giovedì 31 ottobre 2024

Santi medici e martiri Cosma e Damiano


I Santi Cosma e Damiano

medici e martiri

di Yaryna Moroz Sarno

Вдалих посиденьок: 14 липня - день безсрібників і працьовитих жінок

Menologio di Basilio II, Vat. gr. 1613, fol. 152


 I santi medici Cosma e Damiano (Κοσμάς και Δαμιανός) sono tra i santi più popolari dell'Oriente. La venerazione dei Santi Cosma e Damiano era divisa in tre tradizioni e si veneravano tre gruppi di santi con lo stesso nome: 1) Cosma e Damiano, i monaci asiatici (commemorati il 1 novembre), i figli del cristiano Teodoto, che morirono di morte naturale e furono sepolti nella zona di Feremma (Fereman), a nord della città di Ciro (Siria settentrionale); 2) i gemelli Cosma e Damiano, martiri romani (commemorati il ​​1 luglio), furono uccisi per invidia da un medico pagano durante il regno dell'imperatore Marco Aurelio Carino (283-285); 3) Cosma e Damiano, martiri arabi (commemorati il 17 ottobre), hanno accettato il martirio insieme ad altri fratelli, Leonzio, Anfimo ed Euprepius, nella città di Aegi (Αἰγαί, Cilicia) durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano. 
  Già entro il IX secolo a Costantinopoli esisteva la differenziazione nella venerazione delle tre coppie dei santi. Il patriarca di Costantinopoli Metodio I (843-847) li separa chiaramente (BHG, N 377a). La distinzione delle 3 coppie di santi è presente Typikon della Grande Chiesa a Costantinopoli, nel Menologio di Basilio II e nel Synaxarion della chiesa di Costantinopoli della fine del X secolo. Le tre coppie dei santi con questi nomi hanno in comune quello che sono fratelli e sono medici guaritori che svolgevano il loro servizio gratuitamente. Le loro vite erano descritti da Simeone Metafraste (X secolo), Massimo Diacono i greco. 
  I santi martiri Cosma e Damiano (ca 260-303), due santi medici, che furono gemelli e fratelli maggiori dei santi Antimo, Leonzio ed Euprepio, furono della prima generazione dei martiri che testimoniarono la loro fede durante le persecuzioni di Diocleziano. Studiarono insieme medicina in Siria e ben presto avevano grande fama per la loro capacità di curare i malati ed anche curavano gratuitamente. Animati da vero spirito di fede e di carità si servirono della loro conoscenza medica per curare sia i corpi sia le anime con l'esempio e con la parola. Riuscirono a convertire al cristianesimo molti pagani. Si recavano in fretta presso chiunque li richiedesse rifiutando ogni compenso, contenti di poter per mezzo della loro arte medica esercitare un po' di apostolato. In questo modo si attirarono amore e stima non solo dai cristiani, ma anche dagli stessi infedeli. Venivano da tutti soprannominati "Anàrgiri" (dal greco anargyroi, parola greca che significa "senza l'argento, senza denaro"), proprio perché non si facevano pagare per la cura dei malati. 
  Mentre essi compivano tanto bene, furono arrestati sotto la persecuzione di Diocleziano ed accusati di essere cristiani. I santi Cosma e Damiano si trovavano in quel tempo ad Egea di Cilicia, in Asia Minore. Così circa l'anno 300 i santi medici furono arrestati e condotti davanti al tribunale di Lisia, governatore della Cilicia. Lisia sdegnato ordinò che fossero legati e flagellati. Dopo questo primo tormento, persistendo i Santi nel loro fermo proposito, ordinò che fossero gettati in mare. L'ordine fu all'istante eseguito, mentre una grande turba di cristiani piangeva dirottamente. Il Signore venne in loro soccorso: le onde li spinsero fino alla riva e così poterono salvarsi. A tal vista il popolo gridò : "Siano salvi i nostri medici; si rispettino quelli che il mare stesso rispetta". Purtroppo tutte queste grida furono vane: il proconsole li voleva assolutamente morti, perciò li fece gettare in una fornace ardente. Liberati miracolosamente dal Signore, dopo altri vari tormenti, furono fatti decapitare a Egea probabilmente nel 303. Furono sepolti insieme a Ciro in Siria, il loro sepolcro divenne meta di pellegrinaggi. 
    Il culto dei santi Cosma e Damiano si diffuse subito dopo la loro morte. Le loro reliquie, secondo le testimonianze del vescovo di Ciro, Teodoreto (m. 458), sono state inviate alle numerose chiese già costruite in loro onore (a Gerusalemme, in Egitto, in Mesopotamia fondate già nel IV secolo). Nella Cronaca di Edessa, si parla della costruzione della chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano nell'ospedale di Edessa (Chronicon Edessenum, ActaSS. T. 7, 439). L'agiografo del VI secolo Cirillo di Scitopoli riferisce che San Saba (439-532) trasformò la sua casa a Mutalaska (Cappadocia) nella chiesa di Cosma e Damiano (Cyr. Scyth., Vita Sabae, 75). Il diacono Teodosio (prima metà del VI secolo) raccontava della tomba di Cosma e Damiano a Ciro, dove, secondo la sua testimonianza, loro subirono il martirio (Theodos., De situ Terrae sanctae, 32, 125). I racconti sul loro martirio furono riscritti da vari autori: Andrea di Creta, Pietro d'Argo, Teodoro. 

