domenica 21 aprile 2024

Quarta Domenica dopo Pasqua: Domenica del Paralitico

           
Quarta Domenica dopo Pasqua:
Domenica del Paralitico 

 di Yaryna Moroz Sarno

 

Ivan Rutkovyc, icona dell'iconostasi di Zhovkva, la fine del XVII secolo, Museo Nazionale a Leopoli 

 

  Nella Chiesa orientale la quarta domenica dopo la Pasqua è la Domenica del Paralitico (in gr. Κυριακή τοῦ Παραλύτου). Il suo nome deriva dal testo evangelico letto durante la liturgia sulla guarigione del paralitico da parte di Gesù Cristo a Gerusalemme (Gv 5, 1-15). Nella guarigione del paralitico si svela la potenza e la gloria del Cristo risorto che illumina il mondo con la luce della sua Risurrezione. 
  L'evento accade nel secondo anno della sua predicazione evangelica durante la festa che probabilmente coincideva con la Festa delle Capanne o Pentecoste ebraica. Il Signore vuole partecipare alla festa per obbedire alla legge e per insegnare al popolo. Una delle cinque porte che conducevano al Tempio di Gerusalemme era la porta delle pecore (porta probatica) ed aveva una piscina che si chiamava Bethesda, Betzaeta(à) o Betzata (in ebr: בית-חסדא, aram. בֵּת זֵיתָא) che significa casa dell’olivo (degli olivi) o casa della misericordia (in gr. Βηθζαθα, κολυμβήθρα, dal ή προβατική, "luogo della grazia, guarigione" alla "porta delle pecore"). L'esistenza dei cinque portici è stata confermata anche dagli scavi archeologi.


Resti della piscina di Betzaeta a Gerusalemme 

   Il numero cinque anche è simbolico: sono cinque i primi libri della legge nella Sacra Scrittura I cinque portici simbolizzano il Pentateuco (i cinque libri) Secondo Sant'Agostino, l'acqua della piscina rappresentava il popolo circondato dai cinque libri della Legge, che rivelavano l'infermità.  
   Il patriarca Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe, mostrando la sua benevolenza al suo fratello, mandò cinque volte più cibo degli altri (Gen 43, 34), diede cinque cambi di vestiti ai fratelli (Gen 45, 22). Sono le cinque vergini  sagge e cinque stolte. Cristo sfamò cinquemila persone affamate con cinque pani, sono cinque le piaghe del Signore con le quali ha concesso la nostra guarigione.  
   Esiste l'analogia tra i malati che aspettavano per immergersi nell'acqua e il popolo d'Israele che aspettava per poter attraversare il Giordano, per entrare nella terra promessa, terra della salvezza. La Porta che attraversavano le pecore, gli agnelli prima di essere sacrificati, allude all'Agnello immolato che si offrì per la salvezza delle pecore. 
  La piscina delle pecore era riempita dalla sorgente famosa per le sue guarigioni miracolose. Ma le proprietà curative le erano date dalla perturbazione delle acque smosse dall'ascesa dell'Angelo di volta in volta. E solo colui che per primo era riuscito a immergersi in quel momento era privato delle malattie. Ma chi non poteva muoversi da solo aspettava l'opportunità anche per molti anni. Il Signore che visitò la piscina delle pecore a Gerusalemme, tra i molti che aspettavano la guarigione, individuò il paralitico da trentotto anni e gli chiese se voleva davvero essere guarito. Ma per i giudei la guarigione compiuta di sabato era soltanto un atto sacrilego. Se anche il miracolo accadeva in questa piscina per condurre gli ebrei alla fede in Cristo, senza quale la salvezza è impossibile. 
   Il numero 38 è stato ricordato nel Deuteronomio (Dt 2, 14-15). Sono trentotto anni il tempo che vagava mormorando nel deserto il popolo d'Israele, uscito dall'Egitto, prima di entrare nella terra promessa. L'allusione riporta alla fine del Deuteronomio, al momento quando il popolo era davanti al Giordano come il paralitico davanti alla piscina.  
   Secondo esegesi dei Santi Padri della Chiesa, l'angelo che turbava le acque e guariva il primo uomo che si gettava nella piscina è stata una prefigurazione del Mistero del Battesimo. L'acqua miracolosa indicava la consacrazione delle acque battesimali. Il battesimo è stato concesso come il dono che purifica dai peccati e ravviva le anime. Ed entrare nel fonte battesimale significa che ognuno di noi diventa, a Sua immagine, una persona vivente. La vera acqua viva, la guaritrice delle ferite dell’umanità, sorge insieme al Preziosissimo Sangue dal costato di Gesù.
    Il paralitico non aveva nessuno che lo aiutasse, ma Colui che creò i cieli e la terra venne da lui e divenne Uomo per aiutarlo. Guarendo di sabato, Gesù sottolinea la prerogativa dell'azione salvifica del Padre. Niente può fermare la grazia divina, soltanto il nostro peccato. La Parola di Dio conduce il guarito al tempio, perché la completa guarigione lo congiunge all'adorazione del Signore, perché essere guariti dal Signore sia nel corpo che nell'anima o nello spirito significa assumere l'integrità. Questa integrità ritrovata crea la nuova relazione con Dio. La guarigione dell'anima e del corpo sono date dal Signore misericordioso alla condizione di non peccare più. 
   Il significato teologico del miracolo della guarigione del paralitico ad opera di Gesù Cristo, narrato nella storia del Vangelo, si rivela dai testi liturgici (stykhyri, canoni, Synaxar) di questo giorno dove l'anima di ogni persona è paragonata a quella del paralitico, e alla sua guarigione. Il paralitico è l'immagine di tutta l'umanità, perché attraverso il peccato d'Adamo la morte, la corruzione, la sofferenza, la distruzione sono entrati nel mondo. La causa della malattia sono i peccati ("Va' e non peccare più, così che anche il peggio non ti accada", - dice Signore), che possono essere guariti e saranno guariti solo da Dio, dal Figlio di Dio Gesù Cristo che guarisce tutte le malattie. Ma il Signore compie l'opera della guarigione soltanto attraverso il consenso consapevole della nostra volontà.
   "Alzati" significa la dignità ritrovata. Il Signore dice anche a noi "Alzati!" per liberarci di ciò che domina l'anima e opprime la persona. La peccaminosità sia sconfitta nei giusti, la morte eterna sia distrutta dalla presenza dello Spirito Santo. 

