Santa Barbara
a cura di Yaryna Moroz Sarno
Santa Barbara, (in gr. Βαρβάρα,† ca 306), (la commemorazione il 4 dicembre), una tra le più venerate sante della Chiesa Orientale, megamartire egiziana visse a cavallo del III - IV secolo durante il regno dell'imperatore Diocleziano. Era figlia del ricco pagano Dioscoro, toparca di Eliopoli, che gelosamente custodiva la rara bellezza di sua figlia. Il ricco padre diede alla figlia un'eccellente educazione e non le negò nulla. Volendo nascondere la sua unica figlia agli occhi degli uomini, ordinò la costruzione di un'alta torre nella sua tenuta, dove stabilì la ragazza.
Il padre, partendo per un lungo viaggio, ordinò di rinchiudere Barbara nell'alta torre del suo palazzo in modo che nessuno potesse vederla, ma non poté impedire alla mente perspicace della ragazza di ragionare secondo l'immagine divina incarnata in ogni persona.
La torre avrebbe dovuto avere due finestre, ma Barbara ne volle tre in onore della Santissima Trinità. Scoprendo la fede cristiana della figlia, il padre, crudele pagano, decise di ucciderla. Passando miracolosamente fra le pareti della torre, Barbara riuscì a fuggire. Nuovamente catturata, il padre la condusse davanti alle autorità romane, affinché fosse tormentata e uccisa crudelmente. Allora Barbara fu trascinata davanti al prefetto Marciano e sottoposta alle torture. Il suo corpo venne straziato con panni ruvidi e urticanti fino a esserne scorticato, poi la sua carne venne bruciata con metallo rovente, ma da ogni tormento lei usciva miracolosamente risanata e sempre più forte nella fede. Il prefetto Marciano cercò di convincere Barbara a recedere dal suo proposito; poi, visti inutili i tentativi, ordinò di tormentarla avvolgendole tutto il corpo in panni rozzi e ruvidi, tanto da farla sanguinare in ogni parte. Durante la notte Barbara ebbe una visione e fu completamente risanata.
Nel giorno seguente fu sottomessa di nuovo a più crudeli torture: sulle sue carni nuovamente dilaniate fece porre piastre di ferro rovente. Una ragazza di nome Giuliana, presente al supplizio, manifestando sentimenti cristiani, venne associata al martirio: le fiamme, accese ai loro fianchi per tormentarle, si spensero quasi subito. Barbara, portata ignuda per la città, ritornò miracolosamente vestita e sana, nonostante l’ordine di flagellazione. Il prefetto la condannò al taglio della testa. Fu il padre stesso a decapitare la figlia per eseguire la sentenza. Ma dal cielo discese un fulmine che lo colpì.
Dopo il suo martirio nel 306 ca, le sue reliquie furono sepolte da un uomo pio di nome Galenzio nella stessa città dove trascorse la sua infanzia - a Iliopoli dei Fenici (odierna Siria). Successivamente, lo stesso Galenzio fece costruire una chiesa sulla tomba della grande martire. Le testimonianze della venerazione di Santa Barbara esistono in un monastero a Edessa nel IV secolo e una basilica copta al Cairo nel VII secolo dedicati a lei.
Le narrazioni leggendarie sulle passioni di Santa Barbara esistono nelle molte redazioni in greco e sono tradotti in latino, che datano il suo martirio nei tempi dell’impero di Massimino il Trace (235 – 238), di Massimiano (286 – 305), o sotto di Massimino Daia (308 –313).
Nel VI secolo le reliquie della santa vengono trasferite dall’imperatore Giustino dall’Egitto a Costantinopoli, dove l'imperatore Leone VI il Saggio nel IX secolo eresse in suo onore la chiesa che custodiva le sue reliquie. Più tardi i veneziani le trasferirono nella loro città e di qui furono recate nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Torcello (1009).
In Italia il culto della martire era cresciuto durante la dominazione bizantina del VI secolo e si sviluppò poi durante le Crociate. A partire dal VII secolo appaiono i primi Acta del suo martirio. La santa era venerata a Roma. Le sue immagini dell'inizio dell'VIII secolo nella chiesa di Santa Maria Antiqua.
