mercoledì 31 luglio 2024

Iryna Stasiv-Kalynets (6.XII. 1940 - 31. VII. 2012), parlamentaria, politico, poetessa, dissidente ucraina


IRYNA  STASIV-KALYNETS 
(6.XII. 1940-31. VII. 2012)
 parlamentaria, politico, poetessa, dissidente ucraina

a cura di Yaryna Moroz Sarno


Архів Львівського університету » “Під слідством”. До біографії ...
   

 Una donna-simbolo, famosa scrittrice e poetessa ucraina, pubblicista, brillante personalità di grande forza e influsso, prigioniera politica, in seguito senatrice, illustre personaggio pubblico, professoressa dell'Università Nazionale di Leopoli, Iryna Stasiv-Kalynets è nata il 6 dicembre del 1940 a Leopoli. Si è laureata nel 1964 presso il Dipartimento delle lingue slave della Facoltà di filologia dell'Università di Ivan Franko a Leopoli. 

Iryna Kalynets con suo marito, grande poeta ucraino Igor Kalynets

   Scriveva le poesie, che sono diventate il motivo della sua condanna. Il suo debutto è stata una poesia "Rosa selvatica" pubblicata nella rivista "Zhovten' " ("L'Ottobre") № 6 (1959)).



   
Durante la persecuzione delle figure chiave della vita culturale ucraina negli anni '70, fu molto attiva nella protezione dei diritti umani perciò fu licenziata e lavorò come tessitrice e poi insegnò lingua e letteratura a scuola. Nel luglio del 1970 firmò una protesta insieme ad altre persone di cultura contro l'arresto del dissidente ucraino Valentyn Moroz. Nell'autunno dello stesso anno, insieme a suo marito il geniale poeta Igor Kalynets, inviò una petizione alla Procura dell'URSS chiedendo il permesso di essere presente al processo di V. Moroz. Scrisse una lettera al presidente del Consiglio dei ministri dell'URSS Kosygin a nome di parenti e amici di V. Moroz ed una lettera alla Verkhovna Rada dell'URSS che protestava contro le violazioni durante il processo. Nel dicembre del 1971 firmò una dichiarazione sull'istituzione del Comitato pubblico per la protezione della dissidente Nina Strokata. Nel gennaio 1972, fu arrestata e nel luglio dello stesso anno condannata a sei anni dei campi di concentramento sovietici e tre anni in esilio per "agitazione e propaganda antisovietica" per le sue poesie. Sei mesi dopo, suo marito, il poeta Igor Kaliynets, fu condannato con le stesse accuse. 




  
  Dopo il ritorno dall'esilio in Transbaikalia, dalla metà degli anni '80 è stata una tra le figure più note nella vita politico-sociale e culturale dell'Ucraina occidentale: ha creato e diventata co-editrice della rivista culturale "Yevshan-zillia" (Євшан-зілля), è stata tra le organizzatrici del "Memorial", il Movimento ("Рух"), è stata membro nella Società Scientifica di Taras Shevchenko.  
  Nel 1990 è stata eletta nel Parlamento ucraino ed era una dei più attivi suoi membri. Era capo del Dipartimento dell'Istruzione della Regione di Leopoli, riformatrice del sistema educativo e scolastico. 

Iryna Kalynets nella sala del Parlamento ucraino 

   Sempre è stata molto attiva nella vita sociale e culturale, essendo un importante punto del riferimento. L'autrice dei molti libri di poesie, romanzi, delle ricerche scientifiche: ha scritto numerosi libri, le monografie scientifiche e più di trecento articoli.
   Nel 1998 è stata riconosciuta come "Eroina del Mondo" nomina per le donne più famose per le sue attività pubbliche (USA, Rotchester), nel 2000 e 2005 - aveva l'Ordine di Sant'Olga. 
   Dal 2013 la Fondazione Internazionale  Educativa di Yaroslav il Saggio assegna il Premio di Iryna Kalynets per la partecipazione attiva alla vita socio-politica dell'Ucraina, in particolare per i risultati eccezionali nello sviluppo sviluppo della cultura e letteratura, dell'istituzione ucraina, della società ucraina, che rafforza la memoria storica del popolo ucraino, la sua identità nazionale, afferma l'autorità dell'Ucraina nel mondo. Nel dicembre 2015 in suo onore è stata messa  una targa commemorativa sul muro della scuola di Lviv № 87, dove ha studiato Iryna Kalynets. Il 21 dicembre 2017,  la scuola  № 87 è stata intitolata a Iryna Kalynets.  
    Negli ultimi anni, Igor Kalynets ha pubblicato 10 volumi di patrimonio creativo e scientifico, materiali documentari di Iryna Kalynets. 
    

