giovedì 31 ottobre 2024

Santi medici e martiri Cosma e Damiano


I Santi Cosma e Damiano
medici e martiri

di Yaryna Moroz Sarno

Вдалих посиденьок: 14 липня - день безсрібників і працьовитих жінок

Menologio di Basilio II, Vat. gr. 1613, fol. 152


 I santi medici Cosma e Damiano (Κοσμάς και Δαμιανός) sono tra i santi più popolari dell'Oriente. La venerazione dei Santi Cosma e Damiano era divisa in tre tradizioni e si veneravano tre gruppi di santi con lo stesso nome: 1) Cosma e Damiano, i monaci asiatici (commemorati il 1 novembre), i figli del cristiano Teodoto, che morirono di morte naturale e furono sepolti nella zona di Feremma (Fereman), a nord della città di Ciro (Siria settentrionale); 2) i gemelli Cosma e Damiano, martiri romani (commemorati il ​​1 luglio), furono uccisi per invidia da un medico pagano durante il regno dell'imperatore Marco Aurelio Carino (283-285); 3) Cosma e Damiano, martiri arabi (commemorati il 17 ottobre), hanno accettato il martirio insieme ad altri fratelli, Leonzio, Anfimo ed Euprepius, nella città di Aegi (Αἰγαί, Cilicia) durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano. 
  Già entro il IX secolo a Costantinopoli esisteva la differenziazione nella venerazione delle tre coppie dei santi. Il patriarca di Costantinopoli Metodio I (843-847) li separa chiaramente (BHG, N 377a). La distinzione delle 3 coppie di santi è presente Typikon della Grande Chiesa a Costantinopoli, nel Menologio di Basilio II e nel Synaxarion della chiesa di Costantinopoli della fine del X secolo. Le tre coppie dei santi con questi nomi hanno in comune quello che sono fratelli e sono medici guaritori che svolgevano il loro servizio gratuitamente. Le loro vite erano descritti da Simeone Metafraste (X secolo), Massimo Diacono i greco. 
  I santi martiri Cosma e Damiano (ca 260-303), due santi medici, che furono gemelli e fratelli maggiori dei santi Antimo, Leonzio ed Euprepio, furono della prima generazione dei martiri che testimoniarono la loro fede durante le persecuzioni di Diocleziano. Studiarono insieme medicina in Siria e ben presto avevano grande fama per la loro capacità di curare i malati ed anche curavano gratuitamente. Animati da vero spirito di fede e di carità si servirono della loro conoscenza medica per curare sia i corpi sia le anime con l'esempio e con la parola. Riuscirono a convertire al cristianesimo molti pagani. Si recavano in fretta presso chiunque li richiedesse rifiutando ogni compenso, contenti di poter per mezzo della loro arte medica esercitare un po' di apostolato. In questo modo si attirarono amore e stima non solo dai cristiani, ma anche dagli stessi infedeli. Venivano da tutti soprannominati "Anàrgiri" (dal greco anargyroi, parola greca che significa "senza l'argento, senza denaro"), proprio perché non si facevano pagare per la cura dei malati. 
  Mentre essi compivano tanto bene, furono arrestati sotto la persecuzione di Diocleziano ed accusati di essere cristiani. I santi Cosma e Damiano si trovavano in quel tempo ad Egea di Cilicia, in Asia Minore. Così circa l'anno 300 i santi medici furono arrestati e condotti davanti al tribunale di Lisia, governatore della Cilicia. Lisia sdegnato ordinò che fossero legati e flagellati. Dopo questo primo tormento, persistendo i Santi nel loro fermo proposito, ordinò che fossero gettati in mare. L'ordine fu all'istante eseguito, mentre una grande turba di cristiani piangeva dirottamente. Il Signore venne in loro soccorso: le onde li spinsero fino alla riva e così poterono salvarsi. A tal vista il popolo gridò : "Siano salvi i nostri medici; si rispettino quelli che il mare stesso rispetta". Purtroppo tutte queste grida furono vane: il proconsole li voleva assolutamente morti, perciò li fece gettare in una fornace ardente. Liberati miracolosamente dal Signore, dopo altri vari tormenti, furono fatti decapitare a Egea probabilmente nel 303. Furono sepolti insieme a Ciro in Siria, il loro sepolcro divenne meta di pellegrinaggi. 
    Il culto dei santi Cosma e Damiano si diffuse subito dopo la loro morte. Le loro reliquie, secondo le testimonianze del vescovo di Ciro, Teodoreto (m. 458), sono state inviate alle numerose chiese già costruite in loro onore (a Gerusalemme, in Egitto, in Mesopotamia fondate già nel IV secolo). Nella Cronaca di Edessa, si parla della costruzione della chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano nell'ospedale di Edessa (Chronicon Edessenum, ActaSS. T. 7, 439). L'agiografo del VI secolo Cirillo di Scitopoli riferisce che San Saba (439-532) trasformò la sua casa a Mutalaska (Cappadocia) nella chiesa di Cosma e Damiano (Cyr. Scyth., Vita Sabae, 75). Il diacono Teodosio (prima metà del VI secolo) raccontava della tomba di Cosma e Damiano a Ciro, dove, secondo la sua testimonianza, loro subirono il martirio (Theodos., De situ Terrae sanctae, 32, 125). I racconti sul loro martirio furono riscritti da vari autori: Andrea di Creta, Pietro d'Argo, Teodoro. 

La miniatura sul martirio di Santi Cosma e Damiano, Menologio di Basilio II, Vat. gr. 1613, fol. 120

   
   Già nel V secolo a Ciro c'era la chiesa intitolata a San Cosma. Nel V - VI secolo a Costantinopoli esisteva la chiesa dei santi Cosma e Damiano vicino alla basilica Blacherna. L'imperatore bizantino Giustiniano I (527 - 565), guarito per la loro intercessione (Procop., De aedif. I, 6), portò le reliquie a Costantinopoli ed insieme al patriarca Proclo costruì la basilica dedicata ai santi che divenne un luogo di numerosi pellegrinaggi. La basilica e poi monastero, cosiddetto Cosmidion (Κοσμίδιον) che ha dato il nome alla zona circostante, fu il principale centro bizantino del culto dei Santi Cosma e Damiano. A questa chiesa erano associati i molti miracoli postumi dei santi. Il culto dei santi cresce nell' XI secolo. Durante il suo regno l'imperatore Michele IV detto il Paflagone ricostruisce la chiesa e decora, poi si ritirò nel monastero e si fece seppellire (1041) nella chiesa dedicata ai santi. 
 La venerazione di Cosma e Damiano si diffuse rapidamente oltre Costantinopoli. Sono numerose le dedicazioni delle chiese e dei monasteri in loro onore in Asia Minore, in Bulgaria, in Grecia, in Panfilia, in Cappadocia, Gerusalemme. Nella Chiesa Orientale la festa dei Santi Cosma e Damiano si celebra 1 luglio, 17 ottobre, 1 novembre. Nell'Occidente la loro commemorazione è il 26 settembre. 
   Partendo da Roma, con l’oratorio dedicato a loro presso Santa Maria Maggiore (Liber Pontificalis, vol. 1, 262) da papa Simmaco (498- 514) e con la basilica con i mosaici absidali al Foro romano eretta per la volontà di papa Felice IV (526-530), che fece anche portare le loro reliquie a Roma, il loro culto divenne noto in Occidente. I loro nomi erano introdotti nel Canone della Messa. 
  Poi Santi Cosma e Damiano diventano santi patroni della famiglia dei Medici a Firenze, che prima si essere banchieri erano medici e speziali. 

San Damiano, il mosaico della chiesa di San Giorgio a Salonicco, 
la fine del IV - l'inizio del V secolo 

San Cosma, l'affresco della chiesa di Santa Maria Antiqua a Roma, 705-707

San Cosma e Damiano, mosaico della basilica di Sant'Eufrasio in Parenzo (543–553), Croazia

   Tra le prime raffigurazioni conservate di Cosma e Damiano sono i  mosaici della fine del IV - l'inizio del V secolo nella rotonda di San Giorgio a Salonicco. Le rappresentazioni dei Santi Cosma e Damiano (insieme al santo donatore papa Felice IV) sono nel mosaico absidale della basilica di Santi Cosma e Damiano al Foro Romano (V - VI secolo), nel mosaico nella conca dell'abside della basilica di Sant'Eufrasio in Parenzo a Croazia (543–553), nella cappella della chiesa di Santa Maria Antiqua al Foro a Roma negli affreschi realizzati sotto papa Giovanni VII (705-707). Le loro raffigurazioni si trovano nell'arco trionfale della basilica di San Michele in Africisco a Ravenna, nella Cappella di Sant'Andrea, l'oratorio vescovile eseguiti durante i tempi del vescovo Pietro II (494-520), adesso all'interno del Museo Arcivescovile di Ravenna, tra le miniature dell'XI secolo della vita dei Santi nella biblioteca di Santa Caterina. 
   Il santuario dei Santi medici Cosma e Damiano,  menzionato nella lettera di papa Bonifazio IX nel 1397, che si trova a Ravello (SA), contiene gli affreschi della tradizione bizantina con le rappresentazioni dei Santi che possano testimoniare che l'origine della chiesa è più antica.
   
