L'Ultima Cena
Il Grande e Santo Giovedì
Il mosaico del XII secolo dalla cattedrale di San Michele dalle Cupole d'Oro a Kyiv
Il Giovedì Santo (gr. ῾Η ἁγία καὶ μεγάλη πέμπτη; lat. In Cena Domini, De Natale Calicis), richiamando l’evento dell’Ultima Cena, pone al centro il segno dell’amore gratuito, totale e definitivo. Questo è il giorno dell’istituzione dell’Eucaristia in memoria della nuova ed eterna alleanza e dell’istituzione del sacerdozio ministeriale e il servizio fraterno della carità. Il sacerdozio e carità sono strettamente collegati con il sacramento dell’Eucaristia, creando la comunione fraterna e indicano nel dono di sé e nei servizio il cammino della Chiesa.
Nel sacramento dell’amore, - Eucaristia, Gesù donò se stesso come il cibo della vita eterna e portò a compimento la liberazione dell'uomo. Il calice riempito e il pane preparato diventano l'Eucaristia, quando nella notte in cui fu tradito, "il Signore Gesù prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo. Poi prese il calice e disse: Prendete e bevete: questo è il mio sangue".
Il pane e il vino sono stati dati all'uomo e, ricevendo la parola di Dio, diventano il corpo e il sangue di Cristo nella presenza reale del Signore morto e risuscitato. Come diceva San Giovanni Crisostomo: «Noi offriamo sempre il medesimo Agnello, e non oggi uno e domani un altro, ma sempre lo stesso. Per questa ragione il sacrificio è sempre uno solo. [...] L’offerta è la stessa, chiunque sia colui che offre, sia Paolo, sia Pietro; è la stessa di quella che Cristo diede ai discepoli e quella che ora fanno i sacerdoti: questa non è per nulla inferiore a quella, perché non sono gli uomini a santificarla, ma è lo stesso che santificò quella. Infatti, come le parole che Dio disse un giorno sono le stesse di quelle che dice ora il sacerdote, così l’offerta è la stessa...» (San Giovanni Crisostomo, In Epist. II ad Timotheum 1, in PG 62, 612)
Il sacerdozio nasce dall’Eucaristia come un dono per l’unità. La Chiesa rende attuale il mistero di salvezza mediante la Parola, il Sacrificio, i Sacramenti per la forza dello Spirito Santo.
Il pane e il vino sono stati dati all'uomo e, ricevendo la parola di Dio, diventano il corpo e il sangue di Cristo nella presenza reale del Signore morto e risuscitato. Come diceva San Giovanni Crisostomo: «Noi offriamo sempre il medesimo Agnello, e non oggi uno e domani un altro, ma sempre lo stesso. Per questa ragione il sacrificio è sempre uno solo. [...] L’offerta è la stessa, chiunque sia colui che offre, sia Paolo, sia Pietro; è la stessa di quella che Cristo diede ai discepoli e quella che ora fanno i sacerdoti: questa non è per nulla inferiore a quella, perché non sono gli uomini a santificarla, ma è lo stesso che santificò quella. Infatti, come le parole che Dio disse un giorno sono le stesse di quelle che dice ora il sacerdote, così l’offerta è la stessa...» (San Giovanni Crisostomo, In Epist. II ad Timotheum 1, in PG 62, 612)
Il sacerdozio nasce dall’Eucaristia come un dono per l’unità. La Chiesa rende attuale il mistero di salvezza mediante la Parola, il Sacrificio, i Sacramenti per la forza dello Spirito Santo.
"Nessuno, o fedeli, non iniziato alla Cena del Signore, nessuno assolutamente si accosti come Giuda alla Mensa con cuore falso. Egli, ricevuto il boccone, insorse contro il Pane e, pur apparendo discepolo, in realtà era omicida, rallegrandosi con i giudei e vivendo con gli Apostoli. Odiando baciava, baciando vendeva il Dio e Salvatore delle anime nostre. che ci ha riscattati dalla maledizione" (III Stichira dell'Aposticha).
La più antica rappresentazione dell'Ultima Cena come il banchetto sacro (agape) si trova nelle catacombe di Priscilla (la prima metà del III secolo), simile a quella nella catacomba di San Callisto. L'iconografia dell'Ultima Cena del mosaico di Sant'Apollinare Nuovo (l'inizio del VI secolo) e nel Codice Purpureo di Rossano (secolo VI) è ispirata agli schemi bizantini.
Fractio panis, la catacombe di Priscilla, Roma, la prima metà del III secolo
Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, affresco del IV secolo
Il Codex Purpureus Rossanensis, VI secolo
Il Vangelo Rosanno (il Codex Purpureus Rossanensis) del VI secolo
I mosaici della chiesa di Sant'Apollinario Nuovo a Ravvena, VI secolo
L'icona del monastero Vatoped, Athos, XIII secolo
Il mosaico nella cattedrale di Santa Sofia a Kyiv, l'XI secolo
L'Eucarestia degli Apostoli, frammento del mosaico della chiesa di San Michele delle Cupole d'Oro, Kyiv, XII secolo
Il salterio di Kyiv del 1397
La miniatura del Salterio di Kyiv del 1397
Maestro Andriy con i discepoli, f'affresco della cappella della Santissima Trinità, 1416, Lublin
Dall'iconostasi di Stara Skvariava, Scuola pittorica di Peremyshl', XVI secolo
Maestro Fedusco, frammento dell'icona della Passione di Cristo, Sambir, la metà del XVI secolo
La Porta Santa, Museo di Rivne, XVI secolo
L'icona della metà del XVI secolo, villaggio Bila
Ivan Rutkovyc, dall'iconostasi di Zhovkva, XVII secolo
L'icona del XVII secolo, Museo Nazionale dell'Arte a Kyiv
16/04/20 09:43
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