martedì 26 settembre 2023

San Giovanni il Teologo, Apostolo ed Evangelista


San Giovanni il Teologo Evangelista 

 di Yaryna Moroz Sarno

Il mosaico della cattedra di Santa Sofia a Kyiv

   Il sant'apostolo ed evangelista Giovanni il Teologo (in gr. ᾿Ιωάννης ὁ Θεολόϒος, Εὐαγγελιστής Ἰωάννης; ebr. יוחנן כותב הבשורה‎;  Betsaida - Efeso, 98 /104), il figlio di Zebedeo e Salomè (che era, secondo la tradizione, cugina della Madre di Dio), il fratello dell'apostolo Giacomo Maggiore, fu chiamato insieme al fratello sul lago di Genezaret a seguire il Signore Gesù Cristo. L'apostolo Giovanni prima era discepolo di Giovanni Battista, ma dopo la sua chiamata non si separò più dal Signore, divenne uno tra i tre discepoli (insieme a San Pietro e Giacomo Maggiore) che Egli avvicinò in modo speciale. 

Il mosaico della basilica di San Vitale, Ravenna, 546-47.

    Era particolarmente amato da Gesù per la sua purezza verginale e il suo amore fedele, partecipe dei principali eventi della vita e del ministero del Maestro. San Giovanni il Teologo era presente alla risurrezione della figlia di Giairo da parte del Signore ed è stato testimone della Trasfigurazione del Signore al Tabor. Durante l'Ultima Cena si adagiò accanto al Signore e, al segno dell'apostolo Pietro, appoggiato al petto del Salvatore, chiese il nome del traditore. 
   L'apostolo Giovanni seguì il Signore quando, legato, fu condotto dall'orto del Getsemani al giudizio dei sommi sacerdoti Anna e Caifa, fu alla corte del sommo sacerdote durante l'interrogatorio del suo Maestro e lo seguì senza sosta lungo la Via della Croce, unico tra gli apostoli che rimase accanto alla Vergine Maria ai piedi della Croce, udì le parole del Signore rivolte a Lei: "Donna, ecco tuo figlio" e a lui: "Ecco tua madre" (Gv 19, 26, 27). Da quel momento l'apostolo Giovanni, come un figlio amorevole, si prese cura della Beata Vergine Maria e la servì fino alla sua Dormizione, senza lasciare Gerusalemme. 

Il frammento del mosaico nella cattedrale di San Marco a Venezia, XI secolo 

   Dopo la Dormizione della Madre di Dio, l'apostolo Giovanni, si recò a Efeso e in altre città dell'Asia Minore per predicare il Vangelo, portando con sé il suo discepolo Procoro. La sua predicazione fu accompagnata dai numerosi grandi miracoli, tanto che il numero dei credenti aumentava ogni giorno. Durante la persecuzione dell'imperatore Nerone (56-68) l'apostolo Giovanni fu portato a Roma e fu condannato alla morte, ma il Signore lo conservò. Poi fu torturato con l'olio bollente a Roma sotto Domiziano, ma rimase vivo, poi venne esiliato sull'isola di Patmos (Πᾴτμος), che si esprime negli scritti di Sant'Ireneo e di Eusebio, dove ebbe la rivelazione che sono state descritte nell'Apocalisse.  San Giovanni apostolo è l'autore del Vangelo di San Giovanni e delle tre Lettere. 
   Fu unico sopravvissuto tra i Dodici apostoli, morì in tarda età o sull'isola di Patmos o in Efeso ai tempi dell'imperatore TraianoTra V e VI secolo sulla sua tomba ad Efeso fu costruita una basilica.  