Gli affreschi dell'Oratorio nella parete sud est delle catacombe di Santa Lucia, Siracusa, 
la prima metà del VII secolo


I mosaici della Cappella di Sant'Andrea a Ravenna 

L'affresco del XIII secolo, Tempio di Romola sottostante alla basilica di San Cosma e Damiano a Roma

   La vita dei Santi Cosma e Damiano che risale al IV secolo e dalla letteratura bizantina si diffuse nell'antica tradizione della Rus'-Ucraina, dove subì alcune elaborazioni: riduzione ed aggiunte. Per esempio, sono stati compilati articoli aggiuntivi sui dodici miracoli, la parola lodevole, la lettura per la memoria dei santi Cosma e Damiano, un miracolo speciale, cosiddetto di Korsun' (Cersoneso). Il miracolo di Korsun' scritto in ambiente slavo descrive la fratellanza come la trasformazione dell'acqua in vino, e viceversa, il vino in acqua.   
  Gli Uffici con la loda di Santi Cosma e Damiano dell'Asia e di Roma sono tra le più antiche traduzioni slave: gli contengono già gli Uffici delle Minei dell'XI secolo. I santi erano inclusi del Prolog del XII secolo. Alla metà del XIV secolo questi Uffici sono stati ritradotti in lingua paleoslava in Bulgaria (o sul Monte Athos) come parte delle Minei. Nella Rus'-Ucraina questa traduzione si è diffusa dal primo trentennio del XV secolo. La vita dei santi incluse nei suoi Chetiji -Minei pubblicati a Kyiv nel 1689 grande agiografo ucraino dell'epoca barocca Dmytro Tuptalo.  
    La popolarità di Cosma e Damiano come guaritori è stata consolidata nella Rus'-Ucraina attraverso le dedicazioni di numerose chiese, nella loro rappresentazione sulle icone e miniature di manoscritti, nell'onomastica e nella toponomastica. Tra sovrani della dinastia di Riuryk nella Rus'-Ucraina il primo che ebbe nome Cosma fu Sviatoslav Yaroslavoych. Il culto dei Santi Cosma e Damiano era uno dei più importanti culti patronali medievali. 
  Nelle città medievali le chiese patronali di Cosma e Damiano si costruivano negli insediamenti dei fabbri, intorno erano raggruppate le confraternite delle corporazioni dei fabbriSanti Cosma e Damiano erano considerati i loro patroni. Il giorno della loro commemorazione c'era una festa nelle botteghe dei fabbri, quando la bottega del fabbro portava lo stendardo della gilda dei fabbri decorato con le immagini dei Santi Cosma e Damiano.
   Le raffigurazioni di Cosma e Damiano sono presente tra gli affreschi di fronte all'altare di Santa Sofia di Kyiv (l'XI secolo). Dal XIV secolo in Ucraina si sono diffuse le icone di Santi Cosma e Damiano con le scene della loro vita. Le loro rappresentazioni sono tra le miniature del capolavoro della scuola artistica di Kyiv c.d. Salterio di Kyiv del 1397, negli affreschi del Maestro Andrij con suoi allievi nella cappella di Santissima Trinità a Liublino (1418).  
    
La miniature del Salterio di Kyiv, 1397  

Gli affreschi della cappella di Santissima Trinità a Liublino, 1418 

Кузьма і Дем'ян" кін 15 Тилич НМЛ | Церква
 L'icona ucraina, villaggio Tyluch, Museo Nazionale a Leopoli 

L'icona ucraina del XV secolo, villaggio Jablunytsa-Ruska, Museo a Sianok (Polonia)

L'incisione del 1674, Kyiv

Кузьма і Дем'ян" 1688-1691 маляр Яцент Риботицький. Замок Ланцута | Церква

L'icona del maestro Yacent Rybotycky, 1688-91, Museo del castello Lancut

L'icona della fine del XVII secolo, villaggio Bajiv, Lutsk, Museo delle icone di Volyn'

Santi Cosma e Damiano, l'icona ucraina del XVII secolo,
villaggio Bodakiw, Museo Storico di Sianok

L'icona ucraina della devozione popolare, villaggio Lodyna, 
Museo del Castello di Lancut, Polonia

L'icona ucraina del XVIII secolo, Museo delle Religioni a Leopoli 

martedì 29 ottobre 2024

Nykodym Zubrytskyj (data di nasсità scon. 1688 (?) - 1724) famoso incisore ucraino su legno e rame


  Nykodym Zubrytsky 
(nс. -1724), 
famoso grafico e iconografo ucraino 



a cura di Yaryna Moroz Sarno


   Nykodym Zubrytsky (in ucr. Никодим Зубрицький) famoso incisore ucraino su legno e rame nacque nella regione di Leopoli nel villaggio di Zubrka (Galizia) сa 1688. 
     Da giovane divenne l'ieromonaco nel monastero di Krechiv di nome Nicodemo. La sua vita svolse nei diversi monasteri dell'Ucraina: a Krekhiv, Univ, Leopoli, Pochayiv, Kyiv, Chernihiv, lavorando per tipografie del monastero di Krekhiv, della Fraternita della della Dormizione della Madre di Dio a Leopoli (1691-1702), della tipografia monastica di Pochaiv, poi fu invitato dall'etamno Ivan Mazepa a Kyiv per lavorare nella tipografia monastica della Lavra a Kyiv (1705-1712). 
    Già nel 1688 Nykodym Zubrytsky faceva le incisioni per il monastero di Krekhiv. L'artista si trasferì nel 1691 a Leopoli, dopo al monastero di Univ (1691-1702), dove si impegnò, lavorando sulla decorazione dei libri liturgici pubblicati nella tipografia della confraternita di Leopoli ("Sluzhebnyk", "Anfologion" nel 1692, Akathists (1699), l'Apostolo (Leopoli, 1696), "Libro di preghiere di tutti i giorni", "Liturgion" (1702), Salterio (1704); illustrò una ristampa del Vangelo con le omelie e gli insegnamenti di Kyrylo Tranquilion-Stavrovetskyj nel 1696 (Tipografia del monastero basiliano dell'Univ). Tra le prime stampe decorate da Nikodym Zubrytskyi ad Univ furono i Salteri del 1689, 1692 e 1699 Nel "Salterio" del 1689 di Univ stamparono soltanto salvaschermi e colarono decorazioni realizzato da Zubrytskyi, e nelle altre due edizioni sui paraventi furono aggiunte anche incisioni della trama. Il Salterio di Univ del 1692 è decorato con iniziali, tre intermezzi di quattordici tavole e quattro illustrazioni. Le illustrazioni del "Re David" e della "Dormizione della Vergine Maria" portano la firma di Zubrytskyi, ma l'incisore ha realizzato solo un'incisione direttamente per questa edizione: "Re David", che è datata 1692, mentre l'incisione "La Dormizione della Vergine Maria" è stato ristampato da "Molytvoslovets" (1691). Le opere di Zubrytskyi sono completate da due opere dell'artista del monogramma LM. Questa non è la prima stampa su cui insegnante e studente hanno lavorato insieme: nel 1691 decorarono insieme l'Univ "Chasoslov" e nel 1694 nella tipografia della confraternita Stavropygius di Lviv realizza un ciclo di xilografie per "Anfologion". Sull'incisione di Nikodym Zubrytskyi "Re Davide", che è inclusa nel "Salterio" del 1692, è raffigurato uno dei personaggi della Bibbia - il re salmista. 
   Nel 1700, sull'incarico del monastero di Santa Caterina del Sinai fece le illustrazioni della prima edizione dell'“Irmologion”. Nikodym Zubrytskyi decorò anche "Respublica consanguinitatis ...", che fu pubblicata nel 1701 nella tipografia della Compagnia di Gesù a Leopoli.  
 Nel 1702 nella tipografia della Lavra (monastero delle Grotte) a Kyiv apparve "Pateryk" con 47 incisioni di Zubryckyj e maestro dell'incisione Ilya. Zubryckyj eseguì l'Assunzione della Beata Vergine Maria e molti altri. Gli Akathisti pubblicati nel 1707, su cui lavorò anche Nikodym Zubrytsky, contenevano un'incisione di Antonio e Teodosio.
    Nel 1704 ca lavorò nel monastero di Pochayiv, dove eseguì un capolavoro del genere storico sulla battaglia contro i turchi: "L'assedio di Pochayiv da parte dei turchi" (1704), ricreato sull'opera dell'artista Anatoliy (l'opera originale non è stato conservato). Nel 1705 si trasferì a Kyiv sull'invito di Ivan Mazepa, divenne ieromonaco del monastero delle Grotte a Kyiv, nel 1709–24 fu a Chernighiv, illustrando l'edizione "Nuovo Testamento. Apocalisse" (Chernighiv, 1717). 
   La sua opera più importante che aveva un impatto significativo sulla cultura ucraina sono le 67 incisioni su rame realizzate tra il 1705 e il 1712  l'Ifika ieropolitica (Ифіка Ієрополітака (1712) in onore dell'etman Ivan Skoropadsky (1646-1722): sul rovescio del titolo c'è lo stemma della famiglia Skoropadsky e con una dedica panegirica che si estende sulle diverse pagine. "Ifika Hieropolitika" è una raccolta unica dell'opere di carattere filosofico-moralistico con un'interpretazione figurativa sui testi didattici e moralistici delle 67 piccole incisioni (dimensioni 5,3x7,5) sugli argomenti relativi ad etica, moralità, filosofia e fondamenti educativi, fu pubblicata dalla tipografia del monastero delle Grotte a Kyiv nel 1712. Sotto ogni illustrazione allegorica (Verità, Vergogna, Umiltà, Gentilezza, ecc.) c'era un verso di quattro o (meno spesso) sei versi. L'autore del libro è sconosciuto; probabilmente era un monaco del monastero delle Grotte a Kyiv. Le immagini grafiche sono state accompagnate con versetti sillabici esplicativi. Le incisioni si riferiscano alla letteratura emblematica particolarmente popolare nel XVI secolo e contengono le interpretazioni figurativo-allegoriche dei concetti dell'etica, della moralità e della filosofia ucraina coeva. 
    Durante la sua breve vita, eseguì incisioni sui numerosi committenze dai monasteri e dalle chiese di Krechiv, Leopoli, Kyiv e Chernihiv. Le opere da cavalletto sono caratterizzate da concisione, immagini e dall'uso di sagome contrastanti ("Gesù e San Gaetano", 1703). Numerose xilografie per libri sono caratterizzate dal realismo e dalla ricerca di nuove versioni compositive dei soggetti canonici ("Sluzhebnyk" 1691, "Anfologon", 1692;  "Gli Akafisti", 1699; "Triodion" (Leopoli, 1717) e "Nuovo Testamento", Chernighiv 1717, "Apostol", 1719).
     L'eredità del famoso incisore e pittore ucraino Nykodym Zubrytsky conta oltre quattrocento opere: realizzò più di 400 incisioni di vario genere nelle tecniche della xilografia, dell'incisione sul rame, dell'acquaforte. Le sue numerose xilografie per i libri sono caratterizzate da tratti realistici e dalla ricerca di nuove varianti compositive dei soggetti canonici univano organicamente le tendenze occidentali con le peculiarità nazionali. 
     Le sue opere sono state pubblicate a Leopoli, Kyiv e Chernighiv, lavorò  anche per Univ e Pochajiv. Si conoscono circa 400 opere, per lo più su argomenti biblici per pubblicazioni di libri.
     L'attività creativa di N. Zubrytsky aveva un forte impatto sullo sviluppo dell'arte ucraina. Durante il XVIII secolo queste illustrazioni sono state ripubblicate nelle diverse edizioni a San Pietroburgo, Mosca, Leopoli, Kyiv e Vienna.



