giovedì 26 ottobre 2023

NESTORE Cronista (ca 1056- ca 1114)

      27 ottobre (9 novembre) 
       La festa della letteratura e della lingua ucraina 

La memoria di NESTORE Cronista  
 di Yaryna Moroz Sarno 

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"Tutta la saggezza non confermata in scrittura sarà ignorata e dimenticata" 
                                                                                                     Nestore Cronista

  Nestore cronista, 
 il patrono di tutti coloro che insegnano e studiano, 
nonché degli storici, studiosi e giornalisti
 

    Nestore Cronista (circa 1056 - circa 1114, Kyiv) fu il primo storico, scrittore, agiografo ucraino, monaco del monastero delle Grotte a Kyiv (Kyiv-Pechersk) che scrisse "La storia degli anni passati". L'autore della vita dei santi principi Borys e Glib, della Vita di San Teodosio Pechersky, l'abate del monastero delle Grotte a Kyiv. Il suo lavoro fortemente influenzò la letteratura agiografica ucraina e degli slavi orientali. 
   Nestore nacque non prima del 1056. Nell'anno 1073, all'età di diciassette anni giunse al monastero delle Grotte a Kyiv (di Kyiv-Pechersk). Fu novizio del monastero di Teodosio, prese la tonsura dall'igumeno Stefano, successore di Teodosio, che lo condusse anche al diaconato. 
   La sua istruzione primaria probabilmente conseguì presso la scuola di Santa Sofia a Kyiv, che fu fondata dal Principe Yaroslav il Saggio. Lavorò nello scriptorium di Yaroslav e fu direttamente impregnato alla conservazione della Biblioteca di Yaroslav il Saggio, il più grande patrimonio della Rus'-Ucraina di allora. Nestore aveva una mente acuta e buona memoria, leggeva molto, la sua lettura non era solo religiosa, ma anche filosofica, storica. 
   Nestore aveva conoscenza della storia, della letteratura, del greco e della teologia ed era considerato l'uomo più colto di Rus di Kyiv della fine dell'XI - l'inizio del XII secolo. Oltre alle sue conoscenze teologiche, aveva un'eccezionale abilità nella storia e nella letteratura ed era fluente in greco.
     La sua prima opera fu la vita dei Santi Borys e Glib. Grazie a Nestore, i nomi di questi giovani principi non furono dimenticati. Dopo scrisse "La vita di San Teodosio di Pechersk" che fornisce grande materiale sulla vita del santo, dà estratti dei suoi insegnamenti, racconta la storia del monastero. 
Nell'introduzione della Vita di San Teodosio scrisse: "Ed io, peccatore Nestore, mi sono consolato con il pensiero, e mi sono rafforzato con fede e speranza che con il Tuo aiuto nulla è impossibile, e ho posto le basi per la parola della Scrittura e ho dedicato alla vita del nostro Reverendo Padre Teodosio". La 
Vita si conclude: "Questo è scritto da me, il peccatore Nestore, l'ultimo di tutti nel monastero del nostro benedetto padre Teodosio, dove ero accettato dal monaco abate Stefan. Mi ha anche eseguito e tonsurato, vestendomi con abiti monastici, e anche in seguito mi ha elevato al diaconato".
  "La Cronaca degli anni passati" si fondò sugli eventi storici e quasi contemporanei all'autore, i racconti popolari, nel tentativo di presentare gli eventi nel modo più preciso possibile. Nestore revisionò le cronache bizantine di George Amartol e Giovanni  Malapi, cronache d'archivio monastico nei riassunti di Nikon (1073) e Giovanni (1093), elaborò la serie di nuove fonti scritte e orali e diede loro una forma letteraria. 
     "... Con Dio iniziamo. Padre, benedici! .. Da dove proviene la terra di Rus' e cosa è diventata" -  scrisse Nestor all'inizio della "Cronaca degli anni passati". Poi racconta come dopo il diluvio di Noè i figli di Noè si stabilirono in tutta la terra,  descrive come il santo apostolo Andrea venne in Ucraina con la predicazione del Vangelo, racconta in dettaglio del regno di Askold e Dir, Oleg, Igor, Olga,  Volodymyr e tutto il popolo. Nestore raccota sulle relazioni diplomatiche della Rus'-Ucraina con altri paesi, parla sulla Rus'-Ucraina come un paese distintivo, indipendente, che detiene un posto speciale tra gli altri paesi; con amarezza e dolore racconta sugli invasioni stranieri e conflitti tra i principi. Ma l'autore non perde l'ottimismo, perché gli esempi passati mostrano che il male sarà sempre superato. 