La miniatura del Menologio di Basilio II, Vat. gr. 1613, fol. 68

   L'evangelista scrisse i testi: il Vangelo (di Giovanni), le tre Lettere di Giovanni, l'Apocalisse. Per la profondità dei suoi scritti è stato tradizionalmente indicato come "il teologo", spesso raffigurato col simbolo dell'aquila. San Giovanni è il patrono dei teologi e degli scrittori.
   Le immagini più antiche di Giovanni il Teologo risalgono al III - IV secolo nelle pitture delle catacombe e nei rilievi dei sarcofagi dove San Giovanni è rappresentato tra i dodici apostoli o tra i quattro evangelisti che circondano il Salvatore. Le sue immagini sono state conservate sull'affresco della catacomba di Karmuz (Egitto), IV - VI secolo, le immagini singole sul dittico d'avorio, 450-460 e le ampolle (Londra, Victoria and Albert Museum), nel mosaico a cupola del Battistero degli Ortodossi della metà del V secolo, nell'oratorio della Cappella Arcivescovile (494-519) in un medaglione in San Vitale (547 ca) a Ravenna. La basilica dedicata a San Giovanni Evangelista è il più antico edificio del culto a Ravenna che risale al periodo dell'imperatrice Galla Placidia. 

Il frammento del mosaico absidale di Santa Sofia a Kyiv

  
La miniatura del Vangelo di Ostromyr 1056-57


La miniatura del Vangelo di Mstyslav, 1103-1113

Il frammento della miniatura

San Giovanni Evangelista, Dobrylove Vangelo, 1164

Sant'Evangelista Giovanni il Teologo, la miniatura del Vangelo di Galyc del XII-XIII secolo 

La miniatura del Vangelo ucraino di Lavryshiv, XIII secolo 

Il frammento della Deisis, villaggio Vanivka, XV-XVI secolo, 
Museo Nazionale di Leopoli 

La miniatura del vangelo di Peresopnycia, 1556-61

Il frammento dell'iconostasi del XVI secolo 

L'icona dell'inizio del XVI secolo, Museo Nazionale a Leopoli 

Il frammento della Porta Reale dell'iconostasi, XVI secolo 

La parte della Porta Reale dell'iconostasi del XVII secolo 

Il frammento della Porta Reale, la metà del XVI secolo 

Il frammento dell'iconostasi del XVI secolo (dalla Skvariava Nova)
       con le rappresentazioni di San Giovanni e San Pietro

Maestro Fedir Senkovyc, San Giovanni con gli atti, 
l'icona dell'iconostasi Ripniv, regione di Leopoli (1599 ca) 

Il frammento della Crocefissione, l'inizio del XVII secolo, Volyn' 

 L'incisione, "L'Apostolo", la topografia di Slozka, Leopoli 1639

L'affresco nella chiesa di San Giorgio, Drogobych, la seconda metà del XVII secolo 

L'affresco nella chiesa di San Giorgio, Drogobyc, la seconda metà del XVII secolo 

Frammento dell'iconostasi nella chiesa di Santa Parasceve a Leopoli, 1644-48

Il frammento dell'iconostasi di Rogatyn, XVII secolo 

L'icona del 1698, dal villaggio Okors'k, Lutsk, Museo delle icone di Volyn'

Ivan Rutkovych, il frammento dell'iconostasi, 1697-99, Skvariava Nova, 
Museo Nazionale a Leopoli 

Ivan Rutkovych, il frammento dell'iconostasi di Zhovkva, 1697-99 

Il frammento dell'iconostasi del monastero di Bilostok, Museo Nazionale di Leopoli 

Yov Kondzelevych, il frammento dell'iconostasi, Skyt Manivsky, 1698-1705, 
Museo Nazionale di Leopoli 

San Giovanni e San Giacomo Apostolo, l'inizia del XVIII secolo,
frammento dell'iconostasi della chiesa della Santissima Trinità a Zhovkva


L'incisione di Geregorio Levycky, 1773

L'icona ucraina del XVIII secolo 

L'immagine sacra ucraina della seconda metà del XVIII secolo 

Yov Kondzelevych, il frammento della scena dell'Ultima cena, l'iconostasi di Skyt Maniavsky

Il frammento dell'affresco, la prima metà del XVIII secolo (1718), 
chiesa della Santissima Trinità, Kyiv

