giovedì 17 marzo 2022

Messaggio di Sua Beatitudine Sviatoslav del 17 marzo 2022


Messaggio di Sua Beatitudine Sviatoslav del 17 marzo 2022



   Sia lodato Gesù Cristo!
  Cari fratelli e sorelle in Cristo! Oggi è il 17 marzo 2022 e stiamo già vivendo il 22° giorno della guerra. Stiamo già iniziando la quarta settimana di questa aggressione orribile e ingiusta contro l'Ucraina. Ma, tuttavia, ogni mattina posso dirvi che l'Ucraina sta in piedi, l'Ucraina sta combattendo. Come si dice nel nostro inno nazionale, “Non è morta ancora Ucraina, né sua gloria né libertà, e a noi, i fratelli ucraini, nostro destino ancora sorriderà". 
   Quando si parla della nostra Patria, della nostra Ucraina, che resiste, combatte, davanti ai miei occhi come appare la figura della donna come simbolo dell'Ucraina, come colei che porta il peso indicibile della guerra, che veglia sulla vita in mezzo al mare della morte, la donna che costruisce e protegge il futuro. Comunicando quotidianamente con le persone che vengono nelle nostre parrocchie, in particolare a Kyiv, Kharkiv, Zaporizzhia, Odessa, vediamo innanzitutto le donne che si prendono cura degli anziani e nutrono i loro bambini. Quando ci preoccupiamo per la nostra gente che si nasconde nei rifugi antiaerei, vediamo le donne prima di tutto.
   La donna oggi è il simbolo della forza e del coraggio dell'Ucraina. Che strana combinazione: il coraggio e la donna. La parola "coraggio" è sempre stata associata con l'uomo, ma qui vediamo la forza femminile che dà speranza all'Ucraina. Oggi preghiamo con gratitudine per le nostre ragazze e donne delle forze armate ucraine che stanno difendendo la nostra Patria con le armi in mano. Preghiamo e ci  compatiamo con le donne vittime di questa guerra sui territori occupati. Nei nostri villaggi, in particolare nella regione di Kyiv, le donne sono diventate le prime vittime di occupazione, vittime di violenze, umiliazioni, stupri... 
    Ha fatto il giro del mondo la foto di cosiddetta Madonna di Kyiv: la donna che allatta il suo bambino neonato sulle scale del rifugio. Guardiamo il volto di una donna che è costretta a lasciare la sua terra natale con i suoi figli e ad andare all'estero. Oggi parliamo di oltre tre milioni dei profughi provenienti dall'Ucraina.


  Finora l'Europa, in particolare l'Italia, maggiormente ha visto le donne venute per il lavoro: papa Francesco le ha chiamate eroine che hanno reintrodotto la fede cristiana, i valori cristiani nelle famiglie italiane. Ora l'Europa ha visto madri che tengono per mano i propri figli per sfuggire alla guerra, loro padri tornano per difendere la propria terra con le armi in mano. 
    Chi può comprendere fino in fondo il dolore di una donna che piange il suo figlio ucciso in guerra, donna che ha perso il suo marito, il fratello o la sorella in guerra? Ma sopratutto, ammiriamo le donne stanno nella preghiera davanti Dio, le donne che sono simile alla Vergine Orante di Kyiv, Parte Indistruttibile, che giorno e notte con le mani alzate prega per la sua città, per la sua terra. Oggi la donna come il simbolo dell'Ucraina è la speranza per il nostro popolo, è il simbolo di coraggio, la vittoria della vita sulla morte, il simbolo del fatto che l'Ucraina sopravviverà anche in circostanze così disumane. Preghiamo alla Beata Vergine Maria, preparandoci alla consacrazione dell'Ucraina e della Russia al Suo Cuor Immacolato, che proclamato il Papa Francesco. E oggi vogliamo dedicare l'Ucraina e le donne dell'Ucraina sotto il manto della Beata Vergine.
  La benedizione del Signore sia su di voi con la Sua grazia e il Suo amore per l'uomo sempre, ora, e nei secoli dei secoli. Amen.

Quadro del pittore polacco Pawel Kuczynski


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