La miniatura sul martirio di Santi Cosma e Damiano, Menologio di Basilio II, Vat. gr. 1613, fol. 120

   
   Già nel V secolo a Ciro c'era la chiesa intitolata a San Cosma. Nel V - VI secolo a Costantinopoli esisteva la chiesa dei santi Cosma e Damiano vicino alla basilica Blacherna. L'imperatore bizantino Giustiniano I (527 - 565), guarito per la loro intercessione (Procop., De aedif. I, 6), portò le reliquie a Costantinopoli ed insieme al patriarca Proclo costruì la basilica dedicata ai santi che divenne un luogo di numerosi pellegrinaggi. La basilica e poi monastero, cosiddetto Cosmidion (Κοσμίδιον) che ha dato il nome alla zona circostante, fu il principale centro bizantino del culto dei Santi Cosma e Damiano. A questa chiesa erano associati i molti miracoli postumi dei santi. Il culto dei santi cresce nell' XI secolo. Durante il suo regno l'imperatore Michele IV detto il Paflagone ricostruisce la chiesa e decora, poi si ritirò nel monastero e si fece seppellire (1041) nella chiesa dedicata ai santi. 
 La venerazione di Cosma e Damiano si diffuse rapidamente oltre Costantinopoli. Sono numerose le dedicazioni delle chiese e dei monasteri in loro onore in Asia Minore, in Bulgaria, in Grecia, in Panfilia, in Cappadocia, Gerusalemme. Nella Chiesa Orientale la festa dei Santi Cosma e Damiano si celebra 1 luglio, 17 ottobre, 1 novembre. Nell'Occidente la loro commemorazione è il 26 settembre. 
   Partendo da Roma, con l’oratorio dedicato a loro presso Santa Maria Maggiore (Liber Pontificalis, vol. 1, 262) da papa Simmaco (498- 514) e con la basilica con i mosaici absidali al Foro romano eretta per la volontà di papa Felice IV (526-530), che fece anche portare le loro reliquie a Roma, il loro culto divenne noto in Occidente. I loro nomi erano introdotti nel Canone della Messa. 
  Santi Cosma e Damiano sono diventi santi patroni della famiglia dei Medici a Firenze, che prima si essere banchieri erano medici e speziali. 