Alla fino alla fine del XIII secolo è stato eseguito un ampio ciclo della vita di Santa Barbara nella cappella di Santa Barbara nella chiesa dei Santi Quattro Coronati a Roma, dipinto con gli affreschi monumentale ca. 1280-90.
La rappresentazione di Santa Barbara nell'affresco
della basica Santa Maria Antiqua a Roma, l'inizio del VIII secolo
Le tracce del culto si trovano in Toscana, in Umbria, nella Sabina. Secondo la testimonianza di Giovanni Diacono, San Gregorio Magno, quando ancora era monaco, spesso si recava a pregare nell’oratorio di Santa Barbara a Roma. Secondo la testimonianza del Liber Pontificalis (ed. L. Duchesne, II, 50, 116), delle biografie di Stefano IV (816-17) e Leone IV il Saggio (847-55), nel IX secolo sono stati costruiti oratori in onore di Barbara. Le reliquie della santa sono stati trasferiti dai veneziani da Costantinopoli nella loro città o portate da Maria Argypoula che sposò Giovanni Orseolo, poi dalla basilica di San Marco sono state spostate nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Torcello (1009).
Le reliquie della santa sono conservato nella chiesa di San Lorenzo in Damaso a Roma, nel Tesoro di San Giovanni in Laterano, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, nella basilica dei Santi Cosma e Damiano, nella chiesa di Santa Barbara alle Capannelle, anche nella chiesa di San Sisto a Piacenza, altri resti della santa sono anche nella chiesa della Santissima Annunziata della Casa Reale a Napoli, a Pisa, Cremona, Mantova e Trapani, a Pomerania, a Montecatini.
La storia delle sue reliquie è collegata al nome dell'imperatore bizantino Alessio I Comneno, che le trasferisce in dote a sua figlia Barbara. All'inizio XII° secolo, sposando il nipote del Granduca Yaroslav il Saggio principe di Kyiv Svyatopolk Izyaslavych (battezzato Michele), la principessa bizantina, portò con sé a Kyiv le reliquie della sua santa patrona Santa Barbara. Le reliquie furono trasferite nel 1108 nella cattedrale di San Michele dalle cupole d'Oro, dove si conservavano in una bara di cipresso.
Nell'anno 1240 dell'invasione di Khan Batu a Kyiv, le reliquie erano nascoste sotto i gradini di pietra della cattedrale dai monaci. La сhiesa di San Michele, come l'intero monastero, fu saccheggiata, ma le reliquie della santa martire sopravvissero. Pochi decenni dopo per mezzo di un lituano le reliquie erano riscoperte e nuovamente poste alla venerazione nella restaurata cattedrale di San Michele. Il culto della grande martire Barbara e la guarigione miracolosa vicino alle sue reliquie si sono diffuse in tutte le terre ucraine e oltre.
La rinascita del monastero iniziò all'inizio del XVI secolo grazie agli sforzi dell'igumeno Macario. Le reliquie di Santa Barbara furono posti dietro il klyros sinistro vicino al muro settentrionale della chiesa dell'Arcangelo Michele. Furono visti lì da Erich Lyasota, il quale notò scrupolosamente che sul lato sinistro, di fronte all'altare maggiore, si trovava il corpo di Santa Barbara, figliz di un re, ragazza di 12 anni. Secondo i viaggiatori, nella prima metà del XVII secolo le reliquie della grande martire erano già in una bara speciale. Non si conosce la data esatta di costruzione del reliquario. Fu menzionato per la prima volta nel 1631. Iov Boretskyi ordinò al falegname Roman di Kyiv due nuove iconostasi per le cappelle dedicati alla Presentazione della Santa Vergine al tempio e a Santa Barbara.
A spese dell'etmano I. Mazepa, un reliquario del legno fu sostituito a sue spese da uno d'argento. Il monastero di San Michele a Kyiv diviene centro del culto di Santa Barbara. Numerosi rappresentazione con S. Barbara e l'Arcangelo Michele possano affermare collegamento di questi culti.
Dopo che la cattedrale di San Michele dalle Cupole d'Oro fu distrutta, le reliquie di San Barbara nel 1935 furono trasferite alla chiesa di Sant'Andrea, e dopo la chiusura di quest'ultima all'inizio, nel 1961 - alla Cattedrale di San Volodymyr a Kyiv, dove sono ancora conservati nel vestibolo destro. Ogni martedì nella cattedrale si svolge la celebrazione in onore di Santa Barbara.