Українська дисидентка відбувала покарання через паркан із Стусом ...
Iryna Stasiv -Kalynets tra i colleghi ed amici deputati del Parlamento Ucraino. 





Новини Львова: Рік тому не стало Ірини Калинець




https://www.youtube.com/watch?v=u028EZueZJE

martedì 30 luglio 2024

Ivan Shchyrsky (1650-1714 ca), l'incisore sul rame dell'epoca barocca




Ivan Shchyrsky (1650 ca - 1714 ca)
(Іван Щирський)

a cura di Yaryna Moroz Sarno
 






    Ivan Shchyrsky, Iean Szczyrsky (dal 1689 monaco che si chiamò Innocenzo) era un famoso incisore sul rame dell'epoca barocca che è cresciuto nella scuola barocca di A. Tarasevych, il costruttore del monastero a Lubec. Il luogo e data della sua nascita sono sconosciuti. Probabilmente naque 1650 circa nella regione di Chernihiv. Fu educato al Collegio di Chernihiv, dove dopo era insegnante (1707 - 09) e al Collegio Kyiv-Mohyla (studiò teologia e letteratura). Mostrò un particolare interesse per l'architettura, l'iconografia, parlava diverse lingue straniere.
  Con le sue capacità attirò l'attenzione della famoso scrittore ucraino Luka Baranovych (1620-1693), che fu una figura sociopolitica e religiosa importante.
Grazie a lui, dopo il 1676, Shchyrsky andò a Vilno, dove frequentò le lezioni all'Accademia di Vilnius. Nello stesso tempo studiò l'incisione sotto la guida di Aleksander Tarasevych (1640-1727) presso la tipografia accademica dell'Accademia di Vilnius (1677–80) e migliorò molto il suo disegno nell'incisione.  
    L'attività artistica di Shchyrsky è divisa in due periodi: Vilnius (1680-1683) e Chernihiv (1683-1714). Nel 1680 - 83 Shchyrsky lavorò come incisore a Vilnius, dal 1683 a Chernihiv e dal 1689 al monastero delle Grotte (Lavra di Kyiv-Pechersk) senza interrompere i rapporti con la tipografia di Chernihiv. Dopo il suo ritorno a Chernihiv, Ivan Shchyrsky introdoce un nuovo flusso nelle incisonini della tipografia di Chernihiv. Le sue prime opere indipendenti furono "La Gracia e la Verità" di Lazar Baranovych, "Resurrected Phoenix" di Lavrentiy Krshchonovych. Come migliore incisore-ritrattista insieme a L. Tarasevych, fu chiamato da Černigov per l'incisione del ritratto della principessa Sofia Alekseievna, realizzò l'incisione allegorica con le rappresentazioni del zar Ivan, Pert e principessa Sofia come l'appendice del libro di Lazar Baranovych "La grazia e la verità è Gesù Cristo..." Chernihiv 1683.    
   Intorno al 1686, l'artista divenne monaco e firmò le seguenti incisioni con il nome monastico di Innocenzo Shchyrsky. Negli anni 1690' Shchyrsky fondò il monastero Lyubetsko-Antoniyevsky e ne divenne l'abate, e con il sostegno di Ivan Mazepa costruì la chiesa di Sant'Onofrio a Lyubech vicino a Chernihiv; è morto lì. Mentre viveva nel monastero, Shchyrsky lavorava per le tipografie dei monasteri di Kyiv e Chernihiv.   



 


