lunedì 31 marzo 2025

Santa Maria Egiziaca, eremita

 

Santa Maria Egiziaca, eremita

a cura di Yaryna Moroz Sarno 

Le scene della vita di Maria Egiziana, miniatura del Salterio di Kyiv 1397, fol. 175 r

   Un esempio di un vero pentimento, della conversione ed ascesi rappresenta la vita di santa eremita Maria Egiziaca (in gr. Μαρία ἡ Αἱγυπτία, lat. Maria Aegyptica, ca 344 – ca 421). La sua commemorazione nella Chiesa Orientale si celebra due volte: 1 aprile e nella Quinta domenica della Grande Quaresima. Il giovedì (il mercoledì serra) della Quinta settimana della Grande Quaresima nell Mattutino del Grande Canone di Sant'Andrea di Creta viene recitato anche la Vita di Maria Egiziana. 
    Le notizie più antiche sulla figura di Maria Egiziaca sono stati inclusi nella Vita di San Ciriaco l'Eremita, scritto negli anni 550-i da Cirillo di Scitopoli (+ dopo il 557). La storia di Maria Egiziaca è stata raccontata nel "Prato spirituale" di Giovanni Mosco (ca 550 - 619/ 634), senza menzionare il suo nome (PG 87, col. 3049). La sua Vita (PG 87, coll. 3697-3726), ampia è stata scritta da San Sofronio (560-638), patriarca di Gerusalemme (634-638) che ascoltò personalmente la sua storia raccontata da un suo conoscente. Il nucleo del racconto poteva essere una storia orale che circolava tra il monachesimo palestinese nel VI secolo. La sua opera è stata tradotta in varie lingue. Nell'VIII secolo è stata citata da San Giovanni Damasceno. 
  Molti autori bizantini hanno dedicato le loro opere a Maria Egiziana. Eutimio dedicò un elogio funebre in suo onore, la sua Vita in versi è stata scritta da Giovanni e Massimo Planude (+ 1305 ca), gli inni sono stati creati da Nicefore Prosukh e Manuel Holobolos (+ 1314). Un discorso a Maria Egiziana dedicò l'imperatore bizantino Manuele II Paleologo (+1425). 
  La Legenda Aurea di Jacopo da Varagine le dedicò un capitolo. Maria Egiziaca è venerata nella Chiesa Cattolica. Le reliquie e le chiesa dedicate in suo onore sono state in Italia: a Roma, Napoli, Cagliari. La figura di questa eremita è nota anche nel folklore. Nella tradizione letteraria della Rus'-Ucraina la sua Vita è conosciuta non più tardi del XII secolo (è stata inclusa del Prologo (un libro dell'uso liturgico). L'ufficio all'onore di Maria Egiziaca come parte di un insieme di minei ufficiali è stato tradotto non più tardi dell'XI secolo. 
  La sua storia, conosciuta attraverso un racconto dell'ieromonaco palestinese Zosimo, viene ricordato nella tradizione orientale durante la quarta domenica della Grande Quaresima. Zosimo, che si recava durante la Quaresima nel deserto, incontrò questa Santa. Quando la vide nuda nel deserto per la prima volta Zosimo, rimase molto spaventato, pensando di trovarsi davanti ad un'immagine diabolica, ma quando vide la Santa levitare e parlare di Dio, comprese, e allora le diede il suo mantello per coprirsi e lei gli raccontò la sua storia. 
  Quando Maria ebbe solo dodici anni lasciò i suoi genitori e se ne andò ad Alessandria, dove visse nel peccato per diciassette anni non per bisogno, bensì per piacere. Una volta per la curiosità, seguì il pellegrinaggio a Gerusalemme. Volendo partecipare alla festa dell'Esaltazione della Santa Croce, non riuscì entrare nella chiesa: una forza invisibile le impedì di farlo. Allora capì la gravità della sua condotta peccaminosa e nel profondo del suo cuore decise di cambiarla, riconciliandosi con Dio. Invocando la Vergine come la protettrice davanti alla sua icona, disse: “Vergine, che hai partorito Dio nella carne, so che non dovrei neppure guardare la tua immagine, a te che sei pura d’anima e di corpo, io – dissoluta – dovrei ispirare solo disgusto. Ma poiché il Dio che da te è nato si è fatto uomo per chiamare i peccatori al pentimento, vieni in mio aiuto, concedimi di entrare nella chiesa per prostrarmi dinanzi alla Croce. Quando l’avrò vista, ti prometto di rinunciare al mondo e ai piaceri, seguendo il cammino di salvezza che tu mi mostrerai”. Pregando alla Madre di Dio, udì una voce: “se attraverserai il fiume Giordano, ritroverai quiete e beatitudine” e si recò al fiume, immergendosi per purificarsi nelle acque. Nella basilica di San Giovanni Battista sulle rive del Giordano ricevette l'Eucarestia.
   Poi si recò nel deserto dove condusse vita di ascetismo rigidissimo e nella sola preghiera. Maria Egiziana visse nel deserto palestinese oltre il Giordano per quarantasette anni e durante quel periodo non incontrò mai un'altra persona. Aveva 76 anni quando incontrò Zosimo che aveva 53 anni a quel tempo (viveva in un monastero). Maria Egiziana riposò in Dio all'età circa di 78 anni. Zosimo è morto a quasi 100 anni.
  La sua vita è finalizzata a darci l'esempio della conversione, della pietà e l'espiazione per i nostri peccati. 





  Le scene della vita di Maria Egiziana, l'affresco del Maestro Andrea 
nella chiesa Santissima Trinità, Liublino, 1418

L'incesione, Triod' quaresimale, Kyiv 1627

L'incisione, 1639

 
L'affresco del XVII secolo, chiesa di San Giorgio, Drogobych, Ucraina

“Марія Єгипетська з житієм” кін XVII ст. Лісковате, збірка НМЛ
L'icona ucraina della devozione popolare, villaggio Liskovate, XVII secolo

Il frammento dell'icona dell'iconostasi di Skyt Maniavsky eseguito da Yov Kodzelevyc (1698-1705)

 

lunedì 24 marzo 2025

VYACHESLAV CHORNOVIL (24 dicembre 1937 -25 marzo 1999) Leader nazionale ucraino, a cura di Yaryna Moroz Sarno