L'ingegnere e famoso cartografo francese al servizio del re polacco, Guillaume Levasseur de Beauplan quando si trovava a Kyiv al 1640 ca, disse che le reliquie di Santa Barbara furono portate qui dalla Grecia durante una sorta di guerra con Nicomedia.
L'arcivescovo di Chernighiv Lazar Baranovych molto tempo prima del suo episcopato, nel 1640, si adoperò nell'insegnamento e nella predicazione di parole salvifiche per l'anima, tra l'altro nella festa della santa grande martire Barbara, predicando la parola di Dio presso le sue sante reliquie. Glorificò con grande gratitudine anche il miracolo di quelle sante reliquie - la guarigione ricevuta dopo una grave malattia, e non ha smesso di glorificarle continuamente. E così nel suo libro "Le trombe festive" stampato nell'anno 1674: "Ed io stesso ossessionato da una grave malattia, ... non cercavo nessun altro medico se non l'aiuto delle sacre reliquie della grande martire Barbara, e quando con fede ho bevuto l'acqua con cui era bagnata la mano della grande martire, il calice di quest'acqua è stata la mia salvezza."
Nel 1644, sotto il metropolita di Kyiv Petro Mogyla, parte del dito della grande martire fu donato al cancelliere del Regno di Polonia Georgy Osolinsky. Allo stesso tempo, la mano sinistra, che era stata a lungo in Grecia, fu trasferita nella città di Lutsk, dove fu collocata nella chiesa del monastero in onore dell'Esaltazione della Santa Croce. Questa mano aveva anche enormi poteri curativi.
Nel 1650, lo hetman lituano Janusz Radziwill, dopo aver preso d'assalto Kyiv, ricevette due parti delle reliquie dalle dita e dalla costola. Radziwill inviò un'altra parte della costola del grande martire in dono al vescovo cattolico di Vilna George Tyshkevyh, soddisfacendo la sua fervida richiesta. Accettato questo dono, il vescovo lo conservò nelle sue stanze in un'arca riccamente decorata. Dopo qualche tempo, la casa del vescovo bruciò, ma l'arca con parte delle reliquie della Santa Grande Martire Barbara rimase illesa. Avendo saputo questo, tutti rimasero con grande stupore e glorificarono Dio e la santa Grande Martire Barbara.
Parte delle dita andò a sua moglie, dopo la sua morte una parte delle reliquie che ella custodiva andò al metropolita di Kyiv Josyp (Giuseppe) Tukalsky e fu da lui portata nella città di Kaniv, situata sul fiume Dnipro non lontano da Kyiv, e dopo la sua morte fu trasferito nella città di Baturyn, dove queste dita rimasero nel monastero di San Nicola Taumaturgo e, venerate con reverenza, emanavano guarigioni miracolose.
Il patriarca Macario di Antiochia che visitò due volte nella città di Kyiv (1653 e 1655) e il monastero con cattedrale di Michele la Cupola d'Oro, affermò che le reliquie di Santa Barbara furono portate dalla principessa Anna, la moglie del sovrano di Rus'-Ucraina Volodymyr il Grande.
Nel 1656, il metropolita di Kyiv Silvestro offrì parte delle reliquie al patriarca di Antiochia Macario. Con grande fede e amore e con lacrime, si inchinò davanti alle venerabili reliquie della santa grande martire e raccontò quanto segue: “Nel mio patriarcato, non lontano da Antiochia, c'è la città di Iliopoli, nella quale soffrì la santa grande martire Barbara . Quando ho chiesto lì delle sue sante reliquie, mi hanno detto: fin dall'antichità non sono state trovate non solo a Iliopoli, ma anche in nessun altro luogo in Oriente, perché risiedono in terra russa. Ora credo senza dubbio che qui riposano le vere reliquie del santo grande martire”. Il Patriarca chiese di dargli una parte di queste sante reliquie. La sua richiesta è stata soddisfatta dal metropolita Silvestro di Kyiv e il patriarca ha accettato parte delle sacre reliquie con grande gioia e gratitudine.