Le prime pagine della "Storia degli anni passati"
di Nestor nella Chronica di Lavrentiy.

 
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Miniatuara che rappresenta Nesore Cronista nella Cronica di Radzivil del XV secolo, 
basata sull'originale del XII secolo 

 
  "La storia degli anni passati" inclusa nella Cronica di Radzivil
 con le miniature del XV secolo basate sull'originale del XII secolo 


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   "La Cronaca degli Anni Passati" fu completata intorno al 1113. La stesura della storia è durata quasi 20 anni. La cronaca degli eventi fu ridotta al 1110. E' un'opera interessante e particolarmente preziosa per alcuni fatti storici, i dati geografici; racconta anche di eclissi solari, terremoti accaduti in quei giorni. La Bibbia è stata  abbondantemente citata in questa opera.
     Nestore Cronista si considera anche l'autore del "Racconto sui primi santi eremiti delle grotte", del "Racconto sul trasferimento delle reliquie del nostro reverendo padre Teodosio del monastero delle grotte", "Il racconto da cui il monastero delle Grotte ha preso il nome".
   Nel 1114 Nestore morì e fu sepolto nel monastero delle Grotte. La cronaca fu trasmessa al monastero Vydubitsky di San Michele, dove l'abate Sylvester revisionò gli articoli finali dell'opera, portando la storia al 1117. Le sue incorruttibili reliquie riposano nelle Grotte vicine di Sant'Antonio, fondatore del monastero, a Kyiv. 
    


L'incesione del monaco Elia, Paterikon, Kyiv 1661, fol. 273 r. 

   
   Il "Messaggio" del monaco del monastero delle Grotte Policarpo all'abate Akyndyn menziona "Nestore, che fu il compilatore della cronaca" dice anche che "il beato Nestore raccontato negli annali dei padri benedetti: di Damiano ed Efraim, e di Matteo e di Isacco". Le vite dei quattro santi sono descritte in "Il racconto dei primi monaci delle grotte" dall'articolo annalistico del 1074 nel "Racconto degli anni passati".   
   "Pateryk" del 1462 menziona San Nestore, l'autore delle storie nella cronaca sulla fondazione del monastero di Pechersk e sull'acquisizione delle reliquie di San Teodosio. La vita di Nestore apparve per la prima volta nel Pateryk (Paterikon o Le vite dei padri del monastero delle Grotte di Kyjiv) stampato a Kyiv nel 1661. Dmitry Tuptalo scrisse la sua vita e i cantici al suo onore (tropari) nel "Libro delle vite dei santi per i primi tre mesi, per esempio: settembre, ottobre, novembre" pubblicato a Kyiv nella tipografia Lavra nel 1689. Soltanto nell'anno 1763 per la prima volta nel giorno della memoria del Cronista Nestore nel monastero delle Grotte fu cantato un canone in suo onore. Nel 1872 fu fondata nel 1872 la Società scientifica in onore di Nestore Cronista.
  "La cronaca degli anni passati" era molto apprezzata da Mychaylo Grushevskyj. Egli scriveva su Nestore come un grande ricercatore erudito e di grande talento che ha creato il primo concetto scientifico della storia ucraina. Pertanto, gli eventi di quel tempo, registrati dalla parola di Nestore, divennero noti. Grazie alla grande opera dell'asceta, le gloriose pagine del passato ci vengono aperte, ispirando le generazioni future a pensieri e azioni nobili.
   La sua vita e attività divenne un'impresa a convalida del valore della scrittura e del libro. Scrisse Nestore: "Grande è il beneficio della lettura del libro", "i libri ci guidano e ci insegnano le vie del pentimento, perché dalle parole del libro otteniamo saggezza e moderazione ... Chi legge libri parla con Dio o con gli uomini santi".


Nestore Cronista sull'incisione di Leontiy Tarasevych


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Troparion all'onore del Reveverendo Nestore il Cronista:
(in lingua ucraina)

Тропар преподобного Нестора Літописця, Печерського, у Ближніх печерах лежачого, голос 4
Великих князів Київської Русі діяння/ і преподобних батьків Печерських життя й чудеса що описало, / твоє ж, Богомудрий Несторі, через численні чесноти ім’я / відзначене написанням в Небесній Книзі Життя, молися, що б і нам бути записаними в тої Книги Життя.