VIACHESLAV CHORNOVIL
(24 dicembre 1937 -25 marzo 1999)
Leader nazionale ucraino

a cura di Yaryna Moroz Sarno


    Vyacheslav Chornovil (in ucr. В'ячеслав Максимович Чорновіл) è stato leader nazionale carismatico,  figura di spicco dell'Ucraina, politico ucraino, deputato ucraino delle convocazioni I-III (1990-1999), figura di spicco del movimento dei dissidenti ucraini, di resistenza contro l'assimilazione e la discriminazione nazionale del popolo ucraino, prigioniero politico dell'URSS, pubblicista, critico letterario, leader del movimento di liberazione nazionaldemocratico ucraino della fine degli anni '80 e '90; è stato uno dei più brillanti organizzatori ed attivisti del movimento nazionale, che negli anni '60 e '70 si oppose al regime totalitario, sostenne la rinascita dell'Ucraina, della sua lingua, cultura, spiritualità e sovranità statale, il capo del Movimento popolare ucraino (1992–1999). 
   L'Eroe dell'Ucraina (2000, postumo), Cavaliere dell'Ordine del Principe Yaroslav il Saggio 5° grado, vincitore del Premio giornalistico internazionale Nicholas Tomalin (1975) e del Premio nazionale Taras Shevchenko (1997). È stato un vivido esempio di leader politico ucraino. Una persona dalla forte energia che non è mai scesa a compromessi con i suoi principi e non ha avuto paura di andare avanti, difendendo gli interessi del popolo ucraino. 
     Vyacheslav Chornovil è nato il 24 dicembre 1937 nel villaggio di Yerky, distretto di Katerenopol, nella regione di Cherkasy, allora regione di Kyiv in una famiglia degli insegnanti. 
 Suo padre, Maksym Yosypovych, proveniva da un'antica famiglia cosacca, discendeva dalla nobiltà cosacca, era un insegnante di lingua e letteratura ucraina, sua madre, Kylyna Kharytonivna Tereshchenko (1909-1985), apparteneva alla famiglia aristocratica dei famosi mecenati Tereshchenko, lavorava come insegnante di scuola elementare. 
   Nell'epoca sovietica, la famiglia Chornovil fu perseguitata dal regime totalitario comunista. Nel 1937 fu arrestato il fratello di suo padre Petro Yosypovych Chornovil, che non tornò dalla prigione. Anche il padre è stato perseguitato. La famiglia Chornovil dovette spostarsi di villaggio in villaggio, cambiando luogo di lavoro. Durante la guerra vivevano nel villaggio di Gusakove e, dopo la guerra, i genitori di Chornovil e i loro tre bambini piccoli furono letteralmente cacciati di lì dal nuovo direttore della scuola, dal lavoro e dall'appartamento. Nell'archivio di famiglia c'è una nota con la richiesta di lasciare il villaggio entro 24 ore. I genitori di Chornovil si trasferirono nel vicino villaggio di Vilkhivtsi per vivere con il padre della madre, Kharyton Tereshchenko. Nonostante la politica dell'ateismo dello stato il giovane Chornovil fu allevato nelle tradizioni cristiane ucraine, perché la sua famiglia celebrava le feste ucraine nella loro casa.




   Vyacheslav Chornovil andò a scuola nel 1946, subito in 2a elementare (iniziò a leggere dall'età di quattro anni). Nel 1955 si diplomò alla scuola secondaria Vilkhivetska con una medaglia d'oro e nello stesso anno entrò all'Università statale di Kyiv intitolata a T. G. Shevchenko alla Facoltà di Filologia e dal 2° anno - alla Facoltà di Giornalismo. 








    Già all'università era in difficoltà per le sue opinioni, che portarono a una pausa di quasi un anno negli studi nel 1958 (dopo aver preso un anno sabatico, andò alla costruzione di un altoforno a Zhdanov (adesso Mariupol), dove lavorò prima come falegname, poi come redattore itinerante nell'ufficio locale del giornale "Kyivskyj Komsomolets". Da studente ha già scritto molto per i giornali. Dopo un anno, riprese gli studi.  Nel giro di un mese recuperò tutte le sessioni perse e nel 1960 si laureò all'università con il massimo dei voti. 
   Vyacheslav Chornovil praticava la corsa e il nuoto. Durante i suoi anni studenteschi, ha dovuto sostituire uno dei partecipanti ad una gara di corsa sportiva e ha preso uno dei premi. Quando era in prigione, per qualche tempo fece esercizi fisici e praticò yoga.  


 
     Dal 3 luglio 1960 al maggio 1963, Vyacheslav Chornovil lavorava presso lo Studio televisivo di Leopoli prima come redattore, poi come caporedattore di programmi per i giovani. Aveva l'intenzione di proseguire gli studi universitari in letteratura ucrainaIniziò a lavorare come critico letterario, studiando le opere di T. Shevchenko, V. Samiylenko, B. Grinchenko. Sebbene abbia superato tutti gli esami di ammissione nel 1964, gli è stata negata l'ammissione al corso di laurea presso l'Istituto pedagogico a Kyiv a causa delle sue convinzioni politiche. Ciò divenne un ostacolo alla difesa della tesi già quasi terminata sulla creatività giornalistica e l'attività pubblica di B. Grinchenko, che era fino a poco tempo fa scrittore vietato. 
   Nel maggio 1963 si trasferì a Kyiv per continuare il suo lavoro scientifico sulla storia della letteratura ucraina. Lavorò come redattore televisivo, critico letterario ed è stato segretario del Komsomol per la costruzione della centrale idroelettrica di Kyiv. 
  Vyacheslav Chornovil fu uno dei più brillanti organizzatori e attivisti del movimento di liberazione nazionale degli anni Sessanta, che si oppose al regime totalitario e sostenne la rinascita dell'Ucraina, della sua lingua, della sua cultura, della sua spiritualità e della sua sovranità statale. 
  Partecipava alle attività del Club della gioventù creativa di Kyiv. 
   Il 4 settembre 1965, insieme a Ivan Dziuba e Vasyl Stus, parlò al cinema "Ucraina" in occasione della première del film di Parajanov "Le ombre degli antenati dimenticati" per protestare contro gli arresti dei giovani intellettuali ucraini. 
  Questa manifestazione è considerata la prima iniziativa di aperta opposizione al governo totalitario. Di conseguenza, disoccupazione, perquisizioni e interrogatori. 
   Per essersi rifiutato di testimoniare in un processo a porte chiuse contro Myroslava Zvarychevska, Mykailo Osadchyj e i fratelli Goryn, Vyacheslav Chornovil fu condannato a tre mesi di lavori forzati. La repressione non fece che rafforzare la sua resistenza e il licenziamento accelerò la lavorazione del documentario "Giustizia o ricadute del terrore?" (maggio 1966). Questo fu forse uno degli esempi più audaci del giornalismo politico ucraino dell'epoca. La successiva condanna, il 15 novembre 1967, emessa dal Tribunale regionale di Leopoli fu più dura: 3 anni di reclusione in campi di prigionia a regime severo. Nel 1970 Chornovil iniziò a pubblicare a Leopoli la rivista clandestina "Messaggero Ucraino", sulla quale pubblicava materiali samizdat, una cronaca della resistenza nazionale ucraina. Allo stesso tempo, ha trovato lavoro come impiegato estivo nel quotidiano "L'amico del lettore".  
  