San Damiano, il mosaico della chiesa di San Giorgio a Salonicco, 
la fine del IV - l'inizio del V secolo 

San Cosma, l'affresco della chiesa di Santa Maria Antiqua a Roma, 705-707

San Cosma e Damiano, mosaico della basilica di Sant'Eufrasio in Parenzo (543–553), Croazia

   Tra le prime raffigurazioni conservate di Cosma e Damiano sono i  mosaici della fine del IV - l'inizio del V secolo nella rotonda di San Giorgio a Salonicco. Le rappresentazioni dei Santi Cosma e Damiano (insieme al santo donatore papa Felice IV) sono nel mosaico absidale della basilica di Santi Cosma e Damiano al Foro Romano (V - VI secolo), nel mosaico nella conca dell'abside della basilica di Sant'Eufrasio in Parenzo a Croazia (543–553), nella cappella della chiesa di Santa Maria Antiqua al Foro a Roma negli affreschi realizzati sotto papa Giovanni VII (705-707). Le loro raffigurazioni si trovano nell'arco trionfale della basilica di San Michele in Africisco a Ravenna, nella Cappella di Sant'Andrea, l'oratorio vescovile eseguiti durante i tempi del vescovo Pietro II (494-520), adesso all'interno del Museo Arcivescovile di Ravenna, tra le miniature dell'XI secolo della vita dei Santi nella biblioteca di Santa Caterina. 
   Il santuario dei Santi medici Cosma e Damiano,  menzionato nella lettera di papa Bonifazio IX nel 1397, che si trova a Ravello (SA), contiene gli affreschi della tradizione bizantina con le rappresentazioni dei Santi che possano testimoniare che l'origine della chiesa è più antica.
   
Gli affreschi dell'Oratorio nella parete sud est delle catacombe di Santa Lucia, Siracusa, 
la prima metà del VII secolo


I mosaici della Cappella di Sant'Andrea a Ravenna 

L'affresco del XIII secolo, Tempio di Romola sottostante alla basilica di San Cosma e Damiano a Roma

   La vita dei Santi Cosma e Damiano che risale al IV secolo e dalla letteratura bizantina si diffuse nell'antica tradizione della Rus'-Ucraina, dove subì alcune elaborazioni: riduzione ed aggiunte. Per esempio, sono stati compilati articoli aggiuntivi sui dodici miracoli, la parola lodevole, la lettura per la memoria dei santi Cosma e Damiano, un miracolo speciale, cosiddetto di Korsun' (Cersoneso). Il miracolo di Korsun' scritto in ambiente slavo descrive la fratellanza come la trasformazione dell'acqua in vino, e viceversa, il vino in acqua.   
  Gli Uffici con la loda di Santi Cosma e Damiano dell'Asia e di Roma sono tra le più antiche traduzioni slave: gli contengono già gli Uffici delle Minei dell'XI secolo. I santi erano inclusi del Prolog del XII secolo. Alla metà del XIV secolo questi Uffici sono stati ritradotti in lingua paleoslava in Bulgaria (o sul Monte Athos) come parte delle Minei. Nella Rus'-Ucraina questa traduzione si è diffusa dal primo trentennio del XV secolo. La vita dei santi incluse nei suoi Chetiji -Minei pubblicati a Kyiv nel 1689 grande agiografo ucraino dell'epoca barocca Dmytro Tuptalo.  
    La popolarità di Cosma e Damiano come guaritori è stata consolidata nella Rus'-Ucraina attraverso le dedicazioni di numerose chiese, nella loro rappresentazione sulle icone e miniature di manoscritti, nell'onomastica e nella toponomastica. Tra sovrani della dinastia di Riuryk nella Rus'-Ucraina il primo che ebbe nome Cosma fu Sviatoslav Yaroslavoych. Il culto dei Santi Cosma e Damiano era uno dei più importanti culti patronali medievali. 
  Nelle città medievali le chiese patronali di Cosma e Damiano si costruivano negli insediamenti dei fabbri, intorno erano raggruppate le confraternite delle corporazioni dei fabbriSanti Cosma e Damiano erano considerati i loro patroni. Il giorno della loro commemorazione c'era una festa nelle botteghe dei fabbri, quando la bottega del fabbro portava lo stendardo della gilda dei fabbri decorato con le immagini dei Santi Cosma e Damiano.
   Le raffigurazioni di Cosma e Damiano sono presente tra gli affreschi di fronte all'altare di Santa Sofia di Kyiv (l'XI secolo). Dal XIV secolo in Ucraina si sono diffuse le icone di Santi Cosma e Damiano con le scene della loro vita. Le loro rappresentazioni sono tra le miniature del capolavoro della scuola artistica di Kyiv c.d. Salterio di Kyiv del 1397, negli affreschi del Maestro Andrij con suoi allievi nella cappella di Santissima Trinità a Liublino (1418).  
    
