Oleksandr Arkhypenko
(Kyiv, 30 maggio 1887- New York, 25 febbraio 1964)
di Yaryna Moroz Sarno

"L'arte non è questo che vediamo,
ma solo quello che abbiamo dentro di noi".
O. Archypenko
Oleksandr Archypenko (in ucraino: Олександр Порфирович Архипенко, Olexandr Arkhypenko, Alessandro Arcipenko (Kyiv, 30 maggio 1887 – New York, 25 febbraio 1964) è stato un illustre scultore ucraino, lo scultore più famoso del XX secolo che introdusse policromia, concavità e spazio vuoto come elementi espressivi
della scultura, creò strutture mobili tridimensionali sintetiche. Fu
Arkhypenko che per la prima volta "compose" una singola forma da varie
forme non equivalenti, introducendo vetro, legno, metallo, celluloide
nella composizione. La plasticità, il dinamismo del movimento,
la costruzione rivelata, la costruttività, il lirismo sono le caratteristiche principali delle sue opere, che sono state molto apprezzate dai contemporanei - G. Apollinaire, P.
Picasso, F. Leger, M. Duchamp, R. e S. Delaunay, A. Rodchenko, P.
Kovzhun e suoi seguaci. Blaise Cendrars dedicava le poesie alle opere di Archypenko.
Olexander Arkhypenko è nato a Kyiv il 30 maggio (l'11 giugno) del 1887 ed era il figlio più giovane del professore di fisica dell'Università di Kyiv Porphyriy Arkhypenko, il responsabile dei laboratori universitari, l'autore di molte invenzioni facilmente realizzabili, che costantemente migliorava vari meccanismi complessi. Fin dall'infanzia, Oleksandr sentì un'attrazione per l'arte, influenzato anche dal suo nonno artista Anton Arkhypenko che dipingeva le icone ed affreschi nelle chiese, decise fermamente di dedicarsi all'arte.
Olexander Arkhypenko è nato a Kyiv il 30 maggio (l'11 giugno) del 1887 ed era il figlio più giovane del professore di fisica dell'Università di Kyiv Porphyriy Arkhypenko, il responsabile dei laboratori universitari, l'autore di molte invenzioni facilmente realizzabili, che costantemente migliorava vari meccanismi complessi. Fin dall'infanzia, Oleksandr sentì un'attrazione per l'arte, influenzato anche dal suo nonno artista Anton Arkhypenko che dipingeva le icone ed affreschi nelle chiese, decise fermamente di dedicarsi all'arte.
Nel 1902 Olexandr entrò alla Scuola dell'Arte a Kyiv, dove fino al 1905 studiò pittura e scultura e dal quale fu espulso per la partecipazione allo sciopero studentesco. Nello stesso tempo nella Scuola studiavano Alexandr Bogomazov, Abram Manevych, Vadym Meller, Alexandra Ekster. Nel
1906 insieme ad Alexander Bogomazov organizzò la sua prima
mostra a Kyiv, partecipava anche alle mostre collettive. Nel
1906, Alexander continuò i suoi studi con il pittore paesaggista ucraino Sergiy Svitoslavsky.
Nel 1908 andò a Parigi e studiò brevemente presso l'Ecole des Beaux-Arts (la Scuola dell'Arte di Parigi), si stabilì nella
cerchia internazionale degli artisti a Montparnasse (La Ruche), he comprendeva anche artisti ucraini, come Volodymyr Baranoff-Rossine, Sonia Delaunay, Nathan Altman. Lì conobbe gli
artisti parigini come A. Modigliani, Godier-Brjosco, nonché Picasso, Fernand Leger e Guillaume Apollinaire. Insieme ad Amadeo Modigliani studiò la scultura antica della Grecia, Egitto, Assiria, America al Louvre. Preferì visitare per il Louvre, invece di una istruzione formale, dove fu attratto dalle sculture egizie, assire, greche arcaiche e gotiche. Le forme semplificate e geometriche delle tradizioni visive non europee attraevano Archypenko a Parigi, dove le collezioni provenienti dall'Africa e dall'Oceania, erano accessibili al pubblico.
Nel 1910 aprì la sua scuola a Parigi, dove insegnò fino a 1914. Viaggiò molto in Italia, Svezia, Francia e Germania per esporre le sue opere, iniziò ad esporre al Salon des Indépendants e l'anno successivo espone per la prima volta al Salon d'Automne.
Nel 1910 espose al Salon des Indépendants ed al Salon d'Automne insieme ad Aleksandra Exter, Kazymyr Malevych, Vadym Meller, Picasso, Braque, Derain ed altri artisti conosciuti. Divenne il primo artista ucraino la cui mostra viaggiò in tutta Europa Occidentale. Già nel 1910, mentre era ancora un artista molto giovane, Arckhypenko organizzò le mostre personali a Berlino. Nel 1910 ebbe luogo la sua prima mostra a Parigi nel Salon des Indépendants insieme ai cubisti, includendo Delaunay, Marcel Duchamp con il suo fratello Raymond Duchamp-Villon, Henri Le Fauconnier, Albert Gleizes, Fernand Léger, Lhote e Metzinger. Espose le due opere al Salone degli Indipendenti e al Salone d'Autunno assieme ad Oleksandra Ekster, Kazymyr Malevych, Vadym Meller, Sonia Delaunay-Terk, georges Braque, André Derain, ed altri. Partecipò alle mostre del Salone degli Indipendenti (Salon des Indépendants) negli anni 1911, 1912, 1913, 1914 e 1920 insieme a K. Malevych, P. Picasso, G. Braque, Deren e altri. Negli anni 1911-1913 e 1919 espose le sue opere al Salone d'Autunno a Parigi.
Le sue opere si ispirarono alle teorie cubiste, che furono ben influenzate dal movimento cubista, anche se lui lo negò. In effetti, giudicava che il cubismo fosse un vicolo cieco. Come primo scultore cubista, introdusse nuovi elementi estetici nella scultura: modellazione dello spazio, forme incassate e trasparenza. D'altra parte, era più vicino al gruppo della Section d'Or, il che lo avvicinava ai fratelli Duchamp e a Picasso. Fu in questo periodo che creò Medrano II. Questa scultura dinamica e colorata è un ricordo di questo periodo esilarante.