Інший тропар преподобного Нестора Літописця, Печерського, у Ближніх печерах лежачого, голос 4
 Часи й роки достопам’ятних діянь,/ подвиги й праці Богоносних отців, / Несторі премудрий, описував,/ любов’ю запалився  до Господа й бажанням крокувати слідами первісних,/ з ними ж не переставай молитися Христу Богові,/ що б урятуватися душам нашим.

Кондак преподобного Нестора Літописця, Печерського, у Ближніх печерах лежачого, голос 2
Як духовний син і учень Богоносного Феодосія / і щирий житія того наслідувач,/ перший чесних його мощів самовидцем бути вдостоївся,/ які з іншими отцями Києво-Печерськими набожно переніс,/ успадковуючи з іншими святими ченцями Царство Небесне, / молися тепер Господу, що б його одержати й нам, що гідно святкують пам’ять твою.


Писемність і освіта Київської Русі: як писали наші прадіди


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Нестор. Сказання, чого монастир прозвався Печерським // Корені та парості: український генеалогікон / Нестор ;  упоряд. тексту та іл., перекладач, автор вст. ст. та прим. Валерій Шевчук. – К., 2008. – С. 46–50.
Нестор-літописець. Убивство князів Бориса і Гліба ; Сказання, чого монастир прозвався Печерським [Текст] / Нестор-літописець // Дерево пам'яті: книга українського історичного оповідання : у 4 вип. / упоряд. текстів, авт. передм. і приміт. В.Шевчук. - К., 1990. – Вип. 1. – С. 244-254.
Chronique dite de Nestor. Paris, 1884;
Nestorkrönikan översätting frÅn fornryskan av A. Norrback. Stockholm, 1919;
Die altrussische Nestorchronik. Leipzig, 1931; Cronica lui Nestor. Bucureşti, 1935;
Повесть временных лет, ч. 1: Текст и перевод. М.–Л., 1950
The Russian Primary Chronicle: Laurentian Text, translated and edited Samuel Hazzard Cross and Olgerd P. Sherbowitz-Wetzor. Cambridge, Massachusetts, 1953;
Nestorův letopis ruský: Povĕst dávných let. Praha, 1954;
Powieść minionych lat. Wrocław, 1968;
Літопис руський. К., 1989;
Повість временних літ: Літопис (за Іпатським списком). К., 1990;
Die Nestorchronik: Die altrussische Chronik, zugeschrieben dem Mönch des Kiever Höhlenklosters Nestor, in der Redaktion des Abtes Sil'vestr aus dem Jahre 1116, rekonstruiert nach den Handschriften Lavrent'evskaja, Radzivilovskaja, Akademičeskaja, Troickaja, Ipat'evskaja und Chlebnikovskaja und ins Deutsche übersetzt, von Ludolf Müller [Handbuch zur Nestorchronik, bd 4; Forum Slavicum, bd 56]. München, 2001.

Возняк, М. С. Агіографічні писання Нестора: ["Читання про Бориса та Гліба", "Житіє Теодосія"] [Текст] // Історія української літератури : у 2 кн. – Львів, 1992. – Кн. 1. – С. 169–173.
Возняк, М. С. Літописець Нестор. "Повість временних літ" [Текст] : сумніви щодо Нестерового авторства // Історія української літератури : у 2 кн. – Львів, 1992. – Кн. 1. – С. 195–198.
Грушевський, М. С. Нестор [Текст] : [про твори Нестора-літописця "Чтениє о житии и погублении блаженную страстотерпцю Бориса и Глеба" (1080), "Житиє Феодосия игумена печерского" (1080)]  // Історія української літератури : в 6-ти т., 9 кн. – К., 1993. – Т. 2. – С. 88–91.
Іванченко Р. Нестор-літописець (фрагмент старокиївської хроніки) // Вітчизна. – 1982. – № 5. – С. 35–140.
Слабошпицький М. Батько української історії: [про Нестора- літописця] // З голосу нашої Кліо.  – К., 1993. – С. 80–82.
Франко І. Студії над найдавнішим Київським літописом (частина перша) // Зібрання творів : у 50 т. Т. 1–25 : Художні твори. – К., 1976. – Т. 6 : Поезія / ред. тому О. В. Мишанич. – С. 10.
Яременко В. Літописець Нестор і його "Повість врем'яних літ" [Текст] // Золоте слово : хрестоматія літератури України-Руси епохи Середньовіччя IX–XV століть : в 2 кн. / упоряд. В. Яременко, О. Сліпушко. – К., 2002. – Кн. 1. – С. 438–460.
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Туптало Д. Житіє преподобного отця нашого Нестора, літописьця руського [Текст] / Д. Туптало // Дерево пам'яті : кн. укр. іст. оповідання : у 4 вип. / упоряд. текстів та іл., авт. передм. й прим. В.Шевчука . – К., 1995. – Вип. 4 . – С. 11–12.