    Nel 1967, Vyacheslav Maksymovych scrisse una raccolta di documentari "Disastro pre l'intelligenza (Ritratti di venti "criminali")", dove descriveva le storie di giovani intellettuali ucraini repressi e arrestati nel 1965. Dopo che il libro fu stampato all'estero, la comunità internazionale alzò la voce in difesa dei prigionieri, e il regime e i leader dell'Ucraina sovietica dovettero prestarvi attenzione e tener conto della pubblicità internazionale e astenersi dall'aperta distruzione dei dissidenti. Perciò, alcuni degli arrestati di quel momento devono la vita a Chornovil. 
   Per suo libro "Disastro per l'intelligenza" V. Chornovil è stato insignito del premio giornalistico internazionale, fondato in Inghilterra per onorare i migliori giornalisti che lottano per i diritti umani, e in URSS... - condannato per "diffamazione dello stato e dell'ordine sociale sovietico" nello stesso 1967. Per tre anni in campi a regime rigoroso. Il libro fu pubblicato per la prima volta in ucraino nel 1967, guadagnò popolarità internazionale (un'edizione inglese apparve nel 1968, un'edizione francese nel 1974) e rese famosi molti dissidenti ucraini. 
   Chornovil fu imprigionato per questo libro e nel 1968 premiato con un premio giornalistico internazionale (Gran Bretagna). Nel 1996, per questa e altre opere precedentemente incriminate come antisovietiche, gli è stato assegnato il Premio nazionale dello Stato ucraino intitolato a T. G. Shevchenko nel campo del giornalismo. Nel 1991 la raccolta è stata ripubblicata a Leopoli. Inclusa nella raccolta in 10 volumi delle sue opere (vol. 2, 2003). 
  Il 30 ottobre 1967, Chornovil scrisse una dichiarazione al Presidium della Verkhovna Rada della RSS Ucraina, al Procuratore Generale della RSS Ucraina e al Tribunale Regionale di Leopoli, in cui, sottolineando numerose violazioni dei suoi diritti e procedimenti giudiziari ingiustificati, avvertiva: "Ho esaurito tutte le possibilità di protesta contro l'arbitrarietà e sono costretto a ricorrere all'ultima misura. Ora la stampa e la radio riportano notizie sull'orologio del lavoro in onore del 50° anniversario del potere sovietico. Sono costretto a stare in guardia contro la fame alla vigilia delle vacanze e delle vacanze... Annunciando uno sciopero della fame di protesta prima di ottobre a partire dal 1° novembre, spero che così facendo attirerò l'attenzione sui resti della "legalità" di Stalin e Beria e, in particolare, sull'arbitrarietà nei miei confronti personali".
    La pubblicazione che divenne estremamente popolare all'estero, costò la libertà all'autore, quindi fu condannato alla reclusione per la prima volta. Fu arrestato il 3 agosto 1967, e il 15 novembre di quell'anno il tribunale della regione di Leopoli lo condannò a tre anni nel campo del lavoro sovietico nella regione di Vinnytsia e nelle prigioni di Leopoli e Kyiv per "diffusione di invenzioni calunniose che diffamano l'ordine sociale e statale sovietico". La sentenza successiva, nel novembre 1967, fu più severa: 3 anni di reclusione in campi a regime severo. Il motivo era il giornalismo. 


  Dopo essere stato rilasciato sotto amnistia, iniziò in modo indipendente a pubblicare a Leopoli la rivista autopubblicata dattiloscritta "Il Messaggero Ucraino", le cui pagine fornivano informazioni sulle violazioni della libertà di parola e dei diritti garantiti dalla Costituzione dell'URSS, sulla repressione giudiziaria ed extragiudiziale, fatti di sciovinismo e ucrainofobia, la situazione dei prigionieri politici ucraini e le azioni di protesta.   Per i suoi libri, Chornovil è diventato il vincitore del premio per i migliori giornalisti del mondo che difendono i diritti umani; e ricevette una nuova pena detentiva dall'Unione Sovietica: il secondo arresto, i campi mordoviani e l'esilio in Yakutia. Ma Chornovil non ha smesso di combattere. Non appena è stato nuovamente rilasciato, è diventato membro del Gruppo ucraino di Helsinki. Dopodiché, quasi immediatamente, un altro arresto e 5 anni di prigionia ed esilio. I dissidenti, che conoscevano bene Vyacheslav Maksymovych, lo chiamavano il "generale dei Zeki", gli investigatori - "indomabile". Fu incarcerato tre volte per "propaganda antisovietica" (1967-1969, 1972-1979, 1980-1988), trascorrendo più di 15 anni in prigionia. 
      Gli scritti samvydav di V. Chornovil si distinguevano per il loro stile brillante, per il quale il Times di Londra gli assegnò il Premio Nicholas Tomalin per il giornalismo nel 1975.




     Molto prima della sua carriera politica, Vyacheslav Chornovil aveva acquisito autorità e fama in Occidente, soprattutto grazie alla sua attività dissidente. Allora i leader degli altri paesi lo ascoltarono, perché la sua reputazione era impeccabile, a differenza dei politici con un passato comunista, che venivano trattati con cautela e una certa diffidenza. Ha incontrato il presidente ceco Vaclav Gavel, il presidente americano Ronald Reagan, il segretario di stato americano Madeleine Albright, il primo ministro britannico Margaret Thatcher. Era una grande autorità per Vaclav Gavel, erano come fratelli. Gavel era un pubblicista, lo scrittore ha trascorso del tempo in prigione per la sua posizione, Vyacheslav lo stesso. Era anche in ottimi contatti con Lech Walensa, così come con molti deputati e senatori statunitensi. So per certo che quando Margaret Thatcher voleva capire qualche decisione del governo, del parlamento o saperne di più sugli eventi nella vita pubblica e sociale degli ucraini, per lei la più grande autorità in Ucraina era Vyacheslav Chornovil. Ciò che contava era la sua opinione da esperto.   
       Nel settembre 1983 un procuratore della Yakutia organizzò il rilascio anticipato di Chernovil dal campo del lavoro, ma senza il diritto di tornare in Ucraina. Quindi Chornovil rimase in Yakutia e vi trovò lavoro in una fabbrica di mattoni nella città di Pokrovsk.





Un'affollata manifestazione al monumento a Franko a Leopoli del 7 luglio 1988

    Dopo essere stato eletto capo dei cosacchi ucraini al Gran Consiglio del 21 giugno 1992 a Pereyaslav-Khmelnytskyi, Chornovil annunciò la sua rinuncia al giuramento di fedeltà allo zar di Mosca, prestato al Consiglio di Pereyaslav nel 1654. 



   Viacheslav Chornovil prese parte alla campagna presidenziale nel 1991 e fu secondo. Allo stesso tempo, l'ultima corsa elettorale nazionale prima della sua morte - la campagna parlamentare del 1998 - ha portato al "Movimento" un successo significativo. "Rukhivtsi" di Chornovil hanno vinto il secondo posto nel numero di seggi alla Verkhovna Rada. 
      








    La sua morte prematura il 25 marzo 1999 era considerata dal popolo intero come omicidio politico.  Il suo funerale divenne una manifestazione nazionale.  


 
Monumento funebre di Vyacheslav Chornovil sul cimitero Bajkove a Kyiv 


Бурій В. В’ячеслав Чорновіл // Ватутінезнавство: події, факти, персоналії [Текст]. – Черкаси : Вертикаль, 2015. – С. 205–211.
Бурій В. В’ячеслав Чорновіл // Місто робітниче. – Ватутіне. – 2007. – 7 груд. – С. 4; 28 груд. – С. 4.
Бурій В. Маловідомі штрихи до біографії В’ячеслава Чорновола // Місто робітниче. – Ватутіне. – 2012. – 21 груд. – С. 4.
Бурій В. Герой України – наш земляк // Катеринопільський вісник. – 2005. – 23 груд. – С. 2.
Бурій В. Герой України – наш земляк В’ячеслав Чорновіл // Місто робітниче. – Ватутіне. – 2002. – 27 груд. – С. 4; Те саме // Катеринопільський вісник. – 2002. – 24 груд. – С. 3.
Бурій В. В’ячеславові Чорноволу – 60 // Шевченків край. – Звенигородка. – 1997. – 27 груд. – С. 2.
Мусієнко Н. У мене мистецька душа / Діалог з В’ячеславом Чорноволом // Політика і культура. – 2000. – № 34.
Пономарьов В. Чорновіл В’ячеслав Максимович // Політична енциклопедія. Редкол.: Ю. Левенець (голова), Ю. Шаповал (заст. голови) та ін. – К. : Парламентське видавництво, 2011. – С. 777. – ISBN 978-966-611-818-2.
Швидкий В. Чорновіл В’ячеслав Максимович // Енциклопедія історії України : у 10 т. / редкол.: В. А. Смолій (голова) та ін. ; Інститут історії України НАН України. – К. : Наук. думка, 2013. – Т. 10 : Т – Я. – С. 565. – ISBN 978-966-00–1359-9.