La guarigione del paralitico, l'affresco del III secolo nel Battistero di Dura Europos

Il dettaglio dell'affresco nella domus ecclesiae di Dura Europos
 
 
Il dettaglio dell'affresco del III secolo delle catacombe di San Callisto a Roma
  
Il paralitico guarito, l'affresco delle catacombe di Marcellino e Pietro, Roma

Il sarcofago del IV secolo con la scena della guarigione del paralitico

Il frammento con la scena della guarigione, 
Sarcofago con il miracolo di Bethesda (Giovanni 5,1-18), 375-400 ca,
Musei Vaticani, Museo Pio Cristiano, inv. 31461.

Fronte di sarcofago a fregio continuo, 330 – 340, Museo Pio Cristiano, Musei Vaticani

Frammento con la scena della guarigione del paralitico 

Dettaglio del sarcofago con le scene bibliche, metà del IV secolo, Musei Vaticani  

Sarcofago di tipo di Bethesda, con la scena della guarigione del paralitico, Ischia, 
Museo Diocesano, IV secolo

 Il frammento del sarcofago


  
El sarcòfag de Bethesda de la Catedral de Tarragona | Divulgació històrica
Fronte del sarcofago di tipo di Bethesda nella facciata della cattedrale a Tarragona,
 facciata della cattedrale, ca 366-399 
 
Fronte del sarcofago con le scene delle guarigioni, Museo Lateranense 

Fronte di sarcofago a fregio continuo, 300-330, Musei Vaticani, 
Museo Pio Cristiano, inv. 31553.

Sarcofago paleocristiano di Cristo che guarisce i malati, IV secolo, Musei Vaticani

Scena della guarigione del cieco nato e del paralitico,
Sarcofago, IV secolo, Musei Vaticani, Roma
  
La guarigione del paralitico di Bethesda, 
il mosaico del VI secolo nella basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna 

L'avorio dell'XI secolo, Museo diocesano a Salerno 

Maestro Fedusko, l'icona del XVI secolo, scuole pittorica di Sambir 

L'incisione, Triodion, Kyiv 1631

L'icona ucraina del XVII secolo, Liublin

Mykola Petrachnovyc, icona dell'iconostasi di Zarudtsi, 1660 ca

Ivan Rutkovych, icona dell'iconostasi di Volycia Drevlianska, 1680

Ivan Rutkovych, icona dell'iconostasi di Krechiv, 1689

Jov Kondzelevyc, Il frammento dell'iconostasi di Skete di Maniava

L'icona ucraina, villaggio Khotynec, 1735



La fonte delle immagini dell'arte ucraina 

Quinta Domenica dopo Pasqua: Domenica della Samaritana

Domenica della Samaritana
Quinta Domenica dopo Pasqua

a cura di Yaryna Moroz Sarno

L'acqua viva che disseta i desideri dell'anima / Commento al ...
L'affresco delle Catacombe di via Latina a Roma, IV secolo 


