venerdì 5 gennaio 2024

Epifania/ Teofania, la Manifestazione della Santissima Trinità

Epifania/ Teofania
Manifestazione della Santissima Trinità 

di Yaryna Moroz Sarno 

La miniatura del Menologio di Basilio II


"La Trinità, il nostro Dio si è inseparabilmente manifestato oggi, 
perché il Padre ha dichiarato affinità mediante la testimonianza rivelata. 
Lo spirito discese dal cielo sotto forma di colomba. 
Liberare da schiavitù, perché è un amante degli uomini"
(dall'inno della vigilia della festa).


  Nella tradizione orientale il 6 (19) gennaio si celebra il Battesimo di Gesù, l'Epifania della sua divinità. L'Epifania (dal tardo latino epiphanīa che derivato dal greco ἐπιϕάνεια (epiphàneia) significa manifestazione, apparizione da sopra. Ma questa festa più che epifania è una Teofania (Θεοφάνια 'manifestazione della divinità') perché al battesimo di Cristo apparve la Santissima Trinità, per testimoniare la sua divinità. La festa del Battesimo del Signore mostra una delle verità più grandi e profonde della nostra fede: il mistero della Santissima Trinità. Come spiega San Giovanni Crisostomo nella sua Omelia 36 sul Battesimo, "Non è il giorno nel quale Cristo è nato che si può chiamare teofania, ma il giorno in cui Egli fu battezzato. Non è con la Sua nascita che si è manifestato a tutti, ma con il Suo battesimo. Prima del giorno del Suo battesimo, Egli non era conosciuto dalla gente". 
   Secondo Giovanni Crisostomo, Epifania ha una connotazione cristologica, mentre Teofania una trinitaria, perché è avvenuta la manifestazione di Dio uno e trino. Nell'inno della Vigilia dell'Epifania si canta: "Trinità, Dio nostro, oggi sei apparso indivisibile. Il Padre, infatti, ha dato una chiara testimonianza del Figlio, lo Spirito in forma di colomba è sceso dal Cielo, Il Figlio ha chinato il suo capo intemerato davanti al Precursore ed essendo stato battezzato ha riscattato l'umanità dalla schiavitù quale amico degli uomini".
   "Il santo giorno delle luci prende il suo principio dal battesimo del mio Cristo, la vera luce che illumina ogni uomo che viene nel mondo. Egli opera la mia purificazione e soccorre la luce che avevamo ricevuto da lui dall’alto all’inizio e che abbiamo oscurato e intorbidato a causa del peccato", esclamò Efrem il Siro nel suo inno. "Il Cristo appare al mondo, lo illumina e lo riempie di gioia, santifica le acque e spande la voce del Genitore, infatti, ti rendeva testimonianza, chiamandoti Figlio diletto, e lo Spirito Santo, sotto forma di colomba". Proclo di Costantinopoli (+446) scrisse: "Il Cristo appare al mondo, lo illumina e lo riempie di gioia, santifica le acque e spande la luce nelle anime degli uomini. Il sole di giustizia apparve e dissipò le tenebre dell'ignoranza. Il Figlio unico del Padre si è manifestato a noi e ci dà, mediante il battesimo, la qualità di figli di Dio". 
   L'evento è descritto nei quattro Vangeli (Mt 3, 13-17; Mc 1, 9-11; Lc 3, 21-22; Gv 1, 29-34). Nella solennità si celebra non soltanto un avvenimento storico, che inaugurò la vita pubblica di Gesù,  ma la manifestazione divina della salvezza, la figliolanza divina di Gesù Cristo e la presentazione del mistero del battesimo cristiano che apre la porta dei cieli per noi. Il sacramento del battesimo (gr. βαπτίζω, da βάπτω 'immergo') istituito direttamente dal Signore Gesù Cristo sta in riferimento del battesimo dello stesso Gesù Cristo al Giordano. Tertulliano scrisse: "Quest'acqua ci lava dai peccati al tempo della nostra antica cecità" (De baptismo, I, 1). Secondo San Gregorio Nazianzeno, l'acqua santificata dal battesimo del Signore divenne un segno che comunica la vita nuova. Nel II secolo Erma scriveva: "Gli uomini discendono morti nell'acqua e ne risalgono vivi", interpretando il battesimo come il passaggio dalla morte alla vita. Scendendo sulle acque primordiali lo Spirito Santo dia la vita, sulle acque del Giordano - la nascita della nuova creatura. 