L'Annunciazione del Signore


L'ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE


                                                                                                             di Yaryna Moroz Sarno                                                                         

Il mosaico dell'XI secolo nella cattedrale di Santa Sofia a Kyiv 


 "Oggi inizia la nostra salvezza e la manifestazione dell'eterno mistero: 
il Figlio di Dio diviene Figlio della Vergine e Gabriele annunzia la grazia. 
Con lui gridiamo alla Madre di Dio: 
Salve, o piena di grazie, il Signore è con te. 
A te, condottiera che per noi combatti, noi tuoi sevi, 
salvati dai pericoli, dedichiamo, 
l'inno della vittoria, come canto di ringraziamento, 
o Madre di Dio. Ma tu che possiedi una forza invincibile, 
liberaci da tutti i pericoli, affinché possiamo gridarti: 
Rallegrati, o sposa inviolata"
 
(dall'inno dell'Annuciazione, apolytikion, tropario, voce 4)


   Il mistero dell’Incarnazione del Verbo nell'anno liturgico è rappresentato dalla festa dell'Annunciazione (in gr. Εὐαγγελισμός [τῆς Θεοτόκου])L’evento dell’Annunciazione è descritto nel Vangelo di Luca (1, 26-38), nella letteratura apocrifa: il Protovangelo di Giacomo e il Libro della nascita di Maria Santissima e l'infanzia del Salvatore" ("Il Vangelo di Pseudo-Matteo")
   Una delle più antiche testimonianze nel culto dell'Annunziata esiste già nella preghiera eucaristica della prima metà del secolo III (di Ippolito (?)) che si  rivolge  a Maria con queste parole: "Inviato dal cielo nel seno della Vergine….nato dallo Spirito e dalla Vergine". Nel III secolo apparve la preghiera Sub tuum praesidium, considerata la più antica preghiera alla Madonna, dove la maternità di Maria si presenta con il termine di Theotokos (ϑεοτόκος) ciò e stato confermato nel concilio di Efeso nel 431.  
    Dal II secolo San Giustino e Sant'Ireneo parlano di Maria come della Nuova Eva, senza la quale l'idea di un Nuovo Adamo sarebbe impensabile. «Non è bene che l'uomo sia solo», aveva detto il Signore Dio. «Voglio fargli un aiuto che gli sia simile» (Gi 2, 18). E Dio aveva posto Eva presso Adamo, ed essi furono «due in una sola carne». Come Adamo non aveva ragione d'esistere che in funzione di «Colui che doveva venire», così Eva sarà perfettamente realizzata da una Donna, quella stessa che la Genesi annunciava come trionfatrice del Serpente: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, tra la tua discendenza e la sua discendenza» (Gv 3,15). Presso il Cristo, Dio ha posto «un aiuto che gli sia simile»: la Donna «benedetta più di tutte le donne», Maria. Nel suo Diatessaron Efrem il Siro (+ 373) commentava: "La morte fece il suo ingresso attraverso l'orecchio di Eva, perciò la vita entrò attraverso l'orecchio di Maria".   
  Gregorio di Nissa nell'Omelia sul Cantico dei Cantici, rappresentando il parallelismo tra Eva e Maria, sottolineava che la Nuova Eva doveva cominciare il tempo della sua gravidanza con la gioia e terminare il suo parto nella gioia: «Bandendo la tristezza, l'Angelo le dice: "Rallegrati"». "...Ma come un "figlio ci è stato dato" senza (aver avuto) padre, così il bambino è stato messo al mondo senza il dolore del parto. Come, infatti, la Vergine non poté sapere come nel proprio corpo si formò il corpo che riceveva la divinità, così non provò alcuna sensazione dolorosa del suo parto; la profezia aveva attestato per lei l'assenza di dolore del suo parto. Isaia ha detto infatti: "Prima di essere in travaglio, ha partorito; prima che le venissero i dolori, ha dato alla luce un maschio" (Is 66, 7). Ecco perché, "insigne più di diecimila" (Ct 5, 10) meravigliando per una tale novità, ella disorientò il corso normale della natura. Ella non cominciò nel piacere e non terminò con il dolore. Anche questo avviene secondo il concatenamento (logico) e non è fuori del verosimile. Poiché infatti colei che con il proprio peccato introdusse la morte nella (nostra) natura fu condannata (da Dio) a partorire nelle tristezze e nei dolori, bisognava assolutamente che la madre della Vita cominciasse il tempo della gravidanza con la gioia e concludesse il parto nella gioia. "Rallegrati!" infatti "ricolma di grazia", le dice l'Arcangelo, bandendo con questa parola la tristezza che fu legata al parto dall'origine a causa del peccato. Di conseguenza, Costui (il Cristo) il solo fra tutte "le miriadi" che sia divenuto tale per la novità e per la particolarità della sua nascita, lui che fu ben chiamato "bianco e vermiglio" per la sua carne e il suo sangue (che fu chiamato) "insigne più di diecimila" (Ct 5, 10) e ciò a causa della incorruttibilità e della non-sofferenza di questo fanciullo privilegiato fra tutti".
    Già Gregorio il Taumaturgo (+ 270 ca) scrisse "Discorso sull'Annunciazione della Santissima Theotokos" (PG 10, coll. 1145-1169). Giovanni Crisostomo (+ 407) chiama nelle sue omelie l'Annunciazione come "la prima festa" e "la radice delle feste", "Si celebra oggi la festa del mistero reale" (PG 60, coll. 755 sg). Il significato primario della festa sottolineava Atanasio d'Alessandria (PG  28, coll. 917-940). Le omelie per l'Annunciazione si sono preservate sotto i nomi dei Padri della Chiesa e gli scrittori ecclesiastici Gregorio di Nissa, Giovanni Crisostomo (PG 50, coll. 791-796; PG 60, coll. 755-760; PG 62, coll. 763 -770), Proclo di Costantinopoli (PG 65, coll. 679), Basilio (PG 85, coll. 425-452), Sofronio di Gerusalemme (PG, 87, coll. 3217-3288), Germano di Costantinopoli (PG 98, coll. 321-328), Giovanni di Damasco (PG 96, coll. 648-661), Teodoro lo Studita (PG 99, coll. 592 ss.);  Gregorio Palamas (PG 151, coll. 165 ss.); Nichola Cabasilas (PO, Vol. 19, fasc. 3, 488 ss.). 
San Gregorio il Taumaturgo (+ 270) scrisse sull'evento: "...Oggi, Gabriele, l'Assistente di Dio, si avvicina alla Vergine Pura per annunziarle questa buona novella con il suo: "Rallegrati, ricolma di grazia!" perché conviene che ti rallegri, poiché è con te che la grazia divina, come vedi, drizza la sua tenda; con la Serva, il Re della gloria, con la primaverile (la ragazza matura per il matrimonio) il primaverile in bellezza tra i figli degli uomini..." (PG 10, I 148). «Rallegrati, ricolma di grazia", sulla santa concezione e sul tuo glorioso parto... "Io vi annuncio una buona novella, che sarà una grande gioia per tutto il popolo". Inoltre, arrivando alla sua salutare Passione, il Signore diceva: "Vi vedrò e il vostro cuore allora si rallegrerà, e nessuno vi rapirà questa gioia" (Gv 16, 22). E dopo la sua risurrezione, di nuovo, con le pie donne, egli comincia ad annunciarci questo "Rallegrati". Di nuovo, l'Apostolo ha fatto risuonare annunci quasi simili, quando dice: "In ogni tempo rallegratevi... siate sempre nella gioia..." (1 Ts 5, 16). Così vedete, miei diletti, il Signore ci ha individualmente e particolarmente elargito la gioia che supera ogni conoscenza e che sarà