Inoltre, frequentava i musei parigini e sembrava apprezzare la plasticità delle opere antiche e primitive. In effetti, alcune delle sue opere del 1915 ricordano la statuaria egizia, siriana e persino messicana. È il caso, ad esempio, della Donna con gatto, che ricorda le statue cubiche egizie. Il volume del suo corpo segue la forma di un blocco. Ma molto rapidamente, e sotto l'influenza della filosofia di Bergson, Archypenko si rivolse all'espressione della dinamica. Così, svilupperà il torve, una forma scultorea vorticosa e deformante che esprime la forza vitale della vita. Questa torva distorce le silhouette ma anche i loro componenti strutturali. Archypenko creò modelli con forme scavate, che erano solo varianti del torve. Le sue silhouette sono slanciate e fluide.

Dal 1912
Arkhypenko si allontanava dai cubisti, sentendo i limiti del cubismo e fondò la sua prima scuola Montparnasse a Parigi.
Nel 1912 entra a far parte del gruppo Section d'Or, che annoverava tra i suoi membri P. Picasso, G. Braque, J. Gris, F. Léger, R. Delaunay, R. de la Fresnaye, J. Villon, F. Picabia e M. Duchamp, e partecipò alle mostre del gruppo. Nello stesso anno realizzò i suoi primi "dipinti-scultura". Nel suo studio lo visitò nel 1912 l'esponente del futurismo italiano Umberto Boccioni (1882-1916).
Archypenko tenne la sua prima mostra personale nel 1912 al Museum Folkwang di Hagen, in Germania. Nell'introduzione alla prima mostra personale di Archypenko nel 1912, Guillaume Apollinaire commenta che "Archipenko costruisce realtà. La sua arte si avvicina sempre più alla scultura assoluta" (G. Apollinaire, Introduction for first exbition personal of Archipenko, Folkwang Museum, Hagen, 1912).
Una delle sue sculture, "Donna che cammina", che raffigura una figura femminile in movimento in avanti ed esplora la relazione tra movimento e spazio, lo scultore considerava come sua opera fondamentale. La sua prima versione, resa in terracotta, fu completata a Parigi tra il 1912 e il 1918 e successivamente fusa in bronzo. L'opera è stata acquistata direttamente dall'artista nel 1960, la scultura in bronzo ha suscitato una forte concorrenza da parte dei collezionisti di Sothby's il 12 novembre asta serale. La scultura è stata venduta per un prezzo quasi tre volte superiore alla stima originale per un record per questo artista di $ 735.000 - una prova del risorgente interesse per il suo lavoro pionieristico.
Nello stesso anno partecipò alle mostre a Parigi (Salon des Indépendants e Salon d’Automne, La Section d'Or, Galerie La Boétie) e fece la mostra personale nel Museo Folkwang, Hagen a Germania, il cui catalogo introdusse Apollinaire, che pubblicò anche brochure ed articolo sullo scultore (Guillaime Apollianire, "Alexander Archipenko", in 1913-1914 siebzehnute Ausstellung: Alexander Archipenko, Berlin 1913; G. Apollianire, "Alexander Archipenko", Der Sturm 4. 200-201 (1 Maggio, 1914). L'artista "cerca soprattutto la purezza delle forme. Vuole trovare le forme più astratte, più simboliche, più nuove e vuole essere in grado di modellarle a suo piacimento", scriveva Apollinaire. Ed anche affermò: "Le audaci costruzioni di Archypenko proclamano fermamente la singolarità di questa nuova arte [...] che unisce la struttura interna in plastica al fascino supremo di una superficie sensualmente bella. Gli archi, le forme complementari, la differenziazione di piani, cavità e rilievi, mai bruscamente contrastati, si trasforma in pietra viva che il tocco appassionato dello scalpello ha dotato di espressione scultorea".
Nel 1913 partecipò alla mostra "Armory Show", all'Arsenal Exhibition a New York, inviando quattro sculture in gesso e cinque disegni. La mostra fu un grande scandalo, con la scultura di Archypenko "La Vie Familiale", insieme al dipinto cubista di M. Marcel, ridicolizzati dalla stampa.
Nel 1913 espose la sua mostra personale dell'artista alla Gallerie Der Sturm a Berlino con la pubblicazione del catalogo “17. Ausstellung: Alexander Archipenko,” con l'introduzione di Guillaume Apollinaire.
Nel prossimo anno egli partecipò nella mostra dei cubisti alla Mánes dell'Associazione delle Belle Arti di Praga, insieme a Brancusi e Duchamp-Villon.
Nel 1914 lo scultore si trasferì a Nizza e fece anche la mostra personale a Halle, Germania, organizzata da Der Sturm, partecipa alle mostre dell'Esposizione Libera Futurista Internazionale a Roma, espose qualche sue opere al Salon des Artistes
Indépendents.
La scultura di Archypenko nel Salotto degli indipendenti, 1914
Quando nel 1914 fu esposta a Parigi una sua statuetta geometrica, abbastanza radicale da essere descritta come "un scandalo" il poeta Guillaume Apollinaire scrisse a proposito: "Je plains beaucoup ceux qui ne seraient point sensibles au charme et à l'élegance de ce gondolier" ("Mi dispiace per coloro che non riescono a sentire la bellezza e l'eleganza di questo gondoliere") [Guillaume Apollinaire, Chroniques d'art (1902-1918), ed. L.-C. Breunig (Parigi: Gallimard, 1960): 168, 349]. Gondoliere fu tra le quattro sculture di Archypenko presentati al Salon des Indépendants della primavera del 1914, che diviene un evento cruciale per l'artista, rivelandolo come primo scultore cubista. Nel 1914, al Salon des Indépendants, espone 4 sculture: "La giostra di Pierrot", "Medrano II", "Pugili", "Gondoliere".