   Al battesimo è legato il perdono dei peccati ciò è stato evidenziato anche nel Credo niceno-costantinopolitano. San Paolo scrisse: "Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6, 4). Il battesimo assume il suo senso mediante il mistero pasquale, l'acqua battesimale riceve valore del Sangue del Cristo. 
  Nel suo trattato sulla Risurrezione Tertulliano scrisse: "consepultos Christo in baptismate et conresuscitatos in eo per fidem efficatiae" (De resurrectione, 23, 1) e poi "per simulacrum enim morimur in baptismate, sed per veritatem resurgimus in carne, sicut et Christus" (Ibid., 47, 11-12). "L'immersione e l'emersione sono l'immagine della discesa agli inferi e della Risurrezione", commentava San Giovanni Crisostomo (Hom. V 1 Cor, PG 61, 34 B).  
   La Natività ed il Battesimo del Signore fino al IV secolo nell'Oriente  si celebravano insieme nello stesso giorno. Gli Uffici delle due feste sono simile nella loro struttura: nel Battesimo si vede il completamento della Natività. Alla fine del IV secolo, la festa della Natività di Cristo e il culto dei re magi vengono separati dall'Epifania e il 6 (19) gennaio diventa solo la festa del Battesimo di Cristo. 
  Le prime testimonianze della celebrazione del Battesimo del Signore arrivano dall'Egitto, della Siria e Asia Minore. La festa è stata già menzionata da San Clemente di Alessandria (150-215) (Clemente Alessandrino, Stromata 1, 21). L'Epifania nel III secolo è stata menzionata negli Uffici di Sant'Ippolito di Roma (+ 235 ca) e di San Gregorio di Cesarea (+ 270). Nei Decreti Apostolici del IV secolo si dice: "Celebrino la festa dell'Epifania, perché in quel giorno apparve la divinità di Cristo, di cui il Padre testimonia al battesimo e lo Spirito Santo a forma di colomba, indicando Cristo". Asterio di Amasea (Ἀστέριος) nel IV secolo scriveva sulla festa dell'Epifania: "Celebriamo la festa delle luci, perché mediante la remissione dei peccati, come se da qualche tenebrosa prigione di una vita precedente, saliamo alla [vita] luminosa e serena" (Asterius Amasenus, Homilies IV, Adversus Kalendarum Festum, PG 40, 217 C). Sotto l'imperatore bizantino Teodosio il Giovane (+ 450) l'Epifania divenne una festa nazionale. 
  San Giovanni Crisostomo nel suo sermone dell'Epifania racconta della benedizione dell'acqua santa a mezzanotte, "perché in questo giorno Cristo fu battezzato e santificata la natura dell'acqua". Dal V secolo la tradizione di benedire l'acqua avviene ovunque alla vigilia dell'Epifania. Gli storici bizantini Teodoro il Lettore (+ prima del 550) e Giorgio Cedreno (Γεώργιος Κεδρηνός, la fine dell'XI secolo - l'inizio del XII secolo), cronografo e l'autore della storia universale (Σίνοψις ἱστοριῶν), testimoniarono che il primo che introdusse l'usanza di celebrare la benedizione dell'acqua alla vigilia dell'Epifania fu il patriarca Pietro, contemporaneo dell'imperatore Zenone (474-491). 
   Nella Chiesa orientale la festa appartiene alle dodici grandi feste principali. Nella liturgia della festa sono incluse i canti liturgici di Anatolio di Costantinopoli (V secolo), Sofronio di Gerusalemme (VII secolo), inni di Cosma, Giovanni Damasceno e Germano, patriarca di Costantinopoli (l'VIII secolo), Teofane Confessore (in gr. Θεοφάνης Ομολογητής) e Giuseppe lo Studita (IX secolo). 
   Dal IV al IX secolo i grandi padri della Chiesa San Basilio Magno, San Gregorio il Teologo, San Giovanni Crisostomo, San Gregorio di Nissa, Sant'Agostino, Sant'Ambrogio di Milano, Giovanni di Damasco e altri Padri della Chiesa scrissero  le omelie  sulla festa dell'Epifania. 
  Le prime rappresentazioni del Battesimo del Signore risalgono all'inizio del III secolo (gli affreschi delle cripte di Lucina e dei Cubicoli dei Sacramenti nelle catacombe di San Callisto a Roma, nei primi decenni del III secolo, sul sarcofago di Santa Maria Antiqua). 
  