L'affresco di Ivan Izakevych nella chiesa Trapezna del monastero delle Grotte a Kyiv,
1902-1910
Україна сьогодні, 9 листопада, святкує День української писемності та мови. А також вшановують пам'ять Преподобного Нестора-Літописця

Детальніше читайте на УНІАН: https://www.unian.ua/society/10331286-den-ukrajinskoji-pisemnosti-ta-movi-istoriya-ta-tradiciji-svyata.html
9 листопада 2018 року вшановують Нестора Літописця - київського літописця та письменника-агіографа. З 1073 Нестор - чернець Києво-Печерського монастиря. Автор «Житій святих князів Бориса і Гліба й Теодосія Печерського». Вважається упорядником (за іншою версією автором) «Повісті минулих літ». Помер і похований у Києво-Печерській лаврі. У церковному календарі день вшанування пам'яті Преподобного Нестора Літописця припадає на 9 листопада. Цього дня в Україні, починаючи з 1997,

Детальніше читайте на УНІАН: https://www.unian.ua/society/10331286-den-ukrajinskoji-pisemnosti-ta-movi-istoriya-ta-tradiciji-svyata.html

mercoledì 25 ottobre 2023

San Demetrio, il santo protettore dell'Ucraina 26 ottobre


San Demetrio 
Santo protettore dell'Ucraina
26 ottobre (8 novembre)
a cura di Yaryna Moroz Sarno 

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Il mosaico di San Demetrio 
dal monastero di San Demetrio a Kyiv (1108 -1112)


   Il santo megalomartire Demetrio (m. ca 306, in gr. Άγιος Δημήτριος της Θεσσαλονίκης) è non soltanto uno dei più venerati santi nella chiesa di tradizione bizantina, ma anche tra i più venerati santi protettori dell'Ucraina. Al santo è attribuito il titolo di Megalomartire e di santo miroblita, perché le sue reliquie trasudavano la mirra (ὁ μυροβλύτης / μυροβλήτης).  
   La commemorazione del santo si celebra il 26 ottobre (l'8 novembre), secondo il nuovo Martyrologium Romanum la sua memoria liturgica è il 9 aprile (Romae natalis sanctorum Demetrii, Concessi. Hilarii et sociorum). Il santo guerriero, chiamato il vittorioso è patrono dei militari, dei soldati e dei difensori della patria, poiché la maggior parte dei suoi miracoli sono associati all'assistenza militare.
   San Demetrio fu cresciuto dall'infanzia nella fede cristiana e pur avendo un alto governo, confessò apertamente la sua fede in Gesù Cristo. Per questo l'imperatore Massimiliano comandò di gettarlo in prigione. Mentre era lì, benedisse San Nestore per combattere contro Lia, l'invincibile gladiatore. San Nestore si oppose a Lia con una croce tra le mani e lo giustiziò e lo uccise. Il ricordo del santo nella chiesa orientale si celebra il giorno dopo la festa di San Demetrio.
   Per ordine dell'imperatore, Demetrio è stato trafitto con le lance dalle guardie carcerarie. Suo corpo fu gettato per essere divorato dalle bestie, ma i salonicesi lo seppellirono segretamente. Il servo di Demetrio prese la camicia insanguinata, l'anello del martire e cominciò a guarire i malati. 
  Il martirio verosimilmente è accaduto nel 306 ca, dopo la pubblicazione del IV editto di Diocleziano durante la persecuzione dei cristiani. Le raccolte sui miracoli di San Demetrio sono state effettuate nella prima metà del VII secolo.   

L'icona d'avorio, 950-1000, Metropolitan Museum, New York

Bassorilievo bizantino, 1000-1050, Parigi, Loure

Bassorilievo bizantino, XII secolo, Loure

Santi Giorgio e Demetrio, bassorilievo bizantino dell'XI secolo 
ritrovato a Cherconeso Taurica (Crimea, Ucraina) nel 1894


Santi Teodoro, Giorgio e Demetrio,
L'icona d'avorio, XII secolo, Sevastopol', Museo di Cheroneso, Ucraina

    
    La fede eroica di San Demetrio è stata glorificata dal Signore non solo con vari miracoli dopo la sua morte, ma anche con l'incorruttibilità del corpo e la pace che trasmetteva. Dopo circa cento anni la sua tomba è stata aperta: il suo corpo è stato trovato incorruttibile e le sue ossa hanno emesso un fragrante profumo di olio di mirra che guariva i malati. Sopra la tomba del grande martire Demetrio vicino a Salonicco durante il regno dell'imperatore Costantino il Grande (324-337) è stata costruita la prima basilica. Negli anni 412-413 l'eparca dell'Illirico Leonzio costruì la cappella martyrium del santo, che più volte è stata incendiata e poi ricostruita. 

