giovedì 16 settembre 2021

 VIAGGIO APOSTOLICO IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ UCRAINA

Cattedrale dei Santi Volodymyr e Santa Olga (Winnipeg)
Domenica, 16 settembre 1984

 

Cari fratelli e sorelle.

1. È una gioia essere con voi oggi nella cattedrale metropolitana dei santi Vladimiro e Olga a Winnipeg. Saluto voi, l’arcivescovo Hermaniuk, gli altri miei fratelli nell’episcopato, e tutti voi riuniti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. Con gioia noto le rappresentanze delle eparchie di Edmonton, Toronto, New Westminster e Saskatoon. Attraverso di voi, estendo il mio cordiale saluto alla Chiesa cattolica ucraina di rito bizantino e a tutto il popolo ucraino del Canada. Vi saluto come un fratello slavo, partecipando, al più alto grado, del vostro spirito e del vostro retaggio. Sono particolarmente felice di essere con voi poiché ci avviciniamo alla solenne ricorrenza del primo millennio del cristianesimo in Ucraina. In voi abbraccio - nella carità di Cristo - tutta la gente della vostra terra, con tutta la storia, la cultura e l’eroismo con cui essa ha vissuto la sua fede.

Trovandomi qui con voi, non posso non ricordare il grande uomo, il confessore della fede, l’arcivescovo maggiore e cardinale Slipyj, che Dio ha chiamato all’eternità. La sua morte ci ha avvolti in un grande lutto. Egli era degno successore del santo metropolita Andrej Sheptyczkyj. Nel periodo di difficoltà per la Chiesa cattolica ucraina, egli ha provato notevoli sofferenze e patimenti, ma non è crollato; anzi, come un eroe, ha resistito con dignità. Quando è tornato libero, è vissuto a Roma e ha continuato a lavorare con dedizione per il bene della Chiesa e del suo popolo. Come arcivescovo maggiore, ha visitato i vari gruppi di cattolici sparsi in tutto il mondo; ha curato le scienze, ha fondato il centro di studi superiori di San Clemente, ha pubblicato documenti e tante altre opere.

Nelle nostre preghiere invochiamo il Signore, perché lo premi per le sue sofferenze, per la sua fedeltà a Dio e alla Chiesa e per tutto il lavoro svolto. Sia di lui eterna memoria.

2. Come cattolici bizantini ucraini, voi avete ereditato una grande tradizione spirituale, che risale ad un migliaio di anni fa, al tempo di santa Olga e di suo nipote san Vladimiro. Chi poteva sapere, allora, come quella fede sarebbe cresciuta in maniera così armonica con la vostra cultura e quale grande impatto avrebbe avuto sulla vostra storia, tale da portare la grazia della redenzione nelle vite dei vostri antenati? Molto si potrebbe dire ancora sulla vostra storia non di rado legata a quella della mia terra natia; ma poiché il tempo stringe, devo limitarmi a ricordare solo alcuni momenti importanti del vostro difficile ma nobile passato.

Gli eventi di ogni tempo e luogo sono regolati dall’amoroso disegno di Dio, poiché Iddio è il Signore della storia. In modo particolare, la divina Provvidenza ha guidato il vostro sviluppo in Canada. L’archieparchia di Winnipeg, che è solo la terza sede metropolitana nella storia del popolo ucraino, fu eretta qui nel 1956, appena 44 anni dopo che vi fu dato il vostro primo vescovo. Questa provincia ecclesiastica, come quel piccolo granello di senape del Vangelo, ben presto crebbe e fiorì. Quando, per la prima volta, immigrati ucraini vennero in questa terra, essi portarono con sé una forte fede cattolica e un fermo attaccamento alle loro tradizioni religiose e culturali.

Essi diedero priorità alla costruzione delle chiese e delle scuole, desiderando preservare questa preziosa eredità e tramandarla ai loro figli. Essi affondarono le loro radici nel suolo canadese e ben presto divennero cittadini leali ed efficienti. Nello stesso tempo, alcuni generosi assistettero i nuovi immigrati. Non appena fu possibile, il vescovo metropolitano di Lwuow, il servo di Dio Andrej Sheptyckyj, mandò sacerdoti zelanti in loro aiuto. Egli stesso venne in visita nel 1910 e preparò la strada all’incarico del vescovo Budka, il primo dei vostri diligentissimi vescovi in questa terra. È importante ricordare anche i numerosi contributi dati dai locali vescovi e sacerdoti di rito latino, alcuni dei quali prestarono tanta cura e attenzione agli ucraini come ai fedeli del loro stesso rito.

