La rivelazione della salvezza del mondo attraverso la croce
I pagani ci calunniano e ci scherniscono, ridendo
sguaiatamente di noi, senza aver nient'altro da rimproverarci che la
croce del Cristo.
Ed è soprattutto questa loro incoscienza che suscita
pietà: essi calunniano la croce, senza rendersi conto che la sua potenza
ha riempito la terra intera e che, grazie ad essa, si son resi
manifesti a chiunque i frutti della conoscenza di Dio. Se anche i
pagani, infatti, si sforzassero di rivolgere sinceramente il loro
spirito alla sua divinità, non si prenderebbero gioco d'un evento così
importante, ma, piuttosto, riconoscerebbero essi stessi il salvatore
dell'universo e si accorgerebbero che la sua croce non ha rappresentato
la rovina, bensì la guarigione di tutto il creato.
Giacché se è vero che la croce, una volta innalzata,
ha fatto sparire ogni forma d'idolatria e che, in virtù di questo
simbolo, sono state fugate tutte le apparizioni dei demoni ed il Cristo
solo, che ci fa conoscere il Padre, vien fatto oggetto d'adorazione; se è
vero che i suoi oppositori son coperti di confusione e che ogni giorno
egli converte a sé misteriosamente le loro anime, come può accadere - si
potrebbe, a buon diritto, loro obiettare - come può accadere che
costoro continuino a ritenerlo un fatto puramente umano e non
confessino, invece, che colui che è salito sulla croce è il Verbo di Dio
e il Salvatore del mondo? L'atteggiamento di questa gente presenta
aspetti simili a quello di colui che parlasse male del sole quando vien
nascosto dalle nuvole, ma ne ammirasse la luce nel costatare come essa
rischiara tutto il creato.
La luce è bella; più bello ancora, tuttavia, è il
sole, autore ed origine della luce. Non diversamente, se costituisce un
evento divino che la terra intera sia riempita della conoscenza di Dio, è
allora necessario che l'autore e l'ordinatore di un tale capolavoro
siano Dio e il Verbo di Dio.
Atanasio, Contro i pagani, 1
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