Фрагмент "Євангелія учительного" Кирила Транквіліона Ставровецького. Фото з https://photo-lviv.in.ua

NYKODYM ZUBRYTSKYJ,  Leopoli, Tipografia della Frternità leopolitana 1699 

L'incisore Nykodym Zubrytsky, 1721 





Чотири вершника. Фото з http://w.histrf.ru/articles/article/show/zubritskii_zubrzhitskii_nikodim




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sabato 26 ottobre 2024

NESTORE Cronista (ca 1056- ca 1114)

      27 ottobre 
       La festa della letteratura e della lingua ucraina 

La memoria di NESTORE Cronista  
 di Yaryna Moroz Sarno 

Immagine correlata 

"Tutta la saggezza non confermata in scrittura sarà ignorata e dimenticata" 
                                                                                                     Nestore Cronista

  Nestore cronista, 
 il patrono di tutti coloro che insegnano e studiano, 
nonché degli storici, studiosi e giornalisti
 

    Nestore Cronista (circa 1056 - circa 1114, Kyiv) fu il primo storico, scrittore, agiografo ucraino, monaco del monastero delle Grotte a Kyiv (Kyiv-Pechersk) che scrisse "La storia degli anni passati". L'autore della vita dei santi principi Borys e Glib, della Vita di San Teodosio Pechersky, l'abate del monastero delle Grotte a Kyiv. Il suo lavoro fortemente influenzò la letteratura agiografica ucraina e degli slavi orientali. 
   Nestore nacque non prima del 1056. Nell'anno 1073, all'età di diciassette anni giunse al monastero delle Grotte a Kyiv (di Kyiv-Pechersk). Fu novizio del monastero di Teodosio, prese la tonsura dall'igumeno Stefano, successore di Teodosio, che lo condusse anche al diaconato. 
   La sua istruzione primaria probabilmente conseguì presso la scuola di Santa Sofia a Kyiv, che fu fondata dal Principe Yaroslav il Saggio. Lavorò nello scriptorium di Yaroslav e fu direttamente impregnato alla conservazione della Biblioteca di Yaroslav il Saggio, il più grande patrimonio della Rus'-Ucraina di allora. Nestore aveva una mente acuta e buona memoria, leggeva molto, la sua lettura non era solo religiosa, ma anche filosofica, storica. 
   Nestore aveva conoscenza della storia, della letteratura, del greco e della teologia ed era considerato l'uomo più colto di Rus di Kyiv della fine dell'XI - l'inizio del XII secolo. Oltre alle sue conoscenze teologiche, aveva un'eccezionale abilità nella storia e nella letteratura ed era fluente in greco.
     La sua prima opera fu la vita dei Santi Borys e Glib. Grazie a Nestore, i nomi di questi giovani principi non furono dimenticati. Dopo scrisse "La vita di San Teodosio di Pechersk" che fornisce grande materiale sulla vita del santo, dà estratti dei suoi insegnamenti, racconta la storia del monastero. 
Nell'introduzione della Vita di San Teodosio scrisse: "Ed io, peccatore Nestore, mi sono consolato con il pensiero, e mi sono rafforzato con fede e speranza che con il Tuo aiuto nulla è impossibile, e ho posto le basi per la parola della Scrittura e ho dedicato alla vita del nostro Reverendo Padre Teodosio". La 
Vita si conclude: "Questo è scritto da me, il peccatore Nestore, l'ultimo di tutti nel monastero del nostro benedetto padre Teodosio, dove ero accettato dal monaco abate Stefan. Mi ha anche eseguito e tonsurato, vestendomi con abiti monastici, e anche in seguito mi ha elevato al diaconato".
  "La Cronaca degli anni passati" si fondò sugli eventi storici e quasi contemporanei all'autore, i racconti popolari, nel tentativo di presentare gli eventi nel modo più preciso possibile. Nestore revisionò le cronache bizantine di George Amartol e Giovanni  Malapi, cronache d'archivio monastico nei riassunti di Nikon (1073) e Giovanni (1093), elaborò la serie di nuove fonti scritte e orali e diede loro una forma letteraria. 
     "... Con Dio iniziamo. Padre, benedici! .. Da dove proviene la terra di Rus' e cosa è diventata" -  scrisse Nestor all'inizio della "Cronaca degli anni passati". Poi racconta come dopo il diluvio di Noè i figli di Noè si stabilirono in tutta la terra,  descrive come il santo apostolo Andrea venne in Ucraina con la predicazione del Vangelo, racconta in dettaglio del regno di Askold e Dir, Oleg, Igor, Olga,  Volodymyr e tutto il popolo. Nestore raccota sulle relazioni diplomatiche della Rus'-Ucraina con altri paesi, parla sulla Rus'-Ucraina come un paese distintivo, indipendente, che detiene un posto speciale tra gli altri paesi; con amarezza e dolore racconta sugli invasioni stranieri e conflitti tra i principi. Ma l'autore non perde l'ottimismo, perché gli esempi passati mostrano che il male sarà sempre superato. 

Le prime pagine della "Storia degli anni passati"
di Nestor nella Chronica di Lavrentiy.

 
Immagine correlata


Miniatuara che rappresenta Nesore Cronista nella Cronica di Radzivil del XV secolo, 
basata sull'originale del XII secolo 

 
  "La storia degli anni passati" inclusa nella Cronica di Radzivil
 con le miniature del XV secolo basate sull'originale del XII secolo 


Risultati immagini per радзивилівський літопис


   "La Cronaca degli Anni Passati" fu completata intorno al 1113. La stesura della storia è durata quasi 20 anni. La cronaca degli eventi fu ridotta al 1110. E' un'opera interessante e particolarmente preziosa per alcuni fatti storici, i dati geografici; racconta anche di eclissi solari, terremoti accaduti in quei giorni. La Bibbia è stata  abbondantemente citata in questa opera.
     Nestore Cronista si considera anche l'autore del "Racconto sui primi santi eremiti delle grotte", del "Racconto sul trasferimento delle reliquie del nostro reverendo padre Teodosio del monastero delle grotte", "Il racconto da cui il monastero delle Grotte ha preso il nome".
   Nel 1114 Nestore morì e fu sepolto nel monastero delle Grotte. La cronaca fu trasmessa al monastero Vydubitsky di San Michele, dove l'abate Sylvester revisionò gli articoli finali dell'opera, portando la storia al 1117. Le sue incorruttibili reliquie riposano nelle Grotte vicine di Sant'Antonio, fondatore del monastero, a Kyiv. 
    


L'incesione del monaco Elia, Paterikon, Kyiv 1661, fol. 273 r. 

   
   Il "Messaggio" del monaco del monastero delle Grotte Policarpo all'abate Akyndyn menziona "Nestore, che fu il compilatore della cronaca" dice anche che "il beato Nestore raccontato negli annali dei padri benedetti: di Damiano ed Efraim, e di Matteo e di Isacco". Le vite dei quattro santi sono descritte in "Il racconto dei primi monaci delle grotte" dall'articolo annalistico del 1074 nel "Racconto degli anni passati".   
   "Pateryk" del 1462 menziona San Nestore, l'autore delle storie nella cronaca sulla fondazione del monastero di Pechersk e sull'acquisizione delle reliquie di San Teodosio. La vita di Nestore apparve per la prima volta nel Pateryk (Paterikon o Le vite dei padri del monastero delle Grotte di Kyjiv) stampato a Kyiv nel 1661. Dmitry Tuptalo scrisse la sua vita e i cantici al suo onore (tropari) nel "Libro delle vite dei santi per i primi tre mesi, per esempio: settembre, ottobre, novembre" pubblicato a Kyiv nella tipografia Lavra nel 1689. Soltanto nell'anno 1763 per la prima volta nel giorno della memoria del Cronista Nestore nel monastero delle Grotte fu cantato un canone in suo onore. Nel 1872 fu fondata nel 1872 la Società scientifica in onore di Nestore Cronista.
  "La cronaca degli anni passati" era molto apprezzata da Mychaylo Grushevskyj. Egli scriveva su Nestore come un grande ricercatore erudito e di grande talento che ha creato il primo concetto scientifico della storia ucraina. Pertanto, gli eventi di quel tempo, registrati dalla parola di Nestore, divennero noti. Grazie alla grande opera dell'asceta, le gloriose pagine del passato ci vengono aperte, ispirando le generazioni future a pensieri e azioni nobili.
   La sua vita e attività divenne un'impresa a convalida del valore della scrittura e del libro. Scrisse Nestore: "Grande è il beneficio della lettura del libro", "i libri ci guidano e ci insegnano le vie del pentimento, perché dalle parole del libro otteniamo saggezza e moderazione ... Chi legge libri parla con Dio o con gli uomini santi".