eterna». «(Gabriele) le fa così questo annunzio: "Rallegrati, ricolma di grazia", perché sei tu che fai ciò che è degno di una gioia vera, poiché ti sei rivestita di una tunica senza macchia e ti sei cinta di una cintura di castità. "Rallegrati, ricolma di grazia", divenuta il ricettacolo della gioia sopra celeste. "Rallegrati, ricolma di grazia" è per mezzo tuo infatti che la gioia è impartita a tutta la Creazione e che il genere umano ritrova la sua antica dignità». «...Maria si diceva: "Questo 'Rallegrati' non diverrà per me causa di tristezza, come una volta per Eva, la nostra prima Eva, quando ricevette dall'astuto serpente demoniaco l'allettante promessa di divinizzazione?...". Allora, di nuovo, l'Arcangelo le dichiara in anticipo una gioia degna di fede per tutti e indiscutibile, segnalandola a lei in anticipo in questi termini: "Non temere, Maria"...» (PG 10, I 156 ss) «...Quando Dio dà le sue consegne a Gabriele, Egli precisa: "La prima parola che tu le annunzierai sarà un grido di gioia. Di' a Maria il 'Rallegrati, ricolma di grazia' affinché abbia pietà di Eva resa così infelice". L'Arcangelo udì queste parole e si può pensare che dicesse tra sé: "Molto strano questo affare! Quello che mi è stato detto supera ogni pensiero... e Colui che condannò Eva si affretta a glorificare la sua figlia!". Dio l'interrompe dicendo: "Perché esiti?". L'Angelo risponde obiettando a Dio quello che c'è di inaudito nel "la Vergine che partorirà". Dio insiste ricordando il testo di Abramo (Gn 18, 14). "Come il fuoco della Divinità può fecondare Maria?...". Dio risponde parlando del Roveto ardente. Convinto, l'Angelo griderà alla Vergine: "Rallegrati, ricolma di grazia! Il Signore è con te!". Giammai il Diavolo (sarà) contro di te, perché là dove questo nemico inflisse una ferita, ora il Medico oppone il primo rimedio salutare. Da dove uscì la morte, da lì la Vita si è aperta una strada; da una donna venne fuori il peggio, e da una donna ha inizio il migliore. Rallegrati, ricolma di grazia...» (PG 10, I, 173)
    Nell'inno Efrem il Siro presenta così l’annuncio della buona novella: “Cosa faceva, colei che era casta, nel momento in cui Gabriele, il messaggero, volando discese presso di lei? Lo vide nel momento della preghiera, perché anche Daniele aveva visto Gabriele durante la preghiera. Preghiera e buona novella, sua parente, è giusto che esultino vicendevolmente, come Maria ed Elisabetta sua parente”. Efrem la chiama “la notizia delle notizie”: “Tutte le buone notizie giungono al porto della preghiera. La notizia delle notizie, causa di tutte le gioie, trovò Maria in preghiera”. E quasi per pudore dell’incontro di Gabriele con Maria, presenta l’arcangelo come un vegliardo il cui aspetto non doveva turbare Maria: “Gabriele, come un vecchio nobile e grave entrò e la salutò, affinché lei non tremasse, affinché la giovane modesta, alla vista di un volto giovane, non si rabbuiasse”. Infine Efrem presenta Daniele, Elisabetta e Maria: “A due casti vegliardi e alla vergine, solo ad essi fu mandato Gabriele con le buone notizie… Uno generò la rivelazione della parola di Dio, l’altra la voce del deserto e la vergine il Verbo dell’Altissimo”. L’inno si conclude con la ripresa del tema della kenosi del Verbo di Dio nella sua incarnazione: “…restrinse se stesso fino a riempire il piccolo grembo di Maria. Poi come un seme nel nostro giardino e un piccolo raggio per la nostra pupilla, sorse, si diffuse e riempì il mondo”.
   San Proclo di Costantinopoli scrisse, che il grembo di Maria è "come se fosse una filanda che ha tessuto con una spola divina un chitone non cucito, il corpo indossato da Dio". Nel grande canone di sant’Andrea di Creta si canta: "Il grembo della Vergine ha tessuto il corpo di Cristo con tinta di porpora".
 Il teologo bizantino Gregorio Palamas (+ 1359) l'evento dell'Annunciazione interpretava come nucleo nella storia della salvezza.  Nella sua omelia dedicata a questo evento disse: "Ma Dio che ci plasmò rivolse su di noi uno sguardo di benevolenza per le viscere della sua misericordia, abbassò i cieli e discese, prese dalla Vergine santa la nostra natura, la fece nuova e la risollevò, o piuttosto la riportò all'altezza divina e celeste (…) Dio dunque manda l’arcangelo alla Vergine e , con una sola parola, rende propria madre lei, che rimane vergine; poiché, se fosse stato concepito da seme, non sarebbe stato uomo nuovo, né senza peccato e salvatore dei peccatori (…)" La Vergine Madre, essa sola, è la linea di confine tra la natura creata e increata, e, quanti conoscono Dio, lei conosceranno come il luogo che da nessun luogo è contenuto, e a lei, dopo che a Dio, eleveranno inni dopo che con inni celebrano Dio. Essa è la causa di quanto l’ha preceduta, sovrana di quanto verrà dopo di lei, è lei che ci procura l’eternità. Essa è l’argomento dei profeti, la regina degli apostoli, il sostegno dei martiri, il fondamento dei maestri. Essa è la gloria di ciò che è sulla terra, la gioia di ciò che è nei cieli, l’ornamento di tutta la creazione. Essa è principio e fonte e radice della speranza che sta per noi nei cieli; speranza che ci sia concesso di raggiungere per sua intercessione, a gloria di colui che è generato dal Padre prima dei tempi, e che da lei prese carne negli ultimi tempi, Gesù Cristo nostro Signore; a lui si adduce ogni gloria, onore e adorazione ora e sempre e nei secoli dei secoli." [Omelia Annunciazione a Maria, in G. Palamas, Abbassò i cieli e disceseOmelie, 1999, 85-96].
    Nicola Cabasilas (1319-1391) nell'Omelia sull'Annunciazione della Madre di Dio sottolineava: "Se Maria non avesse creduto e acconsentito, il disegno di Dio a nostro favore non si sarebbe adempiuto. Ne è prova anche il fatto che Gabriele rivolgendole il saluto e chiamandola “Piena di grazia” rivelò tutto il mistero, Dio però non discese finché la Vergine cercava di sapere il modo del concepimento. Ma quando fu disposta e persuasa ad accogliere, subito si adempì tutta l’opera: Dio rivestì l’uomo e la Vergine divenne madre del Creatore". Nell'Annunciazione si realizzò la sua vocazione alla maternità divina: "Quando giunse il momento e vide arrivare il rivelatore (l'angelo Gabriele), ella gli prestò fede, diede il suo consenso e accettò il servizio. Infatti questo suo comportamento era necessario e assolutamente richiesto ai fini della nostra salvezza. Senza queste cose non sarebbe più rimasta speranza di salvezza per gli uomini. Se la Beata non si fosse preparata (a questo momento), come ho già fatto notare, non sarebbe stato possibile che Dio rivolgesse all'uomo uno sguardo benevolo e decidesse di discendere (sulla terra), perché non avrebbe trovato qualcuno disposto ad accoglierlo né qualcuno capace di mettersi al servizio dell'economia della salvezza. Se ella non avesse creduto e dato il suo consenso, sarebbe stato impossibile che si realizzasse il progetto di Dio a nostro favore" (In Annuntiationem, 4, PO 19, 369).