   Shchyrsky creò oltre 100 incisioni su rame, lavorando principalmente nella grafica panegirica e nella tecnica dell'incisione su rame, una serie delle illustrazioni per le edizioni delle tipografie di Vilnius, Chernihiv, Kyiv-Pechersk (Lavra) e le incisioni su cavalletto, fu anche un pittore di icone e il restauratore della pittura a tempera. Alcune sue incisioni sono note solo dalle descrizioni. Quelli del suo periodo di Vilnius includevano le copie di Częstochowa e altre icone miracolose, stemmi (ad esempio, per Adam Kysil) e le immagini di Cristo che portava la croce e San Domenico, San Tommaso d'Aquino, San Giovanni Crisostomo e San Michele. Del patrimonio artistico del periodo trascorso a Vilnius sono anche conosciute frontespizio del panegirico in onore di Y. Oginsky (1680), l'incisione su rame dell'emblema di bronzo (1682). Creò le incisioni su rame dell'elogio di L. Krschonovych in onore del vescovo Lazar Baranovych ("Redivivus phoenix", 1683) e di tre incisioni su rame nel libro di testo della retorica ("Ilias oratoria", 1698), dello stesso autore sono stati realizzati a Chernihiv, per la tipografia del monastero. Le prime opere indipendenti di Shchyrsky sono state illustrazioni delle opere del famoso scrittore e personaggio pubblico Lazar Baranovych. La tecnica dell'incisione su rame è stata applicata nell'edizione cirillica dell'opera di L. Baranovych "La grazia e la verità..." (1683).
   L'opera più famosa di Shchyrsky, eseguita nella tradizione dell'iconostasi, è dedicata al rettore dell'Accademia di Kyiv Mohyla P. Kolachynskyi (1697-1702), al centro del quale è un gruppo di studenti guidati dal rettore, sullo sfondo dell'edificio dell'Accademia. Una ricca composizione  della tesi di I. Obidovsky in onore della campagna di Azov (1688 - 91) con le figure simboliche e allegoriche, gli emblemi, le cornici decorative ecc. è un esempio dell'incisione barocca. Sette grandi incisioni su rame di Shchyrsky hanno decorato l'elogio di S. Jaworsky, dedicato al'hetman Ivan Mazepa "Echo głosu wołającego na puszczy" (stampa in polacco e latino nella tipografia del monastero delle Grotte a Kyiv (Lavra) del 1698). Il frontespizio e tre incisioni su rame di Shchyrsky sono nel panegirico di I. Ornovsky in onore del colonnello G. Donets-Zaharzhevsky "Bogaty Wiridarz" (1705). Dello stesso genere sono due  incisioni di Shchyrsky nell'opuscolo "Specchio delle Scritture Divine ..." con gli stemmi di Ivan Mazepa e I. Maksymovych.
    L'artista fu dotato dell'immaginazione meravigliosa. Le sue composizioni assomigliano alle visioni, i sogni profetici, ma nello stesso tempo, sono ricchi dei molti dettagli veri. Per raggiungere la persuasività, l'artista studiò i mezzi poetici letterari e dell'arte. La poetica di Shchyrsky è sottilmente e delicatamente unita al razionale e ha una logica sobria.



 "La Bandiera trionfale" in onore del rettore dell'Accademia P. Kalychysky, 1698 


L'illustrazione della tesi poetica di Obidovsky (l'Accademia di Pietro Mohyla a Kyiv) (1708).


Il frontespizio del libro di Lazar  Baranovych "La Grazia e la Verità" (1683)


Il frammento dell'incisione per la tesi poetica dell'Accademia di Kyiv Mohyla (1708)




Il frontespizio per "Il giardino ricco" di Jan Ornowsky (1705).




Il ritratto del metropolita Varlaam Yasynsky (1707).






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http://uartlib.org/allbooks/dmitro-stepovik-ivan-shhirskiy-poetichniy-obraz-v-ukrayinskiy-barokkoviy-gravyuri/
http://www.encyclopediaofukraine.com/display.asp?linkpath=pages%5CS%5CH%5CShchyrskyIvan.htm
http://ukrartstory.com.ua/tekst-statti-23/ukrainian-antimensions-xvii-xviii-ct.html

Бартош А. Козацькі реліквії першої чверті ХVІІ ст. з фондів Національного Києво-Печерського історико-культурного заповідника // Нові дослідження пам’яток козацької доби в Україні. — 2012. — Вип. 21, ч. 2. — С. 321-328
Ровинский Д. А., «Подробный словарь русских граверов в XVI — XXIX вв., 2 т. П. 1895;  
Новицкий А. П., «История русского искусства», М., 1899, выпуск 5, 379—380.
Сидор-Ошуркевич О. Українська антимінсна гравюра XVIІ—XVIII ст. / Т. CCXXVII: Праці Секції мистецтвознавства. — Львів, 1994. — С. 171–182.
Степовик Д. В. Іван Щирський: поетичний образ в українсьій бароковій гравюрі. - Київ: Мистецтво, 1988
Степовик Д. В. Українська гравюра бароко: Майстер Ілля, Олександр Тарасевич, Леонтій Тарасевич, Іван Щирський, 2012
Ткачук В. А. Українські православні антимінси XVII–XVIII ст.: система функціонування та смислове навантаження. Дисертація на здоб. наук. ст. канд. іст. наук: 07.00.01, Київ. нац. ун-т ім. Тараса Шевченка. — Київ, 2018. — 310 с. 
 Deluga W. Grafika zkręgu Ławry Pieczarskiej і Akademii Mohylańskiej. Kraków 2001.
Deluga W. Ukraińskie graficzne wyobraźenia cudownych icon maryjnych z XVII i XVIII wieku, in Гетьман Іван Мазепа: постать, оточення, епоха. 3б. наук. праць / Відп. ред. В. А. Смолій, О. О. Ковалевська. НАН України. Інститут історії України. - К.: Інститут історії України, 2008, 312-355.

domenica 28 luglio 2024

Testamento spirituale di Andrea Szeptyckyj al Papa Pio XI (4 luglio 1923)



TESTAMENTO SPIRITUALE 

DI ANDREA SZEPTYCKYJ 

AL PAPA PIO XI

del 4 luglio 1923, Roma.




