mercoledì 30 aprile 2025

Beato martire Klymentiy Sheptytskyj (17 novembre 1869 - 1 maggio 1951)


  Beato martire 
CLEMENTE SHEPTYTSKY
(17 novembre 1869 -
           1 maggio 1951)

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  Beato martire Klimentiy Sheptytskyj, (1869 - 1951), l'archimandrita dei monaci studiti della Chiesa greco-cattolica ucraina, da laico - Maria-Kazymyr; fratello minore del Metropolita Andrea Sheptytskyj. Nacque il 17 novembre 1869 nella residenza della famiglia dell'alta aristocrazia galiziana Sheptytski nel villaggio Prylbyci vicino Yaniv nella regione di Leopoli, sesto figlio del conte Ivan Sheptytskyj e di sua moglie Sofia, figlia del famoso drammaturgo polacco conte Alexander Fredro. 


 
 Lo stemma della famiglia dei Conti Sheptytski

 Il piccolo Kazymyr-Maria con i fratelli nel 1880

La famiglia di Sheptytskyj, 1897  

    Studiò alle università di Cracovia e Monaco, alla Sorbona a Parigi. Nel 1892 ricevette un dottorato in giurisprudenza all'Università Jagellonica (Cracovia). Lavorando come avvocato per diversi anni, Kasymyr Sheptytsky divenne un personaggio di spicco in Galizia e in seguito fu eletto nel 1900 deputato al parlamento austriaco a Vienna e candidato al Consiglio di Stato, di cui divenne il membro a pieno titolo dopo le elezioni del 1901. Da allora sono nati i suoi discorsi su vari temi socio-politici. I suoi discorsi in parlamento avevano guadagnato popolarità negli ambienti politici. Come parlamentario austriaco (1900-1907), fu coautore della "Legge forestale austriaca generale"; fu anche l'autore di opere sull'agricoltura, presidente della Società forestale galiziana. Nel 1907, ritiratosi dall'attività politica, si interessò al lavoro economico nella tenuta, dove costruì una chiesa greco-cattolica.


 Kazymyr (padre Klymentiy) nel Parlamento Austriaco (secondo da sinistra nella seconda fila)

 Il Conte Kazymyr-Maria Sheptystky



    Nel 1911 abbandonò una carriera di successo per diventare un monaco. Dopo aver deciso di dedicarsi al servizio spirituale, entrò nel monastero benedettino di Boyron (Germania). Nel 1912 iniziò un noviziato nel convento greco-cattolico dei monaci studiti di Kamenyca, in Bosnia, dove nel 1913 divenne un monaco di nome Clemente (in onore del Papa San Clemente I, martire). Il 28 agosto del 1915 ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale. 



   Nell'autunno del 1917 tornò a Leopoli, dove si stabilì in una cella nella cattedrale di San Giorgio. Come monaco, Clemente condusse una vita molto ascetica: non dormiva nemmeno nel letto, ma si sedeva appoggiandosi sul letto. 
   Nel 1918, dopo aver completato gli studi presso la facoltà teologica dell'Università di Innsbruck (1912-1917), fu nominato abate (rettore) del monastero di Sknyliv (ora parte di Leopoli), dove molto si adoperò per ravvivare la tradizione monastica nello spirito degli insegnamenti dei Padri orientali della Chiesa. Durante l'occupazione nazista il suo monastero offrì rifugio agli ebrei. 
   Nel 1926, Clemente Sheptytskyj fu trasferito in un monastero dell'Assunzione di studio a Univ (vicino a Leopoli), in cui fu abate dal 1926 fino al 1947 e fece anche molto per questo monastero, il più antico nella Galizia. 
   Nel 1936-1937, insieme al Metropolita Andrey Sheptytskyj, elaborò lo statuto per i monaci dello Statuto degli studiti ("Typikon"), approvato da papa Pio XII. Partecipò alla fondazione del monastero degli studiti a Yaktoriv e in Canada. 


  
   Quando, all'inizio degli anni 1920, il metropolita Andrey si ammalò gravemente, il clero voleva fare di Clemente il suo successore perchè ebbe un'influenza non solo sui monaci, ma anche sulla gente comune. Il padre Clemente in Univ fece donazioni agli abitanti del villaggio de iniziò un orfanotrofio. Durante l'occupazione tedesca i bambini degli ebrei furono sepolti lì. Secondo varie fonti, gli Sheptytskyj salvarono da centinaia a migliaia di ebrei: furono nascosti nei monasteri e nelle chiese e poi trasportati all'estero.