Nestore Cronista sull'incisione di Leontiy Tarasevych


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Troparion all'onore del Reveverendo Nestore il Cronista:
(in lingua ucraina)

Тропар преподобного Нестора Літописця, Печерського, у Ближніх печерах лежачого, голос 4
Великих князів Київської Русі діяння/ і преподобних батьків Печерських життя й чудеса що описало, / твоє ж, Богомудрий Несторі, через численні чесноти ім’я / відзначене написанням в Небесній Книзі Життя, молися, що б і нам бути записаними в тої Книги Життя.

Інший тропар преподобного Нестора Літописця, Печерського, у Ближніх печерах лежачого, голос 4
 Часи й роки достопам’ятних діянь,/ подвиги й праці Богоносних отців, / Несторі премудрий, описував,/ любов’ю запалився  до Господа й бажанням крокувати слідами первісних,/ з ними ж не переставай молитися Христу Богові,/ що б урятуватися душам нашим.

Кондак преподобного Нестора Літописця, Печерського, у Ближніх печерах лежачого, голос 2
Як духовний син і учень Богоносного Феодосія / і щирий житія того наслідувач,/ перший чесних його мощів самовидцем бути вдостоївся,/ які з іншими отцями Києво-Печерськими набожно переніс,/ успадковуючи з іншими святими ченцями Царство Небесне, / молися тепер Господу, що б його одержати й нам, що гідно святкують пам’ять твою.


Писемність і освіта Київської Русі: як писали наші прадіди


                                                              *********************

Нестор. Сказання, чого монастир прозвався Печерським // Корені та парості: український генеалогікон / Нестор ;  упоряд. тексту та іл., перекладач, автор вст. ст. та прим. Валерій Шевчук. – К., 2008. – С. 46–50.
Нестор-літописець. Убивство князів Бориса і Гліба ; Сказання, чого монастир прозвався Печерським [Текст] / Нестор-літописець // Дерево пам'яті: книга українського історичного оповідання : у 4 вип. / упоряд. текстів, авт. передм. і приміт. В.Шевчук. - К., 1990. – Вип. 1. – С. 244-254.
Chronique dite de Nestor. Paris, 1884;
Nestorkrönikan översätting frÅn fornryskan av A. Norrback. Stockholm, 1919;
Die altrussische Nestorchronik. Leipzig, 1931; Cronica lui Nestor. Bucureşti, 1935;
Повесть временных лет, ч. 1: Текст и перевод. М.–Л., 1950
The Russian Primary Chronicle: Laurentian Text, translated and edited Samuel Hazzard Cross and Olgerd P. Sherbowitz-Wetzor. Cambridge, Massachusetts, 1953;
Nestorův letopis ruský: Povĕst dávných let. Praha, 1954;
Powieść minionych lat. Wrocław, 1968;
Літопис руський. К., 1989;
Повість временних літ: Літопис (за Іпатським списком). К., 1990;
Die Nestorchronik: Die altrussische Chronik, zugeschrieben dem Mönch des Kiever Höhlenklosters Nestor, in der Redaktion des Abtes Sil'vestr aus dem Jahre 1116, rekonstruiert nach den Handschriften Lavrent'evskaja, Radzivilovskaja, Akademičeskaja, Troickaja, Ipat'evskaja und Chlebnikovskaja und ins Deutsche übersetzt, von Ludolf Müller [Handbuch zur Nestorchronik, bd 4; Forum Slavicum, bd 56]. München, 2001.

Возняк, М. С. Агіографічні писання Нестора: ["Читання про Бориса та Гліба", "Житіє Теодосія"] [Текст] // Історія української літератури : у 2 кн. – Львів, 1992. – Кн. 1. – С. 169–173.
Возняк, М. С. Літописець Нестор. "Повість временних літ" [Текст] : сумніви щодо Нестерового авторства // Історія української літератури : у 2 кн. – Львів, 1992. – Кн. 1. – С. 195–198.
Грушевський, М. С. Нестор [Текст] : [про твори Нестора-літописця "Чтениє о житии и погублении блаженную страстотерпцю Бориса и Глеба" (1080), "Житиє Феодосия игумена печерского" (1080)]  // Історія української літератури : в 6-ти т., 9 кн. – К., 1993. – Т. 2. – С. 88–91.
Іванченко Р. Нестор-літописець (фрагмент старокиївської хроніки) // Вітчизна. – 1982. – № 5. – С. 35–140.
Слабошпицький М. Батько української історії: [про Нестора- літописця] // З голосу нашої Кліо.  – К., 1993. – С. 80–82.
Франко І. Студії над найдавнішим Київським літописом (частина перша) // Зібрання творів : у 50 т. Т. 1–25 : Художні твори. – К., 1976. – Т. 6 : Поезія / ред. тому О. В. Мишанич. – С. 10.
Яременко В. Літописець Нестор і його "Повість врем'яних літ" [Текст] // Золоте слово : хрестоматія літератури України-Руси епохи Середньовіччя IX–XV століть : в 2 кн. / упоряд. В. Яременко, О. Сліпушко. – К., 2002. – Кн. 1. – С. 438–460.
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Туптало Д. Житіє преподобного отця нашого Нестора, літописьця руського [Текст] / Д. Туптало // Дерево пам'яті : кн. укр. іст. оповідання : у 4 вип. / упоряд. текстів та іл., авт. передм. й прим. В.Шевчука . – К., 1995. – Вип. 4 . – С. 11–12.


L'affresco di Ivan Izakevych nella chiesa Trapezna del monastero delle Grotte a Kyiv,
1902-1910
Україна сьогодні, 9 листопада, святкує День української писемності та мови. А також вшановують пам'ять Преподобного Нестора-Літописця

Детальніше читайте на УНІАН: https://www.unian.ua/society/10331286-den-ukrajinskoji-pisemnosti-ta-movi-istoriya-ta-tradiciji-svyata.html
9 листопада 2018 року вшановують Нестора Літописця - київського літописця та письменника-агіографа. З 1073 Нестор - чернець Києво-Печерського монастиря. Автор «Житій святих князів Бориса і Гліба й Теодосія Печерського». Вважається упорядником (за іншою версією автором) «Повісті минулих літ». Помер і похований у Києво-Печерській лаврі. У церковному календарі день вшанування пам'яті Преподобного Нестора Літописця припадає на 9 листопада. Цього дня в Україні, починаючи з 1997,

Детальніше читайте на УНІАН: https://www.unian.ua/society/10331286-den-ukrajinskoji-pisemnosti-ta-movi-istoriya-ta-tradiciji-svyata.html

Anna di Kyiv, regina della Francia



Yaryna Moroz Sarno

 ANNA di Kyiv,
regina della Francia





  Anna di Kyiv, (ca 1032 - dopo il 1075, non più tardi del 1089), la figlia del sovrano della Rus' di Kyiv, il Gran Principe di Kyiv Yaroslav il Saggio, nacque tra il 1024 e il 1032 dal matrimonio di Yaroslav il Saggio ed Ingigerda (Irene) Olofsdotter, figlia del primo re cristiano di Svezia Olof III  Skötkonung  (Olaph rex Sueonume di sua moglie, Estrid di Obotriten (che è stato anche notato nell'Adami, Gesta Hammenburgensis Ecclesiæ Pontificum). Anna di Kyiv fu la moglie del re di Francia Enrico I, regina di Francia, madre del futuro re Filippo I, antenata di circa trecento re francesi. 
   
    Le figlie di Yaroslav il Saggio, 
gli affreschi  dell'XI secolo a Santa Sofia a Kyiv (Anna è più piccola, la prima alla sinistra)

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Legami dinastici 
della corte di Yaroslav il Saggio 