   Sua Santità, io lascio Roma sapendo che, poco dopo il mio ritorno a Leopoli verrò assassinato.
   Io accetto la morte per volontà di Dio. Offro volentieri la mia vita a Nostro Signore per l'unità delle Chiese e per ottenere da Dio la pace di Cristo fra i cattolici del nostro paese, purtropo separati a causa dell'ingiustizia e dell'odio secolare.
   Preparandomi a morire, ci tengo a dichiarare davanti a Dio che vede la mia coscienza, e davanti a Sua Santità - Vicario di Gesù Cristo - che nessun motivo umano mi ha mai spinto ad alcun atto pubblico, durante il mio incarico come vescovo. Per obbedienza al Sovrano Pontefice, ho accettato il faticoso incarico dell'episcopato; ho sempre inteso il mio impegno portare alla salvezza eterna i miei fedeli, attraverso la fede cattolica e l'amore di Dio e della sua Chiesa, cristianizzare la vita, le idee ed il patrimonio stesso dei fedeli.
   Per portare a compimento i miei doveri d'amore verso il prossimo, ho dovuto seguire i miei fedeli nelle loro giuste aspirazioni nazionali, dare me stesso a tutti per la loro salvezza: ho dovuto anche difenderli di fronte all'ingiustizia.
   Dopo un lungo esame di coscienza, non vedo in che cosa io avrei dovuto cambiare nel modo di condurre il mio impegno di pastore. Non ho mai avuto rancore verso chi ha agito ingiustamente nei confronti dei miei fedeli e di me stesso. Io ho perdonato sempre di tutto cuore. Non ho mai provato odio, né sciovinismo nazionale, non ho mai predicato niente che non fosse l'amore per il prossimo, l'amore verso tutto il mondo, anche nei confronti dei miei nemici.
   L'unico tema della mia predicazione è sempre stato il Vangelo di Gesù Cristo, l'unico scopo del mio lavoro la salvezza dei miei fedeli. Io muoio dunque vittima dei doveri, derivati dal mio incarico e spero che Dio accetti il sacrificio della mia morte. Durante tutta la mia vita ho domandato a Dio di morire come testimone della fede cattolica. Preferirei mancare per mano dei nemici della fede, ma accetto la morte che Dio mi donerà ed io perdono sin d'ora coloro che me la infliggeranno. Sono sempre stato fedele alla Sede Apostolica Romana e mi sono sempre impegnato a rafforzare i miei fratelli nella stessa fede.
   Mi pento sinceramente di tutti i miei peccati con cui ho offeso la Bontà divina, mi pento per paura del giudizio di Dio e per amore della bonta infinita, la saggezza, l'onnipotenza, la maestà di Dio, e prego umilmente Dio di voler usare misericordia verso la mia povera anima, che io rimetto nelle Sue mani per intercessione della Santissima Immacolata Madre di Dio e sempre Vergine Maria e per l'intercessione di S. Giuseppe, suo sposo, e di S. Giosafat, martire.
   Io credo in tutte le verità della fede cattolica ed attendo la resurrezione dei morti.

                                                                                                   + Andrea Szeptyckyj
                                                                                               Arcivescovo di Leopoli

   Mi prostro umilmente ai piedi di Vostra Santità, oso raccomandare l'opera alla quale ho dedicato il lavoro di tutta la mia vita: l'Unità delle Chiese e la ricostruzione del monachesimo orientale.



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Fonte:
Babiak Augustyn, Il metropolita Andrea Szeptyckyj nel suo incarico di visitatore apostolico (1920-1923) e nei suoi rapporti con il governo polacco ; Società Scientifica Sevcenko, Ucraina; Fondazione "Andrej", Leopoli Trento-Bolzano : Casa Editrice "Artos", 2012.



martedì 23 luglio 2024

Santi Borys e Glib, i primi martiri nazionali ucraini e santi protettori della terra ucraina (24 luglio)