Il mosaico del Santo nella chiesa di Tessalonica, V secolo 

Mosaico del VII secolo nella basilica a Tessalonica"Miracolo di San Demetrio" 

Le reliquie nella chiesa di San Demetrio a Salonicco

Mosaico di San Demetrio della basilica a Salonicco 

Il mosaico con la rappresentazione del santo nella basilica a Salonicco, VII secolo
  
  Prima San Demetrio era venerato come santo locale, protettore e patrono di Salonicco, "salvatore della città", che salvò la città da vari disastri (carestia, epidemie, terremoti, sommosse, le invasioni barbariche nei secoli VI - VII). Salonicco (Tessalonica) divenne il centro del culto del martire e la meta dei numerosi pellegrinaggi. Nella vita di Sant'Ippazio (406 - ca 446), l'abbate del monastero rufiniano vicino a Calcedonia, Salonicco è stata citata tra i più importanti centri dei pellegrinaggi. La fama di San Demetrio come protettore di Salonicco era così forte che suo culto si diffuse poi in tutto l'impero. Già negli anni '60 del VI secolo la figura di San Demetrio fu inserita nel mosaico della processione dei santi sulla parete sud della navata centrale della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. Durante le crociate il culto di San Demetrio di Tessalonica si diffuse all'Occidente. 
  A Costantinopoli in epoca bizantina c'erano le nove chiese dedicate a San Demetrio ed un monastero famoso. La chiesa più antica probabilmente era a Devteron, è stata ricostruita dall'imperatore Basilio I il Macedone (867-886), dove si svolgevano le celebrazioni ufficiale in occasione della festa in onore di San Demetrio. Un impegno particolare per il culto di San Demetrio a Costantinopoli mostrarono gli imperatori bizantini della dinastia macedone (867-1056).
  Dal X secolo, sono stati scritti numerosi i sermoni e parole lodevoli dedicate a Demetrio di Salonicco dai famosi scrittori ecclesiastici, filosofi, statisti: l'imperatore Leone VI il Saggio (886-912), arcidiacono Gregorio (X secolo), Teofano Cerameo (XII secolo), Neofita il Recluso (dopo il 1214), Gregorio diacono (XIII secolo), Costantino Acropolita (prima del 1324), Teodoro Metochite (m. 1332), Manuele File (m. 1345), storico bizantino Niceforo Grigora (1295 ca - 1361), Giovanni Anagnostes (menzionato nel 1430), Marco Eugenico (m. 1457), Gennadio Scolario II, patriarca di Costantinopoli (1454-1456, 1463, 1464-1465), ecc.
   

 Demetrius of Thessaloniki (Menologion of Basil II).jpg
 Il martire San Demetrio di Salonicco davanti un soldato che lo trafigge,
Miniatura del Menologio dell'imperatore bizantino Vasilio II, Costantinopoli  985 ca
(Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat.gr. 1613, fol. 139)

  Attraverso la mediazione dei Santi Cirillo e Metodio il culto di San Demetrio fu trasferito nel suolo slavo. Nelle terre ucraine il culto di San Demetrio apparve con il primo battesimo della Rus'-Ucraina effettuato dal principe Askoldo nell'860. Questo battesimo potrebbe essere stato facilitato dalla predicazione di San Cirillo (827-869 ca.), che nacque anche lui a Salonicco. Nell'inverno del 860-861 Askoldo fu a Chersoneso, dove conobbe il Vangelo e il Salterio (scritti in protoslavo prima che Cirillo inventasse un nuovo alfabeto slavo).
   San Demetrio veneravano come martire e come guerriero, difensore della patria,  patrono degli affari militari, dei guerrieri e della cavalleria. Il santo è stato percepito come l'incarnazione di un guerriero ideale e fu molto popolare in Bisanzio ed attraverso il Bisanzio.
  In Rus'-Ucraina il culto di San Demetrio si diffuse non più tardi dell'inizio del IX e X secolo. San Demetrio era tra i santi più venerati in Rus'-Ucraina. I capi degli eserciti ucraini attribuivano le loro vittorie al patrocinio celeste di questo santo. La Cronaca di Rus'-Ucraina "Il Racconto degli anni passati" menzionava il nome del grande martire San Demetrio da Salonicco nell'anno 907 in cui Oleg sconfisse i greci vicino a Costantinopoli dove venne percepito come l'incarnazione del Santo da Salonicco. Secondo gli annali, “temevano i greci, dicendo: questo non è Oleg, ma San Demetrio che ci viene mandato da Dio ". Nel "Racconto dei Ss. Borys e Glib" si dice di San Demetrio: "Sia questo grande misericordioso Demetrio conosciuto nelle città, sia non in una città, né di due, né di ogni cura e preghiera, ma dell'intera terra della Rus' ".