"Per la fede, la Samaritana che venne al pozzo, 
Ti vide, l'Acqua della Saggezza, 
avendola bevuta abbondantemente, 
il Regno dei Cieli ereditò per sempre, come gloriosa".
                                                                          Kondakion della festa

 
  Il dialogo tra Gesù e la donna samaritana, che aveva un senso rivoluzionario per quell'epoca, si può comprendere nel suo contesto storico e religioso dai contrasti tra giudei e samaritani. Gesù, per recarsi in Galilea, deve attraversare la città di Sicar nel cuore della Samaria, dove si trova il pozzo del patriarca Giacobbe. 
   Stanco per il viaggio, Gesù si rivolge a chiedere l'acqua a una donna samaritana che viene ad attingere all'antico pozzo nell'ora più calda della giornata, provocando in lei un stupore. La conversazione divenne la storia di una conversione. "Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva»" (Gv 4, 10). 
  Alla donna samaritana si rivela la potenza e la generosità dell'amore di Dio. Gesù fa crollare le barriere storiche, religiose e culturali e spalanca le porte della salvezza disponibile a tutti, annunciando il dono dell'acqua viva: "Chi beve dell'acqua che Io gli darò non avrà più sete" (Gv 4, 14). All'immagine della Legge si contrappone la sorgente della vera dottrina di Cristo come la fonte di vita. Alla tradizione Gesù contrappone il vero culto e l'universalità della salvezza. L'incontro simbolizza la rivelazione del mistero di Cristo nello Spirito della Verità come la sorgente della salvezza. 
  L’acqua è un simbolo molto frequente nella Scrittura ed è un grande segno spirituale, segno di Dio e della Sua parola o l'azione. L'allontanamento dell'Israele dal Signore nel profeta Geremia (2, 13) si descrive, usando il simbolo dell'acqua: "sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate che non tengono l'acqua". Il Profeta Ezechiele diceva: "Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli" (36, 25). Sul fiume dell'acqua viva è scritto nell'Apocalisse (22, 1).  
   Per Origene (III secolo) il pozzo dell'acqua viva è il "pozzo delle Scritture". Così Origene nelle sue Omelie sulla Genesi spiega: “Osserva quali grandi cose avvengono presso le acque, per essere invitato anche tu tutti i giorni a venire alle acque del Verbo di Dio e a stare presso i suoi pozzi’ (10, 3). Cristo "è venuto e ci ha aperto i pozzi" (13, 3). Come dice Origene, "aprì i pozzi e ci insegnò a cercare Dio non in qualche luogo, ma a riconoscere che in tutta la terra è offerto un sacrificio al suo nome" (13, 3). Egli stesso è il pozzo nuovo: "Vediamo dove il Signore stesso, affaticato dal viaggio, cerca riposo. Dice: "Venne al pozzo e sedeva sopra di esso" (Gv 4, 6)" (10, 5). "Giustamente in un passo, il santo Apostolo, considerando la grandezza dei misteri, dice: E chi è capace di queste cose? In maniera simile, o anzi molto dissimile, tanto noi siamo piccini al suo confronto, anche noi, vedendo una profondità così grande nei misteri dei pozzi, diciamo: E chi è capace di queste cose? Chi infatti potrebbe degnamente spiegare o i misteri dei pozzi così grandi, o dei fatti che, ci viene riferito, furono compiuti riguardo ai pozzi, se non invochiamo il Padre della Parola Vivente, ed egli stesso si degni di mettere la parola nella nostra bocca, affinché possiamo attingere per voi che avete sete un poco di acqua viva da questi pozzi così abbondanti e molteplici" (13, 1). Origene sviluppò un'idea, affermando: "Forse, anche nell’anima di ciascuno di noi c’è un pozzo di acqua viva, c’è come nascosto un certo senso celeste e l’immagine di Dio" (13, 3).
    Il Signore rivela su vero culto di Dio, non legato al luogo geografico, ma "in spirito e verità": "Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità" (Gv, 4, 23-24).
  Ispirata dalla Verità rivelata, la samaritana invitò gli altri abitanti della città. L'incontro con Gesù cambiò radicalmente la loro comprensione di Dio, aiutò ad aprirsi alla fede vera, rendendoli suoi discepoli e loro stessi hanno espresso la loro fede in Gesù Cristo: "Ora noi crediamo non per la tua parola, ma perché abbiamo ascoltato e sappiamo che Egli è veramente il Salvatore del mondo" (Gv 4, 42).
   Questa donna samaritana possa essere un buon esempio per noi, affinché noi, rifiutando tutte le limitazioni e inimicizie, possiamo sempre amare Dio e il nostro prossimo e rafforzare la pace sulla terra. Perché il Nostro Signore unisce tutte le persone senza distinzione nella Sua eterna verità e grazia, e con l'acqua viva nello Spirito Santo guarisce tutti coloro che vengono da Lui.