Santi Borys e Glib, 
i primi santi  martiri nazionali ucraini

24 luglio

           di Yaryna Moroz Sarno 

La miniatura del codice di Sylvestro, la seconda metà del XIV secolo

  I santi principi Borys e Glib, i primi martiri della Rus'-Ucraina canonizzati dalla Chiesa kyievana nell'anno 1071 ca, battezzati con i nomi di Davide e Romano, sono stati i figli minori di San Volodymyr, granduca di Kyiv e della principessa Anna Porfirogenita, sorella dell'imperatore bizantino Basilio II. Fin dall'infanzia distinti per la loro pietà e l'amore fraterno l'uno per l'altro e per gli altri fratelli, rappresentavano l'ideale della mitezza cristiana. La loro vita santa era fondata sull'amore per il prossimo e il bisognoso e per il loro senso di giustizia. 
  Il loro culto si rispecchia oltre che nelle cronache, in particolare "Il racconto degli anni passati",  anche nell'anonimo "Racconto e passione e lode ai santi martiri Borys e Glib" (inizio: "La famiglia dei beati giusti..."), nelle prime opere agiografiche dedicate ai santi: "Racconto dei miracoli dei santi Romano e Davide, portatori della passione di Cristo" (inizio: "Un uomo non può parlare e non essere soddisfatto del suo occhio...") e "La lettura della vita e dell'uccisione dei beati martiri Borys e Glib", dello cronista San Nestore di Pechersk (l'XI secolo)Il racconto sotto l'anno 1015 della Cronaca degli tempi passati era dedicato all'omicidio di Borys. Anche la cronaca tedesca dell'inizio dell'XI secolo di Titmar di Merseburg descrivono le circostanze della vita e della morte dei giovani figli di Volodymyr.
    I brevi racconti agiografici sono stati inclusi nei Prologhi e nei libri liturgici - Paremiynyk e Minea degli Uffici. Nelle due pervenute minei per luglio dell'XI-XII secoli è conservato l'Ufficio ai santi Borys e Glib il 24 luglio, attribuito al metropolita Giovanni 1 (1008-1035 ca). La memoria dei Santi Borys e Glib del 24 luglio è stata inclusa nel calendario del Vangelo di Mstyslav il Grande (l'inizio del XII secolo). 
   In onore di Borys e Glib il 2 maggio 1175, nel giorno della memoria del trasferimento delle loro reliquie, nella cattedrale dedicata ai santi Borys e Glib a Chernighiv un sacerdote sconosciuto pronunciò un elogio funebre in onore dei santi "Discorso nel giorno dai Santi Borys e Glib" ("Un discorso sui principi"). Fino ai nostri giorni sono sopravvissute due letture paremiane per venerazione liturgica (le letture pronunciate durante le celebrazioni alle vigilia delle grande feste liturgiche delle Paremia raccolte nel Paremiynyk) su Borys e Glib. 
   Sul martirio di Borys e Glib sono scritti gli antichi monumenti letterari di Kyjiv: l'articolo dell'anno 1015 nei "Racconti degli anni" sulla morte dei principi, "Lettura della vita e della morte dei beati martiri Borys e Glib" del cronista Nestore e anonimo "Racconto e passione e lode ai santi martiri Borys e Glib" che si conserva nei circa 200 manoscritti con le varie versione, la più antica tra questi è del XII secolo. Si presume che  questo monumento sia stato costruito in più fasi dalla seconda metà del XI - all'inizio XII secolo. Questa opera ("Racconto...") si conclude con "Racconto dei miracoli dei santi martiri" e sui costruzione di chiese da parte loro a Vyshgorod e trasferimento delle reliquie nel 1072 e 1115. Sulla base dello studio testologico dei 255 monumenti letterari su Borys e Glib, S. Bugoslavskyj, giunse alla conclusione che la "Racconto" nacque negli ultimi anni del regno di Yaroslav il Saggio a metà dell'XI secolo. Successivamente, si aggiunse "Racconto dei miracoli", composta successivamente da tre autori nel periodo 1089-1115. 
  Con la diffusione del culto e l'inserimento della memoria di S. Borys e Glib nell'anno liturgico era necessario creare un servizio più solenne con i nuovi canti e preghiere. Secondo D. Abramovych, i testi liturgici della festa principale del 24 luglio dei Santi Borys e Glib furono composti, nella prima metà dell'XI secolo dal metropolita di Kyjiv Giovanni I, che partecipò all'istituzione della commemorazione dei santi martiri. Nel vespro e il mattutino del metropolita Giovanni, che è il vespro e il mattutino quotidiano, troviamo sidalen, kondak, ikos, tre stykhir sulla "chiamata del Signore", tre stykhir sul "versetto" (due per i vespri e uno per il mattutino), tre stykhir sul sulla Lode e sul canone (per il Mattutino). Già nello Stykhirare del XII secolo si legge un'intera serie dei stykhir e tropari del canone.