La miniature del Salterio di Kyiv, 1397  

Gli affreschi della cappella di Santissima Trinità a Liublino, 1418 

Кузьма і Дем'ян" кін 15 Тилич НМЛ | Церква
 L'icona ucraina, villaggio Tyluch, Museo Nazionale a Leopoli 

L'icona ucraina del XV secolo, villaggio Jablunytsa-Ruska, Museo a Sianok (Polonia)

L'icona della prima metà del XVII secolo, dal villaggio di Volya Vysotskaya, 
Museo Nazionale intitolata ad Andrey Sheptytsky di Leopoli, Ucraina.

L'incisione dal libro di L. Baranovych. Trombe nel giorno della festa, Kyiv, 1674

Кузьма і Дем'ян" 1688-1691 маляр Яцент Риботицький. Замок Ланцута | Церква

L'icona del maestro Yacent Rybotycky, 1688-91, Museo del castello Lancut

L'icona della seconda metà del XVII secolo, il villaggio di Velyki Grybovychi, 
intorni di Leopoli.

L'icona della fine del XVII secolo, villaggio Bajiv, Lutsk, Museo delle icone di Volyn'

Santi Cosma e Damiano, l'icona ucraina del XVII secolo,
villaggio Bodakiw, Museo Storico di Sianok

L'icona ucraina della devozione popolare, villaggio Lodyna, 
Museo del Castello di Lancut, Polonia

L'icona ucraina del XVIII secolo 

L'icona della prima metà del Settecento, Riserva Storica e Culturale Statale di Ostrigh.




L'icona ucraina del XVIII secolo, Museo delle Religioni a Leopoli 

martedì 29 ottobre 2024

Nykodym Zubrytskyj (data di nasсità scon. 1688 (?) - 1724) famoso incisore ucraino su legno e rame