L'epitrakhil (la stola) del metropolita Andrea Sheptyckyj dell'inizio del XX secolo 
con le rappresentazioni di San Giovanni e San Matteo

Per consultare le icone ucraine vedi anche: 

lunedì 18 settembre 2023

ALA GORSKA, l'artista monumentalista, pittrice ucraina (18 settembre 1929 - 28 novembre 1970)



ALA GORSKA 
(Алла Госька) 
l'artista monumentalista, pittrice ucraina  
(18 settembre 1929 - 28 novembre 1970)

a cura di Yaryna Moroz Sarno



    Ala Gorska (Алла Горська) nacque il 18 settembre del 1929 a Yalta nella famiglia del famoso regista Oleksandr Gorsky, che collaborava con Oleksandr Dovzhenko, uno degli organizzatori della produzione cinematografica sovietica e nazionale, appartenente alla nomenclatura sovietica. Suo padre era a capo di tutti i principali studi cinematografici dell'URSS: prima in Yalta, poi a Mosca ("Vostokfilm"), a Leningrado, dopo in Alma-Ata, dieci anni dello studio cinematografico a nome Oleksandr Dovzhenko a Kyiv ed otto anni  in Odessa. 


  Nel 1932 visse a Mosca con la famiglia dove il padre era il capo dello studio cinematografico "Vostok" e poi si trasferì a Leningrado, dove Ala Gorska insieme a sua madre restarono due inverni bloccati nel 1941-1943 durante la guerra. Nel 1943 la famiglia si trasferì a Kyiv dove Ala dal 1946 al 1948 studiò alla Scuola dell'Arte intitolata a Taras Shevchenko che finì con la medaglia d'oro. Cresciuta nella famiglia russificata, consapevolmente iniziò a parlare in lingua ucraina. 
   Si è laureata in pittura all'Istituto d'arte di Kyiv nel 1954. Nell'estate del 1952 si sposò con lo studente dell'Accademia dell'Arte (Istituto) Viktor Zarecky. 


     
    Ala iniziò a disegnare presto. Le sue ricerche creative si sviluppano agli inizi degli anni 60. Lei creò una serie di ritratti (di Taras Shevchenko, Olexandr Dovzhenko, Borys Antonenko-Davydovych, Vasyl Symonenko, di Ivan Drac, Ivan Svitlycnyj, Eugen Sverstiuk). Nel 1964, in collaborazione con Opanas Zalyvakha, Liuda Semykina, Galia Sevruk e Galia Zubchenko, Gorska ha creato una vetrata dedicata a Shevchenko "Madre". La vetrata è stata distrutta dall'amministrazione universitaria. Una commissione convocata in seguito lo ha descritto come ideologicamente ostile. Alla Gorska e Liudmyla Semykina furono espulsi dall'Associazione degli artisti, se anche un anno dopo furono reintegrati. Dal 1965 al 1970 è stata coautrice di numerosi mosaici monumentali nelle città di Kyiv, Donetsk, Mariupol' e Krasnodon. Le opere sono segnate dalle influenze di Anna Sobachko-Shostak, dal barocco ucraino e dal monumentalismo messicano.