Granduca Volodymyr il Grande dà la spada al suo figlio Borys, 
miniatura del codice di Radzyvil, XIV secolo  

 Il giovane principe Borys, conosciuto per la sua pia condotta pia, divenne famoso anche come guerriero coraggioso ed abile. I fratelli sono stati assassinati nello stesso anno 1015, secondo i racconti agiografici, per ordine del loro fratellastro maggiore Sviatopolk il Maledetto, che divenne il granduca di Kyjiv e rifiutò di seguire la volontà paterna, volendo sterminare gli altri fratelli. "Per Cristo lascio la corruttibile fama terrestre", si dice nel canto liturgico. Nella Cronaca degli anni passati si afferma: "beato Borys prende la corona da Cristo Dio con i giusti, tra i profeti e apostoli, insieme con schiera dei martiri, cantando con gli angeli e godendo la gioia con i schiera dei santi". 
   Il principe Borys fu ucciso nove giorni dopo la morte di Volodymyr il 24 luglio del 1015, mentre recitava le preghiere mattutine della domenica nella sua tenda sulle rive del fiume Alta (al ritorno dalla campagna vittoriosa sul territorio compreso fra le foci del Don e del Danubio e le rive del Mar Nero). Glib fu assassinato il 5 settembre mentre risaliva sul Dnipro durante il viaggio di ritorno a Kyjiv. 

Борис в шатре молится святому Спасу
Le miniature del codice di Sylvestro, la seconda metà del XIV secolo

Le miniature del codice di Sylvestro, la seconda metà del XIV secolo

Il corpo di Borys portato a Vyzhgorod, 
miniatura del codice di Radzyvil 


 La sepoltura del principe Borys a Vyshgorod (sopra). 
Gli assassini informano Sviatopolk sulla morte di San Borys, passandogli il cappello (sotto). 
La miniatura del codice di Sylvestro, XIV secolo

   Yaroslav, detto il Saggio, che vinse Sviatopolk e salì al trono di Kyjiv nel 1019 e governò per trentacinque anni, divenne promotore del culto dei due martiri. 
  Il principe Borys fu sepolto nella città di Vyzhgorod situata vicino a Kyiv, menzionata per la prima volta negli annali nel 946 come la città della Sant'Olga. Presto le sacre reliquie del principe Glib furono trovate a Smiadyn presso Smolensk e furono trasportate lungo il fiume Dnipro a Kyjiv. Il metropolita Giovanni I di Kyjiv (1008-1035) con il clero incontrò solennemente le reliquie incorruttibili del santo e le depose a Vyzhgorod vicino alla chiesa di San Basilio il Grande, dove erano conservate le reliquie del martire Borys, luogo di sepoltura divenne famoso per i miracoli. E, quindi, le reliquie dei santi fratelli Borys e Glib sono state rimosse dalla terra e collocate in una cappella appositamente allestita. 

Il trasferimento delle reliquie di Borys e Glib nella nuova chiesa con una cupola



   Nel 1020 i corpi di Borys e Glib sono stati trasferiti nella chiesa di San Basilio a Vyzhgorod vicino a Kyiv (la residenza di Yaroslav) dal metropolita di Kyiv Giovanni I. Il primo trasferimento delle reliquie dei Santi Borys e Glib fu svolto il 24 luglio durante il regno di  Yaroslav il Saggio. Come si racconta, "A coloro che vennero da loro in città, e l'arcivescovo fece il consueto rinnovamento della chiesa e la consacrazione. Il reliquario mise nella parte sinistra della chiesa il 24 del mese di luglio, quando fu ucciso il beato Borys. Yaroslav amante di Cristo e il venerabile metropolita Giovanni, il giorno di ogni estate, per creare una festa a loro, come si fa ora". Vyzhgorod con la chiesa a loro dedicata divenne il centro della loro devozione e la metà dei pellegrinaggi, soprattutto nella festa patronale del 24 luglio (giorno della morte di principe Borys). "O beate bare che avete accolto i vostri corpi santi come un tesoro prezioso, benedetta è la chiesa nella quale sono stati messi i vostri santi sepolcri che contengono la beatitudine dei vostri corpi, o prediletti di Cristo. Da vero benedetta la città e più maestosa tra tutti le città di Rus' che mantiene questo tesoro ... Più alta e sopra di tutte le città: seconda Salonicco  nella terra di Rus' apparve, che guarisce gratuitamente, con l'aiuto del Signore, non soltanto il nostro popolo ma per tutto mondo porta la salvezza", sta lodando l' autore del Racconto. 
  Loro sono stati onorati come santi martiri nazionali. Il 24 luglio 1026 fu consacrata la chiesa a cinque cupole costruita da Yaroslav il Saggio in onore dei santi fratelli-martiri 
   La seconda traslazione delle reliquie dei martiri accadde nel 1072. Nell'articolo del 1072 della Cronica degli Anni Passati si dice per la prima volta dei principi come santi: "Furano portati i santi martiri Borys e Glib". Nel 1115 le loro reliquie furono di nuovo solennemente trasferite nella chiesa di pietra in onore di Borys e Glib nella stessa città. Dopo l'invasione mongola del 1240 le reliquie andarono perdute


"Il miracolo della guarigione di un cieco presso la tomba dei santi fratelli" (scene sopra), 
"La traslazione delle relique di Borys e Glib della nuova chiesa di Vyzhgorod nel 1115".
Le miniature da "Il racconto di Borys e Glib" (codice di Sylvestro, XIV secolo). 
La guarigione di Mironega per l'intercesione dei santi Borys e Glib. 