L'affresco con l'immagine del San Demetrio (?) nella cattedrale di Santa Sofia a Kyiv 

   Successivamente, molte chiese e monasteri furono eretti in Ucraina (dai tempi della Rus' di Kyiv) in onore di San Demetrio. Il figlio di Yaroslav il Saggio, il principe Iziaslav (Dmytriy) Yaroslavovych, fondò un monastero in onore di San Demetrio a Kyiv nel 1057 circa, noto in seguito come di San Michele Arcangelo (Mykhajlivsky) dalle Cupole d'Oro. 

I sigilli del principe Iziaslav con la rappresentazione di San Demetrio

  Nel 1197, il principe Vsevolod (con il nome di battesimo Demetrio) Yuriyovych ricevette in dono da Salonicco la tavola della bara e una camicia di San Demetrio, dalla quale gocciolava la mirra che curava i malati. 
   Nella vita di San Teodosio, l'abate del monastero delle Grotte (Pechersky), il reverendo Nestore il Cronista ricorda il monastero di San Demetrio di Salonicco. Sono numerose le omelie dedicate a San Demetrio. L'Omelia con le lodi fu scritta dal discepolo di Santi Cirillo e Metodio Clemente di Ocrida (m. 916). Al santo dedicò la sua "Parola di lode sulla passione del Grande martire Demetrio di Salonicco" Gregorio Tsamblak, metropolita di Kyiv (m. 1419, Kyiv).
   Il popolo ucraino ha sempre creduto d'essere sotto il patrocinio speciale del grande martire San Demetrio. La devozione è testimoniata dai numerosi monumenti d'arte che rappresentano San Demetrio. 
   L'iconografia del santo si formò in epoca pre-iconoclasta. Tra le più antiche immagini di Demetrio sono nella basilica dedicata al santo a Salonicco. Il culto del santo e le sue immagini inizialmente sono state diffuse a Tessalonica.  Nei secoli X - XI le sue rappresentazioni come martire sparsero a Costantinopoli e nelle altre regioni dell'Impero bizantino, principalmente sono le piccole opere legate alla pietà personale e spesso insieme ad altri martiri. Inoltre, nei secoli l'XI e XII sono apparse le monumentali immagini singolare del megamartire San Demetrio. 
  L'iconografia di San Demetrio è cambiata in base alle tendenze generali nello sviluppo dell'iconografia dei martiri, con i quali è stato spesso raffigurato. Alcune varianti dell'iconografia del santo sono molto simili alle immagini del Santo  Martire Giorgio, che in molti casi servivano da prototipi per le rappresentazioni di San Demetrio di Salonicco. 
   Le rappresentazioni di San Demetrio hanno molte variazioni. Inizialmente il santo fu raffigurato come martire in abiti patrizi, a partire dall'XI secolo con gli attributi di un guerriero - in armatura e con le armi. Di solito il santo è raffigurato come un giovane imberbe con i capelli corti e lisci, talvolta ricci, che non gli coprono le orecchie; ci sono opere in cui è raffigurato con baffi e barba corta (principalmente sotto forma di guerriero).
     Il culto di San Demetrio come il santo guerriero invincibile, che apparteneva alla schiera dei milites Christi, patrono dei militari ed imperatori cristiani, promosse la diffusione nell'iconografia della sua rappresentazione come un militare armato con la lancia o spada; si raffigurava vestito da soldato romano con un mantello, una spada nella mano destra e uno scudo nella sinistra. 
    L'iconografia di San Demetrio in Rus'-Ucraina era molto diffusa. I più antichi esempi ucraini risalenti all'XI-XII che lo rappresentavano come santo guerriero, ed era collegati una speciale venerazione della dinastia dei principi di Rus'-Ucraina Ruryk e loro cerchia. La prima immagine ucraina conosciuta si trova tra gli affreschi di Santa Sofia di Kyiv (l'XI secolo). La venerazione e l'iconografia di Demetrio hanno influenzato il culto dei santi principi  e martiri ucraini Borys e Glib. 
  Nell'arte del XIV secolo si univano l'immagine del guerriero e del martire. Nell'iconografia tardomedievale il santo è spesso raffigurato con altri santi guerrieri come San Giorgio il Vittorioso, San Teodoro lo Stratilate e San Teodoro Tirone. 