   Durante il regno di Yaroslav il Saggio, Kyiv fu una delle capitali più forti e sviluppate culturalmente ed economicamente, tra le più grandi e ricche città europee. Yaroslav, il potente monarca europeo, si chiamava anche "il suocero d'Europa" perché tutti i suoi figli erano sposati con i re, i figli (nipoti) dei re o più alta nobiltà europea. Il principe Yaroslav il Saggio e sua moglie scandinava Ingigerda, la figlia del re Olav di Svezia (o Olaf Shetkonung), che le diede in dote la città di Aldeigaburg e tutta la Carelia, ebbero sette figli. Le quattro loro figlie, che erano educate sotto la supervisione della madre Ingigerda (1019-1050), erano destinate a diventare regine di Norvegia e poi di Danimarca, Ungheria, Francia e Inghilterra. Le saghe scandinave trasmettono i dettagli del matrimonio di Yaroslav con la principessa Ingigerda e dei matrimoni delle loro figlie. Le leggende e i miti inclusi nella raccolta "Cerchio della Terra" confermano gli eventi storici citati.
  Nel 1043 Yaroslav fece sposare la sua sorella Maria-Dobronega (1011-1087) con Casimiro I, re polacco e suo alleato politico, che salvò la Polonia dal collasso e la sottomissione al Sacro Impero romano; madre del re Boleslao II il Coraggioso e Sviatoslava (1046/48-1126), la prima regina di Boemia come moglie di Vratislao II di Boemia (1085-1092). 
    Il figlio Iziaslav (1024-1078), gran duca di Kyiv (1024-73, 1076-78) sposò Gertrude, la sorella di Casimiro I, la figlia del re polacco Mieszko II e Richeza di Lotaringia, nipote dell'imperatore tedesco Ottone II. Iziaslav fu primo re della Rus' -Ucraina coronato nel 1075 dal papa. Il suo figlio Yaropolk andò a Roma mandato dal padre a cercare sostegno dal pontefice. 
   Secondo gli studi di L. Voytovych, Volodymyr (1020 - 4 ottobre 1052), probabilmente il figlio dalla prima moglie, sposò Oda, figlia del conte Leopold / Liudolfo von Stade (1040 - 1087). La sua madre Ida di Elsdorf aveva legami con le più influenti famiglie dell'epoca: era nipote dell'imperatore del Sacro Romano impero Enrico III (1016-1056) e del papa Leone IX, di Gisella di Svevia (seconda moglie di Corrado II, imperatrice dei Romani, regina consorte d'Italia), era sorella di Matilde di Frisia, regina di Francia come consorte di Enrico I dal 1034. I conti von Stade furono uno dei più grandi signori imperiali. Dal 1056 divennero margravi ereditari della Marca Settentrionale. Il 6 gennaio 1043, Yaroslav il Saggio offrì al Kaiser Enrico III di suggellare l'alleanza sposando una delle sue figlie. L'imperatore rifiutò. Aveva già scelto Agnes de Poitiers, il cui matrimonio lo aiutò ad annettere la Lorena. Inoltre, gli abitanti di Merseburg erano insoddisfatti della politica di Yaroslav il Saggio, che di fatto impedì all'impero di annettere la Polonia. Dopo aver ricevuto un rifiuto dal Kaiser, Yaroslav concluse una serie di alleanze simili con influenti principi tedeschi, suggellate da matrimoni. Volodymyr era il più grande e, naturalmente, il suo matrimonio avrebbe dovuto essere il primo. Tuttavia, non è da escludere che l'Ode non sia stata sposata con Volodymyr, ma con Vyacheslav Yaroslavych. 
    Il suo secondo figlio Sviatoslav (1027 - il 27 dicembre 1076), principe di Chernihiv (1054-1073) e di Kyiv (22 marzo 1073 - 27 dicembre 1076) sposò la figlia del conte Etheler von Dietmarschen e Ida, la sorella dell'arcivescovo di Treviri Burhardo,  uno tra più influenti gerarchi dell'impero e la nipote dell'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico II il Santo (della dinastia degli Ottoni, la sua madre verosimilmente fu la sorella di papa Leone IX) che stava in stretti rapporti con Yaroslav il Saggio. Il suo nome è legato a due famosi codici illustrati: Izbornyk di Sviatoslav del 1073 e del 1076. Sviatoslav apparteneva al triumvirato con altri due fratelli. Era devoto ai zii santi Borys e Glib. 
    Il figlio di Yaroslav Illia (Elia) nel 1018/1019 sposò Estrid, sorella di Canuto II di Danimarca, Norvegia e dell'Inghilterra (994 ca - 1035); l'altro figlio Igor era marito della principessa tedesca Kinigunda, contessa di Orlamind
     Il figlio di Yaroslav, Vsevolod - Andrij (Andrea) (1030 - 1093), il sovrano della Rus' di Kyiv (1076 - 93), principe di Pereyaslav (1054 - 1076), Chernihiv (1077 - 1078) e poi granduca di Kyiv (1076 - 1077; 1078 - 1093), era sposato dal 1046 con Maria-Anastasia, figlia dell'imperatore bizantino Costantino IX Monomaco. Dal loro matrimonio nacque Volodymyr Monomaco (1053-1125), potente sovrano di Rus' (1113-1125) che sposò Gita, (Gutha de Wessex, 1053/61- 1098/1107), figlia dell' ultimo re sassone d'Inghilterra Aroldo II (Harold Haraldson). Vsevolod Yaroslavych fu una persona molto istruita, conosceva sei lingue, tra cui, senza dubbio, lo svedese (la lingua era conosciuta da tutti i figli di Indigerda e Yaroslav, figlio di Rogneda), il greco e, forse, anche latino e tedesco; fu fondatore dei monasteri e delle chiese. 
    La figlia di Vsevolod Eupraksia (Adelaide, Prassede di Rus', in ted. Adelheid von Kiew, 1067-1109) come la moglie dal 1088 di Enrico IV (m. 1106), imperatore del Sacro Romano impero, era imperatrice incoronata a Colonia dall'arcivescovo Arduico di Maldebirgo e regina consorte dei Romani e d'Italia (1088-1105). Nelle prime nozze era sposa del conte di Stade Enrico III Lungo, probabilmente il matrimonio era organizzato da Oda di Stade, che era sorella del suo padre, Lotario Udo II.
   Igor -Costantino (1036 - 1060), principe di Volyn' (1054-1057) e Smolensk (1057-1060), molto probabile che era sposato con la figlia del margravio sassone Ottone, Kunegunda, che dopo la morte del marito, ritornò in Germania e si risposò con Conone, conte di Beichlingen.
  Una figlia di Yaroslav il Saggio nel 1043 Elisabetta di Kyiv (in norvegese Ellisiv, o Ellisif, 1022 ca - dopo il 1067) sposò Harald III Sigurdsson, cugino del re Olaf di Norvegia (1015-1066, il futuro il re di Norvegia che regnava tra il 1047 e il 1066, morì nella battaglia di Stamfordbridge vicino a York il 25. 09. 1066, cercando di conquistare l'Inghilterra), diventando poi la regina di Norvegia (loro figlio Olaf III Calmo Haraldsson governò la Norvegia dal 1066 al 1093; la figlia Ingegerd Haraldsdotter (1046 ca - 1120 ca) fu regina consorte di Danimarca con re Olfar I di Danimarca (1050-1095) e di Svezia come moglie di Filippo I Halstensson). 
    Per rafforzare la posizione di suo figlio, nel 1067 Elisabetta sposò il re danese Sven II Estridsen (1018 ca -1076, regnò 1047-1076), diventando la sua terza moglie e forse la madre della figlia più giovane Helena Gunhilda. Il figlio di Sven, Olaf I (re di Danimarca nel 1086-1095) sposò Indigerda, figlia di Harald III ed Elisabetta, che rafforzò l'unione norvegese-danese 
    Anastasia di Kyiv (? - dopo il 1074), regina d'Ungheria, sposò nel 1046 ca Andrea I (1015-1061), re d'Ungheria (1046-1060). Quando suo figlio era minorenne, Anastasia governava il regno, e la loro posizione rimase traballante, il paese era di fatto bicamerale. Lei e il re Salomone furono sostenuti da Enrico IV, e i figli di Bela I, Geza e Laszlo, furono sostenuti dalla Polonia.
   Agata di Kyiv (Agafia, in ucr. Агафія Київська) fu moglie del re inglese Edoardo l'Esiliato (m. 1057), unico figlio di Edmondo II Irondide d'Inghilterra (988-1016). Come sottolineava Guglielmo di Malemsbury nel "De Gestis Regis Anglorum", anche numerosi cronache successive, la moglie di Edoardo era sorella della regina ungherese Anastasia (la figlia di Yaroslav il Saggio). Secondo altre fonti il suocero di Edoardo fu il "re di Rus'". Eduardo l'Esiliato sosteneva il re ungherese András I e lo accompagnò in un viaggio da Kyiv all'Ungheria nel 1046, dopo di che rimase accolto da lui per molto tempo in Ungheria. 
  Rimanendo presto vedova, Agata insieme ai suoi figli si recò in Scozia. La prima figlia Cristiana divenne la badessa dell'abbazia in Hampshire. Seconda figlia Margherita (ca. 1045 - 16 novembre 1093), divenne la moglie del re Malcolm Macduncan III Canmore di Scozia (1031-1093) nel 1070 e la madre di quattro re scozzesi, Edmundo, Edgaro, Alessandro I e David I; famosa per le sue riforme religiose e per l'influenza sulla trasformazione culturale del regno scozzese, perciò fu proclamata santa patrona della Scozia. Il terzo figlio, Edgardo II d'Inghilterra (1051 ca- 1126 ca) fu proclamato re.  