 
     Beato Clemente e i confratelli con gli orfani
 
 Dal 1937 Klymentiy Sheptytskyj viveva a Leopoli, aiutando suo fratello Metropolita Andrej Sheptytskyj, nella gestione della Chiesa greco-cattolica, fece molti sforzi per raggiungere l'unità ecclesiale di cattolici ed ortodossi.  
  Padre Klymentiy fu membro della Società Scientifica Teologica, insegnava all'Università di Innsbruck; dal 1939 – membro dell'Istituto cattolico ucraino, dell'associazione ecclesiastica intitolata al metropolita Rutskyj.

 








 
Beato Clemente con suo fratello maggiore metropolita Andrea Sheptytsky 

Beato Klymentiy con card. Josyp Slipyj 

    Negli anni 1939-1941, dopo l'annessione delle terre ucraine occidentali all'URSS, Klyment Sheptytsky, come suo fratello, si oppose ripetutamente al divieto di insegnare la religione nelle scuole e alla promozione dell'ateismo, la confisca delle proprietà e la rovina di chiese e monasteri, le persecuzioni. Nel 1945-1946, quando furono arrestati quasi tutti i gerarchi e la maggior parte del clero della Chiesa cattolica greca, Clemente Sheptitsky guidò effettivamente la Chiesa greco-cattolica in Ucraina. 

   
L'archimandrita Clemente nel 1945

   Il 5 giugno 1947 Clemente fu arrestato direttamente durante la preghiera nella sua cella monastica. Prima fu tenuto nella prigione a Leopoli e Kyiv, dopo a Mosca e da lì infine settantottenne fu mandato nel carcere per i criminali più pericolosi a Vladimir, il cosiddetto Vladimir Central. Nel marzo del 1948 il  padre Klymentiy Sheptytsky è stato condannato a otto anni di carcere e di lavori forzati. Continuò a condurre una vita monastica, pregando vicino la finestra e leggendo la messa domenicale in un sussurro. A causa della sua costante malattia, la maggior parte della detenzione è stata spesa nell'opedale del carcere.

L'ordine di arresto d'archimandrita Klymentiy


Settantottenne archimandrita Clemente dopo l'arresto nel 1947
 

Il procedimento penale n.148913 del Beato

Beato Clemente nella prigione 

    Il 1 maggio 1951 alle 21:30 i medici dell'ospedale per i carcerati della città di Vladimir hanno dichiarato la morte d'Archimandrita Clementiy, il Conte Casimir Sheptytsky.  
    Nel 1991 l'Archimandrita Klymentiy Sheptytskyj fu riabilitato postumo. L'arresto e la reclusione per 8 anni sono stati giudicati illegali e infondati. L'archimandrita è stato trovato innocente. Soffrì solo perché non tradì la sua fede e rimase fedele figlio della Chiesa cattolica e al popolo ucraino. 
   I fratelli Sheptytsky salvarono da centinaia a diverse migliaia di ebrei: furono nascosti in monasteri e chiese e poi trasportati all'estero. In questo modo, Adam Daniel Rothfeld, futuro capo del ministero degli Esteri polacco (2005), riuscì a salvarsi. Per aver salvato bambini ebrei durante l'Olocausto nel 1996, Klymentij Sheptytskyj è stato riconosciuto come il Giusto del mondo in Israele.


 
 

     Il 27 giugno 2001, l'Archimandrita Clemente Sheptitsky fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II durante la visita del Santo Padre a Leopoli in Ucraina.

 Праведник Народів Світу бл. свщмч. Климентій Шептицький



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Гуркіна С. Архимандрит Климентій Шептицький у 1944-1947 рр. / Сторінки воєнної історії України: Зб. наук. статей / Відп. ред. О. Є. Лисенко. – К.: Інститут історії України НАН України, 2010. – Вип. 13. – С. 341-353.
Клебан Л. Архимандрит Климентій Шептицький і радянська влада: відносини після смерті Митрополита Андрея (на основі друкованих документів радянських спецслужб) // Вісник комерційної академії. — Випуск 13. — Львів, 2015. — С. 106–11.
Мартинюк, ієрм. Теодор (Тарас), Життя, мученича смерть і слава мучеництва блаженного преподобномученика Климентія (Шептицького)// Блаженний преподобномученик Климентій (Шептицький). Збірка творів. – упорядник ієрм. Юстин (Юрій Бойко). – Серія: Історично-канонічні джерела Студійського чернецтва в Україні. – Том ІІ. – Львів, 2014.;
Матковський I., Блаженний священомученик Климентій Шептицький. Біографія. – Львів, 2019.
Новосад Р. Зустріч і спільне перебування з архимандритом Климентієм (Шептицьким) у камері внутрішньої тюрми МГБ у Києві в 1948 р. / Р. Новосад // Тематичний збірник Святопокровського жіночого монастиря Студійського Уставу / Наук. ред. схм. Венедикта (Щурат-Глуха) та ін. — Львів, 2001. — Вип. 9. — С. 76 – 79
Чорнописька В. Останній період життя архімандрита Климентія Шептицького (1947-1951 рр.) // Чорноморський літопис. — Миколаїв, 2012. —Вип. 6. — С.47-52