Il frammento della scena con la samaritana , Duros Europos, III secolo  

Cristo e samaritana. Gli affreschi nelle catacombe di Pretestato, Roma, III secolo

Il mosaico del battistero di San Giovanni al Fonto, Napoli, IV - V secolo

Sarcofago di San Giovanni in Valle, Verona, IV secolo  

Mosaici di S. Apollinare Nuovo - Incontro fra Gesù e la Samaritana ...
Il mosaico di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna, VI secolo


Il rivievo del trono arcivescovile di Massimiliano, 546-554 ca, 
l'avorio, Museo arcivescovile a Ravenna  

   La scena con la donna samaritana apparve già nell'arte paleocristiana. Tra le prime raffigurazioni sono stati indicati gli affreschi nel battistero di Dura Europos (240 ca), nelle catacombe di Pretestato su via Latina (III secolo), di Callisto, cubiculo Nicerius dei Santi Marcellino e Pietro sulla via Casilina (l'inizio del IV secolo) e sulla via Latina (IV secolo), via Appia, sui sarcofagi, sugli avori (il trono arcivescovile di Massimiano, 546-554), sui mosaici della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. 
   

Il Vangelo di Rabula, Firenze, 
Biblioteca Medicea Laurenziana, cod. Plut. I, 56, fol. 6 r.

L'avorio dell'XI, Salerno, Museo diocesano di Salerno 

cristo-e-la-samaritana/
La miniatura nel Vangelo dell'XI secolo ,
Monastero di Dionisio, Monte Athos

Mosaico della cattedrale di Monreale

Il mosaico della cattedrale di San Marco a Venezia, XII secolo  

5-я Неделя Пасхи, о Самарянке — Русский Православный Монастырь — Ново  Дивеево
 La miniatura bizantina del XIII secolo, monastero Iveron, Monte Athos 
                                      
La scena al pozzo sulla porta bronzea nella cattedrale di Benevento, XII-XIII secolo 


terza di Quaresima 2014 | Hopeandloveislife. Il segreto della vita

Il pozzo di Giacobbe    

L'icona ucraina della devozione popolare del XVII secolo, Prekopane, Museo di Peremyshl


Mykola Petrakhnovych, la parte dell'iconostasi del villaggio Zarudci, gli anni 1670-i


Ricordiamo i misteri intelligibili che c'erano in Samaria, 
quando Giovanni ci insegna: 
come il Signore parlava con la Samaritana, 
chiedendo acqua, che raccoglieva acqua nelle loro raccolte, 
Chi è uguale in potenza al Padre e allo Spirito; 
perché Colui che cerca la propria immagine, 
l'Eternamente Glorificato, è venuto.
(Ikos della festa) 

Риботицька школа — іконописний осередок українського Надсяння
Cristo e la samaritana, icona dal villaggio Buciv, 
la seconda metà del XVII secolo, la scuola di Rybotyci   



 Ivan Rutkovyc,  l'iconostasi di Zhovkva, 1697-1699, Museo Nazionale di Leopoli  

Dall'iconostasi della chiesa della Santissima Trinità a Zhovkva, 
Scuola della pittura di icone di Zhovkva, 1728. 


Jov Kondzelevyc, particolare dell'iconostasi, 1698-1705 

Il frammento

L'affresco della chiesa della Santissima Trinità nel monastero delle Grotte a Kyiv,
 XVIII secolo 

Il disegno per la vetrata della chiesa del villaggio Pidbirci di Modest Sosenko 

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Per consultare le icone ucraine vedi anche: 
http://icon.org.ua/ikonografiya/isus-i-samaryanka/
http://icon.org.ua/gallery/isus-i-samaryanka/

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