L'eccezionale storico e archimandrita del monastero di San Michele, capo del concistoro di Kyiv, Feodosio Sofronovych, nella sua "Cronaca" fece riferimento a "una storia degli anziani" sulla fondazione del monastero ai tempi del principe San Volodymyr. Intorno al 1669–1670 scrisse "La passione del santo grande martire Barbara" e "Il racconto dei suoi gloriosi miracoli", dove dice che le reliquie di Barbara furono inviate in dono dal re greco al granduca Svyatopolk Izyaslavych (nel battesimo - Michele), che costruì una chiesa al onore del suo santo protettore l'Arcistratega Michele, e vi deposi con gli onori le reliquie del santo. San Demetrio Tuptalo fornisce informazioni simili.
Fin dall'antichità nelle reliquie di Santa Barbara mancavano la testa e il braccio sinistro. La testa, come accennato in precedenza, si trovava inizialmente a Costantinopoli e, dopo la sua cattura da parte dei crociati, si ha notizia di un suo ritrovamento a Roma, nella sagrestia della chiesa di sant'arcidiacono Lorenzo. Per quanto riguarda la mano sinistra della megamartire, c'è tutta una storia sul fatto che sia stata portata dalla Grecia durante i tempi del metropolita Petro Mogyly nella città di Lutsk dell'Ucraina occidentale dal saggio dottore greco Mosel. A Lutsk fu collocata nella chiesa della fraternità costruita in onore dell'Esaltazione della Croce del Signore. E sebbene non siano stati trovati documenti rilevanti che lo confermino, questa storia non dovrebbe essere messa in discussione, perché chissà, forse c'era più di un tempio fraterno con questo nome in città.
Nel XVII secolo, il culto della megamartire divenne particolarmente diffuso in Ucraina. L'eminente figura ecclesiastica e culturale, egumeno del monastero delle Cupole d'Oro di San Michele a Kyiv (1656-1677), Feodosiy Safonovych, riassunse le informazioni indicate nel "Racconto dei gloriosi miracoli del Santo Grande Martire Barbara" (1669-70, pubblicato nel 1691 a Chernighiv e ripubblicato nel 1698 a Kyiv), dove si nota anche che nel XVII secolo le sue reliquie "giacciono ancora incorruttibili", e godono la venerazione da parte dei suoi contemporanei (per esempio, dal cancelliere del re polacсo Jerzy Ossolinsky, dal patriarca di Antiochia Macario). Descrivendo i miracoli selezionati sulla base di ciò che egli stesso visse o udì direttamente, si riferì alle testimonianze di persone che erano ancora in vita al momento in cui l'autore compose il suo "Racconto" e, naturalmente, potrebbero confermare autenticità delle sue storie. Vengono presentati 17 miracoli, ma l'autore sottolinea ripetutamente che è impossibile elencare tutti i miracoli del grande martire e che descrive solo alcuni di quelli più significativi.
Feodosio Safonovych espose come testimoni dei miracoli di Santa Barbara, famosi personaggi storici della sua epoca, di cui sono state conservate prove in altre fonti (ad esempio, il metropolita di Kyiv Petro Mogyla, il cancelliere polacco Ossolinsky, il principe Radzivil, il vescovo di Vilnius, il patriarca di Antiochia Macario e l'arcivescovo di Chernighiv Lazar Baranovych, boiardo e voivoda di Kyiv Petro Vasyliovych Sheremetyev, l'igumeno del monastero di San Cirillo a Kyiv Meletio (Dzyk), e Afanasy Oleksiyovych Ushakov e molti altri).
Nel titolo stesso di "Martirio" e "Racconto" non c'è il nome di Teodosio (Sofonovych), ma sulla proprietà di quest'opera dice quanto segue: nella "Prefazione" al "Racconto" l'autore si definisce direttamente "l'abate del monastero di San Michele delle Cupole d'Oro", e nel "Racconto" descrive i miracoli avvenuti nel 1655, 1657, 1659, 1660, 1667, 1668, quindigli anni dell'egumenato nel monastero di San Michele di Feodosio (Sofonovych) (1655-1676). Inoltre, all'inizio della descrizione del primo miracolo, l'autore si fa chiamare direttamente per nome, dicendo: "Io, ieromonaco Teodosio Safonovych, nel 1655 ricevetti l'abate del monastero di San Michele delle Cupole d'Oro, donatomi dalla beata memoria di il reverendo padre Sylvester Kosiv, metropolita di Kyiv." E alla fine St. fa riferimento a questo elenco. Dymytriy Tuptalo nelle sue "Chetiji-mineyi" del 4 dicembre, lo attribuisce a Feodosio (Sofonovych), e ne cita diverse storie.