https://risu.org.ua/ua/index/monitoring/religious_digest/73786/
https://risu.org.ua/ua/index/monitoring/religious_digest/76714/
https://risu.org.ua/ua/index/monitoring/kaleido_digest/77837/
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https://uazmi.org/news/post/dDWA41tSgywVJlcwrqPcjc
https://www.radiosvoboda.org/a/29913923.html
http://osbm-drohobych.org.ua/2019/07/05/my-pragnemo-vidkryty-lyudyam-postat-blazhennogo-klymentiya-sheptyczkogo-o-yustyn-bojko/
https://tsn.ua/analitika/arhimandrit-klimentiy-obvinuvacheniy-za-viru.html
https://photo-lviv.in.ua/u-lvovi-prezentuyut-almanah-blazhennyj-klymentij-sheptyczkyj-150-rokiv-vid-dnya-narodzhennya/
https://galinfo.com.ua/news/dytynstvo_kazymyra_sheptytskogo_pershi_potryasinnya__smert_didusya_i_brata_285454.html
https://galinfo.com.ua/articles/nevidomi_lysty_klymentiya_sheptytskogo_256543.html




La chiesa del Beato Clemente (Klymentiy) Sheptytsky a Leopoli



 
Andrea e Clemente Sheptytstki 
rappresentati da Modest Sosenko come Antonio e Feodosio del monastero delle Grotte

Data di prima pubblicazione
17/11/19

domenica 27 aprile 2025

"Non essere più incredulo, ma credente!" Inсredulità di San Tommaso


Domenica di San Tommaso

"Non essere più incredulo, ma credente!"
Inсredulità di San Tommaso

a cura di Yaryna Moroz Sarno

Stefan Popovych Meditsky, frammento dell'icona ucraina della Passione di Cristo, 
seconda metà del XVII secolo, villaggio di Pochayevychi. 
Museo Drohobychchyna, Drohobych.


