tu sei il Salvatore e datore di libertà...Alla tua Chiesa, o Signore, concedi propizio i doni della unità e della pace, misticamente adombrati nella nostra oblazione ». Così il Signore ci ascolti e ci benedica. Amen.
Vicenza, Festa Eucaristica 23 settembre 1956O Signore Gesù, salva il popolo tuo e benedici alla tua eredità, e mantieni questa diletta porzione del tuo gregge elevata verso le cose più alte e più pure che il tuo Vangelo contiene, e che sono sicura garanzia di fraternità e di progresso sociale, in ogni campo e in tutti i tempi. Noi continueremo a lodarti in tutti i giorni del vivere nostro, nella certezza della tua misericordia e nella dolcezza delle tue benedizioni, che penetrano nei cuori innocenti e li abbelliscono, che rianimano gli incerti, consolano gli afflitti, suscitano gli entusiasmi dell'apostolato cattolico e perennano sulla terra la fioritura delle tue beatitudini evangeliche. Così sia.
(Festa del Corpus Domini, il 20 giugno 1957 a Venezia) O Gesù benedetto, adorato, santo! Accogli dal trono della tua Eucaristica dimora, dal mistero del tuo grande Sacramento, l'omaggio dei figli di Roma, l'omaggio di tutti i figli della Chiesa Cattolica, Benedici a questa città, a tutti gli ordini che la compongono nel triplice orizzonte religioso, civico, sociale; come tu la volesti nelle tue provvidenziali disposizioni... Noi tutti ci allietiamo in te. Mantieni in tutti noi il triplice dono della unità, della libertà e della pace; mantienilo alla felicità ed alla prosperità del mondo intero.
A te, Gesù Eucaristico, noi leviamo ancora e sempre i nostri cuori, le nostre braccia, le nostre bandiere. Sii dunque sempre luce, soavità e benedizione per tutti. La tua Madre benedetta, che ci lasciasti come madre nostra, a noi si unisce nella invocazione e nel canto.
Roma, Festa del Corpus Domini, 28 maggio 1959 O Gesù, re delle genti e dei secoli, accogliete gli atti di adorazione e di lode che noi, vostri fratelli di adozione, umilmente vi tributiamo. Voi siete «il Pane vivo disceso dal cielo, che dà la vita al mondo»; sommo sacerdote e vittima, vi immolaste sulla croce in sacrificio cruento di espiazione all'Eterno Padre per la redenzione del genere umano, ed ora vi offrite quotidianamente sui nostri altari per le mani dei vostri ministri, a fine di instaurare in ogni cuore il vostro «regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace».
O «Re della gloria», venga dunque il vostro regno! Regnate, dal vostro «trono di grazia», nei cuori dei fanciulli, perché conservino immacolato il candido giglio dell'innocenza battesimale.
Regnate nei cuori dei giovani, affinché crescano sani e puri, docili alla voce di coloro che vi rappresentano nella famiglia, nella scuola, nella chiesa. Regnate nel focolare domestico, affinché genitori e figli vivano concordi nella osservanza della vostra santa legge. Regnate nella nostra patria, affinché tutti i cittadini, nell'ordine e nell'armonia delle classi sociali, si sentano figli di uno stesso Padre celeste, chiamati a cooperare al comune bene temporale, felici di appartenere all'unico corpo mistico, di cui il vostro sacramento è insieme simbolo e imperitura sorgente. Regnate, infine, o Re dei re e «Signore dei signori», su tutte le nazioni della terra ed illuminate i reggitori di ciascuna affinché, ispirandosi al vostro esempio, nutrano «pensieri di pace e non di afflizione». O Gesù Eucaristico, fate che tutti i popoli servano liberamente a voi, consapevoli che «servire a Dio è regnare». Il vostro sacramento, o Gesù, sia luce alle menti, forza alle volontà, attrazione dei cuori. Sia esso sostegno ai deboli, conforto ai sofferenti, viatico di salvezza ai morenti; e a tutti «pegno di futura gloria». Amen.
(Preghiera divulgata per il XVI Congresso Eucaristico Nazionale, 6-13 settembre 1959)O Pane divino, disceso dal cielo, per dare la vita al mondo!
Pastore amabile delle anime nostre, dal vostro trono di gloria, ove «Dio nascosto» avvivate le famiglie e i popoli con la vostra grazia, riguardate alla diletta Nazione Italiana, che è tutta spiritualmente unita davanti a voi, per rinnovarvi l'espressione della sua fedeltà e del suo amore.
Ad essa avete fatto l'incomparabile dono di essere prescelta a sede del vostro Vicario in terra; da secoli essa canta le vostre lodi dalle sue cattedrali, dalle splendide tavole dei suoi artisti, dalle opere dei suoi poeti, dalla vita semplice e operosa delle sue città antiche. Fate che i suoi figli del territorio metropolitano, e i suoi emigranti che con tanta soddisfazione incontrammo nelle vie del mondo in Oriente e in Occidente, eredi consapevoli e fedeli della devozione dei padri, rimangono stretti a voi nella fermezza della fede, nella certezza della speranza, nell'ardore della carità.