L’Annunciazione, la catacomba dei SS. Marcellino e Pietro a Roma, III secolo

L'Annunciazione, mosaico dell'arco trionfale della basilica di Santa Maria Maggiore, 432-440




L'affresco di Santa Maria Antiqua a Roma, VI - VII secolo 


Il ricamo del VII secolo, Musei Vaticani 



Miniatura XII secolo dal monastero Dionisio, Monte Athos

Miniatura della prima metà del XII secolo, (Parigi, BnF, MS gr. 1208, fol. 159v)

Icona dell'Annunciazione (frammento del triptico), monte Sinai (Egitto), 
monastero di Santa Caterina.


Lapide dell'Italia Centrale o Catalogna, 1200-1225 

Jacopo Torriti, mosaico del 1296, basilica di Santa Maria Maggiore a Roma

Mosaico del monastero in Dafni 

Dettaglio del mosaico del transetto in San Marco, Venezia, XII secolo.

"L'Annunziazione al pozzo", mosaico nella chiesa di San Salvatore in Chora, 
Costantinopoli, 1315-1321 

      Molto probabile che l'origine della festa risale alla Palestina del IV secolo, dove si celebrava il ricordo dell’Incarnazione relativo all'Annunciazione, già fin dal IV secolo esisteva una basilica dedicata all’Annunciazione a Nazareth. L'istituzione di questa festa a Costantinopoli è attribuita all'incirca alla metà del VI secolo a seguito del processo di "storicizzazione" delle celebrazioni evangeliche nel calendario liturgico, ma su questo tema non c'è certezza. La prima notizia sulla celebrazione della festa risale a non prima della metà del VI secolo: il vescovo d'Efeso Abramo (533 ca) scrisse l'omelia In Annuntiatione Deiparae, nominando la magnam festivitatem del mese di marzo. Se anche l'autore armeno Grigorio Arsharuni all'inizio dell'VIII secolo scrisse che la festa fu istituita da San Cirillo I, vescovo di Gerusalemme, a metà del IV secolo. 
  Con il titolo di Annuntiatio Domini, Annuntiatio Christi, Conceptio Christi la solennità del 7 aprile (25 marzo) è stata testimoniata da San Proclo, patriarca di Costantinopoli (+ 446). Perlomeno dalla prima metà del VI secolo (verso 530) la Chiesa di Costantinopoli celebra la solennità l’Euaggelismòs (Annunciazione) il 25 marzo universalmente. Queste celebrazioni si trasferiranno a Roma e in Spagna nel secolo seguente.   
   La Chiesa di Roma, come testimoniò Leone Magno (+461), molto presto accettò la data del 25 marzo (possibile che anteriore al Concilio di Efeso (431)) anche a Milano, così entrò la duplice celebrazione del mistero dell’Annunciazione: 25 marzo e VI Domenica d'Avvento. Il Chronicon Pascale del 624 parla dell’Annunciazione come della festa entrata già da tempo nel Calendario della Chiesa latina. Papa Sergio I (687-701), stabilì una celebrazione liturgica con la processione a Santa Maria Maggiore a Roma. 
   Secondo alcune ricerche storiche, la festa dell’Annunciazione è sorta all’interno della celebrazione del Natale, come conseguenza o come preparazione. L’Annunciazione si stabilì la data del 7 aprile (25 marzo) in stretta correlazione con la solennità del Natale al 7 gennaio (25 dicembre). Tuttavia la festa cadeva in Quaresima, tempo riservato esclusivamente al culto cristologico. Il concilio Trullano del 692 stabilì che in Quaresima si sarebbe fatta un’eccezione per l’Annunciazione (eccezione valida ancor oggi per tutte le Chiese). 
  Nel VI secolo Romano il Melode (490 - 556 ca) compose due kondakia dell'Annunciazione. Romano il Melode scrisse: "Alle parole della Vergine, Gabriele fu turbato nell'intimo, ma si astenne dal dare risposta brusca a colei che doveva dare alla luce il Signore. Tra sé e sé egli mormorava: "Neppure qui mi si vuole credere! Prima fu nel tempio, ora è in casa della Vergine. Lo stesso accadde per il dubbio: là fu di Zaccaria (Lc 1, 18), qui è di Maria".  
    L'innografia della festa fu completata nell'VIII secolo dalle opere di Giovanni di Damasco e Teofano, metropolita di Nicea, che creò il canone della festa sotto forma di un dialogo tra la Vergine Maria e l'Arcangelo Gabriele. Il canone del mattutino è stato attribuito all'innografo bizantino Teofane (ca 778 - 845) chiamato Graptòs (dal gr. graptoi, "scritto su"), l'autore dell'ufficiatura bizantina per diverse feste. Il suo  inno del mattutino del 24 marzo è un canone composto da nove odi composti dai cantici dell'Antico e del Nuovo Testamento cantati nell'ufficiatura mattutina, i cui autore  canta sul mistero dell'incarnazione del Verbo di Dio nel suo farsi uomo nel seno della Madre di Dio. 
     L’iconografia dell’Annunciazione è stata ispirava oltre ai testi dei vangeli canonici di Matteo e di Luca (1,26-38), ai vangeli apocrifi dello Pseudo Matteo e, soprattutto, al Protovangelo di Giacomo (11,1-3), il Vangelo armeno dell’infanzia (5, 2-9) che aveva influenzato sull’iconografia bizantina. Le rappresentazioni dell'Annunciazione sono già presenti negli affreschi della catacombe dalla seconda metà del II - la prima metà del III secolo (le catacombe di Priscilla, Pietro e Marcellino e di Nuovo cimitero di via Latina, la metà del IV secolo), sul sarcofago a Ravenna (V secolo) e nei mosaici sull'arco trionfale della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma (432-440) eseguiti nei tempi di papa Sisto III, nell'abside dell'altare nella chiesa di Parenzo (Croazia, 540 ca), davanti l'abside negli affreschi di Santa Maria Antiqua a Roma (VI - VII secolo). Il trama dell'Annunciazione  è raffigurato sulla lastra d'avorio scolpita della cornice del vangelo del tesoro del Duomo di Milano (la seconda metà del V secolo), sul piatto d'avorio scolpito dell'arcivescovo del trono di Massimiano (546-556, Museo Arcivescovile, Ravenna), sulla miniatura del Vangelo di Rabula (Laurent. Plut. I. 56, 586), sull'ampolla del VII secolo dal duomo di Monza (Italia).