Il famoso poeta francese Guillaume Appolinaire scrisse: "La novità del temperamento di Arkhypenko, a prima vista, sta nel rifiuto della possibilità di influenzare l'artista contemporaneo dell'arte primitiva. Tuttavia, ha preso tutto ciò che poteva da quest'arte; ed è sicuro di poterlo superare in assoluto".
La prima pagina del giornale cittadino francese "Besançon" (18 marzo 1914),
dedicata alla mostra di scultura cubista. L'opera di Oleksandr Archypenko è alla destra
"Donna che si pettina i capelli", 1915.
Donna in piedi, 1917
Arkhypenko dal 1919 al 1921 fece un grande viaggio con la mostra delle sue opere
nei principali centri d'arte europei - in Italia, Svezia, Francia,
Germania, e altri paesi europei - che è stato un vero trionfo
dell'artista ucraino, che ha attratto tutta l'Europa con la sua
creatività e le ricerche audaci.

Nel 1920 e 1921 le sue opere erano esposte alle mostre La Section d'Or a Parigi, a Bruxelles,
Ginevra, Roma ed alle diverse città dell'Olanda.
Le opere di Archypenko sul Biennale di Venezia, 1920
Per la prima mostra del dopoguerra ad Archypenko alla dodicesima Biennale Internazionale di Venezia del 1920 fu assegnata una grande sala per la sua mostra personale, dove espose 85 sculture e disegni. Archypenko era il primo ucraino a partecipare alla Biennale di Venezia. La critica italiana, più conservatrice di quella francese, si avventò subito sullo sperimentatore.
Nel 1921 si trasferì a Berlino. Aveva già una reputazione internazionale e Berlino gli aprì le sue gallerie. Sposò una scultrice di Dresda. Ma la situazione economica è peggiorata e la coppia ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti. Ma la sua reputazione non è la stessa. Il pubblico americano prediligeva la classicità e le sue sculture dalle pose ardite non trovarono pubblico. Tuttavia, continua a creare opere dinamiche rinnovandosi costantemente.
Nel 1921 si trasferì a Berlino, dove fondò la nuova propria scuola d'arte, radunando attorno a sé molti studenti e conservando il suo studio a Parigi.
Nella sua bottega, tra il 1922 e il 1923, lavora il pittore da Ucraina Alfred Aberdam. Nel 1922 egli partecipò alla prima mostra d'arte russa nella galleria van Diemen di Berlino assieme ad Aleksandra Ekster, Kazymyr Malevych, El Lissitskyj ed altri.
Oleksandr Arkhypenko con i suoi allievi, Berlino, ca 1922
Tuttavia, già nel 1923, lo scultore lasciò l'Europa e si trasferì
definitivamente in America, arrivando con moglie a New York il 16 ottobre. "L'America è l'unico paese non logorato dalla guerra. È la terra dove verrà prodotta la grande arte del futuro. L'America accende la mia immaginazione più di qualsiasi altro paese e incarna meglio di ogni altro quella flessibilità, quello fermento, che significa vita, vitalità e movimento", scrisse nel 1923 O. Archypenko.
Oleksandr ed Angelica Archypenko nel viaggio a New York, 1923
Dal 1924 organizzò mostre personali a New York, Denver, San Diego, Los Angeles, Portland, Chicago ed altre città negli Stati Uniti. Aveva la sua mostra retrospettiva a Potsdam e la prima mostra personale negli Stati Uniti, nella Société Anonyme a New York.
Nel 1924, costruì il cosiddetto dipinto mobile, noto con il nome del suo creatore - "arkhypenture". La sua essenza è che, con l'aiuto di un meccanismo complesso, sono state messe in movimento strette strisce colorate, creando alcune composizioni, cambiando le immagini come concepite dall'autore. In America Arkhypenko proseguì il suo lavoro instancabile e creativo, sperimentò con l'uso dei materiali nuovi, le sculture ‘di luce’, che avevano all’interno le strutture della plastica illuminata.
Archypenko si interessò al cinema e si stabilì persino a Hollywood. Un anno dopo il suo arrivo negli Stati Uniti, presentò al pubblico la sua nuova scoperta: l'archipentura, o, come si leggerà nel brevetto, "pittura in movimento". Con l'aiuto di uno speciale dispositivo meccanico, l'artista poteva cambiare l'immagine sulla tela, che consisteva in strisce tagliate e illuminate. Gli americani pratici si limitarono a scrollare le spalle di fronte all'invenzione. Tuttavia, le facoltà tecniche e di design delle università statunitensi sono state felici di invitare Archypenko nei loro dipartimenti. Per molti anni, l'artista sarà associato al Chicago Institute of Art and Design.
Archypenko lavora sulla Principessa Matchabelli, 1924
Una sola volta, nel 1929, l'archipentura fu utilizzata dai grandi magazzini newyorkesi Sachs and Co., dopo aver decorato sei vetrine con la tecnologia dell'artista ucraino. Il pubblico non ha capito l'innovazione e l'azienda non ha aggiunto acquirenti. Ci sarebbero voluti molti anni prima che i pubblicitari utilizzassero l'invenzione con tutte le loro forze: i moderni cartelloni pubblicitari assemblati da travi rotanti triangolari furono un'idea di Archypenko.
"Archipentura", 1924
Disegno del brevetto per Archipentura, 1927
Brevetto per Archypentura, 1927
Nel 1929 ottenne la cittadinanza statunitense e aprì una scuola privata con un programma artistico molto ampio a New York. Sono state organizzate mostre personali in diverse città degli USA. Tenne lezioni sulla teoria dell'arte nelle università e nei college degli Stati Uniti.
Nella primavera del 1933 le sue opere in una mostra personale furono esposte al padiglione ucraino a Chicago, nell'ambito della Fiera mondiale Century of Progress che aveva favorevoli articoli nella stampa americana.
Nel 1935 fondò una scuola d'arte privata a Los Angeles e nel 1938 a Chicago. Nel 1936 il direttore del Museum of Modern Art di New York, Alfred Barr, invitò Archypenko a partecipare a una mostra dedicata al cubismo. Questo evento prometteva l'acquisto di alcune opere del maestro da parte del museo, oltre a future commissioni. Tuttavia, la comunicazione con Barr si trasformò in molti anni di controversie in relazione alla datazione delle sculture.