   
 I legami dinastici di Yaroslav il Saggio in Europa



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Anna,  principessa della Rus'- Ucraina 

    Non ci sono quasi informazioni sull'infanzia di Anna di Kyiv, ma non c'è il motivo di dubitare che abbia ricevuto una buona istruzione per poter leggere e scrivere, che a quel tempo era anche raro per alta nobiltà. Si presume che lei anche conosceva le cinque lingue,  tra cui ucraino, svedese (la madrelingua della sua mamma), il latino, il greco e il francese, che imparò in preparazione al matrimonio. Era molto preparata per governare lo stato. Considerando che nella famiglia di Yaroslav l'istruzione era molto apprezzata e il fatto che Yaroslav fondò numerosi scuole e una famosa biblioteca presso la cattedrale di Sofia a Kyiv, si presuppone un livello elevato dell'istruzione di Anna. 
 A. Kalnofoyskyj menziona la principessa Anna nell'elenco dei fondatori e guardiani del monastero delle Grotte a Kyiv (di Pechersk). Il monastero di Pechersk fu fondato dopo la partenza di Anna, ma alcuni contributi in suo favore dovettero essere fatti a beneficio dei primi monaci di Kyiv (forse prima della partenza per la Francia), perché se ne ricordava già nel XVII secolo. Un'esempio unico della sua firma in Ucraina può essere visto a Sofia di Kyiv. La regina di Francia lo lasciò sotto l'affresco di San Pantaleone, il santo patrono della famiglia principesca.
     Anna era famosa per la sua bellezza e cultura, ma d'altra parte, c'erano i vantaggi degli importanti legami familiari di questo matrimonio inter-dinasticoPer esempio, la nonna di Anna, Estrid Svendsdatterfu la principessa danese (la figlia di Sweyn I Barbaforcuta, re di Danimarca, d'Inghilterra e gran parte di Norvegia) e la sorella di Canuto (Knut I) il Grande (994-1035), re di Danimarca, d'Inghilterra e Norvegia (1016-1035), il sovrano di un enorme impero che comprendeva Inghilterra, Danimarca, Norvegia e Svezia. Estrid era la seconda moglie del duca Riccardo II di Normandia, il nonno del futuro Guglielmo il Conquistatore. Rimasta vedova, si risposò con Ulf Torgilson, dal cui matrimonio nel 1018 nacque Sven II Estridsen, re di Danimarca (1047-1076). 
  La madre di Anna Yaroslavna, Ingigerda, fu la nipote del re di Svezia Enrico il Vittorioso (945 ca - 995 ca), il primo re di Svezia storicamente accertato a cui dedicarono saghe, e cugina di Estrdsen. Pertanto, il fratello di Ingigerda, Anund Jacob, fu il re di Svezia (1022-1050). Il fratellastro suo Edmundo divenne il re di Svezia (1050-1060). Astrid, la figlia di Olfar III di Svezia (la sorellastra di Ingigerda)sposò Olaf III di Norvegia il Santo (il Grosso), il patrono di Norvegia e fu madre (matrigna) di Magnu s I, re di Norvegia e di Svezia. 
    Quando nel 1044 /1049 Enrico I della dinastia dei Capetingi (Reims, 4 maggio del 1008 - Vitry aux Loges, 4 agosto del 1060), il re di Francia (1027-1060), figlio di re Roberto II di Francia (m. 20 luglio 1031) detto Pio e di Costanza d'Arles, che cercò l'appoggio di Yaroslav I nella lotta, rimase vedovo in età di 36 anni, inviò la prima ambasciata francese guidata dal vescovo di Chalons Roggero III insieme a Goscelin di Chauny, Gautheir di Meaux ed altri consiglieri a Kyiv per chiedere la mano della terza figlia di Yaroslav il Saggio Anna-Agnes (1025–1075). Ma Yaroslav il Saggio rifiutò la proposta degli ambasciatori francesi. 
      

Petro Andrusiv, Yaroslav il Saggio riceve gli ambasciatori francesi 
 
     Nel 1048 per la seconda volta l'ambasciata reale guidata dal vescovo francese Gauthier Seuveir si recò a Kyiv. Il vescovo Gauthier Seuveir, che venne a Kyiv per trattare sul matrimonio tra Anna Yaroslavna e Enrico I, testimoniò: "Lo stato di Kyiv era più potente, più felice e più colto della Francia". Dopo la solenne cerimonia nella Basilica di Santa Sofia, organizzata in onore dell'arrivo degli ospiti francesi, l'ambasciatore Gauthier Sauveir ha letto una lettera ufficiale del re francese che chiedeva ad Anna di diventare sua moglie. Il sovrano di Rus'-Ucraina accettò la proposta di sposare Anna, la sua terza figlia, con il re francese. 
      Secondo la cronaca dell'abbazia di Saint-Pierre-les-Vifs a Sance, l'ambasciata era guidata dal vescovo della città di Mauthier e uno dei vassalli del re Goslain de Chaunay. "La glossa di Reims" indicava che a capo della missione era il vescovo Ruggero di Chalons, gli fu anche affidato il compito di scoprire se Chersones, dove riposavano le reliquie di San Clemente papa, fosse lontano da Kyiv.
      Al vescovo francese Roggero di Chalon (Chalon-na-Marne in Champagne), che nel 1048 come parte di un'ambasciata, fu donata la parte delle reliquie di Clemente. Anche quando il re stava mandando il vescovo di Chalons a Rabastia per andare a prendere Anna, l'abate Odalrico chiese al vescovo di scoprire se Chersonese fosse lì. Roggero chiese al principe Yaroslav dove si trova Chersonese, dove si dice che Clemente abbia riposato, dove nel giorno della sua nascita il mare si ritira e diventa accessibile alle persone, ma era sorpreso, quando ha scoperto le reliquie di S. Сlemente Ruggero si trovano a Kyiv.  
   Anna Yaroslavna fu figlia di un potente sovrano, imparentato con gli imperatori di Bisanzio. Il suo nonno San Volodymyr era sposato con Anna chiamata Porfirogenita (13 marzo 963, Costantinopoli - 1011, Kyiv), figlia di Romano II, la sorella degli imperatori bizantini Basilio II e Costantino VIII, nipote di Costantino VII Porfirogenito, ed Anna è stata chiamata così in suo onore. Il matrimonio era estremamente prestigioso per Enrico, rappresentante della giovane dinastia dei Capetingi. 

Enrico I, re di Francia, il ritratto eseguito da di M.G. Blondel, 1837, Reggia di Versailles 

***
La storia di Anna, regina di Francia

   Soltanto nel 1051 venne Anna in Francia attraversando Cracovia, Praga e Ratisbona. Il 19 maggio 1051 nella festa di Pentecoste come lo racconta l'Actus 10 del Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regum Francorum continet actus (Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regum Francorum continet  10, MGH SS IX, p. 388) nella cattedrale di Reims (dove pose il Vangelo in slavo ecclesiastico, sul quale giurarono tutti i successivi re di Francia, attualmente conservato nel Museo della Cattedrale di Reims) Anna sposò Enrico I e fu incoronata nello stesso giorno come regina di Francia e così diviene la prima regina francese incoronata nella cattedrale di Reims. 


   Nella Chronica Albrici Monachi Trium Fontium (Chronica Albrici Monachi Trium Fontium 1052, MGH SS XXIII, p. 789) la principessa Anna si nomina come moglie e del re Enrico e la figlia del re Giorgio degli slavi (Anna filia Georgii regis Slavonum). Giorgio era il nome del battesimo di Yaroslav. Il fatto che "Anna, la figlia del re di Rus'" divenne regina di Francia, è stata descritto da Ugo di Fleura nella sua cronaca datata 1122 ca "Le gesta dei moderni re dei Franchi".  
  Nell'Actus 10 del Hugonis Floreacensis, ci riporta riccordo sull'avvenimento del matrimonio tra Enrico e Anna, che è stata menzionata come figlia di Yaroslav ("filiam regis Russorum Annam") e di Ingerger Olofsdotter di Svezia (Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regum Francorum continet Actus 10, MGH SS IX, p. 388). Uno tra più importanti storiografi della sua epoca il monaco inglese Orderico Vitale (1072 - 1142) nella sua Cronaca (Speculum XII. Orderici Viale, Historia Ecclesiastica, liber III, cap. II, p. 515) scrisse "Henricus autem, Francorum Rex, Bertradam, Julio Claudii regis Russiae filiamo, uxorem dixit". 

     
Il matrimonio di Anna ed Enrico, la miniatura di "Les Grandes chroniques de France ou de 
St Denis", Parigi, dopo il 1332 – prima del 1350; Londra, BL, Royal MS 16 G VI, fol. 269 v


La Cattedrale di Reims, dove era sposata ed incoronata Anna di Kyiv  

    Come menzionano le cronache lei portò nella dote grandi monete d'oro coniate a Bisanzio. Oltre all'oro e alle pietre preziose, la principessa ucraina portò in Europa una reliquia inestimabile: il Vangelo di Reims, sul quale i re francesi giurarono per secoli. Questo Vangelo è stato scritto nello scriptorium di Sofia di Kyiv, fondato da Yaroslav il Saggio per scrivere libri religiosi. Ma il tesoro principale era la conoscenza ed anche parte della biblioteca di suo padre: Anna portò in Francia libri in diverse lingue, ha portato l’istruzione, ha fondato le scuole. 
     Esiste la lettera del papa Nicola II del 1059 ad Anna di Kyiv (Epistola Nicolas II pape ad Annam reginam, Recueil des Historiens des Gaules et de la France, Paris, 1767, t. 11, 653-654) in cui il pontefice sottolineava la sua pietà e generosità verso la chiesa (fondò, in particolare, il convento di San Vincenzo a Sanlis (1065 ca), a nord di Parigi, dove visse dopo la morte di Enrico I. Nel XVII secolo qui fu eretto un monumento in onore della regina Anna con un modellino del monastero che fondò nella mano. L'iscrizione sul monumento dice: "Anne de Russu, reine de France". Molto sorpreso dalle grandi capacità politiche di Anna, papa Nicola II le scrisse: “Onorevole Signora, la fama delle sue virtù ha raggiunto le nostre orecchie e, con grande gioia, apprendiamo che sta svolgendo i suoi doveri reali in questo stato molto cristiano con lodevole zelo,  disinvoltura e mente brillante ”.   
   Come regina, Anna accompagnava il suo marito nei viaggi per il paese, si prendeva cura di chiese e monasteri, era presente nel consiglio reale e molti documenti dell'epoca contengono la sua firma personale o la sua menzione nei decreti reali sotto forma di "Con il consenso di mia moglie Anna"Gli storici sottolineano che non ci sono altri casi nella storia francese in cui i decreti reali presentano tali iscrizioni. Esistevano (citati nell'epistolario ecclesiastico del XVII secolo) gli atti reali del suo marito con nome di Anna latinizzato Agnese, il fatto eccezionale per epoca. 
    Nel 1052 nacque il loro figlio primogenito Filippo, futuro Filippo I (1052, Château de Melun, Seine-et-Marne - 30 VII, 1108, Abbaye Saint Benoît-sur-Loire) che già il 23 maggio del 1059 fu incoronato come re associato al padre nella cattedrale di Notre-Dame de Reims (Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regum Fr ancorum continet Actus 10, MGH SS IX, 389) dall'arcivescovo Gervais di Reims alla presenza di legati pontifici e nel 1060 succede suo padre come Filippo I e regnando in Francia durante 48 anni.  