 La prima domenica dopo Pasqua (dominica de Thomas, Domenica in albis, Κυριακή τοῦ Ἀντίπασχα ἤτοι ἡ ψηλάφησις τοῦ ἁγίου Ἀποστόλου Θωμᾶ) ha una lettura dedicata principalmente alla memoria delle apparizioni di Cristo dopo la Risurrezione agli Apostoli, compreso Tommaso. In ricordo di questo evento tutta la settimana dopo Pasqua, così come il sesto giorno dopo la Resurrezione (la prima domenica dopo Pasqua), nella chiesa la tradizione è considerata dedicata all'apostolo Tommaso. 
  La liturgia della domenica di San Tommaso rafforza la fede dei credenti, esclamando con San Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!" La Domenica di San Tommaso ha questo nome nella Chiesa orientale perché si legge il brano dal Vangelo di San Giovanni in cui si parla sull'incredulità di San Tommaso: "Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e con loro questa volta c'era anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, e si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!»" 
   La festa era già registrata nei "Decreti Apostolici" dell'Antiochia,  intorno al 380, dove la racconto sulla sua istituzione si conduce dal nome dell'apostolo Tommaso stesso  (ἑορτὴ τιμία αὐτὴ ἡ ὀδόη, ἐν ᾗ Δυσπιστοῦντα ἐμὲ θωμᾶν ἐπὶ τῇ ἀναστά ἐππ ἐπληροφ è la festa venerata nell'ottavo giorno, in cui io, Tommaso,  che non credevo, mi riempii di [fede] nella risurrezione).
  Poiché questo giorno è la prima domenica dopo Pasqua e completa la prima settimana principale delle celebrazioni pasquali, sottolineando la Risurrezione corporea di Gesù Cristo, nella chiesa era anche chiamata "Antipasqua" (in gr. Αντίπασχα, prefisso ἀντι "contro", "posizione opposta, qualità, stato, azione", gr. πάσχα - Pasqua), cioè una domenica simile alla festa di Pasqua (la traduzione letterale dal gr. "La domenica è come la Pasqua, che è una percezione sensuale del santo glorioso apostolo Tommaso"). Le fonti più antiche fin dal IV secolo citano il giorno di Antipasqua  collegato con la Risurrezione di Cristo. 
   La Chiesa dedica questa giornata anche alla meditazione sul rinnovamento di tutta la creazione attraverso la Risurrezione di Cristo. Il Sermone di San Gregorio il Teologo (+ 390) “Per la nuova settimana” era nel Typikon bizantino una delle principali letture della festa. Questo giorno, l'ottavo dopo Pasqua, viene celebrato come il Giorno del Rinnovamento, perché, a differenza del giorno di Pasqua, il giorno stesso della salvezza, che è “il confine tra sepoltura e risurrezione” (μεθόριον τῆς ταφῆς καὶ τῆς ἀναστάσεως), questo il giorno è il giorno del "ricordo della salvezza" (τὸ τῆς σωτηρίας γενέθλιον), il giorno della "pura nuova nascita" (καθαρῶς τῆς δευτέρας γενέσεως). Il contenuto della festa deve essere un rinnovamento interiore. 
    In parallelo al continuo rinnovamento della natura risvegliata dopo l'inverno, la liturgia della Domenica di Tommaso incoraggia i credenti a svegliarsi dal sonno del peccato, a rivolgersi al Sole della Verità - Cristo. Nei canti di questa Domenica si esprime la gioia della verità della Risurrezione del Signore, rivolge in modo particolare la verità della Sua divinità e della Sua umanità. Come scriveva Gregorio di Nazianzeno: "Ora è la primavera terrena e la primavera spirituale, la primavera nelle anime, la primavera visibile e la primavera invisibile; Oh, se ci avessimo preso parte lì, essendo cambiati bene qui, e gli aggiornati attraversarono la vita rinnovata in Cristo Gesù, nostro Signore!"
   Con la Domenica di San Tommaso si conclude anche l’Ottava di Pasqua. Nella liturgia bizantina della festa si condivide un pane rituale l'Artos (in gr. άρτος - pane), che per la prima volta si menziona nel Typikon del XII secolo. 
  Nel suo sermone per "La Domenica nuova" ("Dopo la Pasqua, la Domenica delle lode, e su Artos, e su San Tommaso, che provava le costole del Signore") o Anti Pasqua Cirillo, vescovo di Turiv (+ dopo il 1182) spiegava del significato simbolico dell'Artos.  
   Il trama compare già nell'arte paleocristiana sui sarcofagi cristiani del terzo quarto del IV secolo, che è associato allo sviluppo del ciclo della Passione del Signore a cavallo tra il IV e il V secolo. E questo non è casuale: in questo periodo, tra i Concili di Nicea e Calcedonia, il mondo cristiano convive con incessanti dispute sulla persona di Cristo. L'episodio evangelico con la conversione di Tommaso era solo un argomento importante in questa disputa. Così, uno dei suoi sermoni antiariani di San Giovanni Crisostomo si dedica proprio all'incredulità e alla conversione di Tommaso. San Cirillo d'Alessandria, nel suo commento al Vangelo di Giovanni, osserva che "Tommaso è il primo della lunga catena di coloro che professano la divinità di Cristo; è anche il primo di una lunga catena di coloro che toccano la Carne del Signore".
  Nel dittico milanese del V secolo la scena dell'incredulità  di Tommaso è  inclusa nel ciclo degli eventi del racconto evangelico. La composizione è costruita in modo asimmetrico: la figura di Cristo si trova a destra, a sinistra l'immagine dell'edificio, San Tommaso è al centro, in modo che lo spettatore possa vedere chiaramente che l'apostolo mette le dita nelle ferite di Cristo.
   Tra i primi monumenti si segnala anche il mosaico della navata centrale della chiesa di Sant'Apollinare il Nuovo a Ravenna del VI secolo. Cristo con la mano destra alzata e la ferita al fianco è raffigurato al centro della composizione, salutando i suoi discepoli, che stanno fianco a fianco simmetricamente sui lati entrambi. San Tommaso le punta la mano, ma non tocca il corpo di Cristo. 
   Nei monumenti bizantini è stata istituita una composizione in cui il dialogo tra Cristo e Tommaso è proprio al centro della composizione, e il gesto di Tommaso si fa più concreto, tocca il corpo di Cristo, ma non mette le dita nelle ferite. Gli apostoli si separano, permettendo allo spettatore di vedere questa importante prova della risurrezione. Vediamo una scena del genere, ad esempio, nei mosaici di Dafne e Osios Loukas nell'XI secolo. La figura di Cristo è qui raffigurata rigorosamente frontalmente, sullo sfondo della porta, che permette di ricordare le parole di Cristo: «Io sono la porta: chi entra per me sarà salvato» (Gv 10,9). E ai lati ci sono edifici simmetrici e due gruppi di apostoli.