L'affresco nelle catacombe di San Callisto a Roma, i primi decenni del III secolo


Catacomba dei Santi Pietro e Marcellino a Roma, fine IV secolo

 Il sarcofago di Santa Maria Antiqua, III secolo 

L'avorio, dal tesoro del duomo di Milano

Rilievo sul trono dell'imperatore Massimiano a Ravenna. VI secolo

L'ampolla tipo Monza, VI secolo, Dumbarton Oaks, Washington

   La scena del battesimo di Gesù Cristo è raffigurata sul mosaico nello zenit della cupola del battistero degli Ortodossi (V secolo) e del Battistero degli Ariani a Ravenna (V - VI secolo), nella miniatura del Vangelo di Rabbula del 586 (Firenze, Laurent, Plut. I, 56, fol. 4 v.), sul rilievo del trono arcivescovile di Massimiano a Ravenna (546-554 ca), sull'ampolla del VI secolo (Washington, Dumbarton Oaks). 
   Lo schema iconografico è stato amplificato dal IV secolo, nel VI secolo appaiano gli angeli con le mani velati. Nell'arte bizantina la composizione originale del Battesimo di Gesù dal V - VI secolo si modifica e gradualmente si sviluppa.  L'iconografia del Battesimo del Signore con alcune aggiunte nei dettagli rimase quasi costante durante i secoli. 


Il mosaico del Battistero degli Ortodossi a Ravenna, V secolo

Il mosaico della cupola del Battistero degli Ariani, Ravenna, 493-526

La miniatura del Vangelo di Rabbula, 586 (Firenze, Laur., Plut. 1. 56)

Reliquiario dipinto del VI secolo dal Sanctum Sanctorum a Laterano, Musei Vaticani 