  Nykodym Zubrytsky 
(nс. -1724), 
famoso grafico e iconografo ucraino 



a cura di Yaryna Moroz Sarno


   Nykodym Zubrytsky (in ucr. Никодим Зубрицький) famoso incisore ucraino su legno e rame nacque nella regione di Leopoli nel villaggio di Zubrka (Galizia) сa 1688. 
     Da giovane divenne l'ieromonaco nel monastero di Krechiv di nome Nicodemo. La sua vita svolse nei diversi monasteri dell'Ucraina: a Krekhiv, Univ, Leopoli, Pochayiv, Kyiv, Chernihiv, lavorando per tipografie del monastero di Krekhiv, della Fraternita della della Dormizione della Madre di Dio a Leopoli (1691-1702), della tipografia monastica di Pochaiv, poi fu invitato dall'etamno Ivan Mazepa a Kyiv per lavorare nella tipografia monastica della Lavra a Kyiv (1705-1712). 
    Già nel 1688 Nykodym Zubrytsky faceva le incisioni per il monastero di Krekhiv. L'artista si trasferì nel 1691 a Leopoli, dopo al monastero di Univ (1691-1702), dove si impegnò, lavorando sulla decorazione dei libri liturgici pubblicati nella tipografia della confraternita di Leopoli ("Sluzhebnyk", "Anfologion" nel 1692, Akathists (1699), l'Apostolo (Leopoli, 1696), "Libro di preghiere di tutti i giorni", "Liturgion" (1702), Salterio (1704); illustrò una ristampa del Vangelo con le omelie e gli insegnamenti di Kyrylo Tranquilion-Stavrovetskyj nel 1696 (Tipografia del monastero basiliano dell'Univ). Tra le prime stampe decorate da Nikodym Zubrytskyi ad Univ furono i Salteri del 1689, 1692 e 1699 Nel "Salterio" del 1689 di Univ stamparono soltanto salvaschermi e colarono decorazioni realizzato da Zubrytskyi, e nelle altre due edizioni sui paraventi furono aggiunte anche incisioni della trama. Il Salterio di Univ del 1692 è decorato con iniziali, tre intermezzi di quattordici tavole e quattro illustrazioni. Le illustrazioni del "Re David" e della "Dormizione della Vergine Maria" portano la firma di Zubrytskyi, ma l'incisore ha realizzato solo un'incisione direttamente per questa edizione: "Re David", che è datata 1692, mentre l'incisione "La Dormizione della Vergine Maria" è stato ristampato da "Molytvoslovets" (1691). Le opere di Zubrytskyi sono completate da due opere dell'artista del monogramma LM. Questa non è la prima stampa su cui insegnante e studente hanno lavorato insieme: nel 1691 decorarono insieme l'Univ "Chasoslov" e nel 1694 nella tipografia della confraternita Stavropygius di Lviv realizza un ciclo di xilografie per "Anfologion". Sull'incisione di Nikodym Zubrytskyi "Re Davide", che è inclusa nel "Salterio" del 1692, è raffigurato uno dei personaggi della Bibbia - il re salmista. 
   Nel 1700, sull'incarico del monastero di Santa Caterina del Sinai fece le illustrazioni della prima edizione dell'“Irmologion”. Nikodym Zubrytskyi decorò anche "Respublica consanguinitatis ...", che fu pubblicata nel 1701 nella tipografia della Compagnia di Gesù a Leopoli.  
 Nel 1702 nella tipografia della Lavra (monastero delle Grotte) a Kyiv apparve "Pateryk" con 47 incisioni di Zubryckyj e maestro dell'incisione Ilya. Zubryckyj eseguì l'Assunzione della Beata Vergine Maria e molti altri. Gli Akathisti pubblicati nel 1707, su cui lavorò anche Nikodym Zubrytsky, contenevano un'incisione di Antonio e Teodosio.
    Nel 1704 ca lavorò nel monastero di Pochayiv, dove eseguì un capolavoro del genere storico sulla battaglia contro i turchi: "L'assedio di Pochayiv da parte dei turchi" (1704), ricreato sull'opera dell'artista Anatoliy (l'opera originale non è stato conservato). Nel 1705 si trasferì a Kyiv sull'invito di Ivan Mazepa, divenne ieromonaco del monastero delle Grotte a Kyiv, nel 1709–24 fu a Chernighiv, illustrando l'edizione "Nuovo Testamento. Apocalisse" (Chernighiv, 1717). 
   La sua opera più importante che aveva un impatto significativo sulla cultura ucraina sono le 67 incisioni su rame realizzate tra il 1705 e il 1712  l'Ifika ieropolitica (Ифіка Ієрополітака (1712) in onore dell'etman Ivan Skoropadsky (1646-1722): sul rovescio del titolo c'è lo stemma della famiglia Skoropadsky e con una dedica panegirica che si estende sulle diverse pagine. "Ifika Hieropolitika" è una raccolta unica dell'opere di carattere filosofico-moralistico con un'interpretazione figurativa sui testi didattici e moralistici delle 67 piccole incisioni (dimensioni 5,3x7,5) sugli argomenti relativi ad etica, moralità, filosofia e fondamenti educativi, fu pubblicata dalla tipografia del monastero delle Grotte a Kyiv nel 1712. Sotto ogni illustrazione allegorica (Verità, Vergogna, Umiltà, Gentilezza, ecc.) c'era un verso di quattro o (meno spesso) sei versi. L'autore del libro è sconosciuto; probabilmente era un monaco del monastero delle Grotte a Kyiv. Le immagini grafiche sono state accompagnate con versetti sillabici esplicativi. Le incisioni si riferiscano alla letteratura emblematica particolarmente popolare nel XVI secolo e contengono le interpretazioni figurativo-allegoriche dei concetti dell'etica, della moralità e della filosofia ucraina coeva. 
    Durante la sua breve vita, eseguì incisioni sui numerosi committenze dai monasteri e dalle chiese di Krechiv, Leopoli, Kyiv e Chernihiv. Le opere da cavalletto sono caratterizzate da concisione, immagini e dall'uso di sagome contrastanti ("Gesù e San Gaetano", 1703). Numerose xilografie per libri sono caratterizzate dal realismo e dalla ricerca di nuove versioni compositive dei soggetti canonici ("Sluzhebnyk" 1691, "Anfologon", 1692;  "Gli Akafisti", 1699; "Triodion" (Leopoli, 1717) e "Nuovo Testamento", Chernighiv 1717, "Apostol", 1719).
     L'eredità del famoso incisore e pittore ucraino Nykodym Zubrytsky conta oltre quattrocento opere: realizzò più di 400 incisioni di vario genere nelle tecniche della xilografia, dell'incisione sul rame, dell'acquaforte. Le sue numerose xilografie per i libri sono caratterizzate da tratti realistici e dalla ricerca di nuove varianti compositive dei soggetti canonici univano organicamente le tendenze occidentali con le peculiarità nazionali. 
     Le sue opere sono state pubblicate a Leopoli, Kyiv e Chernighiv, lavorò  anche per Univ e Pochajiv. Si conoscono circa 400 opere, per lo più su argomenti biblici per pubblicazioni di libri.
     L'attività creativa di N. Zubrytsky aveva un forte impatto sullo sviluppo dell'arte ucraina. Durante il XVIII secolo queste illustrazioni sono state ripubblicate nelle diverse edizioni a San Pietroburgo, Mosca, Leopoli, Kyiv e Vienna.