  La festa dell'Assunzione aveva un significato speciale per Rus'-Ucraina, perché, secondo l'antica cronaca, in questo giorno nel 1037 il principe Yaroslav il Saggio consacrò l'Ucraina e l'intero popolo ucraino alla Santa Madre di Dio proprio nella chiesa nell'onore dell'Annunciazione che costruì sulla Porta d'Oro dell'ingresso principale a Kyiv. Fosse proprio qui il metropolita Ilarion di Kyiv pronunciò "Il Discorso sulla legge e grazia" dove leggiamo: "Egli (Yaroslav il Saggio (Y. M)) la sua gloriosa città di Kyiv con la grandezza maestosa, come se l'avessi ricoperta di una corona, hai affidato il suo popolo e la città santa consacrò alla Santa Madre di Dio, che soccorre velocemente ai cristiani. A lei ha costruito la chiesa sulla grande porta in onore della prima festa del Signore l'Annunciazione, in modo che la benedizione che l'Arcangelo che diede alla Vergine potesse essere alla città. Perché le è stato detto: "Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te!" (Lc 1, 28) e alla città: "Rallegratevi, o beata città, il Signore è con te!"" 
   Nell'arte ucraina le raffigurazioni dell'Annunciazione sono presenti nella cattedrale di Santa Sofia a Kyiv, c'erano gli affreschi del XII secolo nella chiesa di San Michele Arcangelo dalle Cupole d'Oro a Kyiv, di San Cirillo d'Alessandria a Kyiv (non conservati), gli affreschi del XIII secolo nel villaggio a Goriany (regione di Uzhgorod), sono le numerose icone, le incisioni. 

L'Annunciazione vicino al pozzo, l'affresco nella cattedrale di Santa Sofia di Kyiv

L'affresco nella cattedrale di Santa Sofia, l'XI secolo, Kyiv

L'affresco dalla chiesa di San Michele Arcangelo a Kyiv, XII secolo  

L'Annunciazione di Korsun', 1022 ca.
(Scuola di Kyiv)
 
Nell'inno di San Giovanni Crisostomo (407) si canta:

L'Angelo arriva presso la Vergine e, avanzando dice:
"Rallegrati, ricolma di grazia!".
Apostrofa la serva come una padrona
e come se fosse già divenuta la Madre del Signore.
"Rallegrati, ricolma di grazia!"
La prima delle tue antenate, Eva, disobbedendo
meritò la condanna a partorire i figli nel dolore;
per te, al contrario, l'indirizzo è invito alla gioia.
Quella generò Caino e, con lui, mise al mondo l'invidia e la morte.
Tu, al contrarlo, metti al mondo un Figlio
che dà a tutti la Vita e l'incorruttibilità.
Rallegrati dunque, ed esulta!
Schiaccia la testa al Serpente!
Rallegrati, o ricolma di grazia!
Poiché la maledizione è finita,
la corruzione è dissipata, la tristezza svanisce,
la gioia fiorisce, la felicità preannunciata dai profeti si realizza.
Lo Spirito Santo aveva annunziato,
parlando per bocca d'Isaia:
"Ecco: la Vergine accoglie un figlio nel suo seno e lo mette al mondo" (Is 7,14).
Quella Vergine, sei tu!
Rallegrati dunque, o ricolma di grazia!
Tu sei piaciuta a Colui che ha plasmato il mondo,
Sei piaciuta a Colui che ha creato tutto,
Sei piaciuta al Creatore.
Sei piaciuta a Colui che si sazia di bellezza.
Tu hai trovato uno Sposo che protegge la tua verginità e non la distrugge;
Tu hai trovato uno Sposo che,
a motivo del suo grande amore per gli uomini,
ha voluto diventar Tuo Figlio.
Il Signore è con te!
Egli è in te, Colui che è dappertutto,
È con te e da te, Colui che, nel cielo, è il Signore,
che, nelle profondità, è il Santissimo,
che, in tutta la creazione, è il Demiurgo,
Creatore sui Cherubini, Guida del mondo sui Serafini,
il Figlio, in seno al Padre, il Figlio unigenito, nel tuo seno,
il Signore, in un modo che solo Egli conosce,
Tutto intero dappertutto e Tutto intero dentro di te!
Benedetta sei tu fra tutte le donne!
Poiché sei stata trovata degna d'albergare un tale Signore,
poiché, di tua volontà, hai racchiuso dentro di te
Colui che nulla può contenere,
poiché tu hai accolto Colui che riempie tutte le cose,
poiché sei divenuta il luogo purissimo dove si realizza la Salvezza,
poiché all'ingresso del nostro Re nella Vita
sei apparsa come il suo degnissimo carro.
Poiché ti sei mostrata lo scrigno dello Spirito Santo,
Benedetta sei tu fra tutte le donne! 
(PG 62, 765-766)
 
 
 Gli affrescрi nella chiesa a villaggio Goriany, dintorni di Uzhgorod, XIII secolo

L'affresco dell'Annunciazione, villaggio Goriany, regione di Uzhgorod, XIII-XIV secolo



Dall'ufficiatura del mattutino di 24 marzo di Teofano Graptòs (ca 778-845): 

"Rallegrati, o universo: 
fra poco tu accorgerai della discesa del Signore in te. 
Egli scende dal cielo per diventare corpo nel seno della Vergine santissima. 
Egli viene a rendere celeste il limo di coloro che sono sulla terra. 
Chinando i cieli, ora scendi verso di noi, 
o Verbo per rialzare dalla caduta l'opera della tua destra". 

"Trasali e danza, o terra che produceva penosamente le spine delle passioni. 
Ecco, ora arriva il coltivatore immortale, 
Colui che toglie da te la maledizione". 

Nell'ode ottava si canta: 

"Nube leggera della luce, tu che non hai conosciuto le nozze,
 dall'alto il sole impenetrabile risplenderà su di te; 
dopo essersi nascosto in te, 
si manifesterà al mondo e squarcerà l'oscuramento del male. 
Il primo degli angeli proferì con voce gioiosa l'annuncio, 
o Pura, che l'Angelo del Grande Consiglio si sarebbe incarnato da te".


Київський Псалтир 1397 р.
La miniatura del Salterio di Kyiv 1397
   
 
  L'icona ucraina della fine del XV secolo, Museo Storico a Sianok (Polonia) 
 
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L'affresco del Maestro ucraino Andrea con i suoi alunni, Liublin, 1418

   Nel tropario (il canto liturgico del rito bizantino) della festa si canta: "Oggi è l’inizio della nostra salvezza e la manifestazione del Mistero che esiste dall’eternità: il Figlio di Dio si fa Figlio della Vergine e Gabriele annuncia la Grazia a tutti. Perciò noi insieme a  lui chiameremo alla Vergine Maria: Rallegrati, Beata, il Signore sia con te". L'Annunciazione è l'inizio della nostra salvezza, perciò nella chiese orientale l'Annunciazione si raffigura sulle Porte Reale dell'iconostasi, che simboleggiano l'ingresso al Regno dei Cieli. Come anche si rappresenta nelle Porte Reale dell'iconostasi ucraina dove la scena dell'Annunciazione si trova sopra le rappresentazione dei quattro evangelisti che può simboleggiare l'inizio della Buona Novella.

La scena dell'Annunciazione sulle Porte Reali dell'iconostasi dal villaggio Polytjanka 
della fine del  XV secolo


Le Porte Reali dell'iconostasi dal villaggio Kleciv, provincia di Sarny, regione di Rivne



Frammento delle Porte Reali del XVI secolo, Museo a Peremyshl 

Іконографія Благовіщення: покірність другої Єви
L'Annunciazione della Vergine e di Sant'Anna, XVI secolo

L'Annunciazione, Daleva, la prima metà del XVI secolo 

Frammento dell'icona della Natività di Cristo, della metà del XVI secolo, dalla xhiesa dell'Intercessione della Santissima Madre di Dio a villaggio di Trushevichi
Museo Nazionale intitolato ad Andrey Sheptytsky di Leopoli

Maestro Fedusko di Sambir, scena dell'icona di Sinassi di Santi Gioacchino e Anna, 
seconda metà del XVI secolo, chiesa della Sinassi di Gioacchino e Anna, 
villaggio di Stanylia, Museo Nazionale intitolata ad Andrey Sheptytsky di Leopoli

 L'icona ucraina della fine del XVI - l'inizio del XVII secolo. 
Museo Nazionale di Cracovia, Polonia.