Guarigione dello zoppo presso la tomba dei santi Borys e Glib (sopra). 
Izyaslav organizza festa in occasione della costruzione della nuova chiesa  
Miniatura del codice di Sylvestriv, XIV secolo


  I santi fratelli-martiri, molto presto canonizzati dalla Chiesa di Kyjiv e di Costantinopoli, divennero i primi santi nazionali dell'Ucraina. Per la canonizzazione furono scritte le narrazioni agiografiche che hanno dato l'inizio all'agiografia ucraina. Il sermone anonimo sulla passione dei due principi risale al 1072 ca. Tra il 1079 e il 1085 venne scritta la lettura liturgica del monaco cronista Nestore di Kyiv. "La leggenda e la passione e la lode ai santi martiri Borys e Glib" e i canti e testi liturgici furono scritti nel monastero di Vydubyci tra il 1115 e il 1117 per la committenza del figlio del fondatore di questo monastero Volodymyr Monomakh, che regnò a Kyjiv. 
   Frammenti delle reliquie di santi Borys e Glib  sono stati riportati nel monastero a Cechia nel 1094- 95 ca, che significa che loro culto si diffonde oltre confini della Rus'-Ucraina. Nella Santa Sofia di Costantinopoli c'era icona che rappresentava loro. 
     Inizialmente i santi Borys e Glib sono stati venerati come guaritori, operanti i miracoli. Negli Uffici più antichi i santi principi maggiormente sono stati glorificati come guaritori: "La grazia di Dio accoglie, guarisce i malati", "i doni che scorrono dal reliquario, i doni di guarigione accettiamo perché sono dal dottore divino". Sotto l'anno 1115 nella Cronaca degli anni passati è stato scritto: "Entrambi sono la gloria dei nostri principi e dei rappresentanti della terra di Rus', che hanno trascurato la gloria di questo mondo e hanno amato Cristo... E dopo aver ricevuto il dono della guarigione dal nostro Salvatore Gesù Cristo, lo donano generosamente ai malati che giungono con fede al loro santo tempio, difensori della loro patria". 
   Il popolo e principalmente la famiglia regnante iniziarono a vederli come loro celesti patroni, intercessori per i principi kyjevani e i difensori della Rus'-Ucraina. I principi della dinastia di Riuryk li consideravano come i loro protettori e gli intercessori davanti Dio. L'importanza del loro culto per l'ambiente principesco, la venerazione speciale dei Santi Borys e Glib, il luogo della loro sepoltura, viene sottolineata negli annali. Così, nella Cronaca degli anni passati sotto l'anno 6702 (1194) è scritto: "Sviatoslav, arrivando a Kyiv, andò a Vyshgorod venerdì, ad adorare i santi martiri Borys e Glib e, entrando in chiesa, baciò il reliquiario con le lacrime. ... venne dai Santi Martiri, nella chiesa vicino a San Cirillo, come ultimo servizio. E domenica è arrivata la festa di Borys e Glib, ... qui ha celebrato la festa dei santi di entrambi i martiri".
   La fiducia nella protezione dei santi Borys e Glib della terra di Rus'-Ucraina e loro intercessione per il suo esercito nelle battaglie militari rapidamente cresceva. Nell'antica letteratura e nell'arte della Rus'-Ucraina santi Borys e Glib spesso sono stati raffigurati come i santi principi guerrieri, patroni e difensori della patria e dei principi, dell' esercito. Nella Cronaca degli anni passati nell' anno 1170 i principi dopo la battaglia vittoriosa ringraziavano "Dio, Madre di Dio e due santi martiri", implicitamente Borys e Glib. Nel 1185 "Sviatoslav e gran duca Riuryk hanno ottenuto la vittoria attraverso le preghiere di Borys e Glib" 
   Nell'elogio dei santi nella "Leggenda e passioni" di Borys e Glib sono stati descritti come protettori della terra di Rus' di Kyiv e dei suoi principi. La sua liberazione dai nemici durante il suo viaggio da Chernighiv a Pereyaslav Volodymyr Monomakh la spiegava come l'intercessione di Dio e San Borys.  Nel suo Insegnamento ai figli, Monomakh il 24 luglio chiamava il giorno di Borys. La famiglia di Monomakh conservava una preziosa reliquia: la spada di Borys. 
  Nel Racconto si descrive: "Da vero siete cesari ai cesari e principi ai principi, perché per vostro aiuto e la protezione i nostri sovrani vincono tutti avversari i sono fieri del vostro aiuto. Voi siete la nostra arma, della terra di Rus' la protezione e appoggio..." 