Dall'altare, ove perennemente rinnovate il vostro sacrificio, siate sempre per essi il Maestro, il Consolatore, il Salvatore, Colui che dà il nutrimento che preserva dalla corruzione e dalla morte.
Vi raccomandiamo in particolar modo i malati, i poveri, gli indigenti e quanti chiedono pane e lavoro, per tutti e per ciascuno implorando il conforto della vostra Provvidenza; vi preghiamo per le famiglie, affinché siano centri fecondi di vita cristiana; vi presentiamo i giovani, speranza della Chiesa e della Patria, affinché, preservati dai pericoli dell'anima e del corpo, si preparino in serietà e letizia ai doveri della vita; vi preghiamo per i sacerdoti, per gli alunni del Santuario, per le anime consacrate, per gli educatori, per i lavoratori. Su tutti discenda l'abbondanza della vostra grazia affinché l'Italia, che da voi trae la sua vera grandezza, continui ad essere esempio di virtù gentili e generose, culla di santi, centro di verità e di luce.
Radiomessaggio per la chiusura del XVI Congresso Eucaristico nazionale di Catania, 13 settembre 1959.O Gesù, Re delle genti e dei secoli, accogliete gli atti di adorazione e di lode che noi, Vostri fratelli di adozione, umilmente Vi tributiamo. Voi siete «il Pane vivo disceso dal cielo, che dà la vita al mondo»; Sommo Sacerdote e Vittima Vi immolaste sulla Croce in sacrificio cruento di espiazione all'Eterno Padre per la redenzione del genere umano, ed ora Vi offrite quotidianamente sui nostri Altari per le mani dei Vostri ministri, a fine di instaurare in ogni cuore il Vostro «regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace». O «Re della gloria», venga dunque il Vostro Regno! Regnate dal Vostro «trono di grazia» nei cuori dei fanciulli, perché conservino immacolato il candido giglio dell'innocenza battesimale. Regnate nei cuori dei giovani, affinché crescano sani e puri, docili alla voce di coloro che Vi rappresentano nella famiglia, nella scuola, nella Chiesa. Regnate nella nostra patria, affinché tutti i cittadini, nell'ordine e nell'armonia delle classi sociali, si sentano figli di uno stesso Padre celeste, chiamati a cooperare al comune bene temporale, felici di appartenere all'unico Corpo Mistico, di cui il Vostro Sacramento è insieme simbolo e imperitura sorgente. Regnate, o Re dei re e «Signore dei signori», su tutte le nazioni della terra e illuminate i reggitori di ciascuna, affinché ispirandosi al Vostro esempio, nutrano «pensieri di pace e non di afflizione». O Gesù Eucaristico, fate che tutti i popoli servano liberamente a Voi, consapevoli che «servire a Dio è regnare». Il Vostro Sacramento, o Gesù, sia luce alle menti, forza alle volontà, attrazione dei cuori. Sia Esso sostegno ai deboli, conforto ai sofferenti, viatico di salvezza ai morenti; e a tutti, «pegno di futura gloria». Così sia.
(Alla Vigilia del Congresso Eucaristico internazionale di Monaco di Baviera, 29 luglio 1960). O divino Redentore, che quotidianamente sui nostri altari offri all'Eterno Padre per la vita del mondo il sacrificio del Corpo e del Sangue tuo, salva il genere umano dal pericolo della morte. Salva gli uomini, specialmente dalla morte che è più da temere, da quella spirituale, alla quale tanti sono esposti o miseramente soggiacciono. Fa che noi sempre più abbiamo fame e sete di te, vivente nel Tabernacolo come sotto una tenda innalzata in seno alla Chiesa militante, affinché, guidati dalla tua luce e accesi dal tuo amore, possiamo felicemente attraversare il deserto periglioso di questo mondo e giungere alla terra promessa all'umanità da te redenta, il paradiso della vita celeste e immortale.
(Conclusione del Congresso Eucaristico internazionale di Monaco di Baviera, 7 agosto 1960).O Gesù Benedetto...scenda ora la tua benedizione, apportatrice di pace e di amore, scenda su quanti oggi, in questa Roma e nel mondo intero, ti hanno manifestato solennemente la loro adorazione; scenda su le case, santificate dal tuo passaggio, a impreziosirvi il dovere, a fecondarvi il dolore, a togliere quanto ti dispiace; scenda anche sui lontani, su gli indifferenti, su gli avversari, a far loro sentire la pungente nostalgia di un definitivo ritorno. O Signore Gesù, benedici in modo speciale questa tua Città, che oggi è davanti a Te nella sua triplice compagine, religiosa, civica e sociale: suscita in essa un santo fervore di opere, un salutare rinnovamento del costume, un provvido rafforzamento della famiglia: chiama al tuo servizio eucaristico schiere sempre più numerose di apostoli, che come germogli di olivo circondino il tuo altare. E sii per tutti i cuori luce di soavità, balsamo di conforto, forza di buon proposito: fiat, fiat.