 Nell'iconografia dell'Epifania nel centro della raffigurazione c'è Cristo rappresentato nudo come era Adamo, l'uomo vecchio, ma nello stesso tempo è Adamo nuovo, l'uomo nuovo che è rinato da Dio. Come dice nel suo Sermone 39 San Gregorio Nazianzeno, "Cristo si fece battezzare per immergere nell’acqua tutto il vecchio Adamo". "Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa. Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell'uomo. Per l'uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione". 
   Cristo è rappresentato immerso nelle acque del Giordano. All'interno delle acque spesso si rappresenta una figura antropomorfica - la personificazione del fiume Giordano, che si riferisce al Salmo 113 (114) 3: "Il Giordano ti vide e si volse indietro". Nell'inno di Romano il Melode si canta: "Perché fermi le tue acque, o Giordano? Perché fai tornare indietro la tua corrente e non le fai continuare che divora. Mi ritraggo e tremo davanti a questa estrema condiscendenza, poiché non sono solito lavare chi è puro, non ho imparato a detergere chi è senza peccato, ma a purificare a bruciare le spine del peccato".  
  "Preparati, o fiume Giordano, ecco infatti viene Cristo Dio per essere battezzato da Giovanni per schiacciare con la sua divinità le invisibili teste dei dragoni nelle tue acque", si canta nell'inno della Vigilia. Nelle acque di Giordano spesso sono raffigurati gli animali marini, draghi e mostri.    
 Gesù nella scena del Battesimo del Signore è rappresentato sullo sfondo del paesaggio roccioso. Gli angeli con le mani velate nell'adorazione manifestano che le forze celesti stanno venerando Gesù - vero uomo e vero Dio. San Giovanni il Precursore con la mano sinistra levata verso il cielo, vestito di pelli di cammello con la cintura di pelle, sta sulla riva del Giordano, ponendo sul capo di Gesù la sua mano destra. Nella parte superiore delle icone medievali si rappresenta il semicerchio con i raggi di luce ed un colomba che deve simboleggiare lo Spirito Santo. Come si canta nelle Ore durante la Vigilia dell'Epifania: "La Trinità, Dio nostro, oggi sei apparso indivisibile. Il Padre, infatti, ha dato una chiara testimonianza al Figlio, lo Spirito in forma di colomba è sceso dal Cielo, Il Figlio ha chinato il suo capo davanti al Precursore ed essendo stato battezzato ha riscattato l'umanità dalla schiavitù".
   La presenza degli angeli indica che le forze angeliche riconoscono Dio in Cristo. Il numero degli angeli variabile (di solido sono tre). 

 
La miniatura del menologio dell'XI secolo, Baltimora (cod. Walters 521)

Mosaico nella cattedrale di Marco a Venezia, XIII secolo  


L'affresco dell'XI secolo del battistero della cattedrale di Santa Sofia a Kyiv

La miniatura dal Salterio di Kyiv del 1397, fol. 36 r

La miniatura del Salterio di Kyiv, 1937, fol. 101

 
L'icona ucraina del XIII-XIV secolo dal villaggio Radruzh, Museo Nazionale di Leopoli

L'affresco del Maestro Andrea nella cappella della Santissima Trinità, 1418, Liublino
Maestro di Vanivka, frammento dell'icona del XV secolo, Museo Nazionale a Leopoli 

L'icona ucraina del XVI secolo, villaggio Vanivka, Museo Nazionale di Leopoli

L'icona ucraina del XVI secolo, Museo Nazionale di Leopoli

L'icona ucraina del XVI secolo, Kalysh, Museo Nazionale delle Arti, Kyiv

L'icona ucraina, Drogobyc, XVII secolo 

L'icona ucraina del XVII secolo 

L'icona ucraina dell'inizio del XVII secolo, la chiesa di Santa Parasceva a Leopoli 

Yov Kondzylevyc, l'icona dall'iconostasi di Bogorodcany, 1698
Museo Nazionale a Leopoli 

Yov Kondzelevych, parte dell'iconostasi di Voschany, 1696

Mentre eri battezzato nel Giordano, o Signore,
si rendeva manifesta l'adorazione della Trinità;
la voce del Genitore, infatti, ti rendeva testimonianza,
chiamandoti Figlio diletto,
e lo Spirito Santo, sotto forma di colomba,
confermava la parola infallibile

(dall'inno della festa apolytikon) 


Frammento dell'iconostasi, XVIII secolo, villaggio Ovlochyn, Museo delle Icone di Volyn'


Yiulian Bucmaniuk, l'affresco della chiesa di Sacro Cuore di Gesù, Zhovkva 

Yiulian Bucmaniuk, l'affresco della chiesa di San Giosafat ad Edmonton (1949 -1954)


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Articolo aggiornato e ripubblicato, 
la prima pubblicazione data il 19 gennaio del 2020.


Per consultare varie icone ucraine vedi: 
http://icon.org.ua/gallery/hreshhennya/


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