  Le rappresentazioni dei fratelli martiri Borys i Glib sono apparse dall'inizio della loro venerazione. Così, per la costruzione della chiesa di Vyzhgorod, dedicata ai santi, Yaroslav il Saggio commissionò l'icona (come racconta Cronaca degli anni passati, "ordina di dipingere anche una santa icona").
  Lo schema iconografico dei santi si formò nell'XI - XII secolo. Le figure frontale avevano le caratteristiche idealizzate. Alla base dell'iconografia di Borys e Glib erano probabilmente le loro immagini lapidee sul sepolcro, che vengono citate nelle fonti scritte.  Nel Racconto, per esempio, principe e santo martire Borys si descrive così: "Questo Borys benedetto era della radice beata, obbediente al padre in tutto. Il corpo aveva bello, alto, viso rotondo, spalle larghe, la vite snella, gli occhi buoni, il viso allegro, giovane molto e baffi aveva piccoli, brillava da re, forte era, di tutto decorato- fioriva nella sua gioventù, nelle battaglie coraggioso, nei consigli saggio ed intelligente in tutto, la grazia di Dio fioriva in lui". 
  Nel 1102 i loro reliquiari furono decorati con le immagini d'argento dorati fatti sull'iniziativa del principe Volodymyr Monomakh, e nel 1115, per il trasferimento delle loro reliquie in una nuova chiesa, ordinò e fece realizzare una preziosa decorazione per tombe con figure in rilievo su tavole d'argento. Con il tempo le raffigurazioni dei martiri Borys e Glib prendono le caratteristiche dei martiri e dei principi guerrieri, gli intercessori per la Rus'-Ucraina. Il principe Borys è raffigurato di solito con i baffi e la barba, il più giovane Glib - con i capelli sciolti sulle spalle. I santi sono raffigurati con una croce nella mano, un simbolo del martirio, e una spada come attributo del potere principesco. 
 Il loro culto aveva un grande significato ecclesiastico e politico, che contribuì alla creazione e alla diffusione delle numerose opere dedicate a loro che formavano identità nazionale, confermavano l' idea della sacralità del potere del sovrano e della patria. Ai primi martiri Borys e Glib è dedicato il maggior numero delle antiche opere agiografiche ucraine, dove si è formata un'immagine dei santi in due, che è stata presentata anche in questo modo nell'iconografia. 
   La devozione verso i primi martiri ucraini è stata connessa al culto del loro padre San Volodymyr il Grande. La parte iniziale della vita di Borys e Glib nella Cronaca degli anni passati (sotto l'anno 6523) contiene elogi a San Volodymyr. Il collegamento tra questi culti lo possiamo notare anche nella "Memoria e lode" del monaco Giacobbe (Yakiv Mnikh). Nell'affresco della cappella della S. Trinità nel 1418 a Lublino sono rappresentati i Santi Borys e Glib e il loro padre Volodymyr. 
   Il culto di Borys e Glib e del loro padre San Volodymyr si è risvegliato nel XVII secolo (soprattutto durante i tempi e grazia agli sforzi del metropolita di Kyiv Petro Mohyla), quando le loro numerose immagini incise iniziarono a decorare le pubblicazioni a stampa. 
    

La chiesa dei Santi Borys e Glib a Chernighiv costruita tra il 1115 e il 1123.

L'icone del XIII secolo, scuola di Kyiv, Galleria  Nazionale a Kyiv

L'icona del XIV, probabilmente della scuola di Petro Ratensky   

L'icona della seconda metà del XVI secolo, Potelych, regione di Leopoli, 
Museo Nazionale a Leopoli    

Сказання про убивство святих страстотерпців руських князів Бориса ...
L'incisione, Kyiv 1638.  

L'icona "Santi Volodymyr, Borys e Glib", la fine del XVII secolo, 
città Nove Ratne, regione di Volyn', Museo Nazionale dell'Arte Ucraina a Kyiv 


Святі благовірні князі, страстотерпці Борис і Гліб
L'icona dalla collezione del Museo Storico-etnografico "Pereaslav" 

L'affresco di Borys, XII secolo, rinnovato nel XIX secolo, chiesa di San Cirillo d'Alessandria, Kyiv   

L'affresco di Glib, XII secolo, rinnovato nel XIX secolo  




La vetrata di Petro Kholodny nella chiesa della Dormizione della Vergine a Leopoli 


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Data della prima pubblicazione
06/08/20

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