Olexandr Arkhypenko al lavoro nel suo studio, anni 1920', Stati Uniti
La mostra di Archypenko presso le Anderson Galleries, New York, 1928
Negli Stati Uniti, durante quarant'anni sono state organizzate oltre centocinquanta le sue mostre personali. L'artista aprì il suo studio a New York e lo dirigerà fino al 1964, insegnò nei suoi studi privati a Woodstock (1924-28, 1940), Los Angeles (1935), Chicago (fine 1930), all'Università di Washington a Seattle (1935-36, 1952), New Bauhaus (1937), l'Institute of Arts (1946-1947; entrambi a Chicago), l'Università del Missouri a Columbia (1950), l'Università della British Columbia a Vancouver in Canada (1956), l'Università di Kansas City (1950), viaggiando per svolgere le sue lezioni nelle città degli Stati Uniti e Canada. Nel 1960 fu pubblicato a New York il suo libro in due volumi "Cinquant'anni di creatività (1908-1958)".
Nel 1946 lavorò come insegnante presso l'Institute of Design ("il nuovo Bauhaus") a Chicago (USA). Nel 1953 gli fu concesso lo status di membro onorario dell'Associazione degli artisti ucraini in America. Dal 1950 al 1964 ha tenuto mostre personali in numerosi paesi del mondo.
Araba, 1930-40
Invito per la mostra di Archypenko alla Katherine Kuh Gallery, Chicago, febbraio 1938
Oleksandr Archypenko manteneva i stretti legami con la comunità ucraina della diaspora, collaborando attivamente con le comunità ucraini culturali, istituzioni e persone privati. A Parigi alla fine 1900 — all'inizio geli anni 1910 apparteneva alla "Comunità Ucraina", in seguito a Berlino lavorò a stretto contatto con la casa editrice "Parola Ucraina".
Sempre tendeva verso la sua terra natale. Nel 1929 ricevette l'invito a diventare professore all'Istituto d'Arte di Kyiv (ora Accademia Nazionale delle Belle Arti). Non poté accettare l'offerta, ma regalò all'istituto un busto ritratto in bronzo "Il direttore d'orchestra W. Mengelberg durante l'esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven" (1925), che è conservato nel Museo Nazionale d'Arte dell'Ucraina. Negli anni '20-'30 mantenne i contatti con il Museo Nazionale di Leopoli, fu membro del Museo Nazionale di Storia Naturale (1931-39). Nel 1933 divenne membro dell'Associazione degli artisti ucraini indipendenti di Leopoli. È stato membro onorario dell'Associazione degli artisti ucraini in America (dal 1953). Progettò nel 1940 i monumenti a Taras Shevchenko, Ivan Franko per il Parco culturale ucraino della città di Cleveland (Ohio, Stati Uniti) ed al principe Volodymyr il Grande sul suolo americano, due ritratti di T. Shevchenko, un ritratto di I. Franko, un ritratto per la lapide di Luka Myshuga e ha partecipato al concorso per la creazione di un monumento a T. Shevchenko a Washington.

Il monumento di Taras Shevchenko, 1940

Taras Shevchenko, il busto di bronzo
Il busto di Taras Shevchenko
Nel 1933 partecipò alla progettazione e decorò il padiglione ucraino all'esposizione internazionale Century of Progress di Chicago. I visitatori dell'esposizione ucraina notarono il grande significato nazionale e politico di questo evento, che, a loro avviso, meritava l'attenzione di storici, politici e, naturalmente, critici d'arte: per cinque mesi, il padiglione divenne un centro importante della vita culturale di Chicago, perché qui veniva presentata separatamente la cultura nazionale. La stampa ucraina ha parlato con entusiasmo della mostra d'arte del padiglione ucraino. Presentava opere di artisti di origine ucraina provenienti da diversi paesi: Babii, Tretyakov, Redko, Andrienko, Savchenko-Belsky, Krychevsky, Perebyinos (Francia); Tsimbala (Brasile), Kryshevskij (Argentina); Butovich (Cecoslovacchia). La maggior parte di esse erano note in tutto il mondo, poiché vennero esposte con successo nelle capitali europee (Praga, 1933; Berlino, 1933; Parigi, 1934) e in Galizia. La famosa associazione artistica di Leopoli: Associazione degli artisti ucraini indipendenti (1931-1939) offrì attivamente opere degli artisti sopra menzionati, nonché di alcuni artisti dell'Ucraina sovietica.
Oleksandr Archypenko fu invitato a partecipare alla mostra e gli fu assegnata una sala separata, chiamata "Casa di Archypenko". Archypenko espose 44 sue opere in una mostra personale. Tuttavia, la stampa americana, all'apertura della mostra nel 1933, dichiarò: "Come sapete, la fama di Archypenko si è diffusa in tutto il mondo come uno dei più importanti intagliatori moderni, quindi le sue mostre saranno una vera decorazione del padiglione ucraino e mostreranno a milioni di visitatori dello spettacolo di Chicago quanto sia alta l'arte moderna ucraina". Il critico d'arte Clarence Joseph Boulier ha paragonato la mostra ufficiale allestita dal Museo d'arte della città all'esposizione delle opere di Oleksandr Archypenko nel padiglione ucraino. E ha valutato che la mostra ucraina era la migliore e che lo scultore aveva dimostrato il più alto livello artistico. Un famoso critico d'arte dell'epoca S. Boullier scrisse in un lungo articolo sul Chicago Daily News che "dal grande scultore francese Rodin ai giorni nostri ci sono stati pochi veri grandi artisti" e "tra i sei più grandi c'è Archypenko".