Re Filippo I di Francia  
 


    Anna con Enrico I ebbero quattro figli: il maggiore, il futuro re di Francia Filippo I (1052 - 1108), Roberto (1055 - 1060), che morì infante, la figlia Emma (Edigne) e il più giovane Ugo (1057-1101), uno dei capi della Prima Crociata, il condottiero dell'esercito francese (nella Historia rerum in partibus transmarinis gestarum lo ricordano come dominus Hugo Magnus, domini Philippi Francorum regis frater). 
     La regina Anna insegnò ai suoi figli a leggere e scrivere, le lingue, l'aritmetica, la storia. A differenza di suo padre, il futuro re di Francia Filippo I divenne il monarca più istruito del suo tempo. Filippo I il Buono e Ugo il Grande per tutta la vita mantennero un profondo rispetto, un amore tenero per la madre. 
   Ugo I detto il Grande, conte di Vermandois, secondo la cronaca (MGH, Hugonis Floreacensis, t. IX, 10, p. 388) era terzogenito (lat. Hugo Magnus, fr. Hugues le Grand, Hugh, Hugues Ier de Vermandois1057 - Tarso, Turchia, 18 ottobre 1101) fu fondatore della dinastia dei Conti di Vermandois, conte di Vermandois e Valois dal 1085 (l'Actus 10 del Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regnum Francorum continet). Sposò Adelaide IV di Vermandois, figlia di Erberto IV di Vermandois, dopo il 1067. Questi (Erberto IV) e stato ricordato  nell' occasione della consacrazione di re Filippo I di Francia nel 1059. 
     Quando papa Urbano II convocò nel novembre 1095 un concilio a Clermont per riconquistare Gerusalemme e liberare il Santo Sepolcro dagli infedeli, Ugo divenne tra i capi della cavalleria europea della prima crociata in Terra Santa. Il suo nome è stato nominato tra i capi della crociata da Guglielmo, arcivescovo di Tiro, "dominus Hugo Magnus, domini Philippi Francorum Regis frater" (Historiens occidentaux I, Historia Rerum in partibus transmarinis gestarum, ("L'estoire de Eracles Empereur et la conqueste de la terre d'Outremer"), libro I, cap. XVII, p. 45). Secondo Guglielmo, andando nella crociata, passò per la basilica di San Nicola a Bari nel 1096. Fu al comando delle truppe francesi nell' assedio di Nicea e Antiochia. Secondo le notizie riportate dal cronista della I crociata Alberto, fu imprigionato da Alessio I Comneno e poi liberato da altri crociati (Historia Hierosolymitanae expeditionis, libro II, cap. VII-IX). Alberto di Aix ricorda che "Hugonem Magnum fratrem regis Franciæ, Drogonem et Clareboldum" fu preso come prigioniero dell'imperatore bizantino, ma poi rilasciato dopo intervento di "Baldewinus Hainaucorum comes et Heinricus de Ascha" inviato da Goffredo di Buglione (RHC, Historiens occidentaux, Tome IV (Paris, 1879), Alberti Aquensis Historia Hierosolymitana, Liber II, Cap. VII-VIII, pp. 304-5). Nel 1098, dopo la vittoria in Antiochia, tornò in Francia per radunare l'esercito e ripartì nel marzo del 1101. 
    Partecipò nuovamente alla crociata del 1101, dove è stato gravemente ferito in Cappadocia. Mostrò il coraggio nella battaglia di Doryleum e fu ferito. Morì a causa delle ferite sulla strada verso Gerusalemme nella città di Tarso in Cilicia. Secondo altra versione, ucciso durante un' imboscata da sultano Arslar. Come notava Chronique de Robert de Torigni, sotto l'anno 1102 "Mortuus est et Hugo Magnus apud Tarsum". Fu sepolto nella chiesa di San Paolo a Tarso. 
     L'informazione sulla figlia sua Emma ("Emmamque filiam") ci riporta Historia Francorum (Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regum Francorum continet, Actus 10, MGH SS IX, p. 388).  Emma (beata Edigne) (1055 ca - 1109 ca Puch, Fürstenfeldbruck) fu canonizzata dalla chiesa e rimane ancora una santa molto popolare tra gli abitanti della Baviera. Secondo una pia leggenda, nel 1074, non volendo sposarsi, la principessa Edigna fuggì da Parigi e nel tentativo di nascondersi raggiunse il villaggio bavarese di Puch alla periferia di Monaco. Edigna sfuggì a un matrimonio forzato fuggendo. Un contadino la portò accanto a un gallo sul suo carro trainato da buoi. Sotto il villaggio bavarese di Puch, il gallo cantò all'improvviso, un segno per Edigna. La principessa smontò da cavallo in questo luogo e visse come un'eremita in un tiglio cavo. Da quel momento in poi, Edigna fu al fianco degli abitanti del paese come insegnante, catechista e taumaturgo.
   Per 35 anni visse una vita pia come eremita nel tiglio cavo di Puch. Istruiva il popolo nella fede cristiana, predicava la Sacra Scrittura, insegnava a leggere e scrivere, istruiva i bambini locali e curando i malati, aiutava in molte necessità.   Edigna morì  il 26 febbraio 1109,  nella fama della santità, molto onorato dal popolo. Dopo la sua morte, Edigna compì molti miracoli per le persone e per il bestiame.   
   Il tiglio in cui Edigna visse ed esiste ancora adesso è stato venerato in modo speciale. Da questo albero scorreva meravigliosamente un olio curativo, che però si prosciugò quando si cercò di venderlo a pagamento. Già durante la vita di Edigna, vicino a un tiglio fu costruito una chiesa, nel quale fu successivamente sepolta. Gli abitanti riconoscenti la seppellirono nell'altare della chiesa. Le reliquie di Edigna giacciono in un'edicola di vetro sull'altare sinistro della chiesa di Puch. Innumerevoli persone si rifugiarono nella sua tomba e ottennero un aiuto miracoloso grazie alla sua intercessione, soprattutto negli anni 1600 - 1610 si dice che qui siano avvenuti grandi miracoli. 
 
L'affresco con la rappresentazione della beata Edigna nella chiesa di Puch 

   Il suo culto fu menzionato per la prima volta per iscritto nel 1347 in un documento sulla morte dell'imperatore Ludovico IV, morto vicino a Puch. Una antica testimonianza scritta su Edigna risale al 1554 e appartiene allo storico tedesco Johannes Aventin, autore della "Cronaca bavarese". La storia di Santa Edigna è raccontata anche dallo scrittore gesuita tedesco Matthew Rader nella sua opera "Santi Bavaresi" (1624), descrive numerosi casi miracolosi di guarigione intorno a loro nel periodo 1590-1616. A cavallo dei secoli XVI - XVII, la Chiesa cattolica proclamò beata la nipote di Yaroslav il Saggio, riconosciuta anche dalla Chiesa greco-cattolica ucraina. Il luogo principale del suo culto è la chiesa di San Sebastiano di Pukh, costruita all'inizio del XVIII secolo, sul sito del tempio in cui fu sepolta Edigna. Nel 1988, la comunità ecclesiale ucraina della Baviera ha collocato un'immagine di Edigna nella chiesa di San Sebastiano con un'iscrizione in ucraino e tedesco: "Beata Edigna, pronipote di San Volodymyr, figlia di Anna Yaroslavna, prega per tutti noi e la nostra nazione". 
   Va menzionato che tra i parenti di Anna Kyiv c'erano molti santi. Sulla linea di sua madre, la pia principessa di Kyiv Irena (Ingigerda di Svezia ca 1001-1050), Anna Jaroslavna era una parente del santo principe Venceslao di Boemia (ca 907-936), il patrono celeste della Repubblica Ceca. Un'altra patrona celeste di Boemia, la santa martire Ludemia, principessa di Boemia (c. 860-921), era la nonna della sua bisnonna, la principessa Gunilde di Polonia (c. 965-c. 1014). Poiché questi antenati della principessa di Kyiv vissero fino al 1054, quando il cristianesimo si divise in ortodossia e cattolicesimo, essi (come i santi Boris e Glib) sono venerati sia dai cattolici che dagli ortodossi. Il pronipote di Anna di Kyiv  Ugo di Valois (1127-1212), è stato canonizzato nella Chiesa cattolica. 


Anna Yaroslavna (circa 1024 - 1089) was a daughter of the ancient ...
   
  Dopo la morte di Enrico il 4 agosto del 1060 (secondo Annales Nivernenses, Monumenta Germaniae Historie, Annales Nivernenses, 1060, p. 90), Anna resse il regno mentre il suo figlio Filippo I re di Francia della dinastia dei Capetingi (regnò tra il 1060 e il 1108) era ancora piccolo ("post mortem patris, Philippus rex cum matre regina” come testimonia Chronica Albrici Monachi Trium Fontium 1060, MGH SS XXIII, 792). Ad Anna viene attribuito il merito di aver introdotto il nome "Filippo" nelle famiglie reali dell'Europa occidentale, conferendo al suo figlio primogenito (probabile in onore dell'apostolo Filippo, che portò il Vangelo agli Sciti). Da lei il futuro re ricevette la sua prima istruzione. 