La presenza qui oggi di vescovi di rito latino è un segno del perdurare di quell’armonia e collaborazione. “Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!” (Sal 133, 1). I vostri sacerdoti bizantini, insieme ai religiosi, uomini e donne, hanno contribuito efficacemente al vostro insediamento e alla crescita in questa terra. Religiosi come i Basiliani, i padri Redentoristi e Studiti e le Ancelle di Maria Immacolata hanno riempito parrocchie, ospedali, scuole e molte altre istituzioni. Tutti hanno contribuito a proteggere e a rafforzare la vita familiare, a offrire assistenza ai malati e ai bisognosi e a realizzare il miglioramento della società.

3. Il nostro incontro di oggi, che ha luogo alla vigilia della solenne celebrazione del millennio del cristianesimo a Kiev e nell’intera Ucraina, riporta le nostre menti e i nostri cuori indietro attraverso i secoli della vostra gloriosa storia di fede. Sentiamo profonda gratitudine verso Dio, in modo particolare per la grazia di fedeltà alla Chiesa cattolica e di lealtà al successore di san Pietro che fu concessa ai vostri antenati.

Come arcivescovo di Cracovia sono venuto per conoscere e apprezzare questo prezioso retaggio del popolo ucraino, come è possibile rilevare particolarmente nei martiri di Cholm e di Pidlassia che seguirono l’esempio di san Giosafat, un grande apostolo dell’unità, e come anche si può rilevare nello zelo pastorale di tanti vostri vescovi, fino ad oggi. Questi grandi uomini e donne della storia ucraina vi incoraggiano oggi a vivere la vostra fede cattolica con eguale fervore e zelo. Essi vi ispirano inoltre a lavorare e a pregare senza sosta per l’unità di tutti i cristiani. Nei molti e svariati sforzi ecumenici della Chiesa i membri di rito bizantino come voi hanno un ruolo particolare nei confronti dei cristiani orientali che non sono in piena comunione con la Sede di Pietro.

Voi siete in posizione privilegiata per soddisfare quell’istanza del Concilio Vaticano II che è espressa nel decreto sull’ecumenismo, cioè: “Tutti sappiamo che il conoscere, venerare, conservare e sostenere il ricchissimo patrimonio liturgico e spirituale degli orientali è di somma importanza per custodire fedelmente la pienezza della tradizione cristiana e per condurre a termine la riconciliazione dei cristiani d’Oriente e d’Occidente” (Unitatis redintegratio, 15). Il vostro patrimonio ucraino e la vostra spiritualità, la vostra teologia e liturgia bizantine vi preparano bene a questo importante compito di favorire la riconciliazione e la piena comunione. Possano i cuori di tutti i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i laici essere colmi di un desiderio ardente che la preghiera di Cristo sia realizzata: “Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me, e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).

Ma questo desiderio di unità potrà essere realizzato soltanto se andrà di pari passo con un sincero e fraterno amore verso tutti, un amore come quello di Cristo che è senza limite o eccezioni. Siffatto amore cristiano aprirà i nostri cuori alla luce della divina verità. Esso aiuterà a capire le differenze che ancora dividono i cristiani, a favorire un dialogo costruttivo e una conoscenza reciproca e quindi la salvezza delle anime e l’unità di tutti in Cristo. E dobbiamo ricordare che questo amore cristiano è nutrito dalla preghiera e dalla penitenza.

4. Cari fratelli e sorelle: è bello essere qui con voi oggi. Gioisco nel vedere i vostri fanciulli vestiti nei bei costumi nazionali e sapere che la vostra gioventù cresce con la riconoscente consapevolezza delle sue radici etniche e religiose. Mi unisco a voi nel ringraziare il Signore per le molte istituzioni e tradizioni che aiutano e rafforzano i legami delle vostre famiglie, che costituiscono il fondamento della Chiesa e della società. Possiate conservare sempre col giusto orgoglio il retaggio della fede e della cultura che vi appartiene. Pongo questa intenzione, assieme con tutte le vostre preghiere, davanti alla Immacolata Vergine Maria, regina dell’Ucraina, chiedendole di proteggervi col suo amore materno e condurvi sempre più vicini al suo Divin Figlio, Gesù Cristo, il Redentore del mondo. Amici diletti: nelle parole dell’apostolo Pietro: “Pace a voi tutti che siete in Cristo” (1 Pt 5, 14).


Alla comunità ucraina (16 settembre 1984) | Giovanni Paolo II (vatican.va)

 

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