21. Св. Димитрій Солунський. ХІ-ХІІ ст. Ікону пов’язують із Київською школою. Третьяковська галерея в Москві, Росія
L'icona ucraina di San Demetrio del XII secolo, scuola di Kyiv, 
probabilmente dalla chiesa di San Demetrio (San Michele Arcangelo dalle Cupole d'Oro) a Kyiv


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Lastra d'ardesia con l'immagine di San Demetrio con San Nestore (la seconda metà dell'XI secolo) dalla Cattedrale di San Demetrio a Kyiv, che costruì il principe Demetrio (Iziaslav)

L'icona ucraina in pietra, XIII secolo, Museo di Kamianets Podilsky 



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 San Demetrio con le scene della sua vita,
icona dal villaggio di Florynka, la fine del XV - l'inizio del XVI secolo
 (Museo Nazionale dell'Arte a Leopoli)

 
L'icona ucraina della seconda metà del  XVI secolo, Museo Storico di Sianok

L'icona ucraina della devozione popolare del XVI secolo, 
Museo delle icone ucraina a Bardejov, Slovacchia 

L'icona ucraina della devozione popolare,
prima metà del XVII secolo, Museo Nowy Sacz, Polonia

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L'icona ucraina del XVII secolo, regione di Leopoli, Museo Nazionale a Leopoli  


L'icona del XVII secolo, villaggio Gishyn, Lutsk, Museo delle icone 

L'icona ucraina del 1648, Bilyj Kamin'

L'icona del XVII secolo, Zhogatyn

L'icona ucraina del XVII secolo, villaggio Korosno, Museo Nazionale a Leopoli 

Ivan Rutkovyc, l'icona nella chiesa Zboischa, 1698 

Ivan Rutkovyc, il frammento dell'iconostasi di Vola Derevlianska, 1680


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Тропар, глас З
Великого придбала тебе, в бідах оборонця вселенна, страстотерпче, що перемагаєш народи, 
 бо, як подолав Лієву ти гординю і на подвиг сміливий надихнув Нестора, 
 так, святий Димитрію, молися Христу Богу дарувати нам велику милість.

Величання
Величаємо тебе, страстотерпче Христів Димитрію, і шануємо чесні страждання твої, 
що за Христа витерпів єси.

Кондак, глас 2
Струмками твоєї крови, Димитрію, Церкву Бог окропив, давши тобі силу непереможну і зберігаючи місто твоє непорушним, бо ти Його твердиня.

Прокимен, глас 7
Звеселиться праведник у Господі і уповає на Нього.

Причасний
В пам'ять вічну буде праведник, лихої слави він не убоїться. Алилуя (тричі).


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#Byzantine  --  Fresco of St. Demetrios  --  12th-13th Century CE  --  From the Monastery of   Kykkos  --  Cyprus Exhibition @ The Louvre, Paris
L'affresco del XII-XIII secolo dal monastero di Kykkos, Cipro





Data di prima pubblicazione
25/10/19 
Per consultare le icone vedi anche: Page not found - ICON.ORG.UA

sabato 7 ottobre 2023

I santi martiri Sergio e Bacco, 7 ottobre

 

