lunedì 7 ottobre 2019

Testamento spirituale di Andrea Szeptyckyj al Papa Pio XI (4 luglio 1923)



TESTAMENTO SPIRITUALE 

DI ANDREA SZEPTYCKYJ 

AL PAPA PIO XI

del 4 luglio 1923, Roma.




   Sua Santità, io lascio Roma sapendo che, poco dopo il mio ritorno a Leopoli verrò assassinato.
   Io accetto la morte per volontà di Dio. Offro volentieri la mia vita a Nostro Signore per l'unità delle Chiese e per ottenere da Dio la pace di Cristo fra i cattolici del nostro paese, purtropo separati a causa dell'ingiustizia e dell'odio secolare.
   Preparandomi a morire, ci tengo a dichiarare davanti a Dio che vede la mia coscienza, e davanti a Sua Santità - Vicario di Gesù Cristo - che nessun motivo umano mi ha mai spinto ad alcun atto pubblico, durante il mio incarico come vescovo. Per obbedienza al Sovrano Pontefice, ho accettato il faticoso incarico dell'episcopato; ho sempre inteso il mio impegno portare alla salvezza eterna i miei fedeli, attraverso la fede cattolica e l'amore di Dio e della sua Chiesa, cristianizzare la vita, le idee ed il patrimonio stesso dei fedeli.
   Per portare a compimento i miei doveri d'amore verso il prossimo, ho dovuto seguire i miei fedeli nelle loro giuste aspirazioni nazionali, dare me stesso a tutti per la loro salvezza: ho dovuto anche difenderli di fronte all'ingiustizia.
   Dopo un lungo esame di coscienza, non vedo in che cosa io avrei dovuto cambiare nel modo di condurre il mio impegno di pastore. Non ho mai avuto rancore verso chi ha agito ingiustamente nei confronti dei miei fedeli e di me stesso. Io ho perdonato sempre di tutto cuore. Non ho mai provato odio, né sciovinismo nazionale, non ho mai predicato niente che non fosse l'amore per il prossimo, l'amore verso tutto il mondo, anche nei confronti dei miei nemici.
   L'unico tema della mia predicazione è sempre stato il Vangelo di Gesù Cristo, l'unico scopo del mio lavoro la salvezza dei miei fedeli. Io muoio dunque vittima dei doveri, derivati dal mio incarico e spero che Dio accetti il sacrificio della mia morte. Durante tutta la mia vita ho domandato a Dio di morire come testimone della fede cattolica. Preferirei mancare per mano dei nemici della fede, ma accetto la morte che Dio mi donerà ed io perdono sin d'ora coloro che me la infliggeranno. Sono sempre stato fedele alla Sede Apostolica Romana e mi sono sempre impegnato a rafforzare i miei fratelli nella stessa fede.
   Mi pento sinceramente di tutti i miei peccati con cui ho offeso la Bontà divina, mi pento per paura del giudizio di Dio e per amore della bonta infinita, la saggezza, l'onnipotenza, la maestà di Dio, e prego umilmente Dio di voler usare misericordia verso la mia povera anima, che io rimetto nelle Sue mani per intercessione della Santissima Immacolata Madre di Dio e sempre Vergine Maria e per l'intercessione di S. Giuseppe, suo sposo, e di S. Giosafat, martire.
   Io credo in tutte le verità della fede cattolica ed attendo la resurrezione dei morti.

                                                                                                   + Andrea Szeptyckyj
                                                                                               Arcivescovo di Leopoli

   Mi prostro umilmente ai piedi di Vostra Santità, oso raccomandare l'opera alla quale ho dedicato il lavoro di tutta la mia vita: l'Unità delle Chiese e la ricostruzione del monachesimo orientale.



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Fonte:
Babiak Augustyn, Il metropolita Andrea Szeptyckyj nel suo incarico di visitatore apostolico (1920-1923) e nei suoi rapporti con il governo polacco ; Società Scientifica Sevcenko, Ucraina; Fondazione "Andrej", Leopoli Trento-Bolzano : Casa Editrice "Artos", 2012.



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