Il successo del lavoro di Archypenko alla mostra di Chicago fu travolgente, la stampa pubblicò dettagli intriganti: "Arrivammo alla mostra l'11 settembre, pagammo un biglietto d'ingresso di 50 centesimi e cominciammo a guardare... Dal momento che le opere del nostro artista Archypenko... Cerchi e non capisci niente, cerchi qualcosa, ma non riesci a trovare nulla. Era buono ed espressivo, ma gli artisti moderni non fanno il gioco degli artisti moderni, e mettiamone uno nuovo, o altrimenti. Ecco perché tutti i giornali Shikagov sono così felici di firmare su Archypenko, perché l'intera città è stata costruita secondo le sue opere. Una città fiabesca, misteriosa per un uomo comune, come tutte le opere di Archypenko".
Padiglione ucraino all'Esposizione Universale di Chicago, 1933
Pagina della brochure relativa alla mostra di Oleksandr Archypenko
Banchetto in onore di Oleksandr Archypenko
(seduto sul lungo tavolo, proteso verso una donna)
Subito dopo la fine della mostra di Chicago, è arrivata a Leopoli una lettera di Luka Myshuga, statista e personaggio pubblico, giornalista, editore, avvocato, ammiratore di lunga data della storia dell'Ucraina, noto conoscitore dell'arte ucraina, che ha vissuto e lavorato in America dagli anni '20, è stato co-fondatore e ideologo politico dell'Associazione delle organizzazioni ucraine in America: "L'anno scorso, in occasione della presentazione delle opere del nostro famoso artista Oleksandr Archypenko all'Esposizione Universale di Chicago, è nata l'idea di acquistare la sua opera "Ma" per il Museo Nazionale di Leopoli. Siamo partiti dall'idea che è auspicabile che almeno una delle opere di Archypenko si trovi nella sua terra natale, il museo ucraino. E quando il signor Archipenko lo scoprì, accettò di ritirarsi da questo lavoro per un terzo del prezzo che era stato fissato per la rappresentazione... Il signor Archypenko sta andando in California per le lezioni estive all'università, ma tutto qui sarà così carico che non appena arriverà questo permesso, tutto sarà espulso. Sono molto contento che da parte nostra abbiamo potuto contribuire all'arricchimento del Museo Nazionale, che ci è tanto caro..." Questa lettera è stata indirizzata al direttore del Museo Nazionale di Leopoli – Ilarion Sventsitsky.
Archypenko donò al Museo di Leopoli le due delle sue sculture, che sono state distrutte dai sovietici. autorità nel 1952, così come i loro disegni. Quando nel 1934 la diaspora ucraina decise di donare una delle sue sculture femminili di Archypenko del ciclo "Ma" al Museo Nazionale di Leopoli, egli, venuto a conoscenza delle loro intenzioni, fu molto contento e ridusse il prezzo a simbolico. "Sono molto felice che il mio lavoro sarà tenuto vicino al cuore ucraino", scrisse lo scultore a Ilarion Sventsitsky, allora il direttore del museo. Quando l'Unione Sovietica occupò l'Ucraina occidentale, questa scultura e diverse centinaia di altre opere d'arte furono nascoste nel cosiddetto fondo speciale. Nel 1952 furono portati fuori dal museo e distrutti.
Nel
1950 il professor Arkhypenko divenne il Membro onorario dell'Associazione
degli Artisti Ucraini in America. "La terra ucraina, il pane ucraino, lo spirito ucraino di libertà e individualità hanno costituito la base della mia creatività", affermò Archypenko nella intervista al "The Ukrainian Weekly" nel 1954, se anche a quel tempo, era passato mezzo secolo dall'ultima volta che era stato nella sua nativa Kyiv. Tuttavia, è sempre rimasto un membro attivo della comunità ucraina.
Nel 1947 creò la sua prima scultura "Figura seduta" in plastica intagliata e illuminata dall'interno. In seguito Moholy-Nagy raccontava che Archypenko inventò una propria macchina al Bauhaus per intagliare la plastica. Al ritorno a Chicago insegnò all'Institute of Design (ex Bauhaus) e alla scuola estiva d'arte di Bearsville. Nel 1949 ebbe la prima mostra dopo la guerra in Europa all'Amt für Kunst, Berlino. La sua mostra "Disegni colorati di Archipenko" del Seattle Art Museum viene trasferita al Palace of the Legion of Honor di San Francisco.
Le figure in ferro all'ingresso dell'Università del Missouri, 1951
Nel 1950 partecipò nella mostra annuale al Whitney Museum of American Art, New York ed iniziò ad insegnare presso l'Università del Missouri a Kansas City, al Chicago Industrial Arts & Design Center e alla Kansas City University. Fino alla fine della sua vita, lo scultore insegnava che gli permise di mantenere un laboratorio a New York e continuare a sperimentare. "Nell'insegnamento faccio comprendere ai miei studenti la necessità di applicare il processo psicologico per scoprire le reazioni creative dentro di sé prima di creare la forma che dovrebbe contenere il potere creativo. Questa è una conoscenza fondamentale che dà vita all'opera d'arte" diceva Olexandr Archypenko.
Nel 1959 fu premiato con Medaglia d'Oro alla XIII Biennale d'Arte Triveneta, III Concorso Internazionale del Bronzetto, Sala della Ragione, Padova, Italia.
Archypenko con la sua opera in bronzo "Donna che cammina", 1912-1918/1952, nel 1960 durante la mostra "Archipenko, 50 Jahre seines Schaffens" (Archipenko, 50 anni della attività) al Saarlandmuseum Saarbrücken, Germania.
Nel 1960 è stato pubblicato il suo libro "Archypenko: Cinquanta anni creativi, 1908-58". Ebbe anche una mostra itinerante in Germania, Karl-Ernst-Osthaus-Museum Hagen, Saarland Museum Saarbrücken, Kunstmuseum der Stadt Düsseldorf. Le sue opere sono state nel 1961 nel “Bildhauer des 20. Jahrhunderts”, Hessisches Landesmuseum Darmstadt, alla 6e Biennale Voor Beelhouwkunst, Middelheim, Anversa, Belgio. Rappresentato in "Der Sturm: Herwarth Walden und die Europäische Avantgarde Berlin 1912 - 1932", Neue Nationalgalerie, Berlino.