 Santi martiri Sergio e Bacco 

7 ottobre    

 di Yaryna Moroz Sarno

 I patroni omosessuali nel cristianesimo: i santi Sergio e Bacco - Gay.it

L'icona del VI secolo, Museo di Chanenko a Kyiv

   I santi martiri Sergio e Bacco, che godettero enorme popolarità nella tarda antichità, sono stati due giovani militari dell'esercito romano al servizio dell'imperatore Massimiliano, avevano un'alta posizione presso la corte di Massimino Daia divenuto cesare nel 305. Inviati entrambi in Oriente Sergio e Bacco contribuirono alla vittoria romana. Ma presto sono stati denunciati perché non partecipavano alle feste pagane, degradati come militari e convocati al cospetto dell’imperatore Galerio Massimiliano. Sergio e Bacco rifiutarono d'adorare idoli, riaffermando la loro fede cristiana. Per punirli e costringerli a venerare dei pagani Massimiliano ordinò di togliergli i segni della loro dignità militare e rivestirli di abiti femminili e così schernendoli e portandoli in giro per la città con cerchi di ferro al collo. Dopo di che sono stati sottoposti alla crudele flagellazione. Sotto i colpi della frusta morì san Bacco e il suo corpo fu lasciato insepolto. Durante la notte i cristiani lo seppellirono in una delle loro grotte vicine. Invece San Sergio fu trasferito a Resafa di Siria, dove dopo le torture è stato decapitato. Fu sepolto nel luogo del suo martirio e lì fu eretta la chiesa (poi sostituita dal nuovo santuario) dedicata al santo che divenne la meta dei pellegrinaggi (subito dopo Gerusalemme), godendo il patrocinio delle persone illustre dei tempi (tra cui imperatore bizantino Giustiniano. Attorno la basilica sorge la città Sergiopoli fortificata dall'imperatore dell'Oriente Giustiniano (527-565). Secondo una leggenda, i Santi Sergio e Bacco apparvero in sogno all'imperatore dell'Oriente Anastasio I per proteggere dalle accuse ingiusti il suo nipote Giustiniano, che diventando l'imperatore, costruì nel primo anno del suo regno la chiesa privata come ex volo nell'area del palazzo (fu edificata tra primi edifici (prima di Hagia Sophia) in seguito chiamata la piccola Santa Sofia)
  La fonte agiografica principale del loro martirio è La Passione di Sergio e Bacco scritta in greco nel V secolo (Bibliotheca Hagiographica Graeca 1624), basata sulla perduta passione precedente. Sui loro miracoli scrisse Gregorio di Tours. 

Il mosaico del VII secolo, la chiesa di San Demetrio a Salonicco, Grecia 

Il frammento del mosaico

La miniatura del menologio di Basilio II , 985 ca

   Anticamente il culto dei due santi martiri aveva grande diffusione sia in Oriente che in Occidente. Tra i due martiri San Sergio fu più venerato.

Le miniature del manoscritto greco del XI secolo 




Il reliquiario con le reliquie di Sergio e Bacco a Cairo


Il frammento del reliquiario a Cairo con la rappresentazione di San Sergio 

L'affresco con la rappresentazione di San Sergio ad Ossios Loukas 

L'affresco del XII secolo con la rappresentazione di San Bacco ad Ossios Loukas 

   La devozione, sopratutto in Oriente, per i due martiri fu espressa nella dedicazione ai martiri di diverse chiese. Una tra le più antiche chiese copte in Egitto (Abu Serghis), che risale al IV secolo, è dedicata ai martiri Sergio e Bacco. Sono stati costruiti la cattedrale di San Sergio del VI (?) secolo ed altra più antica chiesa (forse pertinente al martirio di San Sergio) a Sergiopoli (Rusafa) a Siria, la chiesa di San Sergio a Gaza (Palestina) dell'epoca di Giustiniano (527-565), il monastero siriano dei Ss. Sergio e Bacco a Qar῾a. La conferma della loro venerazione è la chiesa dei Santi Sergio e Bacco a Costantinopoli, edificata dall'imperatore Giustiniano (527-536).  Nel V secolo fu edeficata la basilica nella Frigia, la chiesa a Ravenna, poi la chiesa dei Sergio e Bacco al Foro Romano, forse costruita durante il pontificato di papa Gregorio III (731-741), come testimonia il Liber Pontificalis, ricordata nella biografia di Pasquale I (817-824) ("onu SS. Sergii et Bacchi post formam aquaeductus patriarchii Lateranensis rebus omnibus desolatum"). Il papa Leone III, come dice il Liber Pontificalis, nel 796 "oratium sanctorum Sergi et Bacchi quod ponitur in Calinico". Attualmente la chiesa dedicata ai Santi Martiri Sergio e Bacco (al rione  Monti a Roma) è la sede dell'Esarcato Ucraino in Italia.
  In Bisanzio i Santi Sergio e Bacco sono diventati i protettori dell'esercito e dei soldati. Dal VI secolo i martiri si raffiguravano come gli ufficiali o i dignitari di corte (con la collana d'oro).

I mosaici dell'XI secolo, monastero di Nea Moni a Chios, Gracia 


I mosaici dell'inizio del XII secolo, monastero di Daphni  

L'icona del monastero di Santa Caterina al Sinai, 1260-70


La miniatura del Menologio bizantino, 1322-1340,
Oxford, Bodleian Library ms gr. th., fol. 12 r



La basilica di San Sergio a Sergiopolo (Resafa) in Siria

La chiesa di Sergio e Bacco a Costantinopoli 



Data della prima pubblicazione
20/10/20 00:32

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