Фрагмент "Євангелія учительного" Кирила Транквіліона Ставровецького. Фото з https://photo-lviv.in.ua

NYKODYM ZUBRYTSKYJ,  Leopoli, Tipografia della Frternità leopolitana 1699 

L'incisore Nykodym Zubrytsky, 1721 





Чотири вершника. Фото з http://w.histrf.ru/articles/article/show/zubritskii_zubrzhitskii_nikodim




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sabato 5 ottobre 2024

San Dionisio il Grande


San Dionisio il Grande d'Alessandria,
il vescovo e martire, 5 ottobre

di Yaryna Moroz Sarno

   

  San Dionisio il Grande (in gr. Διονύσιος Ἀλεξανδρείας, o Διονύσιος ὁ Μέγας) nacque nel 195 ca, il luogo della sua nascita è sconosciuto (probabilmente ad Alessandria). Nella Cronaca Orientale era indicata come la sua patria l'Arabia Felice (Yemen). Secondo la stessa Cronica, fu "l'antenato della più nobile famiglia" (Petrus in Rahib, Chronicon orientale, Louvain 1955, fol. 108), proveniva da una ricca famiglia pagana. La conoscenza dei sistemi filosofici, delle scienze naturali e della letteratura pagana che testimoniano le sue opere ci svela un'eccellente educazione. 
   San Dionisio fu convertito al cristianesimo in età adulta. Divenne discepolo di Origine (III secolo) che si distinse per la sua alta istruzione e per breve tempo conobbe sia i soggetti della fede che i soggetti dell'erudizione generale. 
  In seguito (232 ca) divenne il capo dell'illustre scuola alessandrina, succedendo a Sant'Eracle, nonché anche nell'episcopato, divenendo nel 231/32, il vescovo, prima assunse  la direzione del Didascalèion e nel 247, dopo la morte di Eracle, fu ordinato vescovo d'Alessandria. 
  Del vescovo Dionisio d'Alessandria, patriarca d'Alessandria d'Egitto, della più importante sede della Chiesa Orientale di allora, (247 fino al anno della sua morto 265)non si sa tanto. La fonte principale della biografia di San Dionisio il Grande erano le opere di Eusebio di Cesarea "Storia della Chiesa" (Eusebius Caesariensis, Historiae Ecclesiasticae, VI - VII) e "Preparazione al Vangelo" (Praeparatio Evangelica, VII 19; XIV 23-27).  
    Il suo ministero episcopale accadde durante tre persecuzioni: la prima, del 248, scoppiata ad Alessandria alla fine del regno di Filippo l’Arabo, che degenerò in guerra civile; la seconda che fu una delle più gravi nella storia della Chiesa - nel regno dell'imperatore Decio (249-251), che imperversò in tutto l’Impero; la terza, che scoppiò nel 257, sotto Valeriano (253-259). 
  Grazie alla liberazione di alcuni cristiani scampò alla persecuzione di Decio. San Dionisio fu costretto a fuggire nel deserto libico, tornando ad Alessandria soltanto dopo la morte di Decio nel 251.  Al tempo di Valeriano, nel 257 fu esiliato, ma ciò non gli impedì di esercitare la sua attività pastorale sulla sua lontana comunità, ma tornò ad Alessandria dopo l'editto di tolleranza di Galieno nel 260. 
  Nelle sue lettere a Germano e a Fabio descrisse la persecuzione dei cristiani  dell'imperatore romano Decio negli anni 250–251Durante la persecuzione di Valeriano (257–260) fu esiliato, ma non smesse di annunciare il Vangelo.   Sulla questione della "lapsis" (si tratta dei cristiani che, sotto la minaccia delle persecuzioni, adoravano gli dèi pagani) ebbe  l'atteggiamento moderato e si oppose al novazianismo.
   San Dionigi sviluppò una grande attività nella lotta contro gli eretici, diviene uno dei principali oppositori del sabellianismo, dei millennialisti e di Paolo di Samosata e fece tanto per difendere la fede dalle eresie e rafforzò il suo gregge nella ferma confessione della vera fede durante le persecuzioni. Nelle sue epistole Dionisio il Grande descrisse su questa persecuzione, raccontando dei martiri che rifiutarono d'obbedire all'editto dell'imperatore. Il vescovo Dionisio manteneva il suo gregge intero, ma dopo è stato catturato anche lui. Il santo vescovo sopportò molte sofferenze. Quando ad Alessandria sorse una pestilenza, San Dionisio ordinò al suo gregge a prendersi cura sia dei malati cristiani che dei pagani e di seppellire tutti i morti.