Manifesto della mostra di Archypenko alla Galerie im Erker, San Gallo,
17 novembre 1962- 10 gennaio 1963
Negli ultimi anni, la sua arte ha
raggiunto una grande pregnanza, determinazione, grandi forme. Nel 1963 fu eletto al Dipartimento di Arte del National Institute of Arts and Letters.“Alexander Archipenko: Bronzi”, Perls Galleries, New York. “Mostra di Alexander Archipenko”, Winnipeg Art Gallery, Canada, ebbe le mostre in diverse sedi in Germania, tra cui la Kunsthalle Mannheim e il Wallraf-Richartz Museum, Colonia. “Alexander Archipenko”, Galerie Im Erker, San Gallo, Svizzera. Morì l'artista muore nel suo studio di New York, lavorando alla sua ultima opera, una scultura di 18 metri raffigurante Re Salomone a New
York il 25 febbraio 1964. Secondo il suo testamento, durante la sepoltura di Archipenko al Woodlawn Cemetery di New York suonava la musica ucraina.
L'artista divenne uno dei fondatori del cubismo nella scultura. Realizzò anche l'"archipeinture", un dispositivo che faceva muovere i disegni in plexiglass (i cartelloni pubblicitari si basano su questo principio). Fu l'artista per primo ad unire scultura e pittura, volume e piattezza, forma e colore, la cosiddetta "pitturo- scultura"; sperimentato con la "scultura sonora". Le sculture dipinte di Archypenko, a volte con colori insolitamente vivaci.
Oleksandr Arkhypenko è stato uno dei geni del XX secolo. Fu uno dei primi scultori che utilizzò lo "spazio vuoto": i vuoti all'interno della scultura, un sostenitore dell'arte attiva, che costruì le nuove forme, seguendo gli impulsi interiori. "Tradizionalmente c'era la convinzione che la scultura iniziasse dove la materia tocca lo spazio. Così lo spazio era inteso come una sorta di cornice intorno alla massa. Ignorando questa tradizione, ho sperimentato, usando l'idea opposta, e ho concluso che la scultura può iniziare dove lo spazio è circondato dal materiale" scrisse nel suo libro "Archypenko: Fifty Creative Years, 1908-1958".
"La qualità della mia opera non può essere misurata dalla sua astrattezza come conservatorismo, dalla sua spigolosità geometrica come curvature, ma solo dalla grande totalità del suo contenuto e dalla sua varietà espressiva. Le mie opere passate contengono elementi del nuovo, e il nuovo contiene elementi del vecchio. Mangiando una sola mela, non si può giudicare la dimensione del melo. La storia dimostra che le opere d'arte con un contenuto veramente spirituale rimangono immuni da critiche" scrisse Olexandr Archypenko nel catalogo della mostra a Winnipeg Art Gallery nel 1962.
L'artista lavorò in diversi stili, dal realismo all'astrattismo. Oltre alla
scultura, Archypenko fu pittore, così come il produttore degli
oggetti cinetici con un motore elettrico incorporato, che chiamò
"arkhypentura".
Le opere di Archypenko possono essere ammirate nei migliori musei del mondo: il Metropolitan Museum of Art e il Solomon G. Guggenheim di New York, il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Gallery di Londra, nonché nei musei di Berlino, Stoccolma e Tel Aviv. In Ucraina, quattro sculture e due litografie di Archypenko appartengono ai fondi del Museo Nazionale d'Arte. Recentemente, questa collezione è stata arricchita con altre 13 litografie del 1921. A un'asta tedesca, sono stati acquistati da un filantropo ucraino.
Sviatoslav Gordynsky, famoso artista e critico d'arte ucraino scriveva: "Forse nessuno scultore dai tempi di Rodin ha lasciato una tale impronta al suo tempo come Archypenko. Nel primo decennio della sua carriera, ha sviluppato nuove leggi della scultura moderna ed è cresciuto nella storia dell'arte come leader della rivoluzione artistica, che ha portato a molte altre".
Durante la vita di Archypenko, si sono svolte 130 delle sue mostre personali.


Achypenko sta lavorando sul torso nello spazio, 1935



Archypenko alla sua mostra a Parigi, 1948
Figura seduta ideata 1913/1954, fusa 1970
La mostra retrospettiva itinerante di Archypenko, Plastik Malerei Zeichnungen Druckgraphik, Hessisches Landesmuseum Darmstadt, 1955
La mostra retrospettiva itinerante di O. Archypenko, Plastik Malerei Zeichnungen Druckgraphik, Städtische Kunsthalle, Recklinghausen, 1955



Cleopatra, 1957
Mykhailo Moroz, Sviatoslav Hordynsky, Oleksandr Arkkhypenko, Mykola Hryshchenko
a New York, 1961
Arkhypenko con il presidente dell'Istituto Ucraino in America William Giuz

La Regina Saba, 1961



Il busto di Ivan Franko


Le opere di Olexandr Archypenko: Vision and Continuity,
The Ukrainian Museum, New York, 2005
Veduta dell'installazione di Archipenko, A Modern Legacy,
Palmer Museum of Art della Pennsylvania State University, 2015
Архипенко О. 50 років творчості (1908–1958) // Хроніка 2000. 2009. Вип. 2 (77). С. 438–594.