Il famoso agiografo ucraino Dmytro Tuptalo considerava Santa Barbara come la sua patrona celeste e collocò la vita della santa e la storia delle sue miracolose reliquie nelle sue Chetiji -Mineji.
L'introduzione dell'Akathisto dedicato alla Santa megamartire Barbara" è talvolta associata al 1637 - l'anno della sua pubblicazione da parte della tipografia di Lavra Kyievo-Pecherska (il testo è perduto). Alla fine del XVII secolo in Ucraina è stato creato un Akathisto dedicato a Santa Barbara da Gioasafat Krokovskyj (?–1718), rettore dell'Accademia Kyiv-Mohyla, l'archimandrita del monastero delle Grotte a Kyiv, e dal 1708 - metropolita di Kyiv. Il testo dell'Akathisto fu stampato per la prima volta nel 1691 nella tipografia Chernighiv del monastero della Santissima Trinità e Sant'Elia come parte del "Libro di preghiere di Tre Akathisti", che contiene tre Akathisti: alla Santissima Trinità, la Grande Martire Barbara e la Passione di Cristo.
L'Acathisto come libro separato per la prima volta fu pubblicato nella tipografia di Lavra Kyievo-Pecherska (monastero delle Grotte) a Kyiv nel 1698. Nel corso del secolo successivo aveva dozzine di ristampe a Kyiv, Chernighiv e Pochaiv. Inoltre, l'Akathisto di Santa Barbara è stato incluso nella raccolta "Santi Akathisti della settimana", che fu stampata nella tipografia della Lavra Kyivo-Pecherska nel 1706. L'acatisto di Santa Barbara di Joasaf Krokovsky, è stato pubblicato almeno 30 volte.
Gli acathisti di Santa Barbara della stampa della tipografia del monastero a Pochaiv furono distribuiti sia come libri separati che come parte di volumi editoriali. L'interesse per la santa a Pochaiv potrebbe essere legato al fatto che il monastero, insieme ad altre reliquie, conservava anche una parte delle reliquie di Santa Barbara, portate da Kyiv. L'acathisto veniva recitato ogni martedì nella Lavra Kyievo-Pecherska.
Santa Barbara è stata stata considerata come la protettrice contro una morte improvvisa e inaspettata. Durante una delle pestilenze verificatesi a Kyiv nel 1710, la malattia non colpì il monastero di San Michele dalle Cupole d'Oro, dove erano conservate le reliquie di Barbara, che divenne per i credenti un'altra prova del loro miracolo e del potere dell'intercessione della santa martire Barbara. Grazie alle preghiere per intercessione della santa megamartire, le epidemie di peste e colera che imperversarono a Kyiv nel 1710, 1770, 1830, 1853 e 1855 erano sconfitte. Come scrisse lo storico Sementovsky scrisse che nel 1710 “solo il monastero di San Michele dalle Cupole d'Oro, dove riposano le reliquie miracolose della santa Grande Martire Barbara, non fu toccato da un'ulcera distruttiva, e nemmeno uno dei fratelli (monaci) che vi abitava morì, nonostante il santo monastero fosse aperto a tutti coloro che accorrevano per venerare le sante reliquie della grande Martire. La stessa cosa si ripeté nel 1770, 1830, 1848, 1853 e 1855, quando infuriava il distruttivo colera". Come affermava lo storico, la forza curativa delle reliquie di Santa Barbara si estendeva ben oltre le mura del monastero. Durante l’epidemia bastò portare le spoglie incorruttibili della santa fuori dalle porte e a torno del monastero, che “ogni volta l’accerchiamento della peste diminuiva in tutta la città”.
Nel IX secolo la vita di Santa Barbara era inclusa nella raccolta di Simeone Metafrasta (X secolo), autore bizantino del corpus delle vite dei santi, poi inserito in altri martirologi. La traduzione della vita di Santa Barbara in Ucraina sono conosciuti sin dal XIV-XV secolo. Già dai secoli XIII - XIV nella Chiesa di Kyiv era nota la litania della santa martire, che, secondo l'ipotesi degli storici, fu composto proprio nella metropolia di Kyiv.