Mosaico dell'XI secolo, della chiesa del monastero dell'Hosios Loukas a Grecia

Mosaico della basilica di San Marco a Venezia 

Mosaico della basilica della Natività di Betlemme.


Lapide con San Tommaso dubbioso, Colonia (Germania), 1140-60 ca, 
Metropolian Museum, New York 


   Nell'XI-XII secolo l'iconografia bizantina era ampiamente diffusa in Rus'-Ucraina (ad esempio, la composizione nell'arte ucraina monumentale: gli affreschi della cattedrale di Santa Sofia a Kyiv dell'XI secolo).

L'affresco della cattedra di Santa Sofia a Kyiv, l'XI secolo

Frammento dell'affresco

Rilievo del XII secolo, Scuola di Kyiv, 
Museo Nazionale a Varsavia   

Maestro Fedusko, pittore di Sambir, Frammento dell'icona della Passione di Cristo, 
la seconda metà del XVI secolo. dalla chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce, Drohobych. 
Museo "Drohobychchyna", Drohobych.

L'icona della fine del XVI secolo, dalla città di Kalush. 
Museo Nazionale d'Arte dell'Ucraina, Kyiv, Ucraina.

Scuola di Sambir, l'ultimo quarto del XVI secolo dalla chiesa dello Spirito Santo a Potelych,
National Museo Nazionale Andrey Sheptytsky di Leopoli

      Frammento dell'icona ucraina del XVII secolo, Museo nazionale a Leopoli

L'incisione ucraina dell'inizio del XVII secolo

  "La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
    Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
    Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome". (
Gv 20, 26-29)

Jov Kondzevevych, frammento dell'iconostasi di Skyt Maniavskyj, 1698-1705,
Museo Nazionale a Leopoli


Χριστὸς ἀνέστη ἐκ νεκρῶν, θανάτω θάνατον πατήσας, 
καὶ τοὶς ἐν τοῖς μνήμασι, ζωὴν χαρισάμενος.

Cristo è risorto dai morti, con la morte ha vinto la morte, donando la vita a coloro che giacevano nei sepolcri.

Essendo sigillato il sepolcro, sei venuto fuori dalla tomba, o Cristo Dio, nostra vita; 
chiuse le porte, ti sei presentato ai Tuoi discepoli, resurrezione di tutti, 
per mezzo loro rinnovando in noi uno spirito retto, secondo la Tua grande pietà.


KONDAKION

Εἰ καὶ ἐν τάφῳ κατῆλθες ἀθάνατε, ἀλλὰ τοῦ Ἄδου καθεῖλες τὴν δύναμιν, καὶ ἀνέστης ὡς νικητής, Χριστὲ ὁ Θεός, γυναιξὶ Μυροφόροις φθεγξάμενος, Χαίρετε, καὶ τοὶς σοὶς Ἀποστόλοις εἰρήνην δωρούμενος ὁ τοὶς πεσοῦσι παρέχων ἀνάστασιν.

Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all'incontro hai distrutta la potenza dell'inferno e sei risorto qual vincitore; o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, tu che dai ai peccatori la risurrezione.


La scena dall'iconostasi ucraina del XVII secolo

Ivan Rutkovych, l'conostasi di Zhovkva, 1697-99, Museo Nazionale a Leopoli 

     Jov Kondzelevych, la scena dall'iconostasi Skyt Maniavsky,
regione di Ivano-Frankivsk, 1698-1705


A porte chiuse Ti sei presentato, o Cristo, ai Tuoi discepoli.
Allora Tommaso, servendo alla Tua economia, non si trovava con loro,
perciò diceva: Non crederò se non vedo anch’io il Sovrano:
che io veda il fianco da cui uscirono sangue ed acqua, il Battesimo,
che io veda la piaga dalla quale è stata risanata la grande ferita dell’uomo;
che io veda che egli non è uno spirito, ma ha carne ed ossa.
O Tu che hai calpestato la morte, e a Tommaso hai infuso piena certezza,
o Signore, gloria a Te!



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Per consultare le icone ucraina vedi come le fonti iconografiche:
http://icon.org.ua/gallery/uviruvannya-homy/

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