Голубець M. Архипенко, Українське мистецтво, Львів 1922
Ковжун П. Творчість Архипенка (з нагоди видання монографії „О. Архипенко“ вид-вом „Українське слово“ в Берліні з портретом художника і 66 світлинами, вст. ст. проф. дра Г. Гіндельбрандта. MCMXIII. Вел. 4 альбомний) // Діло (Львів), 1923, 17 листоп.;
його ж. Перший твір О. Архипенка у Львові „Ма“-Meditation // Там само, ч. 22 (15 листоп.), с. 2;
Гординський С. Архипенко // Назустріч (Львів), 1934, ч. 1 (1 січ.), с. 1;
Дніпровський О. Нерівними кроками // Там само, с. 2;
[б. а.] Архипенко і Японія // Там само, ч. 2 (15 січ.), с. 2;
[б. а.] Школа Архипенка // Там само, с. 4;
Ласовський В. Архипенко різьбить Шевченка // Там само, 1935, ч. 11 (1 черв.), с. 2;
його ж. Шевченкові погруддя // Там само, 1936, ч. 6 (15 берез.), с. 1;
Трильовський К. Пам’ятник М. Шашкевичеві // Там само, ч. 8 (15 квіт.), с. 4—5;
Кочан (Джолієт) О. Зустріч з Архипенком // Там само, 1938, ч. 5 (1 берез.), ч. 1;
Попович В. Архипенко у Франції // Нотатки з мистецтва. Філядельфія, 1977, ч. 17 (верес.), с. 5—18;
Дейчаківська Н. Архипенко — творець нової епохи в скульптурі: у 100 років до дня народження // Наше життя (Н.-Й.), 1987, № 5 (трав.), с. 15—19;
Вороний М. О. Архипенко // Вороний М. Твори / Упоряд., підгот. текстів, передм. та приміт. Г. Д. Вервеса. К., 1989, с. 570—73;
О. Архипенко: Альбом / Есе В. О. Коротича. К., 1989;
Олександр Архипенко. Альбом. Київ, Мистецтво, 1989.
Маркаде В. Українське мистецтво ХХ століття і Західна Європа // Всесвіт. 1990. № 7. С. 119–180.Стебельський Б. До 100-річчя від дня народження О. Архипенка // Стебельський Б. Ідеї і творчість: Зб. статей та есеїв. Торонто, 1991, с. 292—99;
Митці України: Енциклопедичний довідник / За ред. А. В. Кудрицького. К., 1992, с. 32—33;
Горбачов Д. І архаїст, і футурист // Хроніка, 2000. К., 1993, ч. 5, с. 198—207;
Синько О. Р. Олександр Архипенко. Перші кроки. Київ, 1994.
Горбачов Д. Архипенко О. П. // Мистецтво України: Енциклопедія: В 5 т. / Редкол. Кудрицький А. В. (відп. ред.) та ін. К., 1995, с. 88—89
Петренко-Федишин І. Джерела новаторства та впливи Олександра Архипенка на модерну скульптуру // Мистецтво української діаспори / Гол. ред. О. Федорук. Київ : Тріумф, 1998. С. 239–250.
Олександр Архипенко. Олекса Грищенко. Каталог виставки. Український Музей, 1998.
Олександр Архипенко. Олекса Грищенко. Каталог виставки. Український Музей, 1998.
Яців Р. Олександр Архипенко // Вісник НТШ. Львів, 2000, ч. 23, с. 22—23;
Олександр Архипенко. Каталог виставка в НХМУ. Київ, 2001.
Олександр Архипенко. Збережено в Україні. Конференція “О. Архипенко і світова культура ХХ століття”. Київ, Національний художній музей України, 2001.
Творчість Олександра Архипенка у контексті світової культури: матеріали круглого столу 23 січня 2004 року. Київ 2005.
Олександр Архипенко: Візія і тяглість [Альбом-каталог] / Куратор виставки Я. Лешко. Н.-Й., 2006;
Горинь Б. Олександр Архипенко. Київ, Атлант ЮЕмСі, 2007.
Горинь Б. Олександр Архипенко. Київ, Атлант ЮЕмСі, 2007.
Азизян И. Александр Архипенко: Предвоенные парижские годы (1908—1914) // Искусствознание: Журнал по истории и теории искусства. Издание Государственного института искусствознания. М., 2008, № 2, с. 211—53;
Кузьма Л. Р. Александр Архипенко // Яців Р. Любомир Роман Кузьма (1913—2004): Малярська і публіцистична спадщина. Львів, 2010, с. 114—19.
Горбачов Д. Сталь і ніжність. Олександр Архипенко // Асоціація Європейських Журналістів. 2011. URL: http://aej.org.ua/history/1088.html
Вежбовська Л. Образ «відсутнього» у скульптурі Олександра Архипенка // Культура і мистецтво у сучасному світі. 2015. Вип. 16. С. 90–97.
Коротич В. Слово про Архипенка // Бібліотека українського мистецтва. 2015. URL: uartlib.org/slovo-pro-arhipenka/
Вежбовська Л. Образ «відсутнього» у скульптурі Олександра Архипенка // Культура і мистецтво у сучасному світі. 2015. Вип. 16. С. 90–97.
Коротич В. Слово про Архипенка // Бібліотека українського мистецтва. 2015. URL: uartlib.org/slovo-pro-arhipenka/
Архипенко в західноукраїнському мистецькому дискурсі (публікації та репродукції 20–30-х років ХХ ст. : хрестоматія). Львів 2019.
G. Apollinaire, Introduction to Archipenko's first one-man exhibition, Folkwang Museum, Hagen, Germany, 1912
Sturm Bilderbcher II: Alexander Archipenko. [Berlin], 1917;
G. Vantongerloo, De Stijl, August 1918, no. II (larger version illustrated, pl. XVI).
F.W. Haller, "Kandinsky, Archipenko, Chagall," Die Bildenden Künste, 1920, vol. IV, p. 180, nos. 11-12 (larger version illustrated).
T. Däubler -I. Goll, Archipenko. Album, Potsdam, 1921
Hildebrandt, H. Alexander Archipenko (Berlin 1923; editions in English, German, French, Ukrainian, and later, Spanish)
Raynal, M. A. Archipenko, Rome 1923
Wiese, E. Alexander Archipenko, Leipzig, Klinkhardt & Biermann, 1923
Wiese, E. Alexander Archipenko, Leipzig, Klinkhardt & Biermann, 1923
Schacht, R. Alexander Archipenko. Sturm Bilderbücher, Berlin 1924
Archipenko. Catalogue of Exhibition and Description of Archipentura. New York, The Anderson Galleries, 1928.