Roma, Festa del Corpus Domini, 16 giugno 1960.
O Gesù, panis vere, unico e solo cibo sostanzioso delle anime, raccogli tutti i popoli attorno alla mensa tua: essa è divina realtà sulla terra, è pegno di favori celesti, è sicurezza di giuste intese tra le genti, e di pacifiche competizioni per il vero progresso della civiltà.
O Gesù, riguardaci dal tuo Sacramento come il Dottore Angelico ti invoca e ti invoca con lui la Santa Chiesa. O Iesu, bone pastor: questo è il gregge, che tu hai adunato dai quattro punti della terra; il gregge che ascolta la tua parola di vita, e si propone di custodirla, praticarla, diffonderla. È il gregge che ti segue docile, o Gesù; e che nel Concilio Ecumenico ama tanto vedere riflesso il tuo volto amabile nei lineamenti della Chiesa tua, madre di tutti, madre che a tutti apre le braccia e il cuore, che tutti i suoi vescovi qui attende trepidante e fiduciosa. O Gesù, cibo soprasostanziale delle anime a te accorre questo popolo immenso. Esso si volge a considerare la sua umana e cristiana vocazione con nuovo slancio di interiore virtù, con prontezza al sacrificio, di cui tu desti saggio inimitabile verbo et exemplo, con la parola e con l'esempio.
Fratello primogenito dell'uomo redento. Tu hai preceduto i passi di ciascun uomo, segnalate e perdonate le colpe di ciascuno, sollevate tutti e ciascuno a più nobile, più convinta, più operosa testimonianza di vita. O Gesù, panis vere, unico e solo cibo sostanzioso delle anime, raccogli tutti i popoli attorno alla mensa tua: essa è divina realtà sulla terra, e pegno di favori celesti, è sicurezza di giuste intese tra le genti e di pacifiche competizioni per il vero progresso della civiltà. Nutriti da te e di Te, o Gesù, gli uomini saranno forti nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nelle molteplici applicazioni della carità. Le volontà sapranno superare le insidie del male, le tentazioni dell'egoismo, le stanchezze della pigrizia. E agli occhi degli uomini retti e timorati apparirà la visione della terra dei viventi, di cui il progrediente cammino della Chiesa militante vuol essere l'immagine, nell'atto di far risuonare nel mondo universo le prime voci, arcane e soavissime, della città di Dio.
Sì, o Gesù: Tu nos pasce, nos tuere. Tu nos bona fac videre in terra viventium. (Tu nutri e proteggi noi tutti. Mostraci i beni nella terra dei viventi).
(Roma, Processione del Corpus Domini, 21 giugno 1962).Comunione degli Apostoli. Mosaico dell'abside di Santa Sofia a Kyiv, l'XI secolo

Il mosaico della cattedrale di San Michele a Kyiv, l'XI secolo
Maestro Andrea, affresco nella cappella della Santissima Trinità, Lublino, 1418
Maestro Andrea, affresco nella cappella della Santissima Trinità, Lublino, 1418
Domazhyr, Museo Nazionale dell'Arte a Leopoli
Maestro Fedusko, pittore di Sambir, frammento dell'icona della Passione di Cristo.
II metà del XVI secolo, dalla chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce, Drohobych.
L'Ultima Cena. Scuola di Leopoli, chiesa della Discesa dello Spirito Santo, Rohatyn, 1650.
Ivan Rutkovych, L'Ultima Cena, l'iconostasi di Zhovkva, 1699
Yov Kondzelevych. L'Ultima Cena dall'iconostasi della Chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce nel Manyava Skete (1699-1705), Museo Nazionale di Leopoli
M. Petrakhnovych-Morokhovsky, parte dall'iconostasi,
chiesa di Santi Cosma e Demiano a villaggio Velyki Grybovychi,1637-1638

L'icona ucraina del XVIII secolo, Museo delle icone di Volyn'
L'icona ucraina "Cristo nel calice", Museo delle icone di Volyn' , 1737
Cristo vite del pittore di Ostroh, la prima metà del Settecento.
Museo Nazionale intitolato ad Andrey Sheptytsky di Leopoli
L'icona della scuola pittorica di Ostrogh, la prima metà del XVIII secolo
Maestro di Ostroh. 1730-1740, da Brody.
Museo Nazionale intitolato ad Andrey Sheptytsky a Leopoli
L'icona "Cristo – Vite" dalla сhiesa della Santissima Trinità nel villaggio di Luchytsi,
distretto di Lutsk, 1747, Museo delle icone di Lutsk.

La facciata della chiesa della Santa Eucarestia a Leopoli

26 maggio 2005: Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo - Santa Messa e Processione Eucaristica | Benedetto XVI
Data di pubblicazione 18/06/20 10:31
Data di pubblicazione 18/06/20 10:31
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