La vita della santa in antica lingua ucraina fu pubblicata da Theodosio Sofonovych (XVII secolo) e Dmytro Tuptalo. In Ucraina, grazie alla presenza delle reliquie della Santa, la sua venerazione fu particolarmente sviluppata, tanto che la persona della santa diede origine a numerosi racconti apocrifi. Le storie apocrife sulla vita di Santa Barbara con descrizioni di guarigioni miracolose da malattie e salvezza da tutti i tipi di calamità furono ampiamente diffuse (una breve vita di santa trovata da un manoscritto di Leopoli del XIX secolo fu pubblicata da Ivan Franko).
Nell'iconografia la santa si raffigurava come una bellissima vergine in abiti lussuosi, molto spesso con la testa scoperta e trecce sciolte - un simbolo di celibato. C'è anche una corona come segno di grande martirio. Nella mano della santa c'è una torre in miniatura con tre finestre. Tuttavia, la torre è più spesso vista sullo sfondo, dietro la santa. Un altro attributo di Barbara è una calice come simbolo dell'Eucarestia. D'altra parte, la croce di un martire. A partire dalla fine del XVII secolo è sostituito o integrato da un ramo di palma, attributo caratteristico del martirio nella tradizione occidentale. Può contenere anche una pergamena o un libro aperto.
Nell'iconografia ucraina è presente fin dall'XI secolo (negli affreschi di Santa Sofia a Kyiv), ma divenne particolarmente popolare all'inizio del XVIII secolo. Le sue immagini erano molto popolari nell'iconografia popolare del XIX secolo, specialmente nell'Ucraina centrale e orientale. Le sue immagini erano quasi in ogni casa, perché la santa era considerata la patrona delle donne e delle ricamatrici. Di particolare interesse in questo periodo è l'icona "Decapitazione di Santa Barbara", sulla quale vediamo la testa mozzata della grande martire su un piatto d'argento. Questa trama deriva chiaramente da una rappresentazione simile della testa mozzata di Giovanni Battista.
L'icona "Santa Barbara", dalla chiesa di San Demetrio nel villaggio di Gyshyn, distretto di Kovel, metà del XVIII secolo, Museo a Lutsk.
Santa Barbara, come una delle sante più venerate in Ucraina, apparve ripetutamente sulle antiche stampe ucraine dei secoli XVII - XVIII, principalmente in varie edizioni dell'Akathisto, create in suo onore da Joasaph Krokovsky. Nelle illustrazioni dell'Akathisto e in altre incisioni delle edizioni di libri ucraini dell'epoca, Barbara è spesso raffigurata nel momento del suo trionfo celeste, in magnifiche vesti e una corona, a simboleggiare la gloria data da Dio come ricompensa per i tormenti sopportati. Le immagini grafiche contengono anche scene della vita e delle passioni della santa, in particolare la scena della morte di Barbara. Gli incisori ucraini usano il linguaggio dei simboli (torre a tre finestre, l'Eucarestia) per collegare il disegno con la vita della santa e le credenze popolari sulla sua intercessione, che non è unica. La ricca decorazione degli abiti della grande martire, le scene di vita dinamiche rivelate nelle incisioni dimostrano la tendenza a sviluppare l'immagine di Barbara principalmente in stile barocco. Una rassegna di illustrazioni in antiche stampe cirilliche ucraine testimonia un notevole interesse per la figura della santa nella cultura nazionale dei secoli XVII - XVIII e l'uso da parte degli incisori di dettagli grafici riconoscibili per riprodurre l'immagine di Santa Barbara e la soluzione compositiva del quadro.
Fino a poco tempo fa le sue icone si trovavano in quasi tutte le case dei villaggi ucraini. Nel giorno della commemorazione di Santa Barbara, nelle chiese dell'Ucraina si celebravano litanie e preghiere particolarmente solenni, e ovunque si sentono le parole del troparion: "Onoriamo la santa Barbara: perché lei strappò le reti del nemici e, come un uccello, se ne liberò con l'aiuto e l'arma della Croce, tutta onorevole". Nel monastero di San Michele delle Cupole d'Oro ogni martedì, prima delle funzioni del pomeriggio, si svolgeva celebrazioni dell'akathista e la lettura della vita di Santa martire Barbara. La funzione si celebrava dallo stesso abate del monastero Michele con un grande coro di cantori.
