venerdì 7 gennaio 2022

Il pittore delle icone del Natale: in memoria di Ostap Lozynskyj (1983-2022)

 

Il pittore delle icone del Natale: in memoria di Ostap Lozynskyj 
(3 aprile 1983 - 6 gennaio 2022)

di Yaryna Moroz Sarno





   Il 6 gennaio, alla Vigilia del Natale secondo il calendario giuliano, è morto all'età di 38 anni un noto artista Ostap Lozynskyj, pittore ucraino delle icone. Nato il 3 aprile 1983 a Leopoli nella famiglia di Taras Lozynskyj. Suo padre è il famoso collezionista ed artista, esperto delle icone della devozione popolare sul vetro, fondatore dell'Istituto di oggetti da collezione dei monumenti d'arte ucraini presso la Società Scientifica di Taras Shevchenko.
  Ostap si è laureato presso il Collegio dell'arte decorativa ed applicata di Ivan Trush ed Accademia dell'Arte Nazionale a Leopoli. Ha studiato nel dottorato presso l'Istituto di Etnologia dell'Accademia Nazionale delle Scienze dell'Ucraina, borsista di una prestigiosa borsa per i giovani artisti "Gaude Polonia" del Ministro della Cultura e dei Beni Culturali della Polonia (svolto presso Museo Nazionale di Cracovia, 2009). 
  Dal maggio del 2006 fino all'aprile del 2016 ha lavorato come dirigente del dipartimento dell'esposizione del Museo Nazionale di Andrey Sheptytsky a Leopoli, curatore di mostre e progetti editoriali. Ostap Lozynskyi era capo della filiale dell'Associazione di musei e gallerie nella città di Leopoli, insegnante all'Università Cattolica Ucraina a Leopoli, il curatore dei progetti espositivi ucraini ed internazionali, fondatore di "Iconart galleria" d'arte sacra contemporanea.


   Il suo tema preferito era il Natale del Signore. Amava la festa di Natale e faceva gli incontri nell'occasione del Natale nella sua casa. Come diceva in una delle interviste, "Per ogni ucraino e, in particolare, per ogni galiziano, la celebrazione del Natale è nel sangue. Fin da piccoli siamo tutti abituati al canto natalizio – e i presepi viventi con il canto vengono da noi. Nella casa di mio padre c'erano sempre presepi e i canti natalizi, noi stessi andavamo spesso a cantare ai vicini, ai parenti, agli amici, conoscenti". 



   In un'altra intervista disse sulla sua visione dell'icona: "È importante per me nell'iconografia esprimere idee dell'umanesimo e dell'amore. Perché cos'è veramente la fede cristiana? Questa è la fede dell'amore: la fede dell'amore per il prossimo e per Dio. E mi sembra che nell'iconografia si legga questa formula dell'amore. Quando disegniamo Cristo o la Vergine, mostriamo questa formula. Dio stesso ha stabilito questa formula dell'amore di Dio per l'uomo, perché è venuto sulla terra per offrirci sacrifici per noi, e creando queste immagini, sembriamo restituire quell'amore: a Dio e al nostro prossimo. L'iconografia è molto simbolica e molto fantasiosa. Mi piace il linguaggio dei personaggi, il linguaggio del simbolismo del colore, il linguaggio del simbolismo di una forma semplice. L'icona è un enorme strato di cultura visiva e spirituale, che anche ai tempi del postmodernismo aiuta a trovare molti nuovi significati. Un'icona è una forma d'arte che ha bisogno di fede. Perciò, se lavori con un'icona senza fede, allora, il tuo lavoro non ha senso. E se lo fai senza senso, senza crederci, è una cosa inutile".























   






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