Re Filippo I con la moglie Berta  d'Olanda 
Chroniques de Saint-Denis (ou de France),
Londra, BL, Royal 16 G

   La reggenza della madre, confermata dalla Chronica Albrisi Monarchi Trium Fortium (MGH, vol. XIII, anno 1060, p. 792) e il cronista inglese Orderico Vitale (1075-1142), uno tra più credibili e importanti dell'epoca (Historia Ecclesiastica, vol. II, liber III, cap. V, p. 80), era un fatto molto importante, perché come reggente Anna fu la prima regina che veramente esercitava potere. Nei vari atti francesi dall'anno 1060 si trovano le menzioni di Anna regina "cum matre regina" (1060), "Agne Regine" (1060), "matris noste Anne" (1060), "genetricis mee Anne" (1060-61), "matris ejus Agnetis" (25 novembre 1060), "Annae reginae" (14 maggio 1061), "Anna regina" (26 gennaio del 1065 e nel 1067), "A. gratia Dei Francoum regina" (1060-67), "mater mea nomine Anne" (1069) (vedi: M. Prou, Recueil des acted de Philippe Ier, roi de France (1059-1108), Paris 1908).


                               Documento del 1063 firmato da Anna a da suo figlio Filippo
(La donazione del re di Francia Filippo I a favore dell'abbazia di Saint-Crépin a Soissons, con sottoscrizione autografa di Anna di Kyiv, regina di Francia. (1063) 
Bibliothèque nationale de France, Département des manuscrits, Picardie 294, 38)


   Fu proprio la regina Anna che portò da Kyiv in Francia, secondo la leggenda, il cosiddetto Il Vangelo di Reims (una parte di cui è scritta in cirillico), su cui  giuravano i re francesi durante l'incoronazione. Sia la datazione risalente all'XI che l'origine della parte cirillica del Vangelo di Reims ancora sono oggetto di discussioni. 
    L'abate Suger scrisse sulla donazione del re francese Ludovico VI, nipote di Anna, all'abbazia Saint Denis tra il 1108 e il 1136 una precisa gemma rossa, che fu usata per racchiudere più importanti reliquie (spina della corona delle spine di Gesù) che apparteneva alla regina Anna (Suger, abbé, Vie de Louis VI le Gros, Paris, 1964, p. 276: "... preciossimum jacinctum atave, regis Ruthenorum filie, quod de sua in manu nostra reddens ut corone spinee Domini infigeretus precepit, sanctis martiribus per nos destinavit (Ludovicus rex)")
     Anna durante il suo regno patrocino numerosi monasteri e chiese, per esempio le abbazie di Saint -Maur -des-Fosses, Saint Martin des Champs, rifondò l'abbazia di Saint-Vincent nella città reale di Senlis distrutta dall' invasione dei vichinghi. La sua firma in cirillico era ritrovata sutta mappa pergamena dell' abbazia di Saint -Crepin-le-Grand intorno al 1063. L'abbazia a Selin rifondata da Anna regina, celebrò nel annuale commemorazione di Anna il 5 settembre fino alla rivoluzione francese. 
    Il nome di Anna si trova un ultima volta nel documento del 1075 come regina madre Annae, matris Philippi regis (Recueil de Pieces historiques sur la reine Anne Agnese, p. 37-41). Uno di questi documenti ha una firma cirillica: "Anna Regina", ovvero "Anna la regina" (latino). Sulla base della datazione dell' ultimo statuto con firma di Anna e del documento della donazione eseguita dal suo figlio Filippo I nel 1079 per suffragio dei suoi genitori, nonché della data del necrologio, Anna poteva morire il 5 settembre tra il 1075 e il 1079.
    La sua storia era collegata con cugino del re il conte Rodolfo Valois, che firmava insieme a lei documenti reali. Chronicon sancti Petri Vivi Senonensis scrisse: "Mortuus autem Henrica rege, Rodilfus comes, consanguineu enusdem regis, dixit uxorem in conjugio contra jus et fas, inde fruit excommunicatud". Il Liber Modernorum Regum Francorum ricorda il matrimonio di "Anne, Henrici relicta" e "nupsit Rodulfo comiti, viro nobili et generoso", (Hugonis Floriacensis, Liber qui Modernorum Regum Francorum continet, Actus 11, MGH SS IX, p. 389), che era cugino di Enrico I. "Rodulphus … Ambianensis comes" donò beni a Sainte-Marie d'Amiens, con il consenso di "Simon filius meus et Gualterus, Gualteri Tyrelli natus", con carta del 1069, sottoscritta da "Anna uxor eius" (Cartulaire du chapitre de la cathédrale d´Amiens, Tome I, Mémoires de la société des antiquaires de la Picardie, Tome XIV (Amiens, 1905) ("Amiens") I, 5, p. 9), and Labanoff de Rostoff, Prince A. (ed.) (1825) Recueil de pieces historiques sur la reine Anne ou Agnès épouse de Henri 1er roi de France et fille de Iarosslaf 1er grand duc de Russie (Paris) ("Anne de France") XV, p. 34). La cronaca francese medievale del XII secolo (Recueil des historiens des Gaules et de la France. Ex Historiae Franciae Fragmento, p. 161) affermò che dopo la morte del suo secondo marito Anna tornò nella Rus' (nativum repetita solum). 
     Alla fine del XVII secolo, lo studioso abate Menetrier trovò la tomba di Anna nella chiesa   dell'abbazia di Villers, vicino alla città di Etampe in Francia. L'iscrizione latina sulla tomba recita: "Hic jacet Domina Agnes uxor quondam Henrici Regis, Eorum per miſericordiam Dei requiſcant in pace" (qui giace la signora Anna, vedova di re Enrico).     
ідомо також, що рукописи королеви Анни з бібліотеки абатства Санліс були описані в ряді праць французьких учених. Серед них Монфокон, а також його сподвижник Мабільон. Взяв діяльну участь у долі бібліотеки королеви Анни і колезький асесор Петро Петрович Дубровський – співробітник російського посольства в Парижі. Він зумів вивезти до Росії безліч стародавніх манускриптів з розорюваних революціонерами французьких монастирів. У його зібранні, за деякими даними, виявилися і рунічні книги з бібліотеки королеви Анни. Більшу частину свого французької колекції (давньогрецькі, латинські, єгипетські, давньофранцузькі манускрипти) П. Дубровський передав у дар царю Олександру I. Він не включив в дар тільки рунічні книги з бібліотеки Анни Ярославни. І тому були вельми вагомі причини.

Взято з сайту Україна - це ми! https://we.org.ua/legendarni-ukrayintsi/koroleva-frantsiyi-anna-yaroslavna/
     I discendenti di Anna Yaroslavna governarono nella Francia per oltre 300 anni. Il suo sangue scorre nelle vene di altre dinastie reali d'Europa. Ad esempio, sua nipote Elisabetta de Vermandois divenne l'antenata dei moderni monarchi britannici. Nelle vene di quasi tutti i principi europei scorre il suo sangue, ad esempio: Filippo di Edimburgo, Filippo I del Belgio e Filippo VI di Spagna, dal nome del primogenito di Anna Yaroslavna.

Ritratto di Anna Yaroslavna nel monastero di Sanlis, Francia, 
L'incisione dal libro «Histoire de France, depuis Faramond jusqu’à maintenant»
Paris 1643, vol. 1, 398. 

  Il 22 giugno 1682, lo studioso gesuita Claude Francois Menestrier pubblicò sul Journal des savants un articolo sulla scoperta della lapide della tomba della regina Anna nella chiesa dell'Abbazia di Villiers, vicino a La Ferte Ale a Gatineau e a quaranta chilometri da Parigi nella casa Serni. Secondo lui, sulla lapide erano incise le parole: "Hic jacet domina Agnes, uxor quondam Henrici regis, ... parte dell'iscrizione non è sopravvissuta, e inoltre ... eorum per misericordiam Dei recuescant in pace". 
      Nel 2005  nella località Senlis, vicina a Parigi, è stato messo il monumento ad Anna di Kyiv a SenlisNel 2013 la Chiesa greco-cattolica ucraina ha acquistato un altro edificio storico a Senlis, dove c'è il Centro culturale di Anna di Kyiv.
   Ogni anno il 5 settembre, considerato come giorno della sua morte, a Senlis, nel monastero da lei fondato si svolgono gli eventi in onore della regina Anna. 



La statua con l'iscrizione "Anna di Kyiv, la Regina di Francia" nell'abbazia San Vincenzo 
(St. Vincent а Senlis)

Український часопис on Twitter: "В цей день 1075 року померла Анна ...


L'incisione del XVIII secolo, proveniente dalla Venezia, collezione privata 

Il Menologio del Vangelo di Reims

Королева Анна і Реймське Євангеліє єднають Україну зі світом
Il Vangelo di Reims, che portò con se Anna di Kyiv.




Il testo con le lettere glagoliche 

Королева Анна, Реймське Євангеліє_5


Точні копії українських середньовічних рукописів | 11 канал ...




Vangelo di Reims


La rappresentazione scultorea di Anna e Enrico I 
sulla facciata est della cattedrale a Sanlis 



Il libro del conte De Cais de Saint-Aymour 
"Anne de Russie, reine de France et contesse de Valois", 1896

La traduzione di Ivan Franko del libro di De Cais de Saint-Aymour



Франків переклад «Анни Русинки» | Збруч
Il libro di Roger Hallu "Anne de Kiev, reine de France" con la traduzione ucraina 



Statua in onore della regina Anna a Senlis

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Halyna Sevruk, Ritratto in ceramica di Anna, regina di Francia



Data di prima pubblicazione
19/05/20

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