Hordynsky, S. ‘The Art World of Archipenko,’ The Ukrainian Quarterly 11, no. 3 (1955)
M. Seuphor, La sculpture de ce siècle, Dictionnaire de la sculpture moderne, Neuchâtel, 1959, p. 357
Alexander Archipenkо. Fifty Creative Years 1908—1958. N. Y., 1960;
A. Archipenko, Archipenko, Fifty Creative Years 1908-1958, New York, 1960.
G. Habasque, "Archipenko," L'Oeil, June 1961, p. 44, no. 78 (larger version illustrated).
Y. Taillandier, "Conversations avec Archipenko," XXe Siècle, 1963.
F.S. Wight, "Retrospective for Archipenko," Art in America, May-June 1967, vol. 55, no. 3, pp. 65 and 67
Archipenko: International Visionary. Smithsonian Institution Press: National Collection of Fine Arts, 1967;
Archipenko: International Visionary. Smithsonian Institution Press: National Collection of Fine Arts, 1967
D.H. Karshan, ed., Archipenko, International Visionary, Washington, D.C., 1969
Karshan, D.H. (ed). Archipenko, International Visionary, Washington, DC 1969
Karshan, D. Archipenko, The Sculpture and Graphic Art, Tübingen 1974
D.H. Karshan, Archipenko, The Sculpture and Graphic Art, Tübingen, 1974
D.H. Karshan, Archipenko, The Sculpture and Graphic Art, Tübingen, 1974
B. Dorival, "Les Omissions d'Archipenko et de Lipchitz," Bulletin de la Société de l'histoire de l'art française, 1974, p. 206, no. 34 (larger version illustrated, p. 208).
K.J. Michaelsen, Archipenko, A Study of the Early Works 1908-1920, New York, 1977, pp. 97-98 and 178-179, no. S54 (larger version illustrated).
Michaelsen, K.J. Archipenko: A Study of the Early Works, 1908–1920, New York 1977.
Nagy Ildiko, Archipenko, Budapest: Corvina, 1980.
Alexander Archipenko Erbe Werke von 1908 bis 1963 aus dem testamentarischen Vermächtis (exhibition catalogue), Moderne Galerie des Saarland-Museums, Saarbrücken, 1982
D.H. Karshan, Archipenko, Sculpture, Drawings and Prints 1908-1963, Danville, Kentucky, 1985, pp. 4, 79 and 185.
Karshan D., Archipenko. Drawings and Prints 1908-1963, Danville 1985
A. Heilmann - Helga Schmoll gen Eisenwerth, Alexander Archipenko, Saarbrücken 1986
Michaelsen, K.J. and N. Guralnik. Alexander Archipenko: A Centennial Tribute (Washington, D.C.–Tel Aviv–New York 1986
Michaelsen K. J., Gurаlnik N. Alexander Archipenko: A Centennial Tribute. Washington; Тel Aviv; N. Y., 1986, 192 p.
K. Janszkyn Michaelsen & Nehama Guralnik (eds.) Alexander Archipenko, A Centennial Tribute, National Gallery of Washington, 1986
Karshan D. Archipenko: Themes and Variations / Ed. G. R. Libby. Daytona Beach, 1989, 96 p.;
Barth, A. Alexander Archipenkos plastisches Oeuvre, 2 vols. Frankfurt–New York 1997
Archipenko: fifty creative years, 1908-1958. New York 1960.
Kuh K. Alexander Archipenko. A Memorial Exhibition 1967-1969. The UCLA Art Galleries, 1969.
Karshan D. H. Archipenko: the sculpture and graphic art. Boulder, Westview Press, 1975.
Alexander Archipenko, 1887-1964: the late experimental years. New York 1979.
Nagy Ildiko. Archipenko. Corvina Kiado, 1980.
Karshan D.H. Archipenko: sculpture, drawings, and prints, 1908-1964. Danville-Bloomington 1985.
Alexander Archipenko, a centennial tribute. Washington: National Gallery of Art; Tel Aviv 1986.
Barth A., Alexander Archipenkos plastisches Oeuvre, Frankfurt, 1997
A. Barth, Alexander Archipenkos Plastisches Oeuvre, vol. II, Frankfurt, 1997
M. Frank, "Return Engagement, An Eclectic Design for a Classic New York Apartment Evolves Over Two Decades," Architectural Digest, November 1998, pp. 246-253 (larger version illustrated).
J. Leshko, Alexander Archipenko, Vision and Continuity, New York, 2005Deborah Goldberg, Alexandra Keiser (eds.), Alexander Archipenko Revisited: An International Perspective. Proceedings of the Archipenko Symposium, Cooper Union, New York City, September 17, 2005, Bearsville, New York: The Archipenko Foundation, 2008.
Ralph Melcher (ed.), Alexander Archipenko, Saabrücken: Saarland Museum, 2008.
Alexander Archipenko: Skulpturen/ Sculptures, Munich: Galerie Thomas, 2009, 87 pp. (English)/(German)
http://www.archipenko.org/life-and-work.html
http://www.encyclopediaofukraine.com/display.asp?linkpath=pages%5CA%5CR%5CArchipenkoAlexander.htm
https://www.theartstory.org/artist/archipenko-alexander/life-and-legacy/#nav
http://uartlib.org/ukrayinski-hudozhniki/arhipenko-oleksandr/
https://fineartglobe.com/artists/alexander-archipenkos-cubist-sculptures-an-interplay-of-space-and-light/
https://www.husj.harvard.edu/articles/the-swiss-secrets-of-alexander-archipenko
https://www.wikiart.org/en/olexandr-archipenko
https://www.lavocedinewyork.com/arts/arte-e-design/2015/08/20/sulle-tracce-di-alexander-archipenko-da-parigi-a-new-york/
https://fineartglobe.com/artists/alexander-archipenkos-cubist-sculptures-an-interplay-of-space-and-light/
https://www.husj.harvard.edu/articles/the-swiss-secrets-of-alexander-archipenko
https://www.wikiart.org/en/olexandr-archipenko
https://www.lavocedinewyork.com/arts/arte-e-design/2015/08/20/sulle-tracce-di-alexander-archipenko-da-parigi-a-new-york/
https://zbruc.eu/node/52186
http://1576.ua/people/4148
https://tyzhden.ua/Publication/3660
https://www.radiosvoboda.org/a/964570.htmlhttps://tyzhden.ua/Publication/3660
https://ukrainiannationalmuseum.org/

30/05/20 11:10