La seconda metà del XVI secolo, dalla città di Kalush, 
Museo Nazionale d'Arte dell'Ucraina, Kyiv

 
L'icona della devozione popolare dal villaggio Nakonechne degli anni 1570' 

Il Maestro Fedusko da Sambir, con la datazione del 1579, Museo dell'Arte di Kharkiv
 
L'icona con le scene "L'Annunciazione" e "L'Ingresso in Gerusalemme", XV secolo, 
villaggio Wylka Zhmijovska, Museo storico a Sanok 

Il dettaglio dell'icona 

La scena dell'Annunciazione dell'iconostasi del villaggio Stara Skvariava
XVI secolo

L'icona ucraina del XVI secolo, Museo Storico a Sanok (Polonia)

Stefan Popovych Medica, icona del 1660, dal villaggio di Zavadka.

XVII secolo, dalla chiesa dell'Arcangelo Michele del villaggio di Bolokhiv, 
distretto di Kalush, regione di Ivano-Frankivsk.

L'icona ucraina della fine del XVII secolo, Lubachiv, Museo a Peremyshl

Maestro Fedir Senkovych, Scuola di pittura di icone di Leopoli. Prima metà del XVII secolo (1644-48), chiesa di Santa Paraskeva, Leopoli

Scuola di scrittura di icone di Leopoli, gli anni 1650', 
chiesa della Discesa dello Spirito Santo, Roghatyn.

Scuola di pittura di icone di Leopoli, chiesa dello Discesa dello Spirito Santo a Rohatyn, 1650.

Ivan Rutkovych (?) Seconda metà del XVII secolo. chiesa della Discesa dello Spirito Santo, 
Museo Nazionale d'Arte dell'Ucraina, Kyiv.

 Scuola di Zhovkva, la metà del XVII secolo, chiesa dell'Ascensione,
 villaggio di Volytsia-Drevlyanska.

L'icona ucraina della prima metà del XVII secolo, Museo storico di Sanok, Polonia 

L'icona ucraina della devozione popolare, XVII secolo, Museo Nazionale delle terre di Peremyshl

dalla CL'icona patronale della chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria nel villaggio di Baiv, Decanato del distretto di Lutsk, 1693 

La seconda metà del XVII secolo, Peremyśhl.

Medaglione dell'icona ucraina del XVII secolo, Museo Nazionale delle terre di Peremyshl

Marko Shestakovych, icona dell'inizio XVIII secolo.

Ivan Medytskyj, l'affresco della chiesa di San Giorgio, Drogobych, 1711

Il ricamo ucraino sull'epitrachile del XVII secolo, 
Museo di Tarnavskyj (distrutto nel 2022 dall'aggressione russa), Kharkiv 

Epitrachil del XVIII secolo, Chernighiv 

Il recammo in oro, XVII secolo   

Il ricamo ucraino in oro del XVII secolo, Museo di Kharkiv 

L'incisione nella Minea, 1680 

Irmologion della prima metà del XVIII secolo  

L'incisione dell'Anfologion, 1647

L'incisione del libro di L. Baranovych, Trombe dei sermoni sulle grande feste, 
Kyiv, Lavra 1674.

 L'incisione nel libro di Lazar Baranovych, Le trombe dei sermone per i giorni festivi. 1674.

L'incisione, Kyiv 1674 




Nikodym Zybryckyj, L'incisione dell'Irmologion, Leopoli 1709 

L'incisione degli Akatisti, Kyiv 1749 


Ivan Rutkovych, l'icona dell'iconostasi di Zhovkva 1698

Ivan Rutkovych, icona del XVII secolo 

Scuola di Zhovkvka. L'icona della II metà del XVII secolo da Lubachiv,  
cattedrale di San Giovanni Battista, Peremyśhl


L'icona del XVII-XVIII secolo, regione di Kyiv










La seconda metà del XVII secolo, Museo
Nazionale d'Arte dell'Ucraina, Kyiv, Ucraina.





L'immagine del XVIII secolo dalla chiesa della Santa Protezione, villaggio di Pirvanche, 
Museo delle icone di Volyn 

Scuola pittorica di icone di Zhovkva, 1728, chiesa della Santissima Trinità a Zhovkva

Yov Kondzelevych, L'icona dell'iconostasi di Skete di Maniava, 1698-1705

Scuola pittorica Kyievo-Pecherska. metà del XVIII secolo, chiesa di  Borys e Glib, Kyiv.

Scuola di pittura di icone Kyiv-Pechersk, metà del XVIII secolo 

L'Annunciazione del XVIII secolo, Kyiv



L'icona del XVIII secolo, Kremenec-Pochajiv

Jov Kondzelevych, Frammento delle Porte Reali dell'iconostasi da Voschatyn, 1722
 Museo Nazionale intitolato ad Andrey Sheptytsky, Leopoli

  L'Annunciazione sull'iconostasi della chiesa Sant'Andrea a Kyiv, XVIII secolo  
 

Le Porte Reali con la scena dell'Annunciazione nella chiesa Sant'Andrea a Kyiv, XVIII secolo 

Il ricamo con il filo d'oro, XVIII secolo, Kyiv








L'icona della fine del XIX -l'inizio del XX secolo, Uzgorod, Museo dell'Arte  

M. Vrubel, Gli affreschi della chiesa di San Cirillo d'Alessandria a Kyiv, 1883-1884 


Petro Kholodnyj, "L'Annunciazione" dall'iconostasi della chiesa dello Spirito Santo a Leopoli, 1928, Museo Nazionale a Leopoli 





"L'Annunciazione" di Petro Kholodnyj, gli anni 1920, Museo Nazionale a Leopoli 

Yakiv Gnizdovkyj, l'Annuciazione

   San Giovanni Paolo II rilevava: se "la fede di Abramo costituisce l’inizio dell’antica alleanza", "la fede di Maria nell'Annunciazione dà inizio alla nuova alleanza" (Redemtptoris Missio 14).

Venite con l’Arcangelo Gabriele, andiamo assieme dalla vergine Maria 
e salutiamola come madre e nutrice della nostra vita. 
Non è conveniente solo per il capo degli angeli 
salutare la regina, ma anche a noi poveri è lecito vederla 
e rivolgere la parola a lei, 
Madre di Dio, che tutte le generazioni proclamano beata, e invocare: 
"Rallegrati, illibata! Rallegrati giovinetta eletta da Dio! Rallegrati, santa! 
Rallegrati, amabile e buona! Rallegrati, gioia degli occhi! 
Rallegrati, inseminata! Rallegrati, incorrotta! 
Rallegrati, madre che non ha conosciuto uomo! 
Rallegrati, sposa non sposata!"

Inno dell’Annunciazione di Romano il Melode (+560)


Leo Mol, la vetrata della cattedrale ucraina di Santi Volodymyr ed Olga a Winnipeg 
http://www.latheotokos.it/modules.php?name=News&file=print&sid=618
http://manuelninguell.blogspot.com/2015/03/lannunciazione-nellinnografiadi-efrem.html
https://www.chiesadegliartistirc.it/2019/03/24/lannunciazione-a-maria-tra-culto-e-spiritualita/

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