Giorno della memoria di Santa Barbara da tempo si considerava come una delle festività più importanti del calendario nazionale, perché dà inizio ai festeggiamenti invernali. Il giorno della commemorazione della santa era associato, in particolare, alle tradizioni popolari ucraine che riflettono la popolarità della festa tra le donne e le ragazze e tra i giovani. In Ucraina, la festa era considerata la patrona delle donne e del ricamo. La leggenda collega con la santa il nome del villaggio ucraino di Varvaryntsi della regione di Ternopil, i cui abitanti avrebbe protetto dall'orda mongolo-tatara.
Si cercava di celebrare il giorno di Santa Barbara in modo festoso: partecipare alla liturgia, non lavorare, perché in questo giorno era un peccato "lavare, sbiancare e impastare l'argilla". Santa Barbara in Ucraina era l'aiutante di tutte le ricamatrici e la patrona di questo mestiere. Pertanto, in questo giorno è possibile "ricamare e torcere fili".
Santa Barbara è una delle sante più venerate in Ucraina, lo indicano numerose chiese costruite in suo onore. All'inizio del XIII secolo l'arcivescovo Antonio fondò un convento (nel 1219-1224 resse la cattedrale di Peremyśl, il cui successore oggi è la diocesi di Drohobych-Sambir).
Santa Barbara è patrona dei minatori di tutto il mondo. Le sue immagini artistiche e scultoree si trovano non solo nelle numerose chiese, ma anche nelle miniere di molti paesi europei, nonché nel patrimonio culturale di oggetti d'arte mineraria. Santa è protettrice gli artificieri, gli artiglieri, i carpentieri, è venerata anche come protettrice dei vigili del fuoco.
L'icona di Santa Barbara con Santa Parasceva, XVI secolo
Il frontespizio, Chernighiv, Tipografia del monastero della Santissima Trinità, 1687
L'incisione dell'Acathisto alla Santa Barbara, Kyiv, Tipografia della Lavra, 1716
"Trombe festive", pubblicato nella tipografia della Lavra (monastero delle Grotte) a Kyiv, 1674
Il frontespizio dell'Acathisto a Santa martire Barbara ("Nesidalne Sviatoy Varvari molenie")
Kyiv, Tipografia della Lavra, 1716
L'incisione nell'Acathisto alla Santa Barbara,
Kyiv, Tipografia del monastero della Lavra Kyievo-Pecherska, 1741
L'incisione di Ivan Mygura, 1702
L'incisione di Maestro Yefym del XVIII secolo
L'incisione dell'Acathisto alla Santa Barbara, Kyiv, Tipografia della Lavra, 1782
Le tre sante Santa Barbara, Santa Caterina ed Anastasia (?),
metà del XVIII secolo, regione di Chernigiv
Le sante martire Barbara e Caterina, gli anni 1740', Museo Nazionale delle Arti dell'Ucraina, Kyiv
Sacra immagine dal monastero Vydubychi (Kyiv) 1784, Museo Nazionale dell'Arte a Kyiv
L'icona del XVII secolo, Volyn', Museo delle icone, Lutsk
L'icona del XVIII secolo, Ucraina Centrale
Santa Barbara e San Michele, XVIII secolo
L'icona del XIX secolo, Ucraina Centrale
L'icona del XIX secolo, Ucraina
Le icone della devozione popolare per la casa, XIX secolo, regione di Chernighiv
L'icona popolare, regione di Chernighiv, XIX secolo
L'icona XIX secolo
L'icona ucraina del XIX secolo, Ucraina Centrale
Affresco nella chiesa ucraina di Santa Barbara a Vienna
Stendardo dell'uso liturgico con le immagini di Santa Barbara e San Michele
Stendardo dell'uso liturgico, regione di Ternopil'
L'altare con le reliquie di Santa Barbara nel monastero
di San Michele delle Cupole d'Oro a Kyiv, foto del 1872
Le reliquie di Santa Barbara a chiesa di San Volodymyr a Kyiv
Свята великомучениця Варвара в українських стародруках | Національна бібліотека України імені В. І. Вернадського
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