     Fu il più eminente vescovo della sua epoca, il grande teologo ed amministratore, chiamato il Grande già dai contemporanei e fu il primo nella storia della Chiesa a ricevere questo nome. Dal suo contemporaneo Sant'Atanasio d'Alessandria è stato  
stato definito come "il maestro di tutta la Chiesa" (Athanasius Alex., De sententia Dionysii). Anche Eusebio di Cesarea lo descrisse come un uomo dotto ed eccellente (Historia eccl., VII, 7). San Basilio il Magno lo definì come il Grande (Basilius Magnus, Epistole, 9, 188; De Spiritus Sancti, 29). Di lui parlava San Girolamo (Sophronius Eusebius Hieronymus, De viris Illustribus, 69). Le informazioni su San Dionisio sono state integrate dalle fonti successive: Stefan Gobar (ap. Phot. Bibl. 232), "Chronicon Orientale" di Petrus ibn Rahib,  Synaxarium alessandrino arabo-giacobita.  Ebbe un'intensa corrispondenza con papa San Dionisio I. 
   Dionisio si trovò coinvolto in tutte le discussioni teologiche del suo tempo. L'autore di numerose opere, è noto per le polemiche con gli eretici e per la sua vasta corrispondenza, da cui è stata preservata una sola lettera originale nel greco. Scrisse un gran numero di lettere. Nelle sue lettere scrisse sull'esperienza prima del martirio dei cristiani di Alessandria, l'informazione poi inclusa nella "Storia della Chiesa" di Eusebio. I suoi scritti sono preservati solo in frammenti e non tutti, sono conosciuti principalmente attraverso le citazioni di Eusebio. Sono dedicati principalmente alla spiegazione dei dogmi e della Sacra Scrittura. Le opere di San Dionigi furono di fondamentale importanza nella storia dello sviluppo del pensiero cristiano per la loro influenza sulla teologia del IV secolo e determinarono il significato di Dionigi nella storia della chiesa.  
  Dagli scritti esegetici di Dionigi si è conservato un frammento delle sue interpretazioni sul libro dell'Ecclesiaste e passaggi con le interpretazioni sul libro di Giobbe, sui racconti evangelici sulla preghiera del Signore nell'orto del Getsemani, sul libro degli Atti degli Apostoli, sulla lettera di Giacomo e la lettera di San Paolo ai Romani. Nell'interpretare la Sacra Scrittura, senza abbandonare del tutto il metodo allegorico, Dionigi preferì scoprire il contenuto morale della parola di Dio. 
   Tra le opere dogmatico-polemiche di Dionigi c'è il libro "Sulla natura" (Περ φύσεως, De natura), cui frammenti furono conservati da Eusebio nella sua Praeparatio evangelica e da alcuni altri scrittori ecclesiastici. I passaggi sopravvissuti contengono una critica degli insegnamenti di Epicuro sull'origine del mondo per collisione cieca e coesione di atomi, che è in contrasto con la visione teleologica cristiana del soggetto. 
  Il vescovo d'Alessandria Dionisio scrisse le Epistole Pasquali, perché, secondo l'antica usanza, egli aveva il compito di determinare per tutta la Chiesa il tempo della celebrazione della Pasqua in ogni anno. Alle notizie di questa giornata San Dionisio aggiungeva sempre le riflessioni dogmatiche e moralistiche sul Salvatore risorto. Queste epistole venivano necessariamente lette prima dell'assemblea dei credenti nelle chiese. Fu il primo vescovo di Alessandria a scrivere le lettere festive alle chiese d'Egitto, in cui l'indicazione della data esatta della Pasqua di quegli anni era occasione di esortazione di tono pastorale. 
     San Dionisio morì nel dodicesimo anno del regno dell'imperatore Gallieno nel 264 o 265, durante il Sinodo d'Antiochia (264-265) dopo aver governato per diciassette anni. La sua memoria si conservava grazie ai suoi scritti e le sue virtùNella città d'Alessandria esisteva una chiesa a lui dedicata. 
   La Chiesa gli adottò il nome del santo martire non per la morte di un martire, ma per tutta la sua vita combattente e il lavoro coraggioso e valoroso per Cristo e la Santa Chiesa, sopportarono per le condanne, critiche, i pericoli, le persecuzioni, le difficoltà ed ogni sorta di calamità e disavventure dei martiri. 
   Sant'Atanasio d'Alessandria lo definì come "il maestro di tutta la Chiesa". Egli è venerato dalla Chiesa cattolica ed ortodossa. San Dionisio è molto venerato nelle Chiese maronita e siriana.