   Ala Gorska è stata tra gli organizzatori del Club della Gioventù Creativa a Kyiv "Contemporaneo" (1959-1964), (i suoi membri erano Ivan Drach, Ivan Svitlycnyj, Yevhen Sverstiuk, Iryna Zhylenko, Mykhailyna Kociubynska, Mykola Vingranovsky, Les Tanyuk, Ivan Dziuba e molti altri). Fu partecipante molto attiva nel movimento culturale nazionale dell'intellighenzia ucraina degli anni 60'. Infatti, negli anni '60 questa donna energica era conosciuta da tutte le persone dell'intellighenzia e tutti la ammiravano, era tra i promotori del dissenso ucraino. Insieme a Vasyl' Symonenko e Les' Taniuk scoprono luoghi di sepoltura dei fucilati dal NKVD nei cimiteri Lukyanivsky e Vasylkivsky, a Bykivna (1962 - 1963), che hanno dichiarato al Consiglio comunale di Kyiv ("Memorandum G2").
   Il 1965, quando molti amici di Gorska furono arrestati, segna l'inizio della sua partecipazione attiva al Movimento Dissidente. Infatti, dal 1965 l'artista si è impegnata nella tutela dei diritti umani dei suoi amici e colleghi. Il 16 dicembre 1965, Gorska ha inviato una dichiarazione al procuratore contro gli arresti di M. e B. Goryn', V. Moroz, O. Zalyvakha, S. Karavanskyj, M. Zvarychevska. Per aver partecipato ad azioni di protesta (1965-1968) contro i massacri dei difensori dei diritti umani ucraini è stata nuovamente espulsa dalla'Assoiazione degli Artisti  ed è stata perseguitata dalle agenzie di sicurezza sovietiche. 
  Ha sostenuto moralmente e finanziariamente i prigionieri e le loro famiglie. Ha scritto proteste contro l'arresto e l'ingiusto processo di Vyacheslav Chornovil nel 1967 a Leopoli. Insieme a Lina Kostenko ed altri dissidenti, ha firmato le lettere aperte al quotidiano "L'Ucraina letteraria", protestando contro gli articoli diffamatori contro gli scrittori.
   Tutto questo tempo Ala Gorska è stata costantemente convocata dal KGB per gli avvertimenti ed anche minacciata. Nel 1970 la sua vita termina tragicamente come la conseguenza della sua posizione politica. Il suo nome è diventato un simbolo della lotta contro la repressione politica e la sua morte è un mistero non ancora risolto.

La foto del 1945




La foto con il marito pittore ucraino Victor Zaretsky



L'autoritratto con il figlio, 1960




Cosacco Mamay, 1960

"Il girasole" (ritratto di Ivan Drach) 

La composizione, Profilo, 1964

La mappa dell'Ucraina 

"La danza", 1963

"Cosmo", monotipo, 1963


Schizzo di scena per opera di Mykhailo Stelmakh "Verità e Trasgressione", 1963, 
carta, guazzo, inchiostro, matita

Schizzo per mosaico














Mosaici di A. Gorska distrutti dall'esercito russo, Mariupol' 2022


Il mosaico "L'Albero della vita", Mariupol'

Frammento del mosaico 

I mosaici a Mariupol' 

Mosaico distrutto dagli occupanti russi nel 2022

Bozzetto per mosaico

Schizzo per il mosaico "L'Ucraina fiorisce", carta ed acquarello

Mosaico a Mariupol'


Ala Gorska, Viktor Zareckyj, Il pannello a mosaico "Uccello" sulla facciata del ristorante, 1970  




A Gorska-V. Zareckyj - H. Synytsia, Il mosaico "Donna-uccello", Donetsk 1966



Il lago dei cigni, gli anni 1960-i 

Il progetto per il mosaico, 1960



Ala Goska con altri artisti monumentalismi nel 1965 a Donetsk







Taras Shevchenko, 1963




Il progetto della vetrata per l'Università di Kyiv "Shevchenko. La madre" (1964)


Il ritratto del padre (1961)

"Il girasole" (Il ritratto di Yevgen Sverstiuk), 1963 

Il ritratto di Ivan Svitlychnyi, 1963

Il ritratto di Ivan Svitlycnyi, carta, guazzo,1965 

Il ritratto di Ivan Svitlycnyj, carta e guazzo, 1965

Il ritratto di Vasyl Symonenko, lineografia, 1964 

Il ritratto di Vasyl Symonenko, 1963 




Taras Shevshenko, I pensieri, Linoreografia, 1962



Taras Shevchenko, 1960




L'Astrazione, 1960

L'edificio dove abitava Ala Gorska con la sua famiglia (Kyiv, via Tereshkivska 25) 


Il suo monumento funebre a Kyiv

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