La miniatura del Menologio di Basilio II, Vat. gr. 1613, fol. 86
                 


Data della prima pubblicazione
04/10/20 20:31                                                  

martedì 1 ottobre 2024

Mychailo Zhuk: il tema floreale

   
I fiori di Mychailo Zhuk 


 

   Mychailo Zhuk (20 settembre (2 ottobre) 1882, Kahovka - 7 giugno  1964, Odessa)*, illustre grafico, ritrattista, coofondatore dell'Accademia dell'Arte Ucraina a Kyiv, poeta, designer della ceramica, aveva come tema preferito i fiori: li dipingeva sempre. Come scrisse nel suo diario nel 1916:"Rendere eterno ciò che muore così rapidamente e dare un esempio di un'anima che è cresciuta tra le bellezze della natura, intrisa del suo fascino. Imparare sentire tristezza per la mancanza della bellezza, a insegnare la gentilezza alle persone, a legare la lingua in un mazzo di splendidi fiori ... ".
 
 
Il motivo floreale nel frammento del pannello "Bianco e nero", 1912-14

1929


Gladioli, 1932




Gli iris, 1918


Il giglio, 1908



http://odnb.odessa.ua/imag/artG/kherson/ida17_7fl.jpg
I fiori, 1903 

 
Vaso bliu con i fiori, 1934

 
La dalia
 
La dalia, 1940

La dalia, 1940



I fiori, 1940



Хризантеми,1919
Crisantemi, 1909


I crisantemi, 1919

Crisantema, 1927 

    Crisantemi. 1928. Carta, xilografia, inchiostro 


 

I fiori, 1949


I papaveri, 1912


L'ornamento con il fiore stilizzato dente di leone, 1